Confcommercio boccia l’aumento dell’Iva

Dopo avere ripetutamente dichiarato che il primo obiettivo della spending review e della legge di stabilità sarebbe stato quello di evitare, a partire dal prossimo mese di luglio, l’aumento di due punti percentuali delle aliquote IVA, il Governo ha deciso, nella seduta del Consiglio dei Ministri di ieri conclusasi a notte avanzata, di procedere alla riduzione di un solo punto dei programmati aumenti IVA e, contestualmente, di ridurre di un punto l’aliquota Irpef sui primi due scaglioni di reddito. E’ il caso di dire che la notte non ha portato consiglio“.

Bocciata su tutta la linea da parte di Confcommercio-Imprese per l’Italia la manovra elaborata dal Governo con la Legge di Stabilità che prevede un incremento per le aliquote Iva dal primo luglio 2013 dal 21 al 22%, per l’aliquota ordinaria e dal 10 all’11% per l’aliquota agevolata, cui fanno da contraltare le riduzioni delle aliquote Irpef dal 23 al 22% per il primo scaglione (fino a 15.000 euro) e dal 27 al 26% per il secondo scaglione (da 15.001 euro a 28.000 euro).

Per Confcommercio si tratta, infatti, di un duplice errore di metodo e di merito: di metodo, perché gli obiettivi fondamentali dell’azione di politica economica del Governo non possono essere repentinamente rimessi in discussione; di merito, perché l’aumento dell’aliquota IVA del 10 per cento all’11 % e dell’aliquota Iva del 21% al 22 %, in un contesto ancora pienamente recessivo e segnato dall’estrema debolezza della domanda interna, genererà effetti pesantissimi a carico dei consumi e degli investimenti, delle imprese e dell’occupazione. Effetti che non saranno neppure compensati dalle riduzioni IRPEF, posto che gli aumenti IVA incideranno maggiormente proprio sugli scaglioni di reddito più bassi, a partire dai soggetti fiscalmente incapienti”.

Secondo le stime elaborate da Confcommercio l’aumento dell’Iva comporterà nel 2014 una perdita dei consumi correnti tra 5 e 7 miliardi di euro. In particolare i 5 miliardi ‘guadagnati’ dalla riduzione delle imposte dovute all’Irpef verranno largamente mangiati dall’incremento dell’Iva, che su base annua si aggirerà attorno ai 7 miliardi di euro. In questo scenario, destinata a crescere infatti è l’inflazione:la modificazione di tutti i prezzi dovuta all’incremento dell’Iva, che comporterà un gradino di 8 decimi di punto nel luglio 2013, per un’inflazione che passerà nella media del 2013 dal previsto +1,8% a +2,2%, ridurrà il valore, in termini di potere d’acquisto, di tutti i risparmi attualmente detenuti dalle famiglie – continua Confcommercio. – E’ verosimile una riduzione dei consumi nel 2013 rispetto allo scenario di base (-0,8%) di un ulteriore decimo di punto (quindi a -0,9%). Ovviamente gli effetti sul 2014 sono ben peggiori e quantificabili complessivamente in 3-4 decimi di punto (da +0,5 a +0,1-0,2%). L’inflazione nel 2014 passa dal 2,0% dello scenario di base a 2,4% dello scenario con incremento Iva”.

L’inasprimento dell’aliquota IVA ridotta penalizzerà poi prodotti alimentari, e ricadrà a domino sull’impresa turistica e sul settore delle ristrutturazioni edilizie: “evidentemente il Governo non ha considerato che i turisti stranieri non godono della riduzione delle nostre aliquote Irpef mentre dovranno pagare di più per i prezzi interni che cresceranno perché l’Iva aumenta dal 10% all’11%” sottolinea Confcommercio.

Il presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Carlo Sangalli ci tiene poi a sottolineare che la decisione dell’aumento dell’Iva non è stata discussa tra Governo e parti sociali: per ridurre la pressione fiscale, che in Italia pesa per il 55%, la via maestra da perseguire è quella della lotta all’evasione e all’elusione fiscale,così pure devono andare avanti i processi di dismissione del patrimonio pubblico e le semplificazioni per abbattere la tassa della burocrazia”. La strada per la crescita è ancora lontana.

