L’effetto Expo sulle imprese del territorio

E alla fine Expo fu. Siamo entrati nella settimana che segna l’avvio di Expo 2015 tra ritardi, polemiche, imbarazzo ma anche tanto entusiasmo e orgoglio nazionale e cittadino da ostentare, sia come sia. Perché Expo 2015 non è solo una grande vetrina per l’Italia ma anche un’occasione unica per le imprese delle padrone di casa, Milano e la Lombardia.

Lo testimonia anche il primo “Monitor imprese della provincia di Milano” del 2015 realizzato dalla Camera di commercio di Milano con Ipsos. Secondo i dati del monitor grazie a Expo si tocca il livello più alto di fiducia da inizio crisi tra le imprese milanesi: il peggio della crisi è infatti già passato per il 22% di loro (+ 11% rispetto a ottobre 2014).

Le imprese tornano a investire, una su due in pubblicità e comunicazione, poco di più nel miglioramento del processo produttivo. Aumenta il numero di aziende che hanno assunto nuovo personale negli ultimi 3 mesi, passando dal 9% di ottobre all’11% attuale. In media si tratta di quasi due persone assunte a impresa.

Grazie a Expo, per la prima volta il numero di ottimisti supera la quota di pessimisti riguardo ai prossimi 12 mesi, non solo per la situazione dell’azienda, ma anche per quella di territorio e settore, con un saldo positivo del 2%. Anche per le aziende con meno di 10 dipendenti, più in difficoltà, gli ottimisti superano di ben 9 punti coloro che intravedono un possibile peggioramento.

Se le previsioni sono positive, anche la situazione attuale migliora. A gennaio l’effetto Expo ha fatto crescere del 5% rispetto a ottobre il numero di soddisfatti per la situazione del territorio e per quella del settore in cui opera l’azienda (+4%), mentre è rimasta stabile la soddisfazione per la situazione aziendale (49% di soddisfatti e 51% di insoddisfatti).

L’analisi delle variabili aziendali mostra uno scenario sostanzialmente stabile. Infatti:

  • nell’area finanziaria, se da un lato si riduce il gap tra coloro che hanno visto un aumento del fatturato e chi al contrario ne ha registrato una diminuzione (-36% contro il -46% di ottobre), dall’altro la situazione di ordini e tempi di pagamento dei clienti resta per lo più stabile (più negativa che positiva);
  • relativamente all’area degli investimenti, diminuisce il numero delle aziende che hanno fatto ricorso all’indebitamento e peggiora, seppur molto lievemente, il trend degli investimenti in beni materiali e immateriali: il saldo tra miglioramento e peggioramento passa dal -1 di ottobre al -5 attuale.

Le previsioni a 12 mesi mostrano, al contrario, un sensibile miglioramento delle dinamiche aziendali, grazie anche a Expo:

  • per fatturato e ordini il numero degli ottimisti supera quello di pessimisti rispettivamente di 4 e 2 punti percentuali; l’unica dimensione dell’area finanziaria a mostrare previsioni negative è il tempo di pagamento dei clienti;
  • nell’area degli investimenti è importante rilevare il sensibile miglioramento del livello occupazionale: per la prima volta dopo più di tre anni il saldo tra ottimisti e pessimisti non è negativo, bensì nullo.

Se da un lato si stabilizza il numero delle aziende che hanno investito negli ultimi 6 mesi, dall’altro aumenta la quota di quelle che hanno intenzione di effettuare investimenti nei prossimi 6 mesi, anche grazie a Expo. Più nel dettaglio crescono gli investimenti in beni materiali, in pubblicità e quelli legati al miglioramento del processo produttivo.

Aumenta sensibilmente il numero di aziende che hanno una linea di credito o un mutuo attivi, ma diminuiscono quelle che hanno chiesto un prestito o un finanziamento negli ultimi 3 mesi, a favore di coloro che non hanno chiesto alcun finanziamento perché non ne avevano bisogno.

Il peso dell’export, fondamentale in chiave Expo, sul fatturato totale è dell’8% rispetto al 7% di ottobre.

I principali segnali positivi giungono dal fronte lavoro, a confermare quanto già delineato in precedenza:

  • aumenta il numero di aziende che hanno assunto nuovo personale negli ultimi 3 mesi, passando dal 9% di ottobre all’11% attuale;
  • diminuiscono, seppur di un solo punto percentuale, coloro che hanno visto almeno un dipendente abbandonare la propria azienda.

Ma sono ancora una volta le prospettive per il prossimo futuro quelle che lasciano ben sperare. Infatti rispetto a ottobre si registra una significativa riduzione delle aziende che non hanno intenzione di effettuare nuove assunzioni nel corso dei prossimi 12 mesi, a favore di quelle che prevedono di inserire stabilmente nuovi dipendenti a tempo indeterminato (+3%) o a tempo determinato (+3%), ossia i 2 contratti che più di tutti saranno toccati dal nuovo Jobs Act.

