La top 10 delle città dove si vive meglio in Italia

Strappato lo scettro a Parma della città con la miglior qualità della vita: è Bologna, secondo l’annuale classifica stilata dal “Sole 24 ore”, la provincia italiana dove si vive meglio. La maglia nera della vivibilità spetta invece a Foggia.

L’indagine mette a confronto la qualità della vita nelle 107 province italiane, indagando sei aree specifiche: il tenore di vita, popolazione, affari e lavoro, ambiente e salute, popolazione, ordine pubblico e tempo libero.

Le migliori pagelle stilate vanno a Milano, che si piazza al 19mo posto nella classifica. Bene il nord con Treviso al primo posto per il Tenore di vita, Ravenna in Affari e Lavoro, Trieste nei Servizi, Piacenza nella Popolazione e Rimini nel tempo libero. Bologna e provincia è in testa alla classifica soprattutto grazie al capitolo ‘Servizi-ambiente-salute’. La provincia bolognese mostra però segnali di disagio per quanto riguarda l’ordine pubblico: tra i reati che più la penalizzano la microcriminalità e le truffe.

Il mondo del business trionfa a Ravenna e a Reggio Emilia, seconda nella sezione ‘Affari e lavoro’. Bergamo, Milano e Brescia sono invece le tre province più popolose. Treviso si aggiudica invece il primo posto per il tenore di vita. Efficientissima per quanto riguarda i servizi Trieste, che guadagna anche la medaglia d’oro per ambiente e salute. Fanalini di coda invece Crotone e Foggia, dove la sanità è gravemente affetta.

L’indagine condotta ripropone l’annoso e quanto più insormontabile divario tra Nord e Sud. La prima città del Mezzogiorno in classifica si trova al 45mo, con Olbia-Tempio. Bene invece Oristano, che si è aggiudicata la medaglia d’oro per la sicurezza. La città sarda, infatti, ha l’indice più basso per quanto concerne microcriminalità e truffe. Al 107mo posto tra le città più sicure resta invece Milano.

Alessia Casiraghi

Bankitalia: le imprese sono poco ottimiste per questo avvio di 2011

Secondo un’indagine campionaria svolta da Bankitalia insieme a Il Sole 24Ore, nel quarto trimestre del 2010, su 481 imprese, “la percentuale delle aziende che segnalano una condizione economica invariata rispetto al periodo precedente è rimasta ampiamente maggioritaria e pressoché costante (65,3%)”. L’istituto di via Nazionale sottolinea però che “i giudizi sulle prospettive a breve termine appaiono meno favorevoli rispetto alla rilevazione precedente”.

Nell’ultima parte del 2010 il saldo tra la quota di imprese che hanno riportato giudizi di miglioramento delle condizioni economiche generali e quelle che ne hanno segnalato un peggioramento è tornato negativo (16,1 punti percentuali; era positivo per 6,4 punti nell’inchiesta precedente). I saldi, negativi, appaiono più modesti nell’industria e nel Nord Est, più ampi per le imprese operanti nel settore dei servizi e per quelle aventi sede nel Centro e al Sud.

Guardando ai primi mesi del 2011, invece, si registra un peggioramento delle aspettative da parte delle imprese sulla congiuntura economica: “La percentuale di imprese che attribuiscono al miglioramento della situazione economica nel prossimo trimestre una probabilità superiore a un quarto è pari al 18,6%, 1,7 punti percentuali in meno di quanto rilevato a settembre; un maggiore ottimismo si registra tra le aziende con almeno 1.000 addetti”.

Per quanto riguarda l’accesso al credito, “la quota di imprese che segnala invarianza di condizioni di accesso al credito rimane superiore all’80%. Risulta lievemente aumentata sia l’incidenza delle imprese che segnalano un peggioramento di tali condizioni (13,9%, dal 12,4 del trimestre precedente) sia quella di coloro che indicano un miglioramento (5,1%, da 3,4)”. Infine sull’occupazione: la quota di aziende che prevedono una riduzione del proprio personale nel prossimo trimestre si è mantenuta, per l’undicesimo trimestre consecutivo, superiore a quella di coloro che ne stimano una crescita.