Alessia CASIRAGHI

Trema il Pirellone: Formigoni pronto a dimettersi?

Lo scandalo Zambetti, l’assessore alla Regione Lombardia che avrebbe comprato voti dalla ‘ndrangheta, scuote i vertici del Pirellone: dopo l‘aut aut della Lega di ieri, quest’oggi anche il segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano, dichiara la necessità di un ‘segnale di cesura’. Quale sarà il destino di Formigoni e della sua giunta? Nel frattempo a Roma, torna a calare la scure del rigor montis: approvata la nuova Legge di Stabilità che porterà l’Iva dal 21 al 22% dal prossimo luglio.

IERI

Grillo come Phelps: 62 anni, 77 minuti a nuoto e 2,8 chilometri percorsi. Beppe Grillo ha battuto anche i bookmakers inglesi che lo davano 1 a 15 e ha sfidato le acque dello Stretto di Sicilia per liberare l’isola: erede di Garibaldi o novello Michael Phelps?

Maruccio Robin: dopo Er Batman romano, arriva anche Robin. Vincenzo Salvatore Maruccio, capogruppo dell’Idv alla Regione Lazio, è accusato di peculato per aver sottratto alle casse del proprio partito 780 mila euro, ma il sospetto è che la somma sia destinata a lievitare. Domanda: ma almeno stavolta non poteva arrivare Robin (Hood)?

OGGI

Stangata Iva: dal 1 luglio del 2013 l’Iva aumenterà di 1 punto percentuale, passando dal 21% al 22%, e dal 10 all’11% per beni alimentari, casa e servizi alla persona. E’ la decisione più discussa contenuta nella nuova Legge di stabilità, che ha previsto un taglio delle aliquote Irpef al ribasso dal 23 al 22% per i redditi fino a 15 000 euro e dal 27 al 26% per quelli fino a 28 000 euro. Dura la replica di associazioni dei consumatori e Confcommercio: così si indeboliscono i consumi interni, già messi in ginocchio dalle manovre di austerity, che non saranno neppure compensati dalle riduzioni Irpef. “I 5 miliardi di minori imposte dovute all’Irpef verranno largamente mangiati dall’incremento dell’Iva, per un valore di circa 7” fa sapere in una nota Confcommercio “la modificazione di tutti i prezzi dovuta all’incremento dell’Iva, farà passare l’inflazione nel 2013 dal previsto +1,8% a +2,2%, e ridurrà il valore, in termini di potere d’acquisto, di tutti i risparmi attualmente detenuti dalle famiglie”.

Formigoni al bivio: promette ‘gesti di forte discontinuità’. Con queste parole questa mattina Roberto Formigoni ha lasciato l’incontro con il segretario della Lega Nord, Roberto Maroni, e con il segretario del Pdl Angelino Alfano nella sede del Pdl in via dell’Umiltà, che riprenderà nel pomeriggio. Quale sarà il futuro del Pirellone dopo lo scandalo dei voti comprati alla ‘ndrangheta dall’Assessore Zambetti? Formigoni pronto al rimpasto o nuove elezioni a breve? Dopo l’ultimatum del Carroccio di ieri, questa mattina anche Alfano ha chiesto l’azzeramento della giunta lombarda: “Penso che Formigoni debba azzerare tutto e ricominciare da capo non perché i componenti della sua giunta siano tacciabili di qualcosa ma perché occorre dare un segnale di cesura”. Le forbici dei tagli alle Regioni continuano a colpire.

DOMANI

Italia – Armenia: appuntamento domani sera alle 19.00 a Yerevan per gli azzurri della Nazionale per disputare il quarto match di qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014. Dopo il pareggio contro la Bulgaria e la vittoria su Malta, Prandelli si prepara a schierare in campo un possibile 3-5-2 per l’Italia, con Pirlo in regia, Balotelli in avanti, affiancato da Osvaldo, con la possibile presenza di Giovinco.

