Lazio: dopo la neve, 30 milioni alle Pmi

Sotto la neve c’è il pane. E il detto, almeno stavolta, sembra confermato: la Regione Lazio metterà infatti a disposizione delle Pmi del territorio vittime del maltempo delle scorse settimane un plafond da 30 milioni di euro.

L’iniziativa di sostegno alle imprese è resa possibile grazie ai fondi regionali, in collaborazione con Banca Impresa Lazio e Banco Popolare, che ha aderito stanziando un plafond di 10 milioni di euro.

In programma contributi e agevolazioni per l’accesso al credito per sostenere le Pmi che versano in condizioni disagiate a causa dell’ondata di neve che ha colpito la Regione tra fine gennaio e inizio febbraio. Potranno accedere al fondo di garanzia stanziato dalla Regione le imprese al di sotto dei 250 dipendenti.

Non solo. La Giunta Regionale ha deciso di varare una serie di iniziative a tutela e a sostegno della piccole e media imprenditoria romana. Ecco gli interventi principali:

Proroga delle scadenze dei bandi previste per la fine di febbraio 2012
• pubblicazione di nuovi bandi per agevolare l’edilizia
• istituzione di un fondo di garanzia a favore delle imprese agricole

“La Regione Lazio ha stanziato con Banca Impresa come soggetto attuatore un fondo che consentirà alle imprese del territorio dei comuni colpiti dall’emergenza neve di godere di finanziamenti per 30 milioni di euro – ha precisato Donatella Visconti, presidente di Banca Impresa Lazio – è una prima risposta immediata per quelle imprese che hanno necessità di riparare i danni causati dalle nevicate che hanno fato soffrire molti Comuni della regione”.

Per conoscere i dettagli dell’iniziativa è possibile consultare il sito della Regione Lazio.

Il Friuli promuove l’innovazione agricola

Agricoltura sostenibile al primo posto in Friuli Venezia Giulia. La Regione ha promosso un piano di finanziamenti destinati a incentivare l’innovazione tecnologica nelle imprese agricole del territorio.

Il bando è rivolto alle Pmi agricole regolarmente iscritte al registro delle imprese della Regione Friuli Venezia Giulia. Le piccole e medie imprese devono dimostrare di essere attive nella produzione primaria dei prodotti agricoli.

I finanziamenti disposti dalla Regione potranno essere utilizzati per attività:
– di sviluppo di colture agrarie dedicate a uso non alimentare
– di sviluppo delle tecniche mirate a ridurre l’uso di prodotti fitosanitari
– di potenziamento delle tecnologie innovative per lo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili
– di sviluppo di progetti di agricoltura sostenibile che promuovano processi attenti alla salvaguardia dell’ambiente

Tutti gli interventi legati allo sviluppo di nuove tecnologie o colture agrarie ecosostenibili, dovranno essere svolti dopo la concessione del finanziamento.

La Regione Friuli Venezia Giulia erogherà gli incentivi sotto forma di contributi in conto capitale, che potranno arrivare a coprire fino al 40% delle spese ammesse. Nel caso di imprese di cui sia dimostrata la collocazione in zone svantaggiate, le spese di copertura potranno raggiungere la quota del 50%.

La Regione punta poi ai giovani imprenditori: per tutti coloro che promuoveranno la nascita di start up nel campo dell’agricoltura sostenibile, sono previsti incentivi fino al 60%.

Per fare richiesta dei finanziamento le imprese interessate dovranno inoltrare la propria domanda direttamente alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, alla sezione Direzione centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali. In alternativa è possibile consultare la pagina dedicata sul sito della Regione Friuli Venezia Giulia.

Imprese agricole contro l’IMU

Oltre ai terreni anche stalle e i fienili, gli annessi rustici, i capannoni per ricovero attrezzi: l’IMU non risparmia neanche quelli che sono di fatto i mezzi di produzione per le imprese agricole. Per questo le associazioni di categoria del settore (Cia, Coldiretti, Copagri, Confagricoltura) hanno scritto a tutti i Sindaci del Veneto invitandoli ad applicare la facoltà, stabilita per legge, di ridurre fino al 50% la nuova tassa soprattutto per gli agricoltori che coltivano direttamente il fondo.

