Nuovi decreti sulle rinnovabili termiche

Sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale i decreti relativi al Conto Termico, che definisce gli incentivi alle energie rinnovabili diverse dal Fotovoltaico, come pannelli solari termici, pompe di calore, caldaie, condizionamento a energia solare, biomasse, e al regime dei Certificati Bianchi, per la certificazione dei risparmi energetici negli usi finali di energia.

Per quanto riguarda le rinnovabili termiche, gli incentivi ammontano a 900 milioni di euro, dei quali 700 mln per i progetti privati e 200 mln per quelli delle Pubbliche Amministrazioni, con un rimborso fino al 40% della spesa sostenuta.
Il decreto interministeriale studiato dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e quello delle Politiche Agricole Mario Catania definisce un nuovo meccanismo di incentivazione, che riguarda “la produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni”.
I limiti di potenza incentivabile sono stati aumentati da 500 kW a 1 MW.

Fino a giugno 2013 per incentivare le Rinnovabili termiche ci si potrà affidare anche al Bonus Energia 55% che però è spalmato in ben 10 anni.

Il decreto sui Certificati Bianchi fissa gli obiettivi dell’Italia in termini di risparmio energetico per le aziende di distribuzione dell’Energia elettrica e del Gas, da raggiungere nel quadriennio 2013-2016: 4,4 megatep (un milione di tonnellate di petrolio) nel 2013; 5,9 nel 2014; 6,4 nel 2015; 7,3 megatep nel 2016.

I risparmi possono essere ottenuti dalle aziende di distribuzione dell’energia elettrica e del metano sui consumi finali dei loro clienti, o acquistando i Certificati Bianchi. Questa possibilità è stata prevista per favorire gli investimenti.

Vera MORETTI

Pesca, l’Europa raggiunge l’accordo

La nuova politica della pesca in Europa sarà definita in base ad un approccio comune negoziata in codecisione con il Parlamento europeo: dopo oltre 18 ore di trattative, i ministri della pesca dell’Ue – per l’Italia Mario Catania – hanno raggiunto questo accordo.

A tirarsene fuori è la Francia, che dice di non riconoscersi nell’orientamento comune. Nel documento finale messo a punto dalla presidenza danese dell’Ue e dalla commissaria alla Pesca, Maria Damanaki, “sono stati accolti tutti i punti sollevati dall’Italia”.

L’accordo permetterà alla prossima presidenza cipriota dell’Ue, che il primo luglio riceverà il testimone dalla Danimarca, di elaborare la riforma definitiva sia della nuova politica della pesca in Europa, sia delle nuove norme sull’organizzazione di mercato dei prodotti ittici e dell’acquacoltura. A questi due capitoli si aggiungerà anche quello del futuro Fondo europeo per la pesca e l’attività marittima per il 2014-2020.

Francesca SCARABELLI 

Contro la crisi…beviamo vino!

di Vera MORETTI

Verona capitale del vino, almeno fino al 28 marzo, quando Vinitaly chiuderà i battenti.
Da domenica scorsa, infatti, è in corso la fiera dedicata al vino, dove, a farla da padrone, sono le bottiglie italiane.

Il bilancio del settore, secondo i dati presentati da Dino Scanavino, vicepresidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, è del tutto positivo, perché “in una fase in cui la disoccupazione e’ a livelli altissimi nel Paese, proprio il pianeta vino crea posti di lavoro e nuove imprese, soprattutto tra i giovani e le donne, ovvero le categorie da sempre più deboli e svantaggiate“.

I numeri, a questo proposito, parlano chiaro: in Italia ci sono 250mila aziende vitivinicole, per la maggior parte Pmi, che danno lavoro a più di 200mila addetti, 50mila di questi sono giovani. Se si allarga il campo all’indotto, le aziende arrivano ad essere 400mila unità, con, in totale, 1,1 milioni.
Inoltre, tra le donne a capo di imprese agricole, 538mila in totale, il 30% conduce aziende vitivinicole. In questa percentuale, il 70% lavora nelle cantine, l’11% si occupa di ristorazione, un 9% è sommelier e un altro 9% è addetta alla comunicazione.

Il vino, dunque, è diventato protagonista dell’economia italiana, tanto da essere, ormai, una delle voci primarie nel prodotto interno lordo, ancora più del settore automobilistico, che, lo sappiamo, ha pesantemente risentito della crisi e dell’innalzamento dell’Iva.

E il successo di questo settore si vede anche dai numeri di Vinitaly, che vanta il 30% dei visitatori provenienti dall’estero, da ben 110 Paesi, con un forte aumento di interesse da parte del Brasile, che registra +50% in tre edizioni, e della Cina, con un aumento addirittura del 250%.
Grazie a questi exploit sul mercato estero, il prodotto vino ha generato nel 2011 un fatturato diretto di dieci miliardi di euro con un export pari a 4,4 miliardi nel 2011, registrando un 12 per cento in più rispetto all’anno precedente, dei quali 1,3 provenienti dal Veneto.