Sciopero Scuola: pronti a scendere in piazza per protestare contro i contratti di lavoro bloccati dal 2009, e per il cui rinnovo occorrerà attendere il 2014. Gli insegnanti e i dipendenti della scuola pubblica, si preparano a manifestare una settimana dopo gli scontri urbani che hanno visto protagonisti gli studenti lo scorso venerdì. Mancato riconoscimento degli scatti di anzianità, tagli alla scuola e futuro incerto per i precari. Ma il megaconcorsone per gli insegnanti?

Fiat e Governo: le indiscrezioni circolate in rete parlano di un possibile incontro domani tra i vertici Fiat e i rappresentanti del ministero dello Sviluppo economico. Dopo il vertice fiume del 22 settembre a Palazzo Chigi tra Monti e Marchionne, pare che i rappresentanti del ministero sarebbero rimasti scontenti dell’atteggiamento del Lingotto, che avrebbe avanzato proposte generiche e fuori dalla portata Governo. Il verdetto è atteso per domani.

Alessia CASIRAGHI

A breve l’aggiornamento del Def

Per il 20 settembre è stato fissato l’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, che dovrebbe portare ad una revisione al ribasso del prodotto interno lordo.

Questa previsione, per molti scontata, deriva dalle stime ufficiali che riguardano il 2012, che già in aprile faceva registrare un’un economia in calo dell’1,2%, ora peggiorata di un punto, poiché oscilla tra il -2% e il -2,4%.
E dato che le congiunture negative sono destinate a continuare, anche il 2013 subirà una revisione al ribasso, poiché, se dovesse riprendere la crescita, sarebbe solo dello 0,5%.

Pil ancora negativo, dunque, come conseguenza dei dati che confermano il periodo di recessione nel quale ancora ci troviamo.
Tra le stime negative per l’anno prossimo Bankitalia prevede un -0,2% e l’Fmi prevede un -0,3% ma, nonostante ciò, il ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha assicurato che non comporterà manovre aggiuntive per centrare il prossimo anno l’obiettivo del pareggio di bilancio.

Va detto che il Def potrebbe slittare di qualche giorno perché, proprio per il 20 settembre è prevista la diffusione, da parte di Istat, un importante dato per valutare l’andamento dell’economia: fatturato e ordinativi per l’industria italiana in luglio, che permetterebbe di avere un quadro più completo.

Al Ministero dell’Economia si lavora anche sulla Legge di Stabilità, la cui presentazione è attesa per la metà di ottobre e c‘è attesa soprattutto per l‘Iva. Per ora, infatti, il non aumento dell’aliquota è garantito solo fino al giugno 2013.

Per ottenere ciò, occorrerà trovare risorse pari a 6 miliardi di euro, oltre a quanto potrebbe arrivare dalla spending review e all’anticipo della delega fiscale, ovvero altri 2 miliardi di euro.

Vera MORETTI

Le Entrate chiariscono i dubbi sulla periodicità delle liquidazioni IVA

di Vera MORETTI

Con la risoluzione 15/E del 13 febbraio l’Agenzia delle Entrate ha chiarito i dubbi degli operatori economici riguardo la periodicità delle liquidazioni IVA.

Nel dettaglio, sono stati chiariti i parametri da prendere in considerazione per usufruire della liquidazione trimestrale dell’IVA e la possibilità di versare il saldo annuale al 16 marzo dell’anno successivo per i contribuenti trimestrali.

L’equivoco scaturiva dal fatto che il Decreto Sviluppo del 13.3.2011 n. 70 aveva innalzato il limite di ricavi per l’ accesso al regime di contabilità semplificata a 400.000€ (da 309.874,14) per le imprese di servizi e 700.000€ (da 516.456,90) per tutte le altre imprese, senza però apportare cambiamenti al limite del volume d’affari per cui erano consentite le liquidazioni ed i versamenti IVA trimestrali.
Per questo, la legge di Stabilità n. 183/2011 aveva allineato i limiti di ricavo per poter effettuare la liquidazione trimestrale dell’Iva a quelli previsti dal Decreto Sviluppo 2011 per l’accesso al regime di contabilità semplificata (stabilito con DPR 542/99), innalzandoli agli stessi valori.

