Il 31 gennaio scade il superbollo

La scadenza per il pagamento del superbollo è alle porte: chi è chiamato a versare il pagamento?

I soggetti possessori, a vario titolo, di autovetture ed autoveicoli per trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a 185K, il cui bollo risulta scaduto a dicembre 2012, sono chiamati a mettersi in regola entro il 31 gennaio.

Ma cos’è, in pratica, il superbollo?
Si tratta di un’addizionale erariale alla tassa automobilistica, ovvero di un ulteriore importo da versare oltre all’ordinario bollo auto, con la differenza che, mentre quest’ultimo è una tassa regionale, il superbollo è destinato alle casse dello Stato.

L’addizionale erariale della tassa automobilistica era stata introdotta già dal 2011 ed era relativa ad autovetture e autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore ai 225 kW e nella misura di € 10 per ogni kW di potenza superiore a tale soglia.
La Manovra Monti ha, però, inasprito dal 2012 il superbollo, portandolo a € 20 per ogni kW superiore alla soglia di 185 kW, coinvolgendo quindi una più ampia platea di contribuenti.

Il superbollo va versato da tutti i contribuenti possessori di veicoli con potenza superiore ai 185 kW.
Per possessori si intendono:

  • i proprietari;
  • gli usufruttuari;
  • gli acquirenti con patto di riservato dominio;
  • gli utilizzatori a titolo di locazione finanziaria, così come risultano essere iscritti al PRA (Pubblico registro automobilistico).

In particolare, il versamento del superbollo dovrà essere eseguito contestualmente al pagamento del bollo ordinario. Ciò significa che i soggetti possessori, a vario titolo, di autovetture ed autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose con potenza superiore a 185Kw e con bollo scaduto a dicembre 2012, devono versare entro il prossimo 31 gennaio, contestualmente al bollo, anche l’addizionale erariale alla tassa automobilistica.

Per pagarlo, dovrà essere utilizzato il modello F24 elementi identificativi, senza possibilità di compensazione.

Il modello F24 dovrà essere compilato indicando:

  • nella sezione “CONTRIBUENTE” i dati anagrafici e il codice fiscale del soggetto versante;
  • nella sezione “ERARIO ED ALTRO”:la lettera A, nel campo “TIPO”; la targa del veicolo nel campo “ELEMENTI IDENTIFICATIVI”; il codice tributo “3364” nel campo “CODICE”;
  • l’anno di decorrenza della tassa automobilistica nel campo “ANNO DI RIFERIMENTO” (per i soggetti con bollo scaduto a dicembre 2012, nel campo “anno di riferimento” andrà inserito l’anno 2013).

Una volta compilato, il modello va presentato, in modalità esclusivamente telematica, da parte dei titolari di partita IVA, e con modalità cartacea o telematica da parte dei NON titolari di partita Iva.

A seconda dell’anno di immatricolazione della vettura, sono previste alcune riduzioni:

  • dopo 5 anni: il superbollo si riduce a 12 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 10 anni: il superbollo si riduce a 6 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 15 anni: il superbollo si riduce a 3 € per ogni kW eccedente i 185 kW;
  • dopo 20 anni: il superbollo non è più dovuto.

Vera MORETTI

Mari o Monti quest’anno? Vacanza dopo la spending review!

 

Spending review sì. Tagli no. E viceversa.

I sindacati si infervorano, gli statali tremano. Ora, non si è mai visto un governo capace di accontentare tutti, grandi e piccini, parti sociali ed esponenti del buon nome di una grande azienda. Men che meno un governo di tecnici cui è riservato il compito di fare “il lavoro sporco”, quello che un Primo Ministro eletto dal popolo non potrebbe mai fare.

Toccare I.V.A., tasse, tagliare l’esercito di impiegati pubblici e statali il tutto per non mettere mano alle tasche degli italiani dal prossimo ottobre 2012.

