Interpello all’Agenzia delle Entrate, che cos’è e come si presenta

In Italia il Fisco, ovverosia l’Agenzia delle Entrate, permette ai contribuenti di presentare delle istanze al fine di poter acquisire informazioni e chiarimenti su casi concreti che, legati alla fiscalità, in genere sono anche di carattere generale.

E quindi di utilità pure a tanti altri contribuenti che, in questo modo, prima di fare una scelta a livello fiscale possono capire se stanno rispettando le norme in essere o se invece rischiano di disapplicare la legge.

Si tratta, nello specifico, del cosiddetto interpello all’Agenzia delle Entrate. Vediamo allora, nel dettaglio, che cos’è e come si presenta l’interpello all’Agenzia delle Entrate. Ed anche quali sono le varie tipologie di interpello.

Tutte le info su come si presenta l’interpello all’Agenzia delle Entrate

Nel dettaglio, l’interpello all’Agenzia delle Entrate può essere presentato non solo dalle persone fisiche e dalle persone giuridiche, ma anche dai soggetti non residenti, dalle Amministrazioni centrali dello Stato e dagli Enti Pubblici. In base al soggetto che presenta l’istanza di interpello all’Agenzia delle Entrate, questa deve essere recapitata o alla Direzione regionale del Fisco competente per territorio, oppure alla Divisione Contribuenti dell’Agenzia delle Entrate.

Su come si presenta l’interpello all’Agenzia delle Entrate, invece, le modalità accettate sono tre. Precisamente, con un invio da casella di posta elettronica certificata (PEC), con il plico raccomandato con avviso di ricevimento, oppure con la consegna a mano presso la sede della Direzione regionale o della Divisione Contribuenti.

Come presentare al Fisco correttamente un’istanza di interpello

L’istanza di interpello che viene inoltrata al Fisco è corretta se questa presenta un’esposizione analitica della fattispecie che ha portato a generare il dubbio interpretativo per il quale, di conseguenza, viene chiesto il parere dell’Agenzia delle Entrate. Quindi, un’istanza di interpello al Fisco non si può presentare limitandosi, per il caso in oggetto, ad una descrizione e ad una rappresentazione tanto sintetica quanto sommaria ed approssimativa.

L’interpello è tale, infatti, se questo in ogni caso descrive un caso concreto e personale. E quindi, pur essendo la risposta ad interpello di utilità anche per altri contribuenti, la formulazione dell’interpello non può riferirsi a problematiche che sono di carattere generale. Altrimenti si rientra nella consulenza giuridica.

Quali e quante sono le tipologie di interpello all’Agenzia delle Entrate

In tutto, le tipologie di interpello all’Agenzia delle Entrate sono 5. Che differiscono in base alla fattispecie per la quale il contribuente chiede al Fisco un parere. Nel dettaglio, c’è l’interpello ordinario che è il più comune, ma c’è anche l’interpello probatorio, l’interpello anti-abuso, l’interpello disapplicativo e l’interpello sui nuovi investimenti.

Proprio in accordo con quanto riporta attraverso il proprio sito Internet istituzionale l’Agenzia delle Entrate. A livello legislativo, il diritto di interpello risulta essere disciplinato dallo Statuto dei diritti del contribuente in corrispondenza dell’articolo 11. Ovverosia, dalla legge numero 212 del 27 luglio del 2000.

I decreti attuativi della delega fiscale

La delega fiscale entra nel vivo con l’esame, da parte del Consiglio dei Ministri, di ben sei decreti attuativi. Tra essi, merita attenzione quello riguardante il potenziamento degli strumenti utili al contraddittorio preventivo tra i contribuenti e l’amministrazione tributaria.

Questo decreto della delega fiscale definisce 5 modalità di interpello preventivo, oltre agli strumenti della mediazione e delle conciliazione per evitare o chiudere le liti con Fisco.

Il decreto prevede 5 tipi di interpello inerenti la delega fiscale: ordinario, per superare le incertezze; probatorio, per richiedere l’accesso a determinati regimi fiscali; qualificatorio per chiedere la corretta qualificazione di alcune fattispecie; antiabuso, sull’abuso del diritto; disapplicativo per disapplicare limiti a deduzioni e crediti.

Relativamente all’istituto del reclamo e della mediazione tributaria (ricordiamo che è obbligatorio per le controversie fino a 20mila euro sugli atti emessi dall’Agenzia delle Entrate), questo viene esteso anche alle controversie catastali e alle controversie dove la controparte è Equitalia o uno degli altri concessionari abilitati alla riscossione.

Da ultimo, i decreti attuativi relativi alla delega fiscale prevedono che la conciliazione giudiziale non sia limitata solo alla prima udienza di primo grado, ma possa essere tentata anche in appello.

Scontrino fiscale addio?

Quante volte ci è capitato di chiedere a qualche commerciante un po’… distratto, “Scusi, mi fa lo scontrino fiscale? Grazie”… Ebbene, tra un paio d’anni questa domanda non avrà più motivo di essere fatta perché lo scontrino fiscale andrà in pensione, o quasi.

È una delle conseguenze della delega fiscale approvata ieri dal Consiglio dei ministri. Una delega fiscale composta a tre decreti legislativi inerenti al superamento dello scontrino fiscale dal 2017, alla fattura digitale (strettamente collegata al primo), alle norme sull’abuso di diritto.

L’aspetto che interessa più direttamente i contribuenti e la vita di tutti i giorni è quello relativo allo scontrino fiscale. Dal Cdm è stato infatti dato semaforo verde alla fattura digitale per il settore privato (ricordiamo che è già attiva da e verso la Pa), che però sarà ancora facoltativa. Il che significa scontrino fiscale rimarrà sì, ma non a fini fiscali. Per cui chiamiamolo scontrino e basta.

In questo modo, il governo mira a compensare la non obbligatorietà della fattura elettronica tra privati con i vantaggi che quest’ultima porterebbe in termini di riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti, grazie alla “sterilizzazione” dello scontrino fiscale. Ciò significa che, tra la non obbligatorietà delle comunicazioni sullo spesometro e la possibilità di avere rimborsi Iva più veloci, l’adesione alla fattura elettronica dovrebbe essere alta.

Ma nella delega fiscale, oltre alle novità sullo scontrino fiscale, ci sono altri aspetti importanti per cittadini e imprese che vale la pena sottolineare. Due in particolare: le novità sugli accertamenti e l’accesso all’interpello per le imprese.

Riguardo ai primi, la delega fiscale prevede che il raddoppio dei termini in presenza di un reato penale si attui a condizione che la denuncia all’autorità giudiziaria da parte dell’Amministrazione finanziaria venga inviata entro i termini ordinari. Il raddoppio non si attua se la denuncia è presentata o trasmessa oltre la scadenza ordinaria dei termini.

Riguardo l’accesso all’interpello, questo è possibile per le società che effettuano nuovi investimenti per una soglia minima di 30 milioni di euro, che può consistere anche nella ristrutturazione di imprese in crisi se questa garantisce effetti positivi sull’occupazione.