Made in Italy in Cina in department store dedicati

L’asse Italia – Cina è sempre più attiva e continua a garantire solide e promettenti collaborazioni.
L’ultima, in ordine di tempo, vede come oggetto principale una serie di nuovi department store di soli prodotti italiani che vedranno la luce nel Paese del Sol Levante entro il 2017.

Moda, cibo ed arredamento Made in Italy approderanno in Cina grazie ad un accordo siglato tra Only Italia, piattaforma di cooperazione Italia – Cina fondata da Irene Pivetti, di cui tuttora è presidente, rappresentativa oggi di 1880 imprese nostrane, e la cinese Balletown International Holdings Co.ltd, che fa capo al China Infrastructure Group Limited, di cui è presidente il carismatico uomo d’affari Lin Zhuoyan, noto esperto d’investimenti bancari in quotazioni aziendali e acquisizioni nel suo paese.

L’apertura del primo shopping Village di Balletowtn è prevista per il prossimo ottobre, a Foshan City, nella provincia di Guangdong. Lo store si svilupperà, su un’area di due milioni di mq.

Irene Pivetti ha commentato così l’intesa raggiunta: “L’export del Made in Italy in Cina è un’opportunità di crescita per le aziende italiane che vogliono espandersi all’estero“.
Ha aggiunto Zhang Gang, delegato in Italia di China Council for the Promotion of International Trade: “La Cina è una potenza economica mondiale in forte competizione per il primo posto con gli Stati Uniti, con 1 miliardo 350 milioni di persone, 9000 miliardi di dollari di Pil e una bilancia dei pagamenti bisognosa di pareggiare i conti con l’import, visto che di 4160 miliardi di dollari, soltanto 1990 rappresentano le importazioni. La Cina ha ‘fame’ di eccellenze italiane, di prodotti made in Italy di qualità, e attualmente è stato registrato un calo del 4,6 di prodotti italiani importati. Da parte nostra, abbiamo 36 aziende di grandi dimensioni in Italia“.

I department store Only Italia faranno parte dei nuovi Shopping Village progettati da Balletown, che attualmente ne ha già realizzati in 21 province cinesi: sono strutture di lusso comprensive di aree per il tempo libero, piazzette, hotel, spa centri per attività culturali e congressi.

L’accordo siglato prevede anche l’acquisizione dell’80% di Only Italia da parte di Balletown, con un investimento iniziale di 10 milioni di euro per lo sviluppo di Only Italia e del suo network di pmi in Italia.

Vera MORETTI

Il cibo italiano conquista l’Oriente

I cinesi amano sempre di più gli alimenti italiani. A certificarlo è l’aumento delle esportazioni del nostro enogastronomici verso Shangai, passato nel 2011 a 276 milioni di dollari, pari a +48% sull’anno precedente. Solo la Francia supera l’Italia nelle forniture. Il trend è confermato anche dai dati Eurostat, relativi ai primi 11 mesi del 2011, che vedono Pechino al 18esimo posto tra i clienti dell’Italia nel comparto agroalimentare, con una quota dell’1,1% e un valore di 211 milioni di dollari. Fra i prodotti più amati, cioccolato, pasta, olio, vino e caffè.

Fonte: fipe.it

Import di giocattoli dalla Cina, un business da sensibilizzare

L’import di giocattoli provenienti da mercati esteri in particolare Cina ha toccato + 23,2 per quanto riguarda l’import tra 2009 e 2010. Sono cinesi circa due giochi importati su tre. E’ Milano la regina dell’interscambio con Bergamo e Varese prime nell’export.

La Camera di Commercio di Milano per sensibilizzare sulla sicurezza dei giocattoli destinati ai bambini, dai giocattoli alle luci di Natale, ai seggiolini per le auto, alle attrezzature sportive per la neve, all’abbigliamento ha voluto elaborare una guida con consigli per gli acquisti di Natale più adatti secondo le fasce di età e sui requisiti cui prestare attenzione al momento della scelta del prodotto. La guida è disponibile su http://www.mi.camcom.it/. La Camera di commercio ha, inoltre, realizzato un misuratore di pericolosità del giocattolo contro il rischio di soffocamento.

Il controvalore stimato totale dell’import di giocattoli è di 277 milioni di euro. Pesa soprattutto l’import, oltre 276 milioni di euro, +23,2% (contro il +21,8% del dato italiano). Questi risultati valgono al colosso asiatico una fetta pari al 59% dei giochi e giocattoli che la regione importa da oltre confine.