Sorelle d’Italia, l’Italia s’è impresa

Finalmente una buona notizia nella valle di lacrime della crisi economica. Tra imprese che chiudono, imprenditori che si uccidono, operai che perdono il lavoro l’Italia dell’impresa, se non si scopre un Paese per giovani si scopre un Paese per donne. Secondo il rapporto sull’imprenditoria dell’Ocse, basato su dati del 2009 riferiti a 40 Stati, l’Italia è al secondo posto in Europa per donne imprenditrici.

I dati dicono infatti che nel nostro Paese il 16% delle donne impiegate è imprenditrice o lavoratrice autonoma. Un dato che si posiziona ben al di sopra della media europea, ferma al 10%, e che stacca di brutto quello di Paesi ben più avanti del nostro in termini di politiche del lavoro al femminile come la Francia, il Regno Unito e la saccentella Germania (tra il 6 e l’8%).

Altro dato incoraggiante, il 26,8% delle imprese italiane con proprietario singolo e almeno un dipendente fa capo a una donna. Ma quali sono i settori che più attraggono le energie, gli investimenti e la creatività delle imprenditrici italiane? Trasporti, accoglienza e commercio la fanno da padrone, settori nei quali le aziende rosa sono di più e longeve quasi quanto quelle guidate da maschi: il tasso di sopravvivenza a tre anni dalla nascita delle imprese femminili è risultato del 37,6% contro il 37,8% di quelle dei maschietti. E se durano più o meno per lo stesso tempo, le donne battono gli uomini in termini di natalità – 13,7% contro 10,7% – mentre sul tasso di crescita non c’è proprio partita: 10,7% contro 0,2%.

La nota dolente dell’Ocse, però, arriva quando si parla di quote rosa nei Cda, per le quali l’Italia è ben al di sotto della media dei Paesi avanzati. In Italia, le donne nei consigli d’amministrazione sono il 13,8%, dato che si dimezza al 7% nelle società quotate, contro una media Ocse che è al 10%. Un dato che ci fa sprofondare in classifica al 26esimo posto su 40. Consoliamoci: se la graduatoria è guidata dall’Ungheria (35,5%), la virtuosa Germania è 38esima, con il 5,7%. Aufwiedersehen, frau Merkel!

Unioncamere: cresce il il binomio donna-impresa

A dispetto della crisi, anche nel 2011 il binomio donna-impresa fa un piccolo passo avanti, allargando la platea delle imprese a guida femminile. Alla fine di dicembre dello scorso anno, infatti, l’Osservatorio dell’imprenditoria femminile di Unioncamere segnala che sono quasi 7mila le imprese ‘rosa’ in più rispetto al 2010, con un incremento dello 0,5%. A dare maggior significato a questo dato c’è il fatto che il saldo delle imprese femminili compensa più che completamente la performance poco brillante delle imprese al maschile che, nel 2011, hanno fatto registrare un bilancio in rosso per circa 6mila unità . Grazie al bilancio positivo, lo stock delle imprese femminili esistenti alla fine del 2011 poteva contare su 1.433.863 imprese, pari al 23,5% del totale delle imprese italiane.

“Questi dati – ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello – tratteggiano un universo femminile che sta lottando con tutte le sue forze contro la crisi e che dimostra di saper resistere con orgoglio. Le donne rappresentano un patrimonio di competenze spesso più elevate rispetto a quelle maschili e che va assolutamente promosso e incoraggiato a misurarsi sul mercato attraverso l’impresa. Purtroppo – ha proseguito il Presidente di Unioncamere – sono ancora molti gli ostacoli che limitano le donne nell’esprimere appieno la propria creatività e professionalità nel mondo del lavoro, anche se il loro contributo si fa sentire da sempre nelle tante imprese familiari che caratterizzano il nostro tessuto produttivo. Credo che nelle iniziative che si stanno discutendo per sostenere la crescita, una grande attenzione vada posta a tutti quegli strumenti, innanzitutto di welfare ma anche di tipo finanziario, che possono facilitare l’impegno delle donne nelle attività economiche.  Il sistema camerale ha investito in questa direzione e continuerà a farlo, sia monitorando da vicino il fenomeno, sia sostenendo il lavoro dei Comitati presenti e attivi sul territorio all’interno delle Camere di commercio ”.

