Bonus 10mila euro per partecipare alle fiere: ci sarà un click day

È in arrivo il bonus per la partecipazione delle piccole e medie imprese a fiere internazionali svolte in Italia. I fondi per la misura ammontano a 34 milioni di euro e verranno assegnanti, presumibilmente, in un click day di presentazione delle domande. Il bonus si concretizza nell’assegnazione di un credito di imposta sulle spese ammissibili. Il voucher sarà valido fino al 30 novembre 2022 e potrà essere erogato entro il 31 dicembre prossimo. Ciascuna impresa potrà richiedere il bonus una sola volta.

Bonus 10mila euro alle Pmi per la partecipazione alle fiere in Italia

Il bonus ha un importo massimo di 10 mila euro ed è assegnato per partecipare  alle fiere internazionali organizzate in Italia. A prevedere il nuovo credito di imposta è l’articolo 25 bis del decreto legge numero 50 del 17 maggio 2022 (Dl “Aiuti”), atteso alla conversione in legge. Il provvedimento stanzia fondi per le imprese fino a 34 milioni di euro. Il bonus è oggetto di uno specifico emendamento al decreto Aiuti, presentato dalla maggioranza e già approvato in Commissione alla Camera. Il credito di imposta andrà a favore in primis delle piccole e medie imprese (Pmi). La misura rientra negli incentivi volti a favorire l’internazionalizzazione delle Pmi.

Credito di imposta fiere, in arrivo il sostegno alle Pmi italiane per l’export

Il bonus di 10 mila euro per ciascuna Pmi rappresenta un credito di imposta diverso rispetto a quello previsto finora dal Fondo 394 per l’internazionalizzazione delle imprese. Quest’ultimo, infatti, eroga risorse alle imprese per partecipare alle fiere e ai congressi internazionali, svolti anche in Italia. L’incentivo del provvedimento “Aiuti” sostiene unicamente la partecipazione alle fiere e alle mostre internazionali che si terranno nel territorio italiano. Il credito di imposta si concretizza, dunque, come un sostegno al settore delle fiere italiane dopo i mesi di chiusura e di penalizzazioni per l’emergenza Covid. L’incentivo permette tuttavia anche di favorire l’internazionalizzazione delle Pmi italiane che, da sole, generano il 50% circa dell’export, secondo quanto calcolato dall’Associazione delle Fiere Italiane (Aefi).

Cosa finanzia il credito di imposta per le fiere delle piccole e medie imprese fino al 30 novembre 2022?

La novità del decreto “Aiuti” sul bonus per la partecipazione alle fiere internazionali, prevede un incentivo a ciascuna piccola e media impresa per un importo corrispondente a 10 mila euro. Il credito di imposta mira a sostenere proprio i costi sostenuti dalle imprese a tale obiettivo. E pertanto, tra i costi ammissibili, rientreranno quelli direttamente imputabili alla presenza in fiera. Il limite percentuale di sostegno alle imprese è fissato nel 50% delle spese sostenute. Il credito di imposta avrà validità fino al 30 novembre 2022 a rimborso delle spese sostenute. Si attendono, pertanto, maggiori dettagli dell’incentivo con la conversione in legge del provvedimento, prevista entro il 16 luglio prossimo. prossimo.

Partecipazione alle fiere, alle imprese crediti di imposta in regime de minimis e presentazione domanda

Gli aiuti per la partecipazione delle imprese alle fiere internazionali svolte in Italia rientrano nel regime de minimis. Ciò significa che le imprese possono accedere agli incentivi nei limiti del plafond degli aiuti pari a 200 mila euro su base triennale. Per la presentazione della domanda ciascuna impresa dovrà possedere:

  • un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec). È a questo indirizzo che il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) rilascia il bonus;
  • le coordinate di un conto corrente bancario intestato all’impresa;
  • ulteriori requisiti come la sede operativa in Italia; l’iscrizione nel Registro delle imprese; l’autorizzazione a partecipare a fiere internazionali del settore; l’aver sostenuto o sostenere spese per le fiere internazionali; non aver già ottenuto contributi per la stessa finalità.

