Corsi di formazione Confartis Firenze: pizza gratis dai neo-laureati artigiani a Campi Bizenzio

Che estate tutta made in Italy è, senza un bel trancio di pizza?

A Villa El Shaddai di Campi Bisenzio, Firenze, da oggi e fino a giovedì 29 luglio (a partire dalle 19.30) dieci aspiranti-pizzaioli, neo laureati artigiani della pizza, propongo pizza gratis a volontà nell’ambito di Pizza Stage, l’evento conclusivo del corso di formazione organizzato da Confartigianato Firenze.

Mahmoud Mohamed Abdellatif, Nosi Blendi, Davide Cambi, Fabio Ferrara, Luca Giovannini, Azeddinen Jourani, Gianmarco Manescalchi, Andrea Poli, Nenad Puric, Sithar Sithar, hanno dai 20 ai 57 anni. Provengono da Italia, oltre che da Albania, Egitto, Marocco e Tibet, ed hanno frequentato un apposito corso per diventare professionisti della pizza.

La prova delle abilità acquisite? Questa gustosa occasione, nella quale sforneranno pizze a volontà per tutti i partecipanti e si sottoporranno ai giudizi di una giuria enogastronomica.

Ma non è finita. La formazione di Confartigianato nel campo turistico-alberghiero e della ristorazione proseguirà con il corso di barman (cocktail e bevande) a partire dal rientro dalle vacanze estive.

Ad anticipare il progetto, Camilla Cauci, responsabile di Confartis, agenzia formativa di Confartigianato e del Centro Formativo territoriale della Provincia di Firenze:

“Il corso – spiega – è frequentabile in modo del tutto gratuito grazie ai voucher formativi della Provincia”.

www.confartis.it

Paola Perfetti

Ravenna Fashion Night in Piazza del Popolo

Le piccole e medie imprese del settore tessile della provincia del ravennate partecipano alla quinta edizione del Ravenna Fashion Night, che si terrà il prossimo venerdì 30 luglio 2010 nel magnifico scenario di Piazza del Popolo, a Ravenna appunto.

Una serata di bellezza per una “bella serata” nel cuore della città romagnola, una serata mondana in una cornice familiare e allo stesso tempo spettacolare, tutta pensata per dare rilievo alla moda e all’eleganza made in Italy:

“Non sarà solo ed esclusivamente un momento di spettacolo, ma anche l’occasione per valorizzare imprese locali impegnate nel tessile e nella moda”- ha detto Andrea Corsini, assessore comunale al commercio.

Protagoniste della kermesse, infatti, saranno alcune imprese di produzione della provincia di Ravenna: piccole e medie imprese chiamate da Cna e Confartigianato con il sostegno del Comune, della provincia e della locale Camera di Commercio, venerdì sera, dalle 21.30, a fare mostra dei loro prodotti nella Ravenna Fashion Night, importante vetrina di moda, arte e spettacolo.

Una quinta edizione, ricca di novità, che vedrà alternarsi in passerella le ultime novità di sartoria, di abbigliamento, di maglieria, di abiti da sposa e da cerimonia,tutti creati dalle imprese ravennati, in una fase delicata per il tessile: un settore che nella provincia di Ravenna conta 500 imprese, di cui l’80 % artigiane e che danno lavoro a 1.500 famiglie.

In passerella, ben 120 capi del prêt-à-porter autunno inverno con sette firme della provincia – Claudia B, Cristina intimo, Florence mode by Sweet Basil, Francesca Mercuriali, Monica B, Tenerezze, Viro – sul fil rouge del tema dell’acqua, a rimarcare il nesso della città con il mare.

Ha spiegato Antonello Piazza, segretario provinciale di Confartigianato:

“Questo evento è un segnale tangibile di quanto questa città sia attiva e in grado di rappresentare in un campo specifico com’è quello del tessile e della moda”.

Paola Perfetti

L’alta sartorialità della Scuola di Moda di Ida Ferri sfila a Roma

Un omaggio a Marlene Dietrich per la sfilata della Scuola di Moda Ida Ferri che si terrà oggi, nella splendida cornice del Complesso Monumentale S. Spirito in Sassia, Roma.

Si tratta di unn appuntamento atteso, anno dopo anno, con un tributo ad artisti dalle qualità professionali rinomate e che quest’anno ha scelto tailleur, giacche, gilet, camicie di rigore maschile, mescolate a gonne fascianti con inserti di sbieco che esaltano la femminilità e racchiudono l’animo virago di una donna come l’Angelo Azzurro, reso da una struttura, la scuola di moda “Ida Ferri” in grado di preparare al meglio stilisti, tecnici ed artisti.

