Imprenditore suicida a Rovigo: “Non ce la faccio più”

Un po’ per amore, un po’ per la preoccupazione per il lavoro di piccolo imprenditore, svolto assieme ai fratelli, nel campo delle manutenzioni stradali. Luigi Guerra ha deciso di farla finita e si è impiccato in un capannone dietro la sua abitazione. L’uomo, 45 anni, che ricopriva anche il ruolo di dirigente-accompagnatore della Vea FemiCz rugby Rovigo, era separato con un figlio di 14 anni ed era in crisi con la nuova compagna. Anche la sua attività edile non stava andando bene, per via della crisi.

“Non ce la faccio più” aveva scritto in un sms mandato ieri sera dopo cena a un amico, il quale ha subito allertato vigili del fuoco e 113 per la potenziale situazione di pericolo. Al loro arrivo presso l’abitazione, verso le 22, hanno trovato il corpo senza vita della vittima.

Due imprenditori si suicidano per la crisi

Due imprenditori, entrambi nella provincia di Brescia, si sono tolti la vita perché non riuscivano più a sopportare la crisi economica delle rispettive aziende. A Chiari, un imprenditore edile 42enne di Comezzano Cizzago, sposato e padre di due bambini piccoli, è stato trovato impiccato nel proprio capannone. Ha lasciato un biglietto in cui chiede di prendersi cura delle “persone che più amo”.

Si è impiccato nel capannone della propria azienda, che si occupa della lavorazione del carbone per prodotti chimici e vegetali, anche un anche un imprenditore di 57 anni di Nuvolento. Lo scorso marzo, un incendio aveva danneggiato irrimediabilmente un costoso macchinario e l’uomo non disponeva del milione di euro necessario per la sostituzione. Lascia la moglie e tre figli.

Imprenditore si spara per le crisi

Fabio Cardellini, 33enne imprenditore residente a Giulianova, si è sparato un colpo di pistola alla testa per i problemi economici che negli ultimi mesi lo avevano indotto in un forte stato depressivo. Il cadavere, riverso e in una pozza di sangue, è stato ritrovato nel garage di sua proprietà dai familiari, che non vedendolo tornare a casa nella serata di ieri sono andati in giro a cercarlo.

Cardellini era un esperto di informatica e gestiva una piccola azienda di consulenza e software che però ultimamente non stava andando particolarmente bene. Prima di togliersi la vita, l’uomo ha scritto poche righe per scusarsi coi parenti e denunciare una situazione che per lui era diventata insostenibile.

Imprenditore si suicida per crisi a Padova

Francesco Fontanella, 37enne imprenditore di origini campane che operava nel settore delle carni, si è tolto la vita in una stradina di campagna nell’Alta Padovana. A ritrovare il cadavere sono stati i vicini di casa, che sconvolti per l’accaduto hanno immediatamente chiamato il 118. Ma per l’uomo ormai non c’era più niente da fare.

Pochi mesi prima del folle gesto, Fontanella aveva inviato un messaggio allarmante alla moglie in cui dichiarava di sentirsi un fallito e di meditare il suicidio. L’azienda del giovane imprenditore infatti stava attraversando un momento di crisi. Prima di suicidarsi, l’imprenditore ha scritto un biglietto di poche righe.

Da imprenditore a rapinatore: arrestato

Storia del tutto particolare quella di un imprenditore edile che, per far fronte al momento di crisi, si improvvisa rapinatore per mantenere la moglie e la figlia di tre anni. Gaetano Marino, 59 anni, originario di Messina ma residente in Friuli, è accusato di due rapine.

La prima risale al 16 giugno in un negozio di abbigliamento Bertiolo, in provincia di Udine (città in cui tra l’altro abita con la famiglia), mentre la seconda è del 27 giugno a un supermercato di San Vito al Tagliamento (Pordenone), per un bottino che in totale ammonta a 750 euro. In entrambi i casi ha agito a volto coperto, nascosto da una mascherina antigas e un paio di occhiali da sole, con una pistola in pugno. Una volta arrestato nella sua abitazione, ha confessato tutto ai Carabinieri.

