Made in Italy in continua crescita grazie a Brics ed Europa

Il Made in Italy gode di ottima salute, tanto che, ad agosto, l’export mostrava segno positivo dell’8,4%, di oltre quattro punti superiore al mese precedente.
Le performance positive riguardano sia i mercati extra Ue sia quelli intercontinentali, con i Bric’s che segnalano aumenti in doppia cifra in Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Austria e Paesi Bassi.
Bene anche Francia e Spagna, con crescite di poco inferiori a 10 punti, mentre la Germania rimane indietro, pur incrementando gli acquisti di merci italiane del 3,8%.
Per quanto riguarda i settori, quelli che registrano i migliori dati sono l’energia, ma anche i beni di consumo durevole e intermedi.

Male, invece, i settori delle auto, le cui vendite estere sono in contrazione del 13,8%, e pongono fine ad un lungo periodo positivo che, nel bilancio degli ultimi otto mesi, rimane comunque un guadagno di circa 16 punti.

Ma si tratta comunque di una goccia nel mare, poichè segni positivi appartengono a tutti gli altri settori, dalla farmaceutica alla chimica, fino all’elettronica e ai macchinari e i prodotti in metallo.

Non solo l’export sta marciando bene, ma anche le importazioni stanno crescendo, e precisamente dell’8,2%, grazie ad energia, beni intermedi, strumentali e prodotti di consumo durevole.

Vera MORETTI

A settembre, bene l’export nei Paesi extra Ue

Le produzioni italiane sui mercati internazionali hanno fatto registrare dati positivi per il mese di settembre.
In particolare, buone notizie arrivano dalle esportazioni dirette al di fuori dell’Unione europea, che infatti sono cresciute del 4,1% rispetto al mese precedente e del 3,5% su base annua.

L’Istat, che ha condotto l’indagine e, di conseguenza, ha reso note queste cifre, sostiene che le vendite di beni strumentali sono incrementate dell’11,8% grazie ai trasporti su mezzi di navigazione marittima.

Anche le importazioni, tra agosto e settembre, sono tornate a registrare numeri con segno positivo (+3,4%), anche se rimangono negative su base annua (-0,4%) a causa della forte contrazione degli acquisti di energia, altrimenti la crescita sarebbe molto più consistente: +8,4%.

Nel complesso, l’avanzo commerciale registrato a settembre è stato di 1.533 milioni contro i 322 milioni di settembre 2013. Depurato dall’interscambio commerciale l’avanzo avrebbe raggiunto i 4,7 miliardi.

Vera MORETTI

Crisi import nel 2013

Nel 2013 è stato registrato un calo delle importazioni che ha causato un avanzo commerciale di 30,4 miliardi di euro.

A rilevarlo è stato Istat, che ha aggiunto anche che si tratta del valore più alto dal 1996.
Il surplus della bilancia al netto dell’energia sfiora gli 85 miliardi di euro.

Ciò è causato anche da una crisi dell’export, che nel 2013 non ha saputo risollevare i dati dell’anno precedente, e chiudendo con un’ulteriore contrazione dello 0,1%.
Forte discesa, al contrario, dell’import, che registra una forte discesa, in calo del 5,5%.

Per le vendite si tratta del peggior risultato dal 2009.
A dicembre, il saldo è stato pari a 3,618 miliardi: le esportazioni sono salite del 5,1% congiunturale e del 4,9% tendenziale, mentre l’import è cresciuto del 3,6% su base mensile e dello 0,6% su base annuale.

Vera MORETTI

Il 2013 si apre con l’export in aumento

Le esportazioni continuano ad essere il traino per la nostra economia: anche nel gennaio 2013 l’export verso i Paesi fuori dall’Unione europea ha segnato un aumento del 17,7% su base annua e del 3,9% rispetto a dicembre.
In controtendenza, invece, l’import, ancora in sofferenza con una contrazione del 5,6%, ma riesce a crescere in termini congiunturali, con un +3,0%.

Sempre a gennaio la bilancia commerciale con i Paesi extra Ue presenta un deficit di 2,3 miliardi di euro, più che dimezzato a confronto con l’anno precedente (-5,2 miliardi).
Era dal 2011 che l’export non registrava un aumento annuo così ampio vero i Paesi fuori dai confini dell’Unione.

I dati, resi noti dall’Istat, evidenziano, sempre relativamente al mese di gennaio, come la crescita tendenziale delle vendite sia diffusa e soltanto l’energia risulti in calo (-26,2%).

La flessione degli acquisti, invece, riguarda i beni di consumo durevoli (-18,5%) e l’energia (-16,3%).
I mercati a noi più favorevoli si sono rivelati quelli del Sud Est asiatico, (+32,2%), l’area Opec (+26,1%), il Giappone (+25,6%), la Cina (+24,6%), i Paesi Eda, (+22,9%) e gli Stati Uniti (+20,2%).

Per le importazioni, forte discesa da parte di Giappone (-32,1%), area Opec (-19,6%) e Usa (-16,9%), mentre è in aumento l’import dalla Turchia (+25,9%), dalla Russia (+23,6%) e dalla Svizzera (+23,5%).