Fonte: camcom.gov.it

Toscana, l’imprenditoria è rosa

La Toscana conferma la sua grande attenzione all’imprenditoria femminile, con le opportunità offerte dal progetto “Busy Ness Women – Madre&Figlia“, organizzato da Unioncamere Toscana e Regione Toscana. L’accordo dà il via al progetto firmato il 7 ottobre scorso dall’Assessore Regionale Salvatore Allocca e dal Presidente di Unioncamere Toscana Pierfrancesco Pacini.

Il percorso formativo “Busy Ness Women – Madre&Figlia” dal 2007 si occupa di promuovere in Toscana lo sviluppo dell’imprenditoria femminile attraverso lo strumento del mentoring, ossia la tecnica di accompagnamento tra un soggetto esperto (Mentor) e un esordiente (Mentee), con l’obiettivo di sostenere giovani imprenditrici o aspiranti tali nella loro formazione imprenditoriale.

In una prima fase i due gruppi lavoreranno separatamente, guidati da esperti che si avvarranno di tecniche specifiche nell’ambito del percorso motivazionale, approfondendo l’attività di team building che porterà all’eventuale, futura costituzione di reti imprenditoriali. Per le mentees sono previsti moduli di marketing operativo, pianificazione economico finanziaria, analisi degli aspetti organizzativi ed indicatori di performance e business plan, mentre alle mentors saranno proposti approfondimenti relativi all’analisi del bilancio e dei piani di sviluppo organizzativo e commerciale. Nella fase seguente, mentors e mentees lavoreranno insieme in un percorso di formazione integrata, in cui saranno stimolati i trasferimenti delle esperienze e delle competenze delle partecipanti per creare una rete di relazioni che accresca e potenzi le rispettive attività imprenditoriali.

Creare o accrescere la propria attività grazie al sostegno e alla guida di docenti di alto profilo. Dar vita a nuove reti di relazioni ed ampliare i propri orizzonti professionali, attraverso l’acquisizione di nuovi contatti con gli ambienti del mercato e del lavoro. Queste, ma non solo, le opportunità offerte da “Busy Ness Women – Madre&Figlia“.

Nei prossimi giorni si apriranno le selezioni per patecipare al percorso, in calendario a partire da metà novembre 2011 a Firenze (macroarea n. 1 Arezzo, Firenze, Prato, Pistoia) e Pisa (macroarea n. 2 Livorno, Lucca, Massa Carrara e Pisa) per individuare, per ciascuna sede del corso, 36 nuove partecipanti, di cui al massimo 12 mentor e 24 mentees. Nell’Accordo sottoscritto è anche prevista una terza edizione del percorso formativo, da realizzare nel 2012 a Grosseto per la macroarea Grosseto – Siena.
Per informazioni http://www.tos.camcom.it/, http://www.regione.toscana.it/, http://www.coap.info.it/, http://www.assefi.it/, http://www.metropoliaziendaspeciale.it/.

Confartigianato Sicilia: agevolazioni per le imprese rosa

Agevolare tramite un sostegno creditizio le 3000 imprese femminili del territorio siciliano che rischiano la chiusura. Maria Concetta Cammarata, presidente regionale di Confartigianato Donne Impresa ha incontrato il presidente dell’ABI Sicilia Roberto Bertola, responsabile di territorio del Gruppo Unicredit, per discutere le misure da adottare al fine di offrire un sostegno economico alle quote rose della realtà imprenditoriale siciliana.

Nell’isola infatti, sono circa 3000 le donne imprenditrici che rischiano la chiusura della propria azienda a causa delle anomalie presenti all’interno del sistema bancario, che di frequente disattende gli accordi stipulati a livello nazionale con le Associazioni di categoria.