Contributi a fondo perduto Simest Fondo 394, presentazione delle domande dal 12 luglio 2022

A proposito dei contributi a fondo perduto elargiti da Simest, si possono presentare da ieri, 12 luglio 2022, le domande per gli incentivi e i finanziamenti agevolati rientranti nel Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per le esportazioni. I contributi a fondo perduto rientrano nelle missioni di investimento del Programma Next Generation EU, con attuazione nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). La gestione dei bonus è affidata a Simest secondo i requisiti e nelle modalità delineate dal decreto pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio 2022. Si possono incentivare le spese digitali per una quota del 50% e oltre dei contributi richiedibili; più i costi sostenuti per la promozione della sostenibilità e della competitività sui mercati internazionali per il restante 50%.

Contributi a fondo perduto export e digitale Simest 394, domande dal 12 luglio

Sono stati riaperti i termini per la presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati Simest del Fondo 394 per la digitalizzazione delle imprese, la transizione ecologica e per l’export. A deciderlo è stato il Comitato agevolazioni di Simest che ha deliberato la possibilità di ottenere gli incentivi della transizione digitale ed ecologica delle piccole e medie imprese. Le agevolazioni rientrano nei contributi erogati dal Fondo 295 del 1973 e dal Fondo 394 del 1981.

Contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati Simest per investimenti nel digitale ed export, i riferimenti normativi

I finanziamenti agevolati sono previsti dal finanziamento delle risorse a valere sul Programma Next Generation EU, Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), alla misura 1, componente 2, investimento 5 della linea progettuale “Rifinanziamento e ridefinizione del fondo 394 del 1981”. La gestione dei finanziamenti è affidata a Simest e la pubblicazione del relativo decreto è avvenuto nella Gazzetta Ufficiale numero 126 del 31 maggio scorso.

Quali sono le condizioni di ammissibilità degli interventi Simest?

Ammessi ai finanziamenti agevolati e ai contributi a fondo perduto del Fondo 394 di Simest sono:

  • gli investimenti in spese digitali per una quota non inferiore al 50%;
  • le spese per promuovere la sostenibilità e la competitività sui mercati internazionali per il rimanente 50%.

Quali sono le imprese che possono richiedere le agevolazioni del Fondo 394 per l’export e la digitalizzazione?

Le imprese, per poter richiedere i finanziamenti e i contributi a fondo perduto per l’export e la digitalizzazione devono avere i seguenti requisiti:

  • deve trattarsi di una piccola e media impresa che abbia sede legale sul territorio italiano;
  • al momento della presentazione dell’istanza, l’impresa deve avere la forma di società di capitali da non meno di 2 anni;
  • deve aver depositato almeno 2 bilanci inerenti a 2 esercizi completi presso il Registro delle imprese;
  • il fatturato estero deve consistere in almeno il 20% del fatturato totale dell’azienda degli ultimi due esercizi;
  • non deve rientrare nei settori esclusi alle agevolazioni, reperibili nella circolare numero 1 del Pnrr 394 del 2021 “Transizione digitale ed ecologica delle Pmi a vocazione internazionale”.

Contributi a fondo perduto Simest, quanto si può richiedere di agevolazione?

Le imprese interessate possono richiedere finanziamenti e contributi per l’importo che sia minore tra:

  • i 300 mila euro;
  • il 25% dei ricavi medi degli ultimi bilanci approvati e depositati presso il Registro delle imprese.

Le imprese possono dunque chiedere una quota di finanziamenti degli investimenti nel digitale e nell’export che può essere pari al:

  • 40% per le imprese che, alla data di presentazione della domanda, abbiano la sede operativa attiva in sei regioni. Ovvero, in Sicilia, Sardegna, Puglia, Molise, Campania, Calabria, Basilicata e Abruzzo;
  • fino al 25% dell’importo degli investimenti per le imprese che abbiano sede operativa nelle restanti regioni.

Cosa avviene se l’impresa ha già presentato una domanda al Fondo Simest per la transizione ecologica e digitale?