Nei suoi 83 anni di storia, la scuola ha seguito al meglio l’evoluzione del settore e spesso ha anche anticipato le nuove tendenze, dimostrandosi tra le poche strutture in Italia in grado di preparare le nuove generazioni a competere ai massimi livelli nel campo dell’alta sartoria che da sempre è uno dei fiori all’occhiello del Made in Italy.

A Roma ci sono oltre 1.000 imprese di sartoria che rappresentano un patrimonio per il mondo della moda – spiega la direttrice della Ida Ferri M. Paola Marta e che hanno un forte bisogno di essere sostenute e valorizzate”.

Paola Perfetti

Made in Italy: arriva il marchio di qualità per 1.000 ristoranti italiani all’estero.

Per uno straniero su 10, l’Italia è sinonimo di “buon cibo” e quanti hanno avuto la possibilità di trascorrere una vacanza nel BelPaese promuovono la nostra cucina con un 8 pieno. Non a caso, le nostre produzioni agroalimentari sono anche le più imitate o “taroccate” al mondo. E a rimetterci non è solo il palato di ignari consumatori stranieri, convinti di acquistare vero prodotto made in Italy, ma anche il bilancio del settore agroalimentare, paradossalmente “derubato” di potenziali 50 miliardi di euro (tale la stima di Coldiretti del fatturato globale delle imitazioni o delle contraffazioni di prodotti tricolore).

E visto che l’Italia è la prima destinazione per vacanze enogastronomiche proposte dal turismo organizzato internazionale, vale la pena – questa l’idea del progetto “Ospitalità italiana, Ristoranti italiani nel mondo” – di far “assaggiare” a quanti sognano un viaggio in Italia i sapori più genuini del nostro Paese, promuovendo in questo modo i territori e l’Italian way of life nel suo complesso. Come? Attraverso i più incisivi ambasciatori del gusto e del palato, cioè i ristoranti italiani all’estero, che oggi hanno la possibilità di certificare la propria “italianità” e la qualità dei prodotti offerti alla clientela con un bollino DOC.

Il progetto, curato da Unioncamere, si avvale del supporto operativo di Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche), del coinvolgimento della rete delle Camere di commercio italiane all’estero, coordinate da Assocamerestero, e del contributo delle associazioni imprenditoriali di settore, in particolare della Fipe, e vede la collaborazione dei Ministeri degli Esteri, dello Sviluppo economico, dei Beni culturali e del Turismo, i cui rappresentanti partecipano al Comitato di indirizzo dell’iniziativa.

 

Fonte: Unioncamere

Confartigianato della zona di Palmanova: 34ma rievocazione storica

Anche quest’anno, il business diventa un tutt’uno con la storia e la cultura tutta made in Italy.

I prossimi 10 e 11 luglio, infatti, gli acconciatori di Confartigianato della zona di Palmanova tornano ad essere protagonisti della 34esima rievocazione storica.

Si tratta della commemorazione del lontano 22 luglio 1602, giorno in cui il Provveditore Generale nella Patria del Friuli, Gerolamo Cappello, fece innalzare sul pennone della piazza il Vessillo della Serenissima Repubblica di Venezia, la potenza che aveva voluto l’edificazione della fortezza come baluardo difensivo agli estremi confini orientali dei territori repubblicani.

Per l’occasione, le nobildonne del corteo storico sfileranno con le loro acconciature. Partecipe anche il Movimento Donne Impresa di Confartigianato, che ha collaborato alla realizzazione dell’evento.

Fonte: Confartigianato Udine

Paola Perfetti

Made in Italy: tour del gusto italiano in 19 piazze europee.

Un bando di concorso coordinato da Buonitalia SpA per la promozione e la conoscenza dell’autentica cucina made in Italy in Europa.

Sta per avvenire la scelta di chi, fra le piccole e medie imprese italiane esperte nel settore gusto, rappresenterà il top della qualità enogastronomica in 19 piazze europee (Londra esclusa), piazze che sono state scelte come palcoscenici privilegiati sui quali dimostrare ai nostri colleghi europei la differenza fra un prodotto italiano DOC e le sue imitazioni con altri cibi dai nomi (e qualità) davvero improbabili.

Il bando prevede la presentazione di un progetto per l’affidamento dell’appalto di ideazione, realizzazione e gestione di un programma itinerante in almeno 19 città europee per il rilancio dell’immagine dell’Italia all’estero e per la promozione dei prodotti enogastronomici italiani e della campagna di comunicazione integrata per la promozione dell’evento. Valore stimato, IVA esclusa: 1.560.000 EUR.

Un’ottima iniziativa con la quale creare un momento di educazione al gusto e alla cultura italiana all’estero, ma soprattutto, un trampolino di lancio per qualche piccola media impresa tutta italiana legata al settore della cucina nostrana: sì perchè in ogni piazza per due giorni e tre mesi di “tour del gusto italiano”, saranno all’incirca 2mila i visitatori che al giorno potranno finalmente conoscere la differenza fra un Parmigiano Reggiano e un Parmisan, un Chianti autentico con un Chianti californiano, e via discorrendo.