In questo modo era stato eliminato dal periodo d’imposta 2012 il disallineamento tra la normativa delle imposte dirette e la normativa Iva ma tale discrepanza restava, per il periodo d’imposta 2011, in mancanza di un regime transitorio e soprattutto restava il dubbio sul parametro preso in considerazione nella nuova norma, dato che imposte dirette e IVA fanno riferimento a parametri diversi: si parla di ricavi per le IIDD, si parla di volume d’affari in tema di IVA.

Con la nuova risoluzione 15/E 2012, la direzione generale delle Entrate sottolinea che la legge di Stabilità era intervenuta a modificare la soglia di valori per il regime di contabilità semplificata ma non il parametro che il DPR 542/199 prendeva in considerazione, ossia il volume d’affari o “fatturato” complessivo.

Viene confermato dunque che “possono eseguire le liquidazioni trimestrali IVA i contribuenti che nell’anno solare precedente hanno realizzato un volume d’affari non superiore a 400.000 euro ( imprese di servizi arti o professioni) o 700.000 euro (tutte le altre, comprese quelle con più attività esercitate)”.

Per quanto riguarda il termine di pagamento delle somme, i contribuenti che rientrano nei nuovi limiti e hanno scelto la periodicità trimestrale devono versare entro il 16 marzo dell’anno successivo, con una maggiorazione dell’1 per cento a titolo di interesse oppure entro il termine dovuto per la dichiarazione unificata aumentando l’importo dello 0,4% per ogni mese o frazione successiva al 16 marzo.

La scelta della liquidazione trimestrale si effettua barrando la casella del rigo VO2 nella dichiarazione annuale.

Assotravel, nuove regole per il part time

Disponibile presso Confindustria Assotravel nuovo testo della normativa sul Part-time segnatamente per le clausole elastiche e flessibili così come riformulate dalla Legge di Stabilità. Questi i punti principali della circolare disponibile per le imprese aderenti ad Assotravel.

Per “elasticità” si intende la possibilità del datore di lavoro di variare la collocazione temporale della prestazione lavorativa, mentre per “flessibilità” si intende la variazione in aumento della prestazione lavorativa concordata. L’articolo 22, al fine di incentivare l’uso del contratto di lavoro a tempo parziale, prevede la semplificazione della procedura di trasformazione da tempo pieno a tempo parziale, abrogando l’obbligo di convalida di trasformazione davanti alla Direzione Provinciale del Lavoro competente e riducendo da cinque a due i giorni di preavviso nel caso di variazione di orario e collocazione della prestazione.

Viene inoltre meno la previsione che le variazioni di durata della prestazione lavorativa e della collocazione temporale dovessero essere comunicate al lavoratore almeno cinque giorni lavorativi prima che tornano ad essere due così come previsto dalla precedente normativa. Qualora lo svolgimento di prestazioni elastiche o flessibili avvenga senza il dovuto preavviso da parte del datore di lavoro, questo comporta che al prestatore di lavoro spetti di diritto, in aggiunta alla retribuzione dovuta per la prestazione aggiuntiva, un ulteriore emolumento a titolo di risarcimento del danno. Il nostro dettato contrattuale prevede all’articolo 44 e seguenti la disciplina del contratto a tempo parziale, disciplinando in termini di limiti e modalità il ricorso alla clausole flessibili ed elastiche. In ogni caso i limiti sono essenzialmente posti al tema dell’aumento dell’orario più che al part-time vero e proprio.

Oltre a ricevere la circolare, le aziende associate interessate al tema possono ricevere assistenza e consulenza gratuita su questo tema così come su quelli giuridici e fiscali.

Lo comunica l’ufficio stampa Assotravel Confindustria.

Fonte: Agenparl.it

Società di professionisti: muore la professione forense

È a rischio l’indipendenza della professione forense.

La legge di Stabilità appena approvata ammette la costituzione di società per l’esercizio dell’attività professionale secondo i modelli societari contemplati dal codice civile, incluse le società di capitali.