Nel caso in cui l’impresa abbia già presentato una domanda al Fondo 394 di Simest per la transizione ecologica e digitale si può inoltrare una nuova istanza che va ad aggiungersi a quella precedente. In tal caso, l’importo del finanziamento si somma fino alla concorrenza del totale massimo ammissibile pari a un milione di euro. Una quota dell’agevolazione può essere riconosciuta a titolo di cofinanziamento. In ogni caso, fermo restando l’importo limite dell’agevolazione, l’impresa non può esporsi per oltre il 50% dei ricavi medi ottenuti nei precedenti 2 bilanci.

Domande di finanziamento Simest per transizione ecologica e digitale: da quando si può presentare?

Le domande di finanziamento al fondo Simest per la transizione ecologica e digitale e per l’export possono essere presentate a partire dal 12 luglio 2022. L’apertura della piattaforma è prevista per le ore 9:00. La chiusura delle domanda è fissata alle ore 18:00 del 31 ottobre 2022.

Bonus esportazioni, contributi a fondo perduto per le micro imprese

Si potranno presentare a partire dal 16 maggio 2022 le domande per il bonus esportazioni per le micro imprese. Le risorse messe a disposizione sono pari a 30 milioni di euro e andranno a finanziare le iniziative di internazionalizzazione delle imprese fino a dieci dipendenti e fatturato annuo non eccedente i due milioni di euro. La misura è disciplinata dalle disposizioni del direttore generale dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (Ice) numero 21 del 25 novembre scorso.

Contributi a fondo perduto per internazionalizzazione delle micro imprese: ammontare degli incentivi

Il provvedimento attuativo che ha dato il via ai contributi a fondo perduto per le micro imprese è quello del 12 aprile 2022. Gli incentivi verranno erogati sulla base delle soluzioni digitali che favoriranno il commercio con l’estero. Sono ammessi a presentare domanda anche le reti di impresa e i consorzi che potranno beneficiare di contributi a fondo perduto fino a 22.500 euro. I contributi sono erogati in un’unica soluzione. Alle micro imprese, prese singolarmente, l’ammontare massimo del contributo è pari a 4 mila euro.

Quali micro imprese possono presentare domande per il bonus export?

Ammesse alla presentazione delle domande del bonus export sono le micro imprese che abbiano codice Ateco “C”; inoltre, le imprese possono inoltrare domanda anche se rientranti in reti e consorzi. In tal caso, la rete o il consorzio deve essere formata a un minimo di 5 micro imprese. Il vincolo persiste sia alla data di presentazione della domanda che alla momento dell’erogazione degli incentivi. Il numero massimo di dipendenti è fissato a 10, con fatturato annuo non oltre i due milioni di euro. Inoltre, la fatturazione dei prodotti commerciali deve essere stata avviata almeno un anno prima della presentazione dell’istanza. Inoltre, le imprese richiedenti devono avere sede legale od operativa in Italia, oltre allo stabilimento produttivo nel territorio nazionale.

Requisiti necessari per presentare domanda del bonus export: ecco quali sono

Tra i requisiti richiesti per presentare domanda del bonus esportazioni rientrano:

  • l’iscrizione attiva al Registro delle imprese;
  • le posizioni contributive Inps e Inail  in regola;
  • non aver usufruito di aiuti in regime “de minimis” eccedente il massimale fissato.

Quali spese finanzia il bonus export delle micro imprese?

I contributi a fondo perduto per le micro imprese dell’avviso Ice sono destinati a coprire le seguenti spese:

  • investimenti in soluzioni digitali per le esportazioni. Le soluzioni devono essere acquistate presso un elenco di imprese abilitate dall’Ice;
  • realizzazione di sistemi di commercio elettronico per automatizzare le operazioni di trasferimento e di gestione dei beni e servizi;
  • servizi di comunicazione e di Content Management System (Cms);
  • costi per le consulenza di sviluppo di processi di organizzazione aziendale e di gestione del personale.

L’importo minimo delle spese, per ottenere il cofinanziamento, è pari a:

  • 5 mila euro per le micro imprese che presentano domanda in forma individuale;
  • 25 mila euro per le reti di imprese e i consorzi.

Come presentare domanda per i contributi a fondo perduto delle micro imprese?