Vera MORETTI

Se gli stranieri preferiscono gli spaghetti

 

Battuta d’arresto come non se ne vedevano dal 2009 per l’export italiano: secondo quanto diffuso dall’indagine Istat a settembre 2012 le esportazioni sarebbero calate del 2% rispetto ad agosto 2012 e del 4,2% su base annua. Ma a far risalire la china della crisi delle esportazioni ci pensa la buona cucina rigorosamente made in Italy: il settore dell’agroalimentare infatti avrebbe registrato, secondo Coldiretti, un aumento nelle esportazioni pari all’1,2%.

Ma vediamo nel dettaglio: la crisi dell’export si è fatta sentire sia per quanto riguarda i mercati di sbocco europei (-2,1%) sia per i mercati extra Ue (-2%). In calo sono state soprattutto le vendite di beni strumentali (-4,5%) e di prodotti energetici (-2,3%), mentre i beni di consumo durevoli hanno segnato un aumento dell’1,0%.

Rispetto a settembre 2011, la flessione delle vendite risulta accentuata per Cina (-18,8%), paesi Mercosur (-13,7), Romania (-13,6%), Spagna (-12,8%) e Germania (-10,3%), mentre aumentano i flussi verso Stati Uniti (+19,4%) e paesi ASEAN (+22,9%).

Un segnale di controtendenza, che fa ben sperare, viene invece dal settore dell’agroalimentare italiano: secondo un’analisi Coldiretti su base Istat, a settembre 2012 si è registrato un aumento nelle esportazioni pari all’1,2% per un valore totale di 2,731 miliardi.

La crescita dell’agroalimentare è dovuta ad un aumento del 5,4 % delle spedizioni di prodotti agricoli e dell`1,1 % di quelle degli alimentari e delle bevande – sottolinea Coldiretti. –  Ad aumentare sono state le esportazioni in valore dei prodotti simbolo della dieta mediterranea Made in Italy come la pasta, il vino e le conserve di pomodoro”. E se l’auspicio è quello di cavalcare il trend più che positivo del cibo made in Italy, “il valore dell`export agroalimentare è destinato a far segnare a fine anno il nuovo record con un valore delle spedizioni superiore ai 30 miliardi di euro fatti registrare lo scorso anno – stima Coldiretti. – Un risultato importante poiché l’agroalimentare svolge in realtà un effetto traino per l`intero Made in Italy all’estero dove il buon cibo italiano contribuisce in misura determinante a valorizzare l`immagine dell’Italia all’estero“.

Sul fronte importazioni, i dati registrati da Istat non sono invece per nulla positivi: la battuta d’arresto ha riguardato anche il settore import, gli acquisti sono calati del 4,2% a livello congiunturale e del 10,6% su base annua.

Segnali di forte flessione si rilevano per gli acquisti da Giappone (-35,0%), India (-30,9%) e paesi EDA (-26,0%), mentre sono in forte crescita gli acquisti dai paesi OPEC (+18,0%) e Russia (+16,7%). Gli acquisti di autoveicoli (-44,9%) sono in netta flessione.

 

Alessia CASIRAGHI

Il Made in Italy è senza rivali

di Alessia CASIRAGHI

Sarà per la buona tavola, sarà per il nettare di Bacco fra i migliori (e più amati) al mondo, sarà per l’impegno delle aziende nell’innovazione tecnologica e nel settore green, senza dimenticare il ruolo chiave giocato dal fashionbiz. Quello che è certo è che l’Export in Italia continua a crescere. Il made in Italy seduce il mondo.

A rivelarlo un’indagine condotta dall’Istat, che ha registrato una crescita del +2,3% nel solo 2011. Tra settembre e novembre dello scorso anno infatti le esportazioni sono cresciute dell’1% rispetto al trimestre precedente, con maggiore impulso sempre sui mercati Extra Ue (+1,4%).

I dati rilevati a novembre 2011 per esempio, registrano per l’export un aumento del 3.1 % dei paesi Ue e dell’ 11.3% degli Stati Extra Ue. Tra gennaio e novembre 2011 il tasso di crescita tendenziale è stato dell’11.9%.

Ma qual è stato il prodotto più venduto? Prendendo come campione sempre il mese di novembre del 2011, i prodotti più richiesti sono quelli in metallo e gli apparecchi elettronici e ottici, pronti a emigrare verso Svizzera, Stati Uniti, Germania e Turchia.

Segnali positivi, anche se con minore incidenza, si registrano anche nel campo delle importazioni. Per l’Import infatti l’aumento è dello 0,5%, differenziato tra il -2,1% per i Paesi all’interno della Comunità Europea, e il +3,9% per quelli extra Ue. Nel periodo gennaio-novembre 2011 il valore complessivo raggiunto in materia di import si è fermato al +10,6%.

I settori più esposti all’importazione riguardano i prodotti energetici, con un aumento nel 2011 del +17,2%) e i beni di consumo non durevoli (+8%).

PIL in crescita. Secondo Eurostat + 0,5% per l’Italia.

Le esportazioni con un + 2,5% e le importazioni con un +4%, secondo i dati di Eurostat, fanno da traino per la crescita della zona-euro. Su base annua, nel primo trimestre 2010 il Pil dell’Eurozona torna positivo dopo mesi e mesi di segno meno, aumentando dello 0,6% rispetto al -2,3% degli ultimi tre mesi del 2009, il secondo e terzo trimestre 2009 avevano fatto segnare un vero e proprio crollo del Pil (-4,3% e -5,1%).