Potranno essere ammessi a far parte di tali società, in qualità di soci solo i professionisti iscritti ad ordini ed albi ma anche soggetti non professionisti (ad esempio banche, grandi imprese, compagnie assicurative, ecc.) soltanto per prestazioni tecniche o per finalità di investimento. L’espressione “soltanto” non è macabra ironia ma il termine esatto utilizzato nel testo della legge!

È facile capire come l’entrata di investitori esterni in società di professionisti finirà con l‘assoggettare la professione forense alle logiche del mercato e della concorrenza tipiche delle imprese commerciali. L’indipendenza ed autonomia del singolo professionista cederanno il passo alle spietate logiche del mercato finalizzate al raggiungimento del massimo profitto.

Ne deriverà un inevitabile braccio di ferro tra i professionisti operativi all’interno delle società professionali – impegnati ed intenti nel portare avanti i loro mandati professionali nel rispetto delle regole, anche deontologiche, imposte dall’ordinamento – e gli investitori non “professionisti” – interessati ad ottenere il massimo profitto dall’attività dei professionisti “lavoratori”. Gli avvocati inseriti in “società di professionisti” diventano di fatto dei dipendenti “sotto pagati” dagli investitori esterni, i quali, giustamente, così come fanno gli azionisti, chiederanno conto agli avvocati in merito al fatturato prodotto.

Le grandi imprese non dovranno più neppure costituire un ufficio legale interno; potranno, di fatto, investire, come soci di maggioranza, in società di professionisti, lucrando sul guadagno dei professionisti impegnati all’interno di tali società.

Altro problema di non poco conto è rappresentato dal conflitto di interessi che potrà nascere tra l’avvocato socio e l’investitore esterno. Il singolo cliente si rivolge alla società di professionisti per avviare una causa contro una banca, salvo poi scoprire che quella banca è il socio investitore di maggioranza di quella società di professionisti alla quale il cittadino si è rivolto.

Ci aspettano tempi molto duri.

Avv. Matteo SANTINI | m.santini[at]infoiva.it | www.studiolegalesantini.com | Roma

È titolare dello Studio Legale Santini (sede di Roma). Il suo Studio è attualmente membro del Network LEGAL 500. || È iscritto come Curatore Fallimentare presso il Tribunale di Roma; Presidente Nazionale del Centro Studi e Ricerche sul Diritto della Famiglia e dei Minori; Membro dell’AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Consigliere Nazionale AGIT (associazione avvocati Giusconsumeristi); Responsabile per la Regione Lazio dell’Associazione Avvocati Cristiani; Membro dell’I.B.A. (International Bar Association); Membro della Commissione Osservatorio Giustizia dell’Ordine degli Avvocati di Roma; Segretario dell’Associazione degli Avvocati Romani; Conciliatore Societario abilitato ai sensi del Decreto Legislativo n. 5/2003; Direttore del “Notiziario Scientifico di Diritto di Famiglia”; Membro del Comitato Scientifico dell’ A.N.A.C. || Autore del Manuale sul trasferimento dell’Azienda edito dalla Giuffré (2006); Co-autore del Manuale sul Private Equity (2009 Edizione Le Fonti). || Docente di diritto e procedura penale al Corso in Scienze Psicologiche e Analisi delle Condotte Criminali (Federazione Polizia di Stato 2005). || Collabora in qualità di autore di pubblicazioni scientifiche con le seguenti riviste giuridiche: Diritto & Giustizia (Giuffré Editore); Corriere La Tribuna (Edizioni RCS); Notiziario Giuridico Telematico; Giustizia Oggi; Associazione Romana Studi Giuridici; Il Sole 24 Ore; Studium Fori; Filo Diritto; Erga Omnes; Iussit; Leggi Web; Diritto.net; Ius on Demand; Overlex; Altalex; Ergaomnes; Civile.it; Diritto in Rete; Diritto sul Web; Iusseek.