A denunciarlo è proprio Maria Concetta Cammarata, presidente regionale di Confartigianato Donne Impresa: “accade sempre più spesso che i referenti di zona e le agenzie locali non applichino i protocolli d’intesa siglati, opponendo alle imprese del territorio eccessivi ostacoli, determinandone talvolta anche il fallimento. In più, i Direttori delle filiali non informano le imprese dell’esistenza di misure di agevolazione concepite proprio per favorire l’accesso al credito da parte delle PMI. Come le garanzie prestate dai Consorzi fidi che possono arrivare sino al 50%, consentendo agli imprenditori – altrimenti non capaci di adeguata copertura – di accedere ai finanziamenti, e la possibilità di beneficiare di un abbattimento del 60% degli interessi dovuti sugli affidamenti, fruibile nel caso di Confidi convenzionati con la Regione.”

Al termine dell’incontro, il responsabile per la Sicilia del Gruppo UniCredit, Roberto Bertola ha confermato il proprio impegno nell’aprire un dialogo con la Confartigianato, al fine di trovare degli accordi che favoriscano la crescita delle imprese al femminile, ma soprattutto per esaminare i casi concreti di irregolarità.

Alessia Casiraghi

Nuovi aiuti per le pmi in rosa della Campania

In Campania è stato appena varato un nuovo bando per l’imprenditoria femminile: la Regione ha infatti in preparazione un bando a favore dell’imprenditoria rosa la cui pubblicazione è prevista dopo l’estate.

L’annuncio è stato dato dall’assessore regionale Severino Nappi, «per il rilancio del ruolo delle donne nel mondo del lavoro» e per mettere in campo misure di sostegno all’occupazione femminile da parte della Regione Campania.

Donne: coraggio e voglia di intraprendere. Il 23,4% delle imprese italiane sono rosa

La voglia di fare non manca, le idee nemmeno e se l’occupazione è un problema e la crisi si fa ancora sentire, le donne italiane guardano con sempre più interesse alla via dell’impresa. E fanno da sole. Alla fine di marzo ai registri delle Camere di Commercio si sono contate 14.688 imprese femminili in più rispetto alla stessa data del 2010, un aumento che corrisponde ad una crescita relativa dell’1% su base annua, decisamente meglio della media del totale delle imprese cresciute, nello stesso periodo, dello 0,6%. La regione con il maggiore incremento di imprese rosa è stata la Toscana, regione leader in cui l’aumento di imprese rosa è stato doppio della media (+2%). Spirito imprenditoriale accentuato anche per le donne del Lazio (+1,9%) e della Puglia (+1,7%).

Un po’ più lenta la spinta che si registra nelle due regioni tradizionalmente più rosa d’Italia in termini assoluti: in Lombardia e Campania (dove hanno sede 340mila imprese femminili, un quarto del totale), la crescita si è fermata a +0,9% nel primo caso e a +0,5% nel secondo.

A sostenere la crescita dell’esercito rosa sono le forme d’impresa più strutturate, con le società di capitale che avanzano in media del 4,6% in dodici mesi (con le performance migliori al Sud) e le cooperative (+3,4%). Al disotto della media l’aumento delle imprese individuali (+0,7%) mentre in leggera riduzione le società di persone (-0,5%).

Ma in che settori investono le donne? I settori più attraenti per le neo-imprenditrici – in termini relativi – sembrano essere quelli dei servizi a persone e imprese, con in primo piano l’Istruzione (+5,9%), la Sanità e assistenza sociale (+4,9%), le Attività artistiche sportive e di intrattenimento (+3,3%) e Attività professionali scientifiche e tecniche (+3%). In valore assoluto, la crescita maggiore si è registrata nelle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (2.988 le imprese in più in dodici mesi) e nelle  Altre attività dei servizi (+2.403 unità). Unici settori  a registrare un decremento di imprese rosa sono stati l’ ‘Agricoltura, silvicoltura e pesca’  (-5.225 unità) e le ‘Attività manifatturiere’ (-591).

Alla fine di marzo, le imprese femminili fotografate dall’Osservatorio sull’Imprenditoria femminile di Unioncamere risultano pertanto essere il 23,4% del totale delle imprese esistenti.

fonte: Unioncamere