L’intervento presso le amministrazioni pubbliche è volto a scongiurare la scomparsa di un tessuto di imprese che crea occupazione, garantisce l’equilibrio idrogeologico e la produzione di tipicità che fanno la ricchezza agroalimentare unica al mondo. “Vogliamo richiamare alla stessa sensibilità tutti i primi cittadini – hanno detto i presidenti delle organizzazioni – perchè non è possibile trattare un bene che produce reddito attraverso la sua coltivazione come un bene che viene acquisito per intenti speculativi da parte di soggetti terzi rispetto al mondo agricolo”.

A livello nazionale è stato già avviato un confronto serrato con il Governo al fine di differenziare i parametri riducendo l’aggravio per gli imprenditori iscritti come coltivatori diretti alla previdenza Inps. Ma l’entità della manovra rimane un vero e proprio salasso dove i valori del prelievo triplicano. Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri intraprendono un’azione unitaria per tutelare l’agricoltura colpita da tassazioni che minano seriamente la competitività del comparto: la superficie agricola, le strutture connesse all’attività sono strumenti di lavoro e non capitali rifugio per investitori. Un occhio di riguardo dunque, a chi con la terra ci lavora e non vive di rendita fondiaria.

Fonte: Agenparl.it

Un brindisi per le imprese del Veneto

Nuovi contributi in conto capitale alle imprese agricole della regione Veneto che hanno effettuato o progettano investimenti nel settore vitivinicolo. Gli investimenti dovranno riguardare impianti di trattamento, infrastrutture vinicole, commercializzazione del vino, tutte operazioni finalizzate a migliorare il rendimento globale dell’impresa.

In questo modo le PMI Venete che operano nel settore vinicolo potranno meglio adeguarsi alle richieste del mercato ed essere più competitive a livello nazionale e internazionale.

Il contributo potrà essere pari al 40% della spesa ritenuta ammissibile, mentre l’importo massimo ammesso al finanziamento potrà è di 200.000 euro per soggetto beneficiario. L’importo minimo è fissato invece a 25.000 euro.

Inoltre, per tutte le piccole e medie imprese che si occupano della fase di trasformazione e di commercializzazione di uve, mosto di uve, vino da affinare, la Regione Veneto ha stanziato un altro fondo beneficiario.

Le imprese produttrici di uve potranno accedere al bando, qualora le uve provenienti dalla propria azienda rappresentino un quantitativo non prevalente, inferiore cioè al 50%, della produzione oggetto di trasformazione. Il finanziamento potrà raggiungere il 30% della spesa ritenuta ammissibile, mentre l’importo massimo della spesa ammessa a finanziamento è pari a 600.000 di euro per soggetto giuridico beneficiario, quello minimo a 50.000 euro.

In entrambi i casi, la richiesta di finanziamento dovrà essere presentata entro il 7  febbario 2012 all’Agenzia Veneta Pagamenti in Agricoltura.

In arrivo aiuti per le imprese agricole. Sotto i riflettori le imprese del comparto vitivinicolo

Il Ministero dell’Economia ha attivato un fondo di circa 16,5 milioni di euro per consentire alle aziende agricole di ammortizzare il costo dell’Iva calcolata sui contributi statali ed europei. Il fondo del Ministero servirà a coprire le imposte generate dalle misure di sostegno della Rete rurale nazionale e del Feasr (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale).  IN realtà l’ammontare della somma stanziata è di 25,5 milioni, di cui 9 andranno alle imprese del comparto pesca e 16,5 alle imprese agricole. Con questi fondi lo stato interverrà sulla leva fiscale dei soggetti produttivi consentendo di abbattere i costi contributivi dell’investimento.

Inoltre, il Governo ha stanziato anche un milione da utilizzare come cofinanziamento per i progetti di promozione dei prodotti agricoli sul mercato interno e nei Paesi extra Unione Europea. Questi fondi sono gestiti dall’Agea, l’ente che si occupa dei pagamenti in agricoltura, al quale spetta l’onere di tenere i rapporti con le aziende e assegnare i contributi ai progetti.

Questi finanziamenti previsti dal Governo hanno l’obiettivo di potenziare gli ambiti in cui le aziende sono meno competitive e rafforzare le posizioni dominanti. In sede di assegnazione dei fondi sono ovviamente privilegiati quei progetti che prevedono la valorizzazione del Made in Italy come principio di eccellenza nel settore dei prodotti della terra. Uno dei settori a cui verrà prestata maggiore attenzione è sicuramente quello vitivinicolo, dove dal 1995 al 2009 il consumo procapite è sceso da 55 a 43 litri, e dove le imprese perdono sempre più quote di mercato interno.

Laura LESEVRE