Bonus Energia: proroga per 3 anni ma meno agevolazioni

Il Bonus Energia verrà prorogato per altri 3 anni, ma con agevolazioni diverse. Il bonus che permette alle imprese di usufruire di regimi fiscali agevolati sulle spese volte agli interventi di risparmio e riqualificazione energetica sarà prorogato nella Legge di Stabilità, ma senza più detrazioni al 55% e con nuovi limiti di spesa.

Il bonus 55% per l’efficienza energetica non sarà mantenuto identico ma ridotto al 41% o 52% a seconda dei lavori realizzati per tutte le spese sostenute entro e non oltre il 31 dicembre 2011.

La detrazione del 41% verrà applicata per l’installazione delle caldaie a condensazione più piccole o la sostituzione di finestre, mentre si salirà al 52% per tutte le altre tipologie di lavori volti al risparmio energetico. Qualche esempio?Coibentazioni, pannelli solari, pompe di calore, caldaie a condensazione di potenza maggiore o uguale a 35 kW.

Altra novità introdotta dalla Legge di Stabilità, un tetto massimo di valore delle spese su cui richiedere le agevolazioni, come pure al costo unitario per alcuni interventi di risparmio energetico.

Le maggiori sigle delle imprese del settore, come Uncsaal e Finco, hanno già manifestato il proprio scontento riguardo alle nuove norme introdotte al Bonus Energia. Ma non finisce qui, c’è un’altra cattiva notizia: per i bonus riguardanti le istallazioni di finestre, che costituiscono la metà degli interventi di risparmio energetico, è stato stabilito un tetto massimo di 40 mila euro di bonus, con limite di spesa di 450 euro Iva esclusa per metro quadrato. Non solo: chi deciderà di istallare una nuova finestra dovrà abbinare un sistema di termoregolazione per singolo alloggio o singolo locale, per poter usufruire dell’agevolazione fiscale prevista. Come dire, non resta buttarsi dalla finestra.

Alessia Casiraghi

Confprofessioni cerca un posto al sole

Le consultazioni di martedì 15 novembre del Presidente del Consiglio sono state aperte anche a Confprofessioni, confermando la disponibilità di Mario Monti a collaborare con tutti gli organi rappresentativi delle categorie di lavoratori.

Ciò è stato confermato direttamente dal presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, il quale indica come indispensabile un “percorso di collaborazione e dialogo costruttivo per uscire dalla crisi e dalle difficoltà che hanno colpito il Paese e i professionisti” perché “mai come in questo frangente il Paese ha un disperato bisogno di competenze e di professionalità“.

L’appuntamento di martedì, inoltre, è servito anche come occasione, per Confprofessioni, di presentare a Mario Monti l’intesa sottoscritta con gli organismi sindacali per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti degli studi professionali.

A questo proposito, Stella ha dichiarato: “Primi nella contrattazione italiana, abbiamo fatto nostre le norme sul nuovo apprendistato che riteniamo possano essere una grande opportunità per l’inserimento dei giovani nel settore professionale, tanto più ora che sono state introdotte nell’ultimo decreto sulla stabilità esenzioni contributive”. Dare dignità a chi si affaccia sul mondo del lavoro è assolutamente basilare, per dare la possibilità ai giovani di crescere ed acquisire professionalità.

Per quanto riguarda la Legge di Stabilità, Gaetano Stella la approva seppur con una riserva, poichè si augura che “le misure approvate avvengano con gradualità e con modalità che non marginalizzino il contenuto professionale rispetto all’apporto predominante di capitali”. Questo per allontanare il timore, comune tra i professionisti, di una situazione anomala in Europa, che è insorto apprendendo i contenuti della Legge di Stabilità per la disciplina delle società tra professioni, perché, dice Stella: “in nessun paese europeo esiste una legge dove il socio di capitale esterno può detenere la maggioranza. Così di certo non si aiutano i professionisti, al di là del fatto che nascerebbe un conflitto di competenze tra il Ministero dello Sviluppo Economico, che regola la società, e quello della Giustizia, riferimento dei professionisti”.

In conclusione del suo intervento, il presidente di Confprofessioni ha ribadito l’importanza dell’organismo di cui è a capo, per modernità e sviluppo, per rilevanza economica e sociale e si augura che tutto ciò venga riconosciuto da Monti.