Per la presentazione delle domande dei contributi a fondo perduto per l’internazionalizzazione e l’export delle micro imprese c’è tempo dalle ore 10:00 del 16 maggio prossimo fino alle ore 17:00 del 15 luglio 2022. A partire dal 10 maggio, alle ore 10:00, le micro imprese avranno la possibilità di precaricare le domande in vista dell’invio che può avvenire solo dal 16 maggio. Le domande devono essere precompilate e poi inviate tramite la piattaforma messa a disposizione da Invitalia.

Come rendicontare le spese ammissibili ai contributi del bonus export e richiedere l’incentivo?

I giustificativi di spesa per l’ottenimento dei contributi a fondo perduto del bonus export devono essere presentati soltanto in formato elettronico. L’emissione dei titoli deve avvenire in data susseguente a quella dell’invio della domanda degli incentivi. La richiesta di erogazione degli aiuti, sulla base della domanda già inviata a maggio, può avvenire in via telematica dal 30 novembre 2022 al 30 settembre 2023.

Contributi Pmi Fondo 394, in arrivo rimodulazione per il caro materie prime

È in arrivo la rimodulazione del Fondo 394 relativo ai contributi a fondo perduto e ai finanziamenti gestiti da Simest. Il cambio di destinazione delle risorse avverrà nell’ottica di contrastare il rincaro dei prezzi delle materie prime. La revisione è attualmente allo studio del ministero degli Esteri. Sul tavolo della Farnesina vi sarebbero quindi gli aiuti all’internazionalizzazione delle piccole e delle medie imprese (Pmi). Gli aiuti andrebbero a sostenere i costi extra delle imprese e le strozzature negli approvvigionamenti.

Contributi a fonde perduto Simest, i nuovi aiuti alle imprese per l’emergenza guerra in Ucraina

La modifica rispetto agli obiettivi del Fondo 394 per i contributi alle imprese dovrebbe arrivare in un nuovo emendamento del decreto legge, l'”Ucraina 2” arrivato sul tavolo della conversione in legge. Attualmente il provvedimento è atteso in Senato. L’obiettivo più specifico del nuovo decreto è quello di mettere a disposizione delle piccole e medie imprese contributi a fondo perduto per il riposizionamento nei mercati esteri alternativi a quelli nei quali operano. Si tratterebbe dunque di una misura che mira a sottrarre le imprese dai mercati in difficoltà per la situazione del conflitto in Ucraina. Oppure, in alternativa, di sostenere temporaneamente le imprese per il rischio di difficoltà di approvvigionamenti di determinate materie prime.

Come interverrà il Fondo 394 per aiutare le imprese sui prezzi delle materie prime?

Come interverrà il fondo 394 a sostegno delle imprese per i rincari dei prezzi delle materie prime? Si ipotizza che un’impresa italiana con fornitore di materie prime in uno dei Paesi coinvolti nella guerra, trovandosi a dover sostenere un costo extra per il rifornimento, possa decidere di rivolgersi a un mercato alternativo e più competitivo. Il Fondo 394 dovrebbe intervenire in questo caso, coprendo il maggior costo che l’impresa potrebbe trovarsi a sostenere a causa della guerra. La misura, pertanto, andrà a vantaggio delle imprese che intendano riposizionarsi sui mercati alternativi o a sostenere le Pmi dal rischio di una carenza delle materie prime.

Contributi alle Pmi per sostenere i maggiori costi delle materie prime, quando arriverà la misura?

Già nel decreto legge “Ucraina”, approvato in via definitiva, è diventato operativo il Fondo 394 per le Pmi nella misura in cui provvedano a esportazioni verso i Paesi coinvolti nella guerra oppure che abbiano filiali nelle zone di guerra. Inoltre, nella legge di Bilancio 2022 erano stati stanziati 1,5 miliardi di euro per il 2022 e per gli anni fino al 2026 per garantire il supporto alle piccole e medie imprese nei processi di internazionalizzazione. L’ok definitivo alla rimodulazione delle risorse del Fondo 394 dovrà ottenere il via libera di Bruxelles. Ottenuto il quale, verranno fissate le condizioni operative per il sostegno delle imprese. Sui tempi, il ministero degli Esteri conta di rendere operativo il nuovo strumento all’inizio di giugno prossimo.