Al ritorno dalle vacanze, infatti, il popolo del Belpaese potrebbe subire un ulteriore aumento dell’imposta generale sui consumi. A meno che il buon Mario non riesca a racimolare nottetempo 4,2 miliardi di euro.
Dove non si può tirar su con il rastrello si taglia, “ma non con l’accetta e non con una manovra finanziaria” spiega dal Colle il Presidente del Consiglio.

E dunque? Tutti a casa oppure continuiamo a stringere la cinghia?

Colpa del sisma in Emilia, colpa degli esodati,bisogna eliminare gli sprechi, non ridurre i servizi“, insomma, si mette mano là dove il mare magnum della burocrazia si perde tra assenteisti irresponsabili, perché ci sono anche loro, e voci dell’organigramma non del tutto necessarie.

Nuovi disoccupati in vista?

La Camusso minaccia la discesa in piazza – e vogliamo vedere tra il super caldo Catone e le vacanze che si avvicinano quanti e chi davvero lo farà.

I cadreghini dei dirigenti cominciano a tremare – e solo il Cielo sa se taglieranno l’anguria a Ferragosto. 1 su 10 potrebbe rimanere a casa.

Gli impiegati della pubblica amministrazione non ci stanno sebbene il ministro della Pubblica amministrazione abbia ammesso che la riduzione degli organici sarà fatta dopo la verifica delle piante organiche. Solo dopo, infatti, sarà possibile selezionare e modulare l’intervento di riduzione attraverso la mobilità di due anni.

Mari o Monti quest’anno? Si minaccia una vacanza lunga tutta una vita…

 

Paola PERFETTI

Nuove disposizioni per i contributi IVS di artigiani e commercianti

di Vera MORETTI

E’ uscita la circolare dell’Inps relativa agli importi dei contributi IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) di Artigiani e Commercianti, propri e a favore dei loro collaboratori, per il 2012.
Le aliquote contributive sono state incrementate di 1,3 punti percentuali dal 2012 e successivamente di 0,45 punti percentuali ogni anno fino a raggiungere l’aliquota del 24% nel 2018, come previsto dalla manovra Monti.

Per il 2012 le aliquote contributive di artigiani e commercianti sono pari a:

  • 21,30% per gli artigiani (anziché 20%);
  • 21,39% per i commercianti (anziché 20,09%).

Per chi ha meno di 21 anni e lavora presso imprese di artigiani e commercianti si applica l’agevolazione già esistente che consiste nella riduzione di 3 punti percentuali delle aliquote contributive, valida fino a tutto il mese in cui il collaboratore compie i 21 anni. Per essi, pertanto, quest’anno le aliquote sono pari a 18,30% per gli artigiani e 18,39% per i commercianti.

Gli importi sono cambiati in questo modo:

  • della retribuzione annua pensionabile massima, pari per il 2012 a € 44.204;
  • del minimale di reddito, pari a € 14.930;
  • del massimale di reddito, pari a € 73.673 per i soggetti iscritti alla Gestione Inps anteriormente al 01.01.1996 o che possono far valere anzianità contributiva al 31.12.1995; € 96.149 per i soggetti privi di anzianità al 31.12.1995.

La disciplina dei contributi IVS di artigiani e commercianti si caratterizza per la previsione di un reddito minimo annuo, o minimale, sul quale deve essere versato, in ogni caso, un “contributo minimo obbligatorio”. Se il reddito supera il livello minimo, devono essere versati anche i contributi sulla quota di reddito eccedente il minimale, fino al raggiungimento del massimale annuo di reddito imponibile.

Cosa significa ciò?

  • Per i redditi inferiori o uguali al minimale di € 14.930: il contributo si calcola applicando all’importo del minimale le aliquote contributive sopra indicate.
  • Per i redditi che superano il minimale di € 14.930 ma fino al limite di retribuzione annua pensionabile di € 44.204: sulla quota di reddito eccedente il minimale si applicano le suddette aliquote contributive;
  • Per i redditi che superano il limite di retribuzione annua pensionabile di € 44.204 e fino al massimale di reddito annuo imponibile, pari a € 73.673, sulla quota di reddito che supera i € 44.204 si applicano le suddette aliquote contributive innalzate però anche quest’anno di 1 punto percentuale.

