Martedì a Milano il convegno sulle garanzie e tutele sociali

La decima edizione dell’annuale Convegno nazionale sulle Garanzie e Tutele Sociali, organizzata dall’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, verterà su un tema molto caldo ed attuale: la riduzione della spesa pubblica, resa sempre più necessaria dallo stato delle finanze e dal livello di pressione tributaria raggiunto.

Il convegno, infatti, è stato intitolato “Spendere meno, spendere meglio, proposte per una spesa pubblica di qualità” e si terrà martedì 12 novembre all’Aula magna dell’Università Bocconi.

Si parlerà dell’equilibrio, sempre molto complesso, tra spending review e qualità dei servizi pubblici: dopo un’approfondita analisi di scenario delle politiche di bilancio degli ultimi anni e dell’attuale spesa pubblica in Italia, saranno formulate proposte per migliorarne la qualità, l’efficienza e l’efficacia, rendendo al contempo misurabili i servizi offerti.

SDA Bocconi si è anche occupata dell’indagine relativa a “Efficienza e qualità della spesa: un modello di valutazione”, coordinata dal Prorettore per i rapporti istituzionali Giovanni Valotti.

Le linee principali di questa ricerca sono:

  • la definizione di un modello di valutazione della performance delle amministrazioni pubbliche, che possa verificare la qualità dell’amministrazione e della gestione, analizzando elementi quali la capacità di attuazione delle strategie, l’impatto delle politiche sui bisogni, la solidità della gestione finanziaria e del modello organizzativo;
  • i dati emersi da un’indagine effettuata su comuni capoluogo di provincia sull’effettivo grado di trasparenza in tema di risorse impiegate e risultati conseguiti.

In una speciale tavola rotonda, inoltre, si confronteranno rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e della collettività sociale, per discutere della qualità ed etica della spesa e del benessere dei cittadini.

Relatori tra gli altri Luigi Giampaolino, Piero Giarda, Giuliano Pisapia e Guido Podestà.

Vera MORETTI

Redditometro: franchigia da 12mila euro

Le ultime novità sul Redditometro riguardano l’intenzione, da parte del Fisco, di introdurre una franchigia da 12mila euro l’anno di scostamento fra presunta capacità di spesa e reddito dichiarato.

Si attende, comunque, una circolare che possa chiarire tutti i dubbi ancora esistenti, e già evidenziati dall’Ordine dei commercialisti.

A rassicurare gli scettici, comunque, ha pensato Marco di Capua, vicedirettore dell’Agenzia delle Entrate. Di Capua ha infatti confermato che il Redditometro punta a smascherare “forme di evasione spudorata e finti poveri”.
Inoltre, il Fisco sembra voler privilegiare, nei controlli, le spese effettivamente sostenute ma, in questo caso, emerge la questione dell‘onere della prova.

A questo proposito, esiste una recente sentenza della Cassazione che va incontro al contribuente: i dati statistici, o comunque non relativi a spese concrete, possono portare al massimo a una “presunzione semplice” di reddito, non a una “presunzione legale”.

Ma i dati statistici possono diventare un’arma a doppio taglio: se il Fisco si basa su essi, il contribuente si trova a dover dimostrare di non aver fatto qualcosa, c’è insomma un ribaltamento dell’onere della prova.
Sembra però che nella circolare sia previsto un accertamento da parte dei Fisco solo se quest’ ultimo è in possesso di prove concrete di spesa effettivamente sostenuta incompatibile con il reddito dichiarato.

Per questo, Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, mette in guardia sugli “inconvenienti che l’uso di informazioni non corrispondenti alla realtà economico-sociale può determinare in sede di applicazione di sofisticati strumenti di accertamento quali il nuovo redditometro”.

Vera MORETTI

Riforma Fiscale bocciata anche dalla Corte dei Conti

Pollice verso da parte della Corte dei Conti nei confronti della Riforma Fiscale, a causa delle troppe tasse da lavoro e per le imprese, troppo alto il rischio di tagli lineari alle agevolazioni fiscali e del tutto insufficiente la copertura finanziaria.

Non si è risparmiato con le critiche Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, durante l’audizione alla commissione Finanze alla Camera.

Occorre domandarsi se le incertezze che gravano sulla copertura della delega fiscale e assistenziale non rendano necessario esplorare fonti di gettito nuove, in direzione di basi imponibili personali o reali che non insistano sul lavoro e sulle imprese”.

Viene vista come il fumo negli occhi anche la clausola di salvaguardia, che scatterebbe nel caso in cui il governo non riuscisse ad esercitare la delega entro il 30 settembre 2012. La clausola, infatti, prevede il taglio di tutte le 600 agevolazioni attuali. Una misura recessiva, anche perché i tagli vedrebbero coinvolti coloro che, l’imposta, la pagano già, e soprattutto i contribuenti che appartengono alle fasce di reddito meno elevate.

Giampaolino si scaglia anche contro i tagli alla spesa sociale e, ovviamente l’aumento dell’IVA al 21% frutto della manovra finanziaria bis, che ha cambiato le carte in tavola: l’aumento delle imposte indirette sarebbe dovuto essere proprio una delle principali fonti di copertura previste dal Ddl per la riduzione IRPEF.

Dubbi anche sull’eliminazione IRAP, difficile da realizzare perché in contrasto con il federalismo fiscale, in base a cui il potere di ridurre l’IRAP è delle Regioni.

Infine, in relazione all’ipotesi di condono, si ritiene una “scelta molto politica, specie per l’aspetto che riguarda le conseguenze sul comportamento dei contribuenti”: bisogna guardare ai risultati dei condoni precedenti e inoltre, a differenza che in passato, ora siamo “in presenza di nuove misure anti-evasione delle quali bisogna tenere conto”.

Vera Moretti