Finanziamenti in arrivo per le imprese siciliane

Sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale le quattro azioni del Po-Fesr per un totale i 170 milioni di euro di totale competenza dell’assessorato siciliano delle Attività Produttive, come confermato dall’assessore Mariella Lo Bello.

Con queste iniziative, le imprese siciliane potranno investire in innovazione e ricevere il giusto supporto nello sviluppo di nuove idee. Ciò, come conseguenza, porterà a nuove opportunità di occupazione e ovviamente nuove prospettive di crescita.
Con questo importante finanziamento, la Sicilia adesso ha gli strumenti per poter essere competitiva, e poter dire la sua anche a livello nazionale.

Vediamo con precisione di cosa si tratta:

  • Con l’Azione 1.1.5: “Sostegno all’avanzamento tecnologico delle imprese attraverso il finanziamento di linee pilota e azioni di validazione precoce dei prodotti e di dimostrazione su larga scala” la Regione “si pone l’obiettivo di finanziare progetti realizzati in partenariato tra imprese ed enti e strutture di ricerca, per lo sviluppo di prototipi e dimostratori, con applicazione a livello industriale delle tecnologie abilitanti chiave”.
  • Con l’Azione 3.5.1_01: “Aiuti alle imprese in fase di avviamento-bando a sportello in esenzione”, la Regione “intende sostenere i nuovi soggetti e le nuove idee favorendo la creazione di imprese e, quindi, un’occupazione stabile, che possano portare linfa e nuove prospettive al tessuto produttivo siciliano, incoraggiando così il talento imprenditoriale e l’interesse verso chi intraprende percorsi virtuosi e innovativi”.

Marianna Lo Bello ha inoltre aggiunto: “Ci attendiamo una grande partecipazione, così come rilevante è stato fin qui l’interesse mostrato dalle imprese siciliane, che possiedono eccellenza creatività e professionalità e che adesso potranno avere i necessari supporti per il decollo dell’economia e una crescita vera della nostra isola”.

Vera MORETTI

UniCredit, 400 milioni per le imprese siciliane

UniCredit ha chiesto ottenuto, all’asta TLTRO della Bce dello scorso 18 settembre, l’assegnazione di 7,750 miliardi di euro per il nostro Paese. Alla Sicilia saranno destinati 400 milioni di euro, con i quali UniCredit intende potenziare ulteriormente l’attività creditizia che l’ha portata, nei primi nove mesi del 2014, all’erogazione di circa 169 milioni di nuovi finanziamenti alle imprese dell’isola.

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“I fondi ottenuti dalla Bce nell’ambito del Tltro – ha dichiarato Giovanni Chelo, regional manager Sicilia di UniCredit – saranno integralmente destinati al credito. In questa prima asta abbiamo richiesto l’importo massimo consentito per le nostre attività in Italia e la priorità andrà alle imprese che intendono fare investimenti pluriennali per sostenere lo sviluppo e ricominciare a crescere. I nostri indicatori oggi ci mostrano come la domanda di credito per investimenti sia purtroppo ancora debole: circa la meta’ delle imprese lavora su basi attive e stiamo assistendo a una progressiva crescita dei depositi, sintomo di un clima ancora attendista nel mercato. Per questo dobbiamo sforzarci di stimolare nuova domanda di credito, che è condizione necessaria per innescare un nuovo percorso di crescita nel Paese”.

 

Stretta creditizia, il dramma delle imprese siciliane

Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio del credito di Confcommercio, nel secondo trimestre del 2014 resta critica la capacità finanziaria delle imprese siciliane del terziario, ovvero la capacità nel riuscire a far fronte ai propri impegni finanziari, a pagare i propri fornitori, le tratte in banca, a far fronte agli oneri contributivi e fiscali e così via dicendo.

A incidere fortemente su questo sono soprattutto le maggiori difficoltà del Mezzogiorno dove la quota di imprese che non riescono a fronteggiare autonomamente il proprio fabbisogno finanziario è particolarmente elevata, come nel caso della Calabria (54,8%) e della Sardegna (54%) che registrano tassi più che doppi rispetto alle imprese del Friuli Venezia Giulia (26,7%). In Sicilia, infatti, solo il 2,3% degli imprenditori ha ricevuto il prestito richiesto per mantenere in vita la propria attività.