Il pagamento dei contributi IVS 2012 dovuti sul minimale di reddito deve essere effettuato con modello F24 seguendo quattro scadenze rateali, ovvero: 16 maggio 2012, 16 agosto 2012, 16 novembre 2012, 16 febbraio 2013.
Gli acconti dei contributi 2012 eventualmente dovuti sulla quota di reddito eccedente il minimale devono essere, invece, versati entro i termini previsti per il pagamento delle imposte sui redditi delle persone fisiche, cioè entro il 16 giugno 2012 (o 16 luglio 2012 con maggiorazione dello 0,40%), a titolo di 1° acconto 2012 oppure entro il 30 novembre 2012, a titolo di 2° acconto 2012.
L’eventuale saldo andrà versato in sede di UNICO 2013, quindi entro il 16 giugno 2013 (o 16 luglio 2013 con maggiorazione dello 0,40%).

La Manovra Monti facilita la vita ai contribuenti in difficoltà

di Vera MORETTI

La regolarità nell’adempimento agli obblighi fiscali è sempre più difficile per i contribuenti, soprattutto considerando la crisi economica ancora molto presente.

La Manovra Monti, a questo proposito, ha deciso di venire incontro a chi si trova in difficoltà e introdurre una proroga della rateazione del debito fino a un massimo di 72 rate mensili con possibilità di rate variabili.

Questa dilazione era già possibile prima di questa manovra, perché il contribuente che ne necessitava poteva presentare una domanda ad Equitalia ed ottenere una rateazione delle somme iscritte a ruolo per un massimo di 72 rate mensili. Tutto ciò era possibile senza garanzia e l’unico obbligo era la puntualità dei pagamenti, pena la cessazione del beneficio della dilazione.

Con il decreto Milleproroghe 2010, poi, era stata data facoltà ad Equitalia, per le dilazioni concesse fino al 27/2/2011 che mancassero del pagamento della prima rata e di due rate successive, di riconcedere la dilazione, sempre fino a 72 mesi, a condizione che il contribuente fosse in grado do provare il peggioramento dello stato di difficoltà.

Con la Manovra Monti, dunque, cosa cambia? Viene concessa un’ulteriore proroga di 72 mesi al contribuente che ha già usufruito della dilazione ed ha anche subito un peggioramento della sua situazione. Ciò è possibile, però, solo se la prima dilazione concessa non è scaduta. La novità è l’importo delle rate, che possono essere di importo crescente per anno.

La disposizione della Manovra Monti concede la seconda proroga anche alle dilazioni concesse fino al 28/12/2011 per le quali non era stata pagata la prima rata o le due successive e che non hanno benenficiato della dilazione prevista dal decreto Milleproroghe 2010.

Stetoscopi in rivolta: arriva lo sciopero dei medici di famiglia e del 118

Di Paola PERFETTI

La manovra Monti e il decreto fiscale mietono nuovi scandali e nuove proteste fra i professionisti. Dopo i tassisti, ora è il turno dei medici di famiglia che, stanchi delle decisioni in essere in fatto di casse previdenziali, hanno stabilito con la Finmg un bello sciopero nazionale. L’ennesimo di questo inizio 2012.

Avverrà per due giorni, il 10 e 13 febbraio, garantendo, com’è ovvio pensare, una certa flessibilità in caso di visite urgenti e in soccorso di malati gravi.
Il giuramento di Ippocrate lo impone. Quello del buon senso pure. E’ la pazienza che sta per finire.

Anche fra i medici dell’ex guardia medica e in quelli del 118 che incroceranno gli stetoscopi l’11 e il 12 febbraio 2012.