Internazionalizzazione delle imprese: cos’è e come funziona

Il processo di globalizzazione è continuo e se le azione vogliono crescere hanno bisogno di perseguire lo scopo dell’internalizzazione. Il cosiddetto Made in Italy va esportato non solo dalle grandi imprese ma anche dalle aziende di dimensioni minori, d’altronde, il tessuto imprenditoriale del nostro Paese è composta per la stragrande maggioranza da piccole e medie imprese.

Cos’è l’internalizzazione?

Come si può evincere dal termine, l’internalizzazione è un processo per cui un’impresa crea rapporti con i mercati esteri, che si tratti di semplice vendita o delocalizzazione della produzione, cambia poco. Infatti, vediamo quali sono i casi in cui un’impresa si internazionalizza:

  • si accorda con imprese estere;
  • produce, esporta o vende i propri prodotti all’estero;
  • importa capitale provenienti dall’estero;
  • delocalizza anche in parte delle unità di produzione al di fuori dai confini del territorio nazionale.

Perché un’impresa internazionalizza?

L’impresa che decide di aprirsi ai mercati internazionali è spinta prevalentemente da motivi economici, di cui due spiccano su tutti gli altri:

  • Aumento delle entrate: entrare in un mercato estero per piazzare i propri prodotti vuol dire maggiori ricavi per l’impresa che la effettua. Si allarga il bacino d’utenza dei potenziali clienti, aumentano potenzialmente le vendite. Oltreché che per ambizione e notorietà, per alcune imprese, internazionalizzare può essere dovuta alla saturazione del mercato interno, quindi una necessità.
  • Abbattere i costi: il termine delocalizzazione è sempre più utilizzato, soprattutto per le imprese dell’Italia settentrionale. Con questa azione si sposta parte, o l’intera produzione in uno Stato estero dove il costo del lavoro è molto più basso. Ciò significa diventare più concorrenziali, in quanto con una sede fiscale oltre confine si ha la possibilità di pagare tasse nettamente minori senza nulla togliere alla produzione o comunque in modo talmente minimo da apparire qualcosa di trascurabile.

Operare in un mondo globale, significa poter produrre in un Paese, ma pagando le tasse in un altro, ed effettuare la vendita dei propri prodotti in un altro Stato ancora. In questo modo, la globalizzazione permette ad un imprenditore di organizzare l’assetto della propria azienda come ritiene più opportuno in modo da ottimizzare i guadagni.

Come fare ad internazionalizzare la propria azienda?

No0nostante quanto sopra indicati, internazionalizzare un’azienda non è un’operazione possibile per tutti gli imprenditori. Ad esempio, ci sono dei costi da affrontare e un’impresa che non dispone di una stabilità economico-finanziaria non riesce a farlo. Al contrario, e con dei prodotti di alta qualità e che si adeguano ai mercati internazionali è consigliato allargare i propri orizzonti.

L’impresa che vuole internazionalizzare deve avere un rete di conoscenze e informazioni con la nazione in cui ci si vuole allargare. Si devono prendere o creare contatti con il Paese estero e magari avere dei partner commerciali. Inoltre è fondamentale conoscere la condizione sociale e la situazione economica dell’altro Stato, ovvero studiarne per prendere in considerazione la situazione demografica e ambientale, così come la distribuzione del reddito.

L’azienda che vuole aprirsi ai mercati esteri può fare riferimento all’Agenzia ICE che opera insieme alla Farnesina e il MEF. Se si tratta di una piccola o media impresa deve essere aperta alla creazione di consorzi o reti d’impresa, dal punto di vista organizzativo ma anche fiscale. Inoltre, può far leva sui finanziamente agevolati messi a disposizione dall’Italia e dall’Unione Europea.

Come può avvenire l’internalizzazione?

