Se l’attività è stragiudiziale, non è competenza degli avvocati

La riforma forense ha stabilito che l’attività stragiudiziale non debba essere affidata esclusivamente agli avvocati ma a chi dimostra di avere più competenze in merito.

L’Aneis, l’Associazione nazionale esperti di infortunistica stradale, ha voluto sottolinearlo, ricordando, però, che ”l’assistenza, la rappresentanza e la difesa nei giudizi davanti a tutti gli organi giurisdizionali e nelle procedure arbitrali rituali sono da intendersi attività esclusive dell’avvocato, fatti salvi i casi espressamente previsti dalla legge“.

Ovviamente, a parte casi particolari, anche nei casi di assistenza e consulenza stragiudiziale, ma che siano connesse con l’attività giudiziale, la competenza rimane degli avvocati.

Luigi Cipriano, presidente Aneis, commentando la nota contenuta nel testo della riforma, ha affermato: “Poiché in linea di principio ogni attività stragiudiziale potrebbe essere sempre ritenuta connessa a quella giudiziale, se non altro per il fatto che ogni controversia può sempre sfociare in una causa, è evidente che il legislatore ha ritenuto di valorizzare la connessione tenendo conto del momento in cui l’attività stragiudiziale viene posta in essere. In altri termini, sono riservate all’avvocato le attività che, quando vengono poste in essere, sono connesse a quella giudiziale, nel senso che c’è già in corso una causa, mentre sono libere quelle che vengono poste in essere senza che vi sia contestualmente un giudizio già incardinato“.

Cipriano ha concluso così: “Sotto il profilo penale va sottolineato come la legge si esprima in termini differenti con riguardo all’attività giudiziale rispetto all’attività stragiudiziale. Se per la prima nella legge (comma 5) si parla di attività ‘riservate’ agli avvocati, per la seconda (comma 6) si parla invece di attività che sono di ‘competenza’ degli avvocati“.

Vera MORETTI

Una norma che disciplina le professioni non regolamentate

L’Aneis, Associazione nazionale esperti infortunistica stradale, ha comunicato la pubblicazione della norma Uni 11477 relativa alla professione dei patrocinatori stragiudiziali.

La nota in questione si riferisce alla legge che disciplina le professioni non organizzate in ordini o collegi.
Parlando di numeri, si tratta di un numero stimato tra 1,8 e 3 milioni di professionisti che finalmente vedono riconosciuto il valore del proprio lavoro attraverso una sorta di bollino di qualità.

L’elevata qualità dei servizi e l’uniformità nazionale delle prestazioni verranno garantite da servizi di tutela del consumatore che permetteranno di segnalare casi di disservizio o di non rispetto dell’autoregolamentazione. Aneis sarà la prima associazione professionale in Italia ad attivare un servizio di controllo degli associati fatto proprio da coloro che usufruiscono di tali prestazioni.

Luigi Cipriano, presidente Aneis, ha dichiarato: “La prima cosa da cambiare è la carta intestata che dovrà prevedere, oltre ai riferimenti del professionista, anche il riferimento alla legge. L’iscrizione all’associazione di categoria non è obbligatoria, ma se si decide di richiederla questa comporta degli obblighi e il rispetto di regole stabilite, che attestino l’effettiva professionalità dell’associato, garantendo all’utente finale un elevato standard qualitativo del servizio offerto“.

Vera MORETTI