“I motivi dell’agitazione sono per la difesa dell’autonomia dell’Enpam che potrebbe venir meno con le misure contenute nella manovra del governo Monti” – spiegano i promotori che aggiungono – “La Fimmg ha approvato il calendario degli scioperi della categoria, si inizierà quindi con 4 giorni che aprono una lunga stagione di lotta sindacale, che si protrarrà nei prossimi mesi“.

La richiesta? Non alla privatizzazione dell’ente previdenziale.

Attenzione cari utenti a non ammalarvi in quei giorni…

Ordine negli studi professionali, please!

“Confprofessioni è pronta a portare sul tavolo del presidente del Consiglio, Mario Monti, e del sottosegretario Antonio Catricalà, un pacchetto di misure che possano rilanciare l’attività degli studi professionali e individuare con il governo nuovi ambiti di intervento per sburocratizzare il sistema ordinistico“. E’ quanto afferma, in un intervento sul quotidiano ‘Italia Oggi’, il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella.

Stella sottolinea che “i professionisti, con grande senso di responsabilità, sono pronti ad affrontare i cambiamenti in atto, ma a precise condizioni“.

L’apertura alla concorrenza dei servizi professionali non può essere barattata con la creazione di nuove concentrazioni, moderni monopoli che minacciano di fagocitare una realtà economica costellata da una miriade di studi di piccole e piccolissime dimensioni“.

In gioco – avverte – non c’è il destino degli ordini o delle tariffe professionali, ormai ampiamnete superate dopo il decreto Bersani. Si tratta di definire con chiarezza il ruolo e le competenze dei liberi professionisti all’interno delle moderne dinamiche del mercato“.

Liberalizzazione delle assicurazioni, sì o no?

Tra gli impegni del nuovo governo, in vista dell’ondata di liberalizzazioni che dovrebbero riguardare il nostro Paese, il segretario dell’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) Primo Mastrantoni propone quello della governance delle assicurazioni.

Il costo medio delle polizze auto nel nostro Paese, fa notare Mastrantoni, è di 407 euro, a fronte dei 230 euro nel resto d’Europa.

Un livellamento dei prezzi nostrani a quelli comunitari potrebbe dunque essere auspicabile, poiché non si capisce come mai le nostre compagnie debbano essere le più costose del Vecchio continente.

Le agenzie imputano i prezzi alti delle polizze al fatto che esistono clienti “furbi” che fanno salire i prezzi anche per i più “virtuosi”.

Secondo l’Isvap la media delle frodi in Italia e’ del 2-3%, pressoché a livello europeo, ma in Italia c’è la maggiore percentuale di lesioni personali (il famoso colpo di frusta).

Per risolvere il problema delle frodi, consiglia Mastrantoni, le assicurazioni dovrebbero quindi aggiornare i propri sistemi di liquidazione dei sinistri. Non solo: è lo stesso sistema concorrenziale tra agenzie che non funziona e che andrebbe corretto. Sono infatti moltissime le imprese assicuratrici con amministratori in comune tra loro.

Nel 2008 tali imprese rappresentavano l’87% dell’attivo totale del settore.

Fonte | Ansa.it

Sciopero dei tassisti, la serrata il 23 gennaio

Di Paola PERFETTI

Si respira un’aria tesa nel sistema dei professionisti. La riforma Monti, che concede il via libero all’aumento del numero delle licenze e l’ok alle liberalizzazioni nel quadro delle nuove misure di rilancio della crescita, non è andato giù a molti, soprattutto ai tassisti che, riuniti in un Parlamentino nella rossa Bologna, hanno deciso di dare sfogo alla loro protesta.

Era già accaduto nel pomeriggio di martedì 10 gennaio all’aeroporto di Linate di Milano. Accadrà di nuovo, ed in formato nazionale, il 23 gennaio, quando i professionisti su quattro ruote incroceranno le braccia contro le misure annunciate dal governo Monti.

Ma non solo. Lunedì 16 gennaio, e non più sabato 14 come precedentemente stabilito, i tassisti fuori turno saranno al Circo Massimo a Roma per una grande assemblea nazionale per un’ assemblea generale chiamata a decidere eventuali altre iniziative.