Imprese milanesi, l’effetto Expo è lontano

Secondo quanto emerge da un’indagine della Camera di commercio di Milano su circa seicento imprese milanesi e lombarde a novembre 2014, sono il 16% le imprese milanesi che assumeranno il prossimo anno. A queste si aggiunge un 25%, una su quattro, ancora in fase di incertezza. La prima motivazione di assunzioni sono i nuovi progetti per quasi la metà. Una su tre di queste offrirà contratti a tempo indeterminato. Primi comparti: servizi alle imprese e manifatturiero e per funzioni di marketing e vendite e operai e produzione.

Nelle assunzioni per il 2014, i primi settori per le imprese milanesi sono stati commercio (circa 8mila), servizi operativi (5mila), turismo e ristorazione e servizi avanzati alle imprese (4.300), informatica (2.900), trasporti (2.800), sanità (2.600).

Passando al saldo degli occupati tra il 2013 e il 2014, alle 61.450 “entrate” di lavoratori, sia subordinati sia autonomi, nel 2013 si contrappongono 74.220 “uscite” da cui deriva un saldo negativo pari a 12.770 unità. Nel 2014 lieve miglioramento nelle imprese milanesi con 44mila entrate e 50mila uscite e un saldo negativo di 6mila posti. Si torna negli ultimi anni al periodo più difficile della crisi, per saldo tra entrate e uscite: 2010 e 2009, in entrambi i casi con un saldo negativo tra entrate e uscite intorno ai 13mila posti.

La crisi ha reso insicuro il posto di lavoro a un milanese su tre: la metà teme che si troverà in difficoltà tra poco, un terzo agli inizi della crisi, un quinto proprio ora. Pronti ad andare all’estero uno su due. Prime mete: Europa, ma anche America del Nord e Oceania. La categoria più penalizzata è quella degli over 50, secondo un’impresa su sette. Gli stranieri, invece, hanno preso il posto degli italiani nei mestieri più faticosi e nelle pulizie secondo un’impresa su quattro.

Dal punto di vista delle imprese milanesi, il futuro è di blocco nel lavoro: oltre la metà non assumerà, meno della metà probabilmente assumerà, di cui una su sette con certezza. Anche in questo caso si tratta di contratti per lo più flessibili. Il motivo di questa scarsa mobilità nel lavoro interno all’impresa è la crisi: diventa crisi dell’impresa stessa o comunque gli scarsi affari non consentono aumenti di spese di personale, anche se ci sarebbe bisogno. Infatti, le imprese milanesi hanno meno personale di quanto servirebbe: in cinque anni gli addetti sono diminuiti per una impresa su tre e aumentati per poco meno.

Nuovo progetto per la responsabilità sociale delle imprese

Quanto spendono le imprese milanesi in responsabilità sociale? Quante si dedicano ad attività benefiche? In quali settori? Qual è il trend con la crisi? Se ne parlerà in una presentazione in Camera di Commercio sul tema “15% – Una  società a  responsabilità illimitata”, un nuovo progetto per l’impresa responsabile della Casa della Carità lunedì 23 gennaio alle ore 12 nella Sala Consiglio di Palazzo Turati in via Meravigli 9/b. 

Parteciperanno: Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano, Don Virginio Colmegna, Presidente della Casa della Carità, Salvatore Bragantini, economista ed editorialista, Rita Querzé, Corriere della Sera.

Nuovi incentivi alle imprese tecnologiche milanesi

Per le imprese milanesi attente all’innovazione tecnologica sono in arrivo ben 2,5 milioni di euro. Per tutti coloro che hanno intenzione di investire in servizi e strumenti tecnologici per potenziare la competitività aziendale, la Camera di commercio promuove lo stanziamento della somma attraverso il bando “Digitale  imprese. Nuove tecnologie digitali per le Piccole e Medie Imprese Milanesi”.

Le domande devono pervenire entro il 28 luglio (a partire dal 28 giugno) per via telematica attraveso l’indirizzo http://servizionline.mi.camcom.it. Possono presentare domanda le micro, piccole e medie imprese, di tutti i settori, con sede legale e operativa in Milano e Provincia. La finalitá del bando é “agevolare le micro, piccole e medie imprese milanesi che investono in tecnologie digitali avanzate per migliorare il ciclo elettronico ordine-consegna-fatturazione, l’automazione delle linee di produzione e d’imballaggio oppure acquistano software di modellazione 3D. Ma anche imprese e start up del settore informatica e comunicazione  che intendono realizzare progetti di ricerca, sperimentazioni o investimenti in attrezzature tecnologiche per infrastrutture di rete o nuove applicazioni software, dedicate alla realizzazione delle cosiddette Smart Cities”.

La dotazione é in questo modo suddivisa:

1.250.000,00 per la misura 1, “Sostegno dei progetti per l’acquisto di servizi e tecnologie digitali”, è previsto un contributo a fondo perduto che copre il 50% delle spese fino ad un massimo di 10.000,00 euro per le micro imprese e 25.000,00 euro per le Pmi. E 1.250.000,00 euro per la misura 2), “Supporto alle imprese delle nuove tecnologie digitali per progetti dedicati alla realizzazione delle Smart Cities”, il contributo copre sempre il 50% delle spese fino ad un massimo di 30.000,00 euro.