Travolto dalla crisi, imprenditore si butta dal viadotto

Cesare Varani, titolare di un’agenzia di assicurazioni di Vergato fino a un paio di anni fa e attualmente venditore porta a porta, si è tolto la vita buttandosi dal viadotto “La Torre” sull’A1, nei pressi del Comune di Monzuno, in provincia di Bologna. L’uomo, di 53 anni, ha lasciato sul parabrezza della propria auto un biglietto che aveva scritto prima di suicidarsi, scusandosi con i familiari per il gesto e motivandolo con i problemi economici legati all’attività che non decollava.

Il cadavere è stato ritrovato dagli agenti della Polizia Stradale di Bologna attorno alle 7,30 di mercoledì mattina, in seguito alla segnalazione del personale della società Autostrade. Varani lascia la moglie e due figlie di 20 e 13 anni.

Travolto dai debiti, armaiolo si spara alla tempia e al cuore

Per togliersi la vita ha utilizzato addirittura due pistole, una puntata alla tempia e una al cuore. Alessio Tardivello, 62enne armaiolo di Udine, che in passato è stato anche guardia giurata, è ricorso al folle gesto per via delle gravi difficoltà economiche che stava attraversando, come ha scritto in un biglietto che è stato ritrovato nella sua tasca dai carabinieri del capoluogo friulano, intervenuti dopo che un passante si era accorto del cadavere dell’uomo in via Visco, proprio vicino all’armeria A&Custom, di cui la vittima era cotitolare.

Azienda in crisi, imprenditore si spara in ufficio

Il titolare di un’azienda produttrice di intimo a Santa Maria Maddalena di Occhiobello (Rovigo) si è suicidato lo scorso sabato sera sparandosi alla tempia, verosimilmente per via della crisi che stava attraversando. L’imprenditore, Nerino Solera di 72 anni, è stato trovato morto nel suo ufficio, con a fianco una pistola e non ha lasciato alcun biglietto.

A dare l’allarme è stato il nipote. Da qualche anno a questa parte, in particolare nell’ultimo anno e mezzo la situazione dell’azienda era diventata molto critica, il numero di occupati si era ridotto drasticamente a una quindicina. Nerino Solera lascia la moglie e due figli.

Problemi economici, ristoratore si suicida

Non ne poteva più della crisi e ha deciso di farla finita sparandosi un colpo di pistola alla testa all’interno del suo locale il proprietario di un ristorante di Chianciano Terme.

L’uomo, 53 anni, residente nella provincia di Siena, ha figli maggiorenni e nipoti. Prima di suicidarsi con l’arma, che deteneva regolarmente, ha lasciato una lettera alla moglie nella quale spiega di essersi tolto la vita per ”motivi di natura economica”.

Sul posto è intervenuta la polizia del commissariato di Chiusi-Chianciano.

Non riesce a lavorare, imprenditore si suicida

Non sarebbe legato alla crisi economica, bensì all’incapacità di lavorare in seguito alla lesione del menisco il suicidio di un imprenditore di 49 anni avvenuto lunedì sera a Tarzo, in provincia di Treviso. Umberto Pilat era il titolare di una piccola ditta che produceva componenti per frigoriferi e si occupava anche del trasporto.

Grande appassionato della mountain bike, un mese fa si era rotto il menisco cadendo dalla bicicletta e da quel momento non era più riuscito a salire sul furgone per fare le consegne, già in netto calo per via della crisi. L’uomo si è tolto la vita legandosi con una corda al travetto di sostegno della scala dell’abitazione di via Talponè. Non aveva tuttavia dato segni, né lasciato biglietti per spiegare il gesto. A trovare il cadavere è stata la figlia di 15 anni.