Hybrid working o lavoro ibrido, il nuovo modo di lavorare

Durante la pandemia le aziende hanno scoperto lo smart working con tutte le sue qualità positive, soprattutto risparmio economico e con i difetti, cioè il distacco del dipendente dall’azienda e il venir meno di un aspetto rilevante, la socialità. L’hybrid working è una formula ibrida che permette di superare questi ostacoli. Vediamo ora di cosa si tratta.

Cos’è il lavoro ibrido o hybrid working

Il lavoro ibrido nasce dalla commistione tra lavoro tradizionale in azienda e il lavoro in smart working, quindi da remoto. In Italia è già realtà in molte aziende ed è un modello che si sta diffondendo in modo veloce. Non si esplica in una sola formula ma in diverse tipologie che possono essere scelte dalle aziende tenendo in considerazione le loro esigenze e le loro peculiarità. Nella maggior parte dei casi i lavoratori hanno a disposizione comunque un ufficio virtuale in cloud quindi è come se si trovassero nello stesso luogo contemporaneamente e possono “socializzare” o comunque scambiarsi opinioni, collaborare, supportarsi.

Le aziende che sono interessate all’hybrid working possono già trovare in rete aziende disponibili a fornire piattaforme per il lavoro in cloud personalizzate sulle esigenze delle committenti.

I modelli di hybrid working

Nel modello base il lavoratore e l’azienda stabiliscono in quali giorni e orari il dipendente deve essere in azienda e in quali può lavorare da casa o comunque da remoto. Il vantaggio è il risparmio economico legato al fattore energetico anche perché la stessa postazione può essere usata a turno da vari dipendenti, inoltre l’azienda ha comunque in sede dei dipendenti per le esigenze che è necessario gestire sul luogo.

La seconda formula è particolarmente interessante, si tratta infatti del modello denominato Club House, questo prevede che l’azienda permetta al lavoratore di operare da remoto, ma, allo stesso tempo, per mantenere la socialità e per costruire il fattore identitario tra aziende e dipendente prevede l’uso di spazi comuni come sale meeting e sale convegni dove si possono svolgere diverse attività, ad esempio brainstorming, oppure elaborazione di progetti, discussione dei risultati aziendali o altre attività che mirano a rafforzare l’azienda stessa. Solo in tale contesto di riunione è necessaria la presenza in sede.

Infine il terzo modello di hybrid working viene denominato Hub & Spoke dove il termine hub rappresenta l’azienda mentre gli uffici spoke rappresentano delle postazioni di co-working, oppure degli uffici satellite. Questo modello è utilizzato soprattutto per le aziende che hanno una sede centrale e lavoratori dislocati in zone diverse. Con questa soluzioni si possono avere i migliori professionisti sul mercato, sebbene siano collocati in luoghi magari molto distanti. Le attività in azienda sono sporadiche ed essenziali mentre la maggior parte del lavoro è in remoto.

 

Lavoro ibrido, la combinazione e la flessibilità dell’orario

Il lavoro ibrido è una combinazione tra smartworking ed orario in ufficio. In quest’era dove tutto sta cambiando, anche il lavoro si adegua.

Lavoro ibrido, la definizione

Il lavoro ibrido cambia totalmente il concetto di luogo di lavoro. Perché quest’ultimo non viene più considerato come un luogo fisico, ma piuttosto il modo in cui il dipendente presta la sua opera. Anche se nel resto del mondo si chiama hybrid workplacein Italia è un compromesso tra il lavoro svolto da remoto (smart working) e l’attività lavorativa svolta in presenza, cioè in azienda.

Quindi è un modo di lavorare che sta coinvolgendo tutto il mondo. E soprattutto è stato accentuato e reso più flessibile a causa della pandemia da Covid-19. Diventa sempre più comune che le imprese possano mettere in essere dei modelli che sono una perfetta combinazione tra le due tipologie.

Quali sono i possibili scenari del lavoro ibrido

Quando un’azienda decide di implementare un modello di lavoro ibrido, prevede un elevato grado di flessibilità che permette di semplificare molti tempi.  Se da un lato il lavoratore può passare liberamente dal lavoro in azienda a quello da remoto; dall’altra pare che possa essere ben accolta anche da molte aziende.

Certo ovviamente riguarda quelle attività che permettono per la loro tipologia merceologica di garantire questa flessibilità. Per questo motivo è sempre più legata ad attività di ingegno e quindi si collega proprio con la produzione. Per quella occorre fisicamente essere in azienda, anche per il semplice controllo delle macchine, se non si fa un puro e semplice lavoro manuale.

Mentre invece per le attività che riguardano la progettazione, i lavori da poter fare online, la pianificazione o la dirigenza, questo sembra essere più plausibile. I vantaggi sono intuibili proprio perché il lavoratore non deve spostarsi da casa riducendo i tempi e i costi per il tragitto casa-lavoro e spesso anche più disponibile.

Perché  le aziende dovrebbero sceglierlo?

Secondo l’indagine pubblicata a novembre dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, le persone che hanno lavorato a distanza nel 2020 durante la fase acuta della pandemia sono state 6,58 milioni. Dunque un terzo dei lavoratori dipendenti italiani e oltre dieci volte più dei 570 mila censiti nel 2019, coinvolgendo il 97% delle grandi imprese, il 58% delle PMI e il 94% delle pubbliche amministrazioni italiane.

Quindi questa nuova combinazione di lavoro sta sempre più entrando nella vita di tutti. Ma per le aziende potrebbe prevedere dei risvolti positivi:

  • riduzione degli spazi necessari con conseguenza riduzione di costi per aziende;
  • possibilità di introdurre più risorse da remoto che magari non possono spostarsi perché magari residenti in un altro paese;
  • creare e gestire gruppi di lavori più eterogenei dove non c’è più bisogno degli spazi necessari;
  • un elevato tasso di innovazione e tecnologia;
  • facilità di accesso alle informazioni o ai documenti, grazie all’introduzione di file di condivisione;
  • migliorare la condivisione, senza muoversi fisicamente.

Certo a questo punto è ancora più importante il ruolo del management. Perché deve coordinare le persone e garantire il raggiungimento degli obiettivi, anche quando si è lontani.

Lavoro ibrido, gli elementi essenziali

Uno degli elementi essenziale del lavoro ibrido è la combinazione tra lavoro da remoto e attività svolta in presenza. Ma per poterlo implementare occorrono anche degli accorgimenti. Ad esempio, l’introduzione di un software per la gestione delle presenze e delle assenze. Infatti per le aziende è importante poter controllare la reale attività e dunque anche le assenze, le ferie o gli eventuali permessi.

Non solo un elemento molto importante è la presenza di un sistema che permetta di accedere e scaricare materiale o documenti. La digitalizzazione dei documenti e la tecnologia Cloud è davvero molto utilizzata per questo. Infine completa il tutto un canale di comunicazione veloce e sempre aggiornato. Ci sono molte app, software che facilitano una comunicazione veloce tra i dipendenti che sono in diversi luoghi. Tra le maggiori funzioni occorre:

  • un invio di mail e relativa conferma di lettura diretto;
  • uno strumento di messaggistica non solo di gruppo, ma anche privata;
  • un software che funga da bacheca digitale per le comunicazioni rapide.

Probabilmente la diffusione di questo tipo di lavoro, a breve potrebbe portare anche ad un rimodulazione di tutte le regole da punto di vista fiscale e previdenziale per le imprese e per i professionisti. Come tutte le evoluzioni, occorre che siano definite anche dal punto di vista normativo. Pertanto staremo a vedere come e cosa cambierà nel mondo de lavoro.