Non riesce a lavorare, imprenditore si suicida

Non sarebbe legato alla crisi economica, bensì all’incapacità di lavorare in seguito alla lesione del menisco il suicidio di un imprenditore di 49 anni avvenuto lunedì sera a Tarzo, in provincia di Treviso. Umberto Pilat era il titolare di una piccola ditta che produceva componenti per frigoriferi e si occupava anche del trasporto.

Grande appassionato della mountain bike, un mese fa si era rotto il menisco cadendo dalla bicicletta e da quel momento non era più riuscito a salire sul furgone per fare le consegne, già in netto calo per via della crisi. L’uomo si è tolto la vita legandosi con una corda al travetto di sostegno della scala dell’abitazione di via Talponè. Non aveva tuttavia dato segni, né lasciato biglietti per spiegare il gesto. A trovare il cadavere è stata la figlia di 15 anni.

Imprenditore si suicida a Matera, ancora incerte le cause

 

Un imprenditore di 61 anni, che operava nel settore informatico, si è impiccato ieri pomeriggio nella sede della sua azienda, subito dopo aver pranzato con la famiglia. Il gesto tuttavia pare non sia riconducibile alla crisi economica dal momento che l’uomo aveva un solo dipendente, che tra l’altro ne ha scoperto il cadavere. Nei giorni precedenti il piccolo imprenditore non aveva parlato di problemi economici nè aveva annunciato provvedimenti conseguenti a situazioni di crisi. Sull’episodio sta indagando la Polizia. E’ il secondo suicidio in altrettanti giorni che si è verificato a Matera (l’altro aveva un movente personale), mentre nei giorni scorsi ci sono stati almeno altri quattro tentativi che sono stati sventati.

Disperato per la crisi, giovane imprenditore suicida a Cagliari

A una settimana dal suicidio dell’imprenditore di 74 anni, Ermanno Gravellino, che si tolse la vita a Cagliari perché oberato dei debiti, il capoluogo sardo torna ancora una volta al centro della cronaca nera per l’analogo motivo.

Stavolta si tratta di un giovane imprenditore, 35 anni, di Quartu Sant’Elena ma residente a Settimo San Pietro, che ha deciso di impiccarsi nel campo sportivo del paese in provincia di Cagliari perché in preda alla disperazione visto il momento di grave crisi che sta attraversando sua piccola azienda di idraulica.

Prima di togliersi la vita l’uomo, che di recente aveva perso anche la madre, ha scritto una lettera ai familiari. Nei giorni scorsi aveva esternato ad amici e parenti tutte le sue perplessità per il futuro della sua attività. Fino ad arrivare a compiere il gesto estremo.

Imprenditore di Pescara trovato impiccato nel suo garage

Continua il dramma degli imprenditori che si tolgono la vita perché sommersi dai debiti e/o per il fallimento dell’attività. Proprio quest’ultima causa ha portato al suicidio G.D.L., noto imprenditore pescarese, nella serata di lunedì. Era proprietario di un’attività a Pianella, legata alla produzione di salumi, assieme al fratello e alla sorella.

Un’attività che è fallita negli anni scorsi e da quel momento risultava pensionato, anche se secondo indiscrezioni non aveva mai smesso di operare nel settore commerciale. Da qui la caduta in depressione, fino ad arrivare all’insano gesto. Sposato e con un figlio, l’imprenditore è stato trovato impiccato nel garage di casa sua, a Pescara, in via Benedetto Croce. Aveva 67 anni.

Non incassa i crediti, imprenditore si impicca

Si sarebbe ucciso per crediti da privati non riscossi che stavano compromettendo la sopravvivenza della sua azienda Bernardino Capriotti, 49 anni, imprenditore edile di Monteprandone (Ascoli Piceno), che si è ucciso sabato impiccandosi nel garage di una casa in costruzione a Colonnella (Teramo).

L’uomo si era allontanato in mattinata e non aveva fatto ritorno. I familiari, preoccupati perché non riuscivano a rintracciarlo al cellulare, hanno scoperto il corpo senza vita del parente nel cantiere, che dista pochi chilometri dalla sua residenza.

Le indagini sono state affidate ai Carabinieri di Colonnella; proprio durante le indagini e gli interrogatori dei familiari, i militari sono venuti a conoscenza delle difficoltà economiche dell’uomo che doveva riscuotere numerosi crediti.

Imprenditore suicida a Cagliari

Ancora un imprenditore suicida, questa volta in Sardegna, a Cagliari. Nella sera di sabato si è ucciso un noto imprenditore “oppresso dai debiti con le banche e con Equitalia”.

Straziante la dinamica della tragedia. L’uomo, 73enne titolare di una nota impresa commerciale edile, ha prima tentato di togliersi la vita aprendo il gas della cucina, ma attratto dall’odore, il fratello lo ha salvato aprendo le finestre dell’appartamento e chiudendo il gas. Determinato a farla finita, l’imprenditore si è spostato in un’altra stanza e si è sparato alla testa.

Il dramma segue di poche ore un’altra tragedia a Cagliari: un pizzaiolo, anch’egli oppresso dai debiti aveva tentato il suicidio ferendosi gli avambracci con un coltello. La sorella, avvisata prima, aveva chiamato i carabinieri, che insieme ai vigili del fuoco, avevano salvato il pizzaiolo.