Lamborghini e Ducati eccellenze nella formazione

Lamborghini e Ducati non sono solo due eccellenze per la meccanica e la motoristica italiana, ma anche per la formazione e per l’occupazione. Dopo il successo della prima edizione del progetto DESI (Dual Education System Italy), l’Ufficio Scolastico Regionale, la Regione Emilia Romagna, Automobili Lamborghini e Ducati hanno firmato il protocollo che rinnova per altri tre anni (due corsi biennali di studio) il percorso formativo duale promosso dalle due aziende italiane del Gruppo Audi. Il 26 aprile è stato infatti firmato l’accordo con le rappresentanze e le organizzazioni sindacali che sostengono l’iniziativa.

La seconda edizione del progetto, che da quest’anno arricchisce stabilmente l’offerta formativa dell’ordinamento scolastico nel quadro dell’ alternanza scuola-lavoro, prenderà il via a settembre. Vi parteciperanno, per ogni biennio attivato, 50 studenti in continuità didattica, che divideranno il proprio tempo tra scuola e azienda.

Una classe prenderà parte alle lezioni teoriche e pratiche in Automobili Lamborghini finalizzate alla specializzazione in meccatronica per il settore auto, mentre l’altra seguirà un percorso formativo analogo in Ducati, per acquisire la specializzazione in meccatronica per il settore moto e Operatore CNC.

Viene confermata la collaborazione con due istituti superiori bolognesi, l’Aldini Valeriani e il Belluzzi Fioravanti, che cureranno la formazione scolastica degli studenti, i quali potranno contare anche su una borsa di studio erogata dalla Regione Emilia Romagna.

La prima edizione del progetto DESI, nata nel 2014 da un’idea di Lamborghini e Ducati e finanziata dalla Fondazione Volkswagen, ha già coinvolto 40 studenti che a luglio effettueranno l’esame di maturità, arrivando con successo alla conclusione del progetto.

Lamborghini Top Employer Italy 2015

Automobili Lamborghini è un’eccellenza italiana in tutti i sensi, anche per ciò che riguarda l’ambiente lavorativo. Lamborghini ha infatti conseguito per il secondo anno consecutivo la certificazione Top Employer Italy 2015, riconoscimento assegnato tutti gli anni dal Top Employers Institute alle imprese con eccellenti ambienti di lavoro e avanzate politiche di gestione delle Risorse Umane.

Il programma di certificazione Top Employer è un processo della durata di circa un anno che seleziona aziende con almeno 250 dipendenti a livello nazionale o 2.500 a livello internazionale. L’assegnazione della certificazione avviene dopo un processo di analisi e verifica che prende in considerazione 9 criteri di valutazione tra cui politiche retributive, condizioni di lavoro e benefit, formazione e sviluppo, opportunità di carriera e cultura aziendale. Solo le imprese che raggiungono i più alti punteggi richiesti dalla certificazione sono riconosciute come Aziende Top Employer.

Lamborghini oggi conta 1.175 dipendenti nella sua sede storica di Sant’Agata Bolognese. Il 2014 è stato un anno straordinario: ben 192 sono state le assunzioni di tecnici e specialisti altamente qualificati. Negli ultimi quattro anni sono state quasi 500 le nuove assunzioni con contratto a tempo indeterminato da parte di Lamborghini.

Lamborghini punta molto anche sulla formazione e, attraverso il Progetto Desi (Dual Education System Italy), ha introdotto insieme a Ducati un innovativo percorso formativo in Italia con l’obiettivo di fornire ai giovani prospettive di crescita professionale e personale nelle aree che soffrono maggiormente la disoccupazione, legata alla mancanza di strumenti tecnici e culturali efficaci per l’inserimento lavorativo.

L’istruzione scolastica viene combinata con la formazione pratica in azienda. Un totale di 48 studenti stanno seguendo dal 2014 e fino al 2016 in alcuni istituti tecnici si Bologna e in Lamborghini e Ducati un duplice percorso di formazione per sviluppare le competenze necessarie a conseguire il diploma superiore e qualificarsi per l’ingresso nel mondo del lavoro.

Lamborghini punta anche su innovative politiche di People Care. L’attenzione rivolta ai propri collaboratori e alle loro famiglie si rispecchia in molteplici attività, iniziative e benefit: assicurazione sanitaria, check-up e vaccinazioni gratuite, agevolazioni alla mobilità individuale, Maternity&Paternity Kit per i dipendenti in attesa di un figlio, utilizzo gratuito di strutture sportive, convenzioni con asili, centri fitness, attività commerciali e culturali del territorio, menu a Km zero e ipocalorici nel ristorante aziendale.

Lamborghini dedica anche grande importanza alla formazione, che considera un tassello fondamentale e imprescindibile nello sviluppo delle competenze e delle professionalità. La partnership con la Fondazione Bologna Business School rappresenta un elemento con cui Lamborghini promuove una cultura di management dinamica ed innovativa.