Sarà per questo che la fiera, già da domenica, ha registrato un record di accessi? O per la partecipazione di personalità di rango, come, quest’anno, Mario Catania, ministro delle politiche agricole, e Luca Zaia, presidente della Regione Veneto?

Il ministro ha anche dichiarato: “Alla fine di un quinquennio oscuro il settore è più forte di prima perché ha saputo trovare la formula giusta per affrontare la situazione e cogliere i frutti di quelli che possono essere considerati gli elementi vincenti della produzione enologica nazionale: una varietà e un’identità territoriale unici al mondo, una presenza in tutti i segmenti di mercato con un ottimo rapporto qualità prezzo e una capacità di esportare diffusa a tutto il sistema, con grandi e piccole aziende capaci di confrontarsi con i competitor internazionali con grandi numeri o nelle nicchie di mercato“.

Primo obiettivo di Vinitaly rimane sempre quello di offrire alle aziende opportunità di crescita in Italia ma anche all’estero, anche se, ogni anno, propone novità importanti. Questa edizione, ad esempio, ha visto il debutto di Vivit, la rassegna dedicata ai vini biologici e biodinamici, e l’anteprima di Opera Wine, realizzata in collaborazione con Wine Spactator.

Riforma fiscale rinviata a data da destinarsi

di Vera MORETTI

Fumata nera da parte del Consiglio dei Ministri per quanto riguarda la delega fiscale. L‘annuncio è stato reso noto attraverso un comunicato ufficiale di Palazzo Chigi: “in ragione dei numerosi punti all’ordine del giorno, e tra questi in particolare la riforma del mercato del lavoro e il prossimo viaggio in Asia del Presidente del Consiglio, il Consiglio dei Ministri ha ritenuto opportuno rinviare ad una seduta successiva l’approvazione del testo finale. Ciò al fine di ponderare e analizzare con maggiore attenzione i dettagli tecnici della riforma fiscale“.

Per quanto riguarda le aliquote IRPEF, il testo analizzato durante il Consiglio non è stato modificato nulla, ma novità arrivano dalla riforma del catasto, considerando il prossimo, e nuovo, calcolo per l’IMU.

Il disegno di legge per la semplificazione fiscale è composto da 17 articoli e prevede l’emanazione di più decreti legge che riguarderanno l’attuazione e la revisione di punti cruciali come IMU, revisione del sistema sanzionatorio e del contenzioso tributario, razionalizzazione dell’IVA, carbon tax e misure contro l’evasione fiscale.

La discussione sulla delega fiscale è stata rinviata perché alcuni ministri si sono opposti su alcuni punti della riforma del fisco.
Tra questi, il ministro dell’Agricoltura, Mario Catania, che ha chiesto chiarimenti sull’IMU per le aziende agricole: “La riforma vuole correggere alcuni aspetti del sistema fiscale italiano per renderlo più equo e orientato alla crescita economica. Un primo punto importante è quello di dare maggior certezza al sistema tributario e, quindi, migliorare i rapporti con i contribuenti. A questo si aggiunge la volontà di proseguire nel contrasto all’evasione e all’elusione e al riordino dei fenomeni di erosione fiscale. Sul fronte dell’equità, un contributo sarà assicurato dalla riforma del catasto dei fabbricati, mentre su quello della crescita emerge la tassazione ambientale“.

Catania: workshop “Credito e agricoltura”

Facilitare l’accesso al credito per gli imprenditori agricoli e mettere loro a disposizione strumenti finanziari affidabili per aiutarli a superare la crisi congiunturale.

È questo l’obiettivo dei nuovi strumenti messi a punto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, con il supporto tecnico dell’Ismea e la collaborazione di Borsa Merci telematica italiana (Bmti) e dell’Abi, che saranno al centro del workshop “Credito e agricoltura: nuove opportunità per le imprese” che si terrà domani, martedì 28 febbraio a Roma.

In particolare sarà presentato un ampio ventaglio di nuovi strumenti tra cui il Fondo credito, istituito con il decreto legge sulle liberalizzazioni, forme innovative di garanzia in agricoltura e l’estensione delle garanzie Ismea ai finanziamenti di breve termine, anche a fronte di transazioni commerciali. Saranno inoltre presentati una serie di servizi finanziari di assicurazione e di factoring legati alle transazioni effettuate sulla piattaforma della Bmti.

I lavori, che si terranno presso la sede di Unioncamere (Piazza Sallustio 21) a partire dalle 10.30, saranno aperti dal Presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, mentre le conclusioni (alle ore 12.40) saranno affidate al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania. Nel corso del workshop interverranno, tra gli altri, il Presidente di Ismea Arturo Semerari, il Coordinatore degli Assessori regionali Dario Stefano e il presidente di Bmti S.c.p.a. Francesco Bettoni. Al termine dei lavori, alle 13, è prevista una conferenza stampa del Ministro Catania.

Fonte: agenparl.it