L’internalizzazione di un’impresa può avvenire attraverso diverse modalità:

  • semplice esportazione, vendita diretta dei propri prodotti sul mercato estero;
  • retailing, vendita dei propri prodotti tramite rivenditori locali;
  • self sale, aprire una propria base di vendita nel paese di approdo;
  • base development, creazione di una società di diritto estero, autonoma ma legata alla principale che si trova nel paese di provenienza;
  • direct offshore investment, il grado più alto d’internazionalizzazione, che si verifica quando l’azienda non si limita a vendere all’estero, ma decide di delocalizzare la propria produzione.

UBI Banca e Ice per le imprese che si proiettano all’estero

Buone notizie per le imprese italiane che intendono proiettarsi all’estero con programmi di internazionalizzazione. Il Gruppo UBI Banca e l’ICE, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, hanno siglato un accordo biennale di collaborazione per orientare le imprese clienti del Gruppo interessate a operare sui mercati internazionali e sostenerne le attività attraverso una serie di servizi specifici di assistenza, consulenza e sviluppo di azioni promozionali.

Attraverso l’accordo, il network internazionale di UBI Banca si integra con gli 80 Uffici in 64 Paesi messi a disposizione dall’Agenzia ICE. In particolare, l’Agenzia fornirà pacchetti di servizi a tariffe agevolate per le aziende clienti del gruppo bancario, condividendo informazioni sul Paese, sulle opportunità commerciali, sulle gare internazionali e su investimenti da e per l’Italia.

Il nostro modello di business internazionale è fortemente incentrato sul sostegno alle aziende che si muovono a diverso titolo sui mercati esteri. La presenza del nostro Gruppo all’estero è quindi studiata in funzione delle esigenze delle imprese italiane nelle diverse aree del mondo”, ha affermato Rossella Leidi, Chief Business Officer di UBI Banca. “L’accordo con l’Agenzia ICE rafforza la nostra proposta e ci consentirà di essere ancora più efficaci nella fase di supporto operativo ai nostri clienti”.

Siamo certi – le ha fatto eco il Direttore Generale dell’Agenzia ICE, Roberto Luongoche la collaborazione con UBI Banca e le Banche del Gruppo UBI offrirà interessanti opportunità di sviluppo per le nostre aziende e non possiamo che essere soddisfatti di un accordo che ci consente di mettere a disposizione le nostre migliori risorse in tema di promozione del prodotto italiano nel mondo”.

Internazionalizzazione, ecco i fondi

Ormai lo sanno anche i sassi: le imprese che resistono di più e meglio ai morsi della crisi sono quelle che si internazionalizzano ed esportano. Ecco perché le diverse camere di commercio puntano a favorire questo processo di uscita dal guscio italico con iniziative e incentivi a favore dell’export.

Per esempio, la Camera di commercio di Milano ha messo a disposizione delle imprese 1 milione di euro attraverso il “bando per l’ internazionalizzazione delle MPMI milanesi”, il cui obiettivo è favorire e sostenere, attraverso programmi personalizzati, i processi di internazionalizzazione delle micro e piccole e medie imprese milanesi, grazie ad una serie di azioni che individuano strategie per i mercati esteri.

Il sostegno prevede un contributo fisso a fondo perduto da utilizzare per un pacchetto di servizi erogati da Promos – Azienda speciale per l’ internazionalizzazione della Camera di commercio di Milano – a fronte di una spesa minima a carico dell’impresa beneficiaria.

Il bando prevede due misure: Misura 1: 700mila euro (richieste dalle ore 10 del 21 aprile 2015 alle ore 12 del 28 gennaio 2016, salvo esaurimento risorse); Misura 2: 300mila euro (richieste dalle ore 10 del 16 aprile 2015 alle ore 12 del 28 gennaio 2016, salvo esaurimento risorse).

La Misura 1 riguarda Servizi Specialistici per l’ Internazionalizzazione e offre alle MPMI milanesi un supporto concreto e personalizzato per lo sviluppo e l’implementazione di una strategia di internazionalizzazione, anche attraverso l’inserimento in azienda di un temporary export manager che potrà svolgere sia interventi di coaching in azienda finalizzati al trasferimento di competenze per la costruzione di un ufficio export, sia azioni di tipo commerciale sui mercati internazionali. Sarà inoltre coadiuvato dal network di uffici esteri e di consulenti Promos, presenti nei principali mercati esteri.