Vera Moretti

Sciopero dei penalisti, aule vuote per una settimana

L’udienza è sospesa… anzi, tolta per un’intera settimana. Questa.

La ragione è l‘ondata di scioperi che ha travolto i professionisti delle aule legali, i penalisti, che hanno deciso di astenersi dalle loro cause fino a quando non verrà stabilito un intervento decisivo in merito alla questione della riforma forense.

Diverse sono state le dichiarazioni da parte dei promotori e dei sostenitori, riportati dai maggiori media del settore.

La gravità dell’attacco in corso alla funzione difensiva” e il sollecito al nuovo governo – e comunque alla politica – che siano più “rispettose del fondamentale principio di indipendenza dell’avvocatura oltre che la ripresa del dibattito sulla riforma costituzionale della giustizia “ sono le ragioni principi delle giornate di sciopero cominciate ieri, con la prima di due manifestazioni nazionali.

Si è tenuta a Verona, dall’Ucpi ha indetto subito una replica, a Roma, giovedì 17 novembre, mentre le Camere penali territoriali terranno pubbliche assemblee aperte ai cittadini.

Spiega l’Unione delle Camere Penali: “Il diritto alla difesa è uno dei diritti primari della persona sanciti dalla Costituzione”, e ad oggi sono stati diversi i casi di violazione, alla ritardata iscrizione nel registro degli indagati, “al ”frequente e illegale” ascolto delle comunicazioni tra il difensore e il suo assistito” e “si moltiplicano le situazioni in cui gli avvocati vengono incriminati per scelte difensive che il pubblico ministero non ritiene in linea con l’interesse dei loro assistiti”.

Cosa chiede l’Unione delle Camere Penali? L’”approvazione, senza alcun ulteriore arretramento che finirebbe per neutralizzarne gli effetti della riforma forense; riforma le cui indicazioni ‘vengono radicalmente messe in discussione dalle norme introdotte nella legge di stabilità che lascia intravedere una liberalizzazione selvaggia, una assurda e incostituzionale delegificazione delle norme relative all’ordinamento professionale degli avvocati, e infine la mercificazione della professione forense attraverso l’introduzione di società professionali controllate da soci di capitale non professionisti”.

Paola Perfetti

Il Presidente Silvio Berlusconi si è dimesso.

Dopo un breve colloquio con il Presidente Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi si è dimesso. Prima di recarsi al Colle, il Premier si è chiuso in una lunga consultazione con gli stati generali del Popolo delle Libertà, quindi poco prima delle 21:00 al Colle, per rasseganre le dimissioni e discutere alcune condizioni per la nascita del nuovo governo Monti (?).

Prima delle dimissioni però c’è stato il sì del Parlamento alla legge di stabilità. È stato questo l’ultimo atto parlamentare del Governo Berlusconi prima delle dimissioni, decise martedì scorso al Quirinale dal Presidente del Consiglio dopo il voto della Camera sul Rendiconto generale della Camera su cui la maggioranza a Montecitorio si è fermata a 308.

I voti favorevoli alla Camera alla legge di stabilità, sono stati 380, i contrari 26 e 2 le astensioni. Subito dopo, a chiudere definitivamente a tempo di record la sessione annuale di bilancio, è arrivato il sì definitivo al ddl di Bilancio e alla Nota di variazione, con 379 voti a favore, 26 contrari e 2 astensioni. Oltre a Lega e Pdl i sì sono arrivati dall’opposizione del terzo polo, i no da Italia dei Valori. Il Pd non ha partecipato al voto. Ora Berlusconi è pronto a passare il testimone a Mario Monti. La palla adesso passa al Presidente Napolitano.

I bene informati dicono cheBerlusconi, forte di una maggioranza parlamentare, potrebbe chiedere al Capo dello Stato alcune garanzie prima della nomina di Monti come suo successore: che il nuovo Governo tecnico resti in carica per la sola attuazione dei punti chiesti dall’Europa; la non candidatura dei futuri ministri del Governo tecnico; la presenza di Gianni Letta come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Sarà Vero?