Imu salata per imprese e capannoni

In attesa delle elezioni, e delle conseguenti decisioni sull’Imu da parte del nuovo Governo, la tassa sugli immobili aumenta, in particolare per le imprese, a causa dell’abolizione degli sconti applicati dai singoli Comuni.

Questo perché la Legge di Stabilità 2013 prevede che il gettito Imu da immobili ad uso produttivo del gruppo catastale D vada interamente allo Stato, con aliquota allo 0,76%.
I Comuni possono alzarla di tre punti, portandola fino all’1,06%, ma non abbassarla, come invece era concesso nell‘anno appena trascorso.

Ciò significa che per gli immobili di impresa come magazzini e opifici (D), l’IMU 2013 sarà più alta in quei Comuni in cui erano state previste agevolazioni, mentre rimane teoricamente invariata la tassa su negozi (C1), laboratori (C3), uffici e studi professionali (A10).

I dubbi sull’applicabilità riguardano l’interpretazione che si può dare alla definizione di “immobili ad uso produttivo del gruppo catastale D“, che nel suo complesso contempla anche alberghi, cinema e teatri, banche, scuole private, mentre un’interpretazione più restrittiva fa pensare solo a opifici e magazzini.

Non è chiarissimo cosa succede alla tassa sugli immobili produttivi connessi ad attività agricole (D10), sui quali prima c’era l’aliquota ridotta allo 0,2% e che i Comumi potevano portare allo 0,1%: anche qui, un’interpretazione estensiva della norma farebbe salire l’aliquota 2013 allo 0,76%.
Ora i contribuenti non saranno più obbligati ai complessi calcoli fatti nel 2012 per dividere l’imposta fra comune ed Erario ma le imprese pagheranno di più.

Vera MORETTI

Imu, una proposta per agevolare gli imprenditori

Brutte notizie per le imprese: le stime sull’aggravio dei costi relativi all’Imu peggiorano. Secondo l’ultima simulazione di spesa effettuata dal CNA di Roma, infatti, gli imprenditori non solo saranno costretti a pagare nel 2012, con l’imposta municipale unica introdotta dalla manovra finanziaria, una tassa tre volte superiore a quella ICI 2011, ma anche con forti disparità di trattamento.

Aziende e imprenditori che svolgono la propria attività in un immobile di proprietà pagheranno un’Imu con rincari fino al 240% per botteghe, autorimesse e laboratori. In più, chi ha un immobile di proprietà è penalizzato rispetto a chi è in locazione. Inutile dire che, in questo modo, l’Imu rischia di incrementare il numero dei fallimenti aziendali.

A fronte di questa situazione, la CNA di Roma ha chiesto al Governo di differenziare il regime tariffario Imu. “Chiediamo – dichiara Erino Colombi, presidente della CNA di Roma, che sia prevista, per gli immobili di proprietà degli imprenditori che vi esercitano l’attività, la stessa aliquota della prima casa, ovvero il 5 per mille (a Roma è questa l’aliquota fissata dal Comune) e non come è adesso il 10,6 per mille”.

d.S.