In quell’occasione, una delegazione raggiungerà la sede dell’Antitrust per contestare, cifre alla mano, le inesattezze contenute nella relazione dell’Autorità: “La categoria in caso di decisione unilaterale da parte del governo si riserva di assumere tutte le iniziative ritenute più opportune” – dice il comunicato uffiicale del sindacato.

Ma non tutti sono d’accordo con la serrata dei taxi.

Contrario allo sciopero è l’Adoc (associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori), per il quale le liberalizzazioni dovrebbero essere adottate in tutti i settori considerato che un maggior numero di taxi porterebbe a una diminuzione dei prezzi a vantaggio dei consumatori e alla creazione di circa 20mila posti di lavoro in Italia.

E contrario lo è anche Codacons, che sulle pagine di Adnkronos ribatte:”Di questo passo ‘l’Italia non andrà da nessuna parte, e non si uscirà mai dalla crisi. La liberalizzazione nel settore dei taxi è un provvedimento atteso da decenni, che può realmente portare benefici non solo agli utenti, ma anche agli stessi tassisti, vista la possibilità di licenze compensative assegnate peraltro gratuitamente”.

Sempre per il Codacons i tassiti sono avvisati: “in caso di blocchi stradali e danni agli utenti in occasione dello sciopero del 23, non esiteremo a presentare una raffica di denunce in Procura, così come avvenuto nel 2007, quando un elevato numero di taxi bloccò per ore e ore la circolazione stradale a Roma, impedendo il passaggio di auto e mezzi pubblici. Protesta che è valsa a 500 tassisti un processo in Tribunale”.

A quel punto non è detto che caleranno i prezzi, perché sarà una oligarchia e i piccoli saranno schiacciati” – spiega Il Fatto Quotidiano – “Del resto, in paesi come Irlanda e Olanda, tra i pochi in Europa dove il servizio è stato deregolamentato, ad aumentare non sono stati solo i prezzi, ma anche i suicidi dei propri colleghi”.

Bortolussi: la manovra colpisce anche i ricchi

“Forse c’era bisogno di un’ulteriore dose di equità, ma non è vero che la manovra Monti e le ultime due redatte dal Governo Berlusconi non colpiranno anche i ricchi”. A sentenziarlo è Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre, che ha calcolato gli effetti economici delle ultime 3 manovre correttive sulle tasche di tre tipologie di super- ricchi: un manager d’azienda con 550.000 euro di reddito l’anno; un dirigente con un reddito di 350.000 euro l’anno; un pensionato con un reddito di 220.000 euro l’anno.

Ebbene: a fronte della patrimoniale che graverà sui loro dossier titoli, del contributo di solidarietà introdotto da Berlusconi, dal peso dell’Imu che interesserà le loro abitazioni (1^ e 2^ casa) e la tassa di lusso che colpirà le loro auto di grossa cilindrata, per queste due tipologie di dirigenti gli aumenti saranno di tutto rispetto.

Nel primo caso, la maggiore tassazione sarà già quest’anno di quasi 8.500 euro, per oscillare poi nei prossimi tre anni tra i 16.000 euro e i 21.300 euro per ciascuna annualità. Non va molto meglio nemmeno per il nostro “ipotetico” super pensionato. Se si considera anche l’ulteriore contributo di solidarietà introdotto dalla manovra Monti sopra i 200.000 euro (aliquota del 15%), le maggiori tasse da versare all’Erario e agli Enti locali ammonteranno a 4.000 euro per l’anno in corso e tra i 10.700 euro e i 12.300 euro per ciascuno dei prossimi anni.

“La manovra Monti potrà non piacere e sicuramente si poteva fare di più e meglio, tuttavia – conclude Bortolussi – mai come in questa occasione anche i redditi alti sono stati chiamati a dare il loro contributo”.

Fonte: Agenparl.it