“La forbice Nord-Sud – sottolineano da Confcommercio – si conferma anche nella quota di imprese che si rivolgono alle banche per avere un finanziamento: rispetto ad una media nazionale del 15,9%, in Lombardia sono il 23%, in Friuli Venezia Giulia il 22,6%, in Piemonte il 18%. Nelle regioni meridionali le percentuali sono tutte inferiori al 10%”.

JM

Sicilia: +60% per le imprese familiari

La piccola e media imprenditoria premia la Sicilia. E’ l’azienda a conduzione familiare a registrare i tassi di crescita maggiori nell’ultimo decennio nell’isola, e anche su scala nazionale.

Nel decennio 2000-2010 le aziende siciliane a conduzione familiare hanno registrato un aumento del fatturato pari al 146%,  60 punti in più rispetto alla media nazionale, secondo  quanto rivela un’indagine condotta dall‘Osservatorio AUB, promosso da AIdAF (Associazione Italiana Aziende Familiari) e dal gruppo UniCredit.

La ricerca è stata avviata dalla Cattedra AidAF – Alberto Falck di Strategia delle aziende familiari, dell’Università Bocconi con il supporto della Camera di Commercio di Milano nel 2009. Il focus dell’indagine si è concentrato su strutture, dinamiche e performance di tutte le aziende familiari italiane con ricavi superiori a 50 milioni.

A Valledolmo, in provincia di Palermo sono stati resi noti i risultati riguardanti le aziende made in Sicily. Il dato emerso è sorprendente: nel decennio 2000-2010 le aziende siciliane a conduzione familiare hanno registrato un aumento del fatturato pari al 146%, mostrando un trend di crescita superiore di oltre 60 punti rispetto alla media dell’Osservatorio AUB.

Ma come si spiegano questi numeri in un momento così difficile e precario per l’economia italiana? La crescita esponenziale è riconducibile, secondo AUB, almeno in parte all’incremento in termini di fatturato del settore del commercio e trasporti, a cui appartengono la maggior parte delle aziende familiari siciliane.

AUB ha poi evidenziato alcune caratteristiche strutturali dei settori impiegati nella piccola e media impresa in Sicilia: prima fra tutte, la minore incidenza del peso degli investimenti nel commercio, ovvero dinamiche competitive meno marcate nei trasporti. La quasi totale assenza di operazioni di M&A avvenute nel corso dell’ultimo decennio sembra confermare come il trend di crescita sia dunque imputabile ad un aumento della domanda interna del settore, e non ad una crescita per linee esterne.

”L’Osservatorio AUB rappresenta una fotografia accurata, basata su un’analisi rigorosa del mondo dell’impresa familiare italiana – ha sottolineato Dario Prunotto, responsabile del Private Banking di UniCredit in Italia. – La conoscenza approfondita del tessuto imprenditoriale e, nello specifico, delle aziende familiari ci ha condotti a un progressivo affinamento del modello di servizio specificatamente destinato a questo segmento di clientela”.

A.C.

Le imprese siciliane in crisi si appellano ad un manifesto

Per far fronte alla crisi, le associazioni siciliane di categoria dell’artigianato, commercio, agricoltura e cooperazione hanno presentato a Palermo un manifesto con le proposte programmatiche necessarie per superare questo periodo di difficoltà. L’appello al governo è molto semplice: far approvare una legge che contenga otto misure indispensabili per salvare le imprese siciliane.

L’iniziativa è stata promossa da Rete Imprese Italia Sicilia (Confcommercio-CNA-Confesercenti-Confartigianato-Casartigiani), AGCI Sicilia, CIA Sicilia, CLAAI Sicilia, Confagricoltura Sicilia, Confcooperative Sicilia, Legacoop Sicilia.

Giuseppe Cascone, coordinatore di Rete Imprese Italia Sicilia, ha così commentato: “Abbiamo una grande responsabilità, noi stiamo facendo la nostra parte: avanziamo proposte concrete, ma il governo e tutto il mondo politico devono ascoltarci, per il bene della nostra isola“.

Col “manifesto” vengono chiesti un piano straordinario per il lavoro; assicurare il credito alle imprese e i pagamenti della pubblica amministrazione; abbattere le tasse; ridurre le procedure burocratiche attivando la semplificazione; garantire i servizi sociali e le politiche di welfare; contrastare le attività abusive; sostenere tutti i settori strategici dell’economia, in particolare agricoltura, commercio, artigianato e turismo; ridurre drasticamente i costi della politica e della Regione.

Sono 100mila i manifesti che saranno distribuiti e affissi nelle attività commerciali, negozi e botteghe artigiane della Sicilia.

Vera Moretti