Dato che il termine del bando di concorso è stato il 30 aprile 2010, non ci resta che attendere i nomi dei vincitori e , dopo le congratulazioni, scoprire con quale menu la  cucina del Bel Paese verrà rappresentata all’estero.

Nel frattempo, per maggiori informazioni:
Buonitalia SpA
via XX Settembre 98 G
All’attenzione di: dott. Mario Criscuolo
00187 Roma, ITALIA
Tel. +39 0642085970
magic.italy@buonitaliaspa.it

Fonte: bando

Paola Perfetti

Se lo yuan diventa più flessibile, si aprono nuove opportunità per le imprese del Made in Italy.

La Cina renderà più flessibile lo yuan, sua moneta ufficiale. Ad affermarlo è stata la Banca Centrale cinese, che comunque ha precisato che l’adeguamento avverrà in maniera graduale. Questa decisione si è resa necessaria poiché la Cina sta subendo forti pressioni, in particolare dagli Usa, per aumentare il valore dello yuan in modo da correggere gli squilibri nel commercio internazionale e favorire la ripresa economica. La decisione di rendere più flessibile il tasso di cambio dello yuan, è stata presa considerando che l’ economia globale si sta gradualmente riprendendo. Per le imprese italiane questa potrebbe essere una buona notizia, infatti da un lato dovrebbero aumentare i prezzi delle merci dei prodotti made in china e dall’altro le imprese del Made in Italy che esportano verso la Cina con uno yuan più forte potrebbero vendere di più, dal momento che aumenterebbe il potere d’acquisto dei Cinesi.

Settore tessile: delucidazioni sulle agevolazioni fiscali

Per il sostegno all’attività produttiva e ai consumi è stato pubblicato il 26 marzo scorso il D.L. 40/2010, il quale prevede, tra l’altro, incentivi a fronte di attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo legato alla realizzazione di campionari, stanziando un contributo complessivo di 70 milioni di euro.

Per ricerca e sviluppo si intende indicare quella parte di un’impresa industriale, uomini, mezzi e risorse finanziarie, che viene dedicata allo studio di innovazioni tecnologiche da utilizzare per migliorare i propri prodotti, crearne di nuovi o migliorare i processi di produzione.

In attesa dei criteri e delle modalità attuative dell’agevolazione, che saranno note entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto, si evidenzia da subito che:

  • l’agevolazione è usufruibile, indipendentemente dalla natura giuridica, da quelle imprese che appartengono alle divisioni 13 e 14 della tabella ATECO 2007 (industrie tessili e confezioni di articoli di abbigliamento, di articoli in pelle e in pelliccia);
  • il periodo di riferimento per il sostenimento delle spese è l’anno 2010;
  • la detassazione dal reddito d’impresa dei costi sostenuti per la ricerca è fruibile soltanto in sede di versamento del saldo delle imposte di competenza dell’anno 2010, non dell’acconto;
  • l’incentivo opera nell’ambito del “de minimis” pari a 200.000 euro nell’arco di 3 esercizi.

Sicuramente si tratta di un provvedimento che attribuisce valore e importanza al settore dell’abbigliamento e soprattutto al made in Italy.

Dott.ssa IPPOLITA PELLEGRINI

Più facile e veloce anche in Italia impedire la registrazione di un marchio confondibile con il proprio

Con il decreto n. 33 del 13 gennaio 2010, pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 10 marzo 2010, entra finalmente in vigore il Regolamento di Attuazione del Codice della Proprietà Industriale, che rende esecutiva la procedura di opposizione alla registrazione dei marchi di impresa. Il nostro Paese si allinea quindi alla gran parte degli Stati comunitari e fa propria una procedura amministrativa adottata già da diversi anni dall’Ufficio comunitario (Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno di Alicante), seppur con qualche differenza relativamente ai motivi per poter depositare un’opposizione, più ristretti in Italia che in Unione Europea.

I titolari di marchi non saranno più costretti ad adire le vie giudiziarie per chiedere la cancellazione di un marchio illecitamente registrato ma potranno agire in via amministrativa davanti all’Ufficio italiano brevetti e marchi (UIBM) per opporsi alla concessione di un marchio contrastante con il loro diritto anteriore. Da un lato, quindi, si potrà agire prima che il titolo venga concesso e, dall’altro, ci si potrà avvalere di una procedura amministrativa più snella e certamente meno onerosa rispetto ad un normale procedimento giudiziario. Sono legittimati a depositare un’opposizione, entro il termine di tre mesi dalla data di pubblicazione del marchio nel Bollettino Ufficiale, i titolari di marchi registrati identici o simili per prodotti identici o affini. L’opposizione dinanzi all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi potrà essere depositata anche in caso di assenza di consenso degli aventi diritto relativamente a ritratti di persone, nomi e segni notori. Le parti avranno la possibilità di raggiungere un accordo prima della chiusura della procedura amministrativa, che dovrà comunque concludersi entro 24 mesi dal deposito dell’atto di opposizione.