La Misura 2 propone programmi di accompagnamento verso nuovi mercati Extra-Ue, in crescita o a grande potenzialità, per le aziende che ancora non li hanno esplorati. Si parla di Brasile, Russia, India, Cina, Marocco, Turchia, Usa, Nigeria, Angola, Kenya, Iran, Panama, Cuba, Emirati Arabi, Singapore, Thailandia, Vietnam, Azerbaijan.

Le domande dovranno essere presentate solo in forma telematica sul sito apposito.

In Lombardia, al via il Progetto GATE

Il 4 novembre è partita la seconda finestra legata al Progetto GATE, mirata a favorire l’internazionalizzazione delle micro e piccole e medie imprese, promosso dalla Regione Lombardia in accordo con il Sistema Camerale locale e con il supporto di Finlombarda SpA.

Questa iniziativa si basa sull’organizzazione di percorsi di accompagnamento alle imprese per realizzare uno specifico progetto di sviluppo all’estero attraverso l’affiancamento di un esperto in dinamiche internazionali.

Le misure previste dal progetto sono due, ma in entrambi i casi vengono erogati servizi di consulenza per una durata non superiore a otto mesi consecutivi e non successivamente al 31 marzo 2015:

  • Export: misura in favore delle imprese che si aprono all’estero attraverso un approccio commerciale,
  • Internazionalizzazione: misura per le aziende che consolidano la presenza all’estero attraverso un approccio di investimento produttivo.

Per fare domanda e partecipare all’iniziativa, c’è tempo fino al 2 dicembre per inviare il proprio progetto di internazionalizzazione.
Per il 2014, nel mese di aprile, è prevista una terza finestra e quindi un’ulteriore occasione per le imprese interessate.

Vera MORETTI

Pordenone rilancia l’internazionalizzazione delle proprie imprese

Fino al 15 novembre 2012 le imprese pordenonesi potranno richiedere un aiuto in più per rilanciare il loro sviluppo verso i mercati esteri.

La Camera di Commercio propone, infatti, la nuova edizione del bando per l’assegnazione di voucher per la promozione dell’internazionalizzazione delle imprese della provincia, con l’obiettivo di sostenere la loro competitività compensando parte delle spese sostenute per la partecipazione ad iniziative di internazionalizzazione.

Dell’aiuto potranno beneficiare imprese, cooperative, consorzi e società consortili che parteciperanno ad una o più iniziative di internazionalizzazione – missioni, fiere, esposizioni estere – previste nel corso del corrente anno, organizzate dalla CdC di Pordenone – Azienda Speciale ConCentro o da altre CdC e/o loro Aziende Speciali congiuntamente alla CdC di Pordenone.

“Abbiamo stanziato 60 mila euro – spiega il Presidente Giovanni Pavan – che le imprese potranno utilizzare per servizi connessi alle iniziative di internazionalizzazione. Già nel 2011 il bando aveva riscosso un buon riscontro di richieste con 40 domande, alle quali avevamo risposto concedendo contributi per 113.400 euro. Sulla base di questi numeri abbiamo deciso di proseguire sulla medesima strada anche nel 2012 con questo primo stanziamento. É un’iniziativa fra l’altro che è partita tre anni fa dalla nostra Camera di Commercio e poi è stata fatta propria anche dalle altre Camere regionali, facendo diventare il voucher per l’internazionalizzazione uno strumento di sostegno condiviso del sistema camerale regionale”.

Le imprese potranno richiedere due tipi di voucher: il tipo “A”, dell’importo di 3.500 euro, a fronte di una spesa minima ammissibile da parte dell’impresa di 5.000 euro e il tipo “B”, dell’importo di 1.400 euro a fronte di una spesa minima ammissibile di 2.000 euro.

Il bando e la modulistica sono su questo link alla voce Agevolazioni e finanziamenti – bandi camerali 2012. Per informazioni contattare l’Ufficio Agevolazioni (tel. 0434381241, agevolazioni@pn.camcom.it). 

Fonte: camcom.gov.it