Idee innovative in mostra a Bologna

Le idee più innovative e le aziende a caccia di cervelli hanno trovato un punto di incontro alla Borsa della Ricerca, un evento che fino a venerdì fa di Bologna, e più precisamente di Palazzo Re Enzo, la capitale dell’innovazione e della ricerca.

L’appuntamento, giunto alla sua terza edizione, consente a ricercatori provenienti da tutta Italia di incontrare 60 aziende a caccia di cervelli e di idee. I dati parlano di numeri importanti: 500 progetti innovativi nati nelle migliori università nazionali e internazionali e 800 incontri one to one durante i quali i giovani ricercatori avranno l’opportunità di presentare le proprie proposte ai responsabili delle aziende.

C’è chi promette lunga vita agli alimenti grazie ad un nuovo tipo di imballo che mantiene intatte le proprietà organolettiche dei prodotti, chi propone un metodo per individuare le taglie dei vestiti senza bisogno del camerino, chi propone algoritmi che consentono di risparmiare energia e acqua nella produzione industriale e chi presenta guide multimediali che permettono l’accessibilità ai contenuti culturali, anche in presenza di deficit sensoriali o disturbi del linguaggio: idee e settori sono i più svariati e hanno attirato l’attenzione di nomi di primo piano nel panorama industriale, come Alenia, Electrolux, Elica, Enel Green Power, Amadori, Beghelli, Datalogic, Dallara, Lamborghini e TetraPak.

L’evento è ideato e organizzato da Emblema (società specializzata nel creare iniziative in ambito di placamento e ricerca), Fondazione Crui, Camera di Commercio di Bologna e Dassault Systems.

Francesca SCARABELLI 

Pochi ricchi e tante auto di lusso

Può un “povero” permettersi un’auto di lusso? E’ quanto ci si chiede apprendendo che, a discapito della crisi e dei pochissimi ricchi “dichiarati”, sono più di 200.000 le supercar vendute in un anno.

I dati parlano chiaro: il livello della pressione fiscale, in Italia, ha raggiunto il 43,4% e ricade soprattutto sui redditi da lavoro e da pensione che contribuiscono al reddito Irpef per l’86,2%.

Esaminando le dichiarazioni dei redditi del 2010 salta all’occhio un dato emblematico: i soggetti che dichiarano piu’ di 200.000 euro (0,17% del totale) sono per il 58,8% lavoratori dipendenti, per il 27,7% pensionati e per il rimanente 13,7% contribuenti che dichiarano altri tipi di redditi.

Ma, se i “ricchi” costituiscono lo 0,17% della popolazione, perché aumenta sempre più l’acquisto dei beni di lusso? Le auto di fascia superiore, in questa statistica, rappresentano la fetta più consistente, poiché ne sono state vendute 260.000 solo nel 2010, per un prezzo medio di 103.000 euro. E chi può permettersi di sfrecciare su uno di questi “bolidi” deve rientrare tra i 71.989 contribuenti che hanno dichiarato al fisco più di 200.000 euro. Ma, cifre alla mano, ne mancano un bel po’, per arrivare a 260.000 modelli venduti. E quindi: come fanno gli altri 137.011 possessori di Ferrari, Lamborghini, Mercedes, Bmw e Audi a possedere auto che valgono metà del loro reddito annuo?
Considerato che i “non ricchi” dichiarano meno di 35.000 euro e, tra loro, meno di 15.000 euro l’anno, dovrebbero usare lo stipendio di dieci anni per potersi permettere un’auto di lusso.

Le incongruenze continuano: i proprietari di discoteche, centri benessere e istituti di bellezza, hanno dichiarato addirittura perdite. I negozi di abbigliamento e calzature un reddito molto più basso: 8.000 euro. Fino ad un massimo dei bar (16.200 euro) e degli orafi (16.300 euro). E in tutti questi casi si tratta di cifre annue inferiori allo stipendio di un lavoratore dipendente.

Tutto ciò la dice lunga sull’evasione fiscale del nostro Paese, la cui base imponibile ammonta a circa 200 miliardi di euro, mentre le imposte evase supererebbero ormai i 100 miliardi di euro. Stima rilevante ma giudicata prudenziale da tutti gli altri studi che ritengono che il livello dell’evasione fiscale superi i 130 miliardi di euro.

Per ovviare a questo problema, che evidenzia come la macchina del fisco produca effetti di iniquità ed inefficacia, la Uil chiede di varare un Forum nazionale che si impegni ad “affermare la legalità fiscale del nostro Paese“ con provvedimenti che portino ad una svolta, in questo periodo di crisi assolutamente necessaria.
Tra questi, ad esempio, la tracciabilità per le operazioni sopra i 500 euro, ma anche l’incrocio tra le banche dati dell’Amministrazione finanziaria, Enti locali e servizi pubblici, nonché il potenziamento delle procedure e degli strumenti di controllo e il rafforzamento del contrasto di interessi.

Solo così ci sono speranze di risollevare l’economia collassata del Belpaese, perché potrebbe essere proprio la leva dei fisco a far ripartire la crescita. E ne avremmo davvero bisogno

Vera Moretti