Ad oggi, l’UIBM non effettua una verifica sulla sussistenza di un contrasto tra un marchio depositato e le registrazioni precedenti; spetta invece al titolare di un marchio monitorare le richieste di registrazione che pervengono all’Ufficio. Per fare ciò, è necessario avvalersi di un consulente specializzato per il monitoraggio costante dei Registri dei marchi implicati e porre in essere azioni in difesa del proprio diritto qualora si ravvisi un conflitto con il proprio titolo anteriore. La coesistenza tra marchi di diverse imprese rischia di svilire l’importanza del marchio, principale strumento di comunicazione e collettore di clientela per l’impresa, con conseguenti perdite economiche e rischio di confusione per il consumatore, che potrebbe essere portato a confondersi tra prodotti aventi origine imprenditoriale differente a causa della somiglianza tra i marchi. L’introduzione della procedura di opposizione rappresenta dunque un’importante opportunità per impedire la concessione di un marchio che si ritiene in contrasto con il proprio diritto di esclusiva e per rafforzare, di conseguenza, il segno distintivo di cui si è titolari: con un’azione tempestiva in difesa dello stesso se ne accrescerà infatti il valore, grazie alla sua unicità sul mercato.

Tuttavia, per l’effettivo l’utilizzo di tale procedura manca ancora il decreto del ministro dello Sviluppo Economico che fissa termini e modalità di pagamento dei diritti per il deposito dell’opposizione che, a questo punto, si attende a breve.

Avv. Helene Regnault de la Mothe

“Made in Italy” a danno dei titolari di marchi italiani

Il Made in Italy da sempre distingue la creatività e la qualità delle imprese italiane nel mondo, portando all’estero il prestigio del tessuto imprenditoriale nazionale. Tutti sanno che il richiamo alla produzione italiana accresce il valore e la quotazione sul mercato dei prodotti che possono fregiarsi dell’essere “100% italiani“. Proprio l’importanza attribuita all’etichettatura dei prodotti ha portato il legislatore italiano a numerosi interventi normativi in materia, anche se non sempre nel segno della chiarezza e dell’efficacia rispetto agli obiettivi.

Non fanno eccezione le ultime disposizioni (art. 17 della L. 99/2009 e  art. 16 del Decreto Legge 135/2009) che, paradossalmente, pongono a carico del titolare di un marchio italiano o del suo licenziatario oneri maggiori rispetto a quelli richiesti ad un’impresa straniera. Nello specifico, era stata prevista una sanzione penale per “l’uso di marchi di aziende italiane” apposti su merce non originaria dell’Italia e priva dell’indicazione del Paese di fabbricazione.

Questo però discriminava i marchi di aziende italiane rispetto a quelli di aziende straniere e pertanto, dopo appena due mesi, la disposizione è stata abrogata dall’art. 16 D.L 135/2009. Anche con tale normativa, tuttavia, le disparità permangono. La disposizione in esame sanziona, a livello amministrativo, un utilizzo del marchio tale da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto sia di origine italiana ove ciò non corrisponda alla reale provenienza della merce e prevede una sanzione penale nel caso in cui venga espressamente indicato, su merce non fabbricata nel nostro territorio,  che il prodotto è interamente realizzato in Italia.

Entrambi gli interventi normativi, oltre a essere piuttosto approssimativi, sembrano porsi in contrasto con il principio costituzionale di uguaglianza (art. 3 Costituzione) e con la normativa comunitaria (quantomeno con riferimento all’art. 28 Trattato CE). Pare infatti emergere con evidenza la disparità di trattamento tra imprese, se si considera che nessun illecito è sanzionato ove l’utilizzo falso o fallace del marchio venga posto in essere da un’impresa straniera, benché anche in tale situazione si verifichi proprio quell’inganno per il consumatore finale che il legislatore si propone di sanzionare. Molti, dunque, i problemi posti dalle ultime disposizioni legislative, emanate forse in assenza di un disegno unitario. 

Un’autentica tutela della correttezza commerciale, dei consumatori e del vantaggio competitivo dato dal nostro “Made in Italy” rimane purtroppo ancora lontana; restano, invece, i contrasti tra norme e le discriminazioni, proprio a discapito dei titolari di marchi italiani.

Avv. Helene Regnault de la Mothe