Ecco il Governo Monti: subito la prova dei mercati

Se prima Monti aveva dubbi circa la difficoltà a svolgere il suo nuovo incarico di Presidente del Consiglio, ora ne avrà la certezza, dal momento che i partiti, Pdl e Pd in prima linea, hanno subito posto dei veti ai quali il neo Capo del Governo non ha potuto sottrarsi.

Il nodo cruciale era costituito dall’asse Letta-Amato, e la presenza di uno tra la lista dei Ministri doveva per forza includere anche l’altro, per avere una par condicio almeno apparente.

Alla fine, dopo una notte di incontri serrati, dalla quale sono emerse anche frasi da “fantascienza” alle quali è meglio non dare peso (prima fra tutte quella per cui, secondo Italo Bocchino, Mario Monti sarebbe il nuovo candidato premier per il Pd), è stata annunciata la rinuncia definitiva sia a Gianni Letta sia a Giuliano Amato. Niente politici tra i Ministri di Monti, ma solo tecnici, e questa, nella notte, era l’unica certezza.

Ora, invece, la lista c’è tutta e i nuovi Ministri sono pronti al giuramento davanti al Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

Lo stesso Monti ha la delega per il ministero dell’Economia e delle Finanze ma si avvarrà di viceministri da designare.

Antonio Catricalà è il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio mentre allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti è andato Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo.

Alla Difesa, invece, è stato scelto l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, presidente del Comitato Nazionale della Nato e non nuovo alle cariche di governo, dal momento che aveva auto un ruolo di capo di gabinetto con il ministro della Difesa Carlo Scognamiglio e con il suo successore Sergio Mattarella.

A dare man forte alle quote rosa, ecco il prefetto Anna Maria Cancellieri, corteggiata in passato dai principali partiti ma sempre restia a prendere una posizione politica, e che ora ricoprirà la carica di Ministro degli Interni. Una donna anche al Ministero del Welfare con delega alle Pari Opportunità, ovvero Elsa Fornero, docente di Economia all’Università di Torino. Un’altra carica importante affidata ad una donna è quella di ministro della Giustizia, con Paola Severino.

Ministro degli Esteri è, invece, Giulio Terzi di Santagata, ambasciatore italiano a Washington mentre Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica di Milano, ricoprirà la carica di ministro delle Attività Culturali.

Una vera e propria new entry al Miur con Francesco Profumo, mentre alla Salute ci sarà Renato Balduzzi, alle Politiche Agricole Mario Catania e all’Ambiente Corrado Clini.

Questa, dunque, è la lista ufficiale dei ministri con portafoglio he guideranno il Governo. Di lavoro da fare ne avranno parecchio, ci auguriamo che possano svolgerlo al meglio.

Questi i ministri senza portafoglio: Enzo Moavero Milanesi (Affari Europei), Piero Gnudi (Turismo), Fabrizio Barca (Coesione Territoriale), Piero Giarda (Rapporti con il Parlamento), Andrea Riccardi (Cooperazione Internazionale)

Vera Moretti

L’INT dice sì a Monti

Il nuovo Presidente del Consiglio sembra piacere a tutti. Attestazioni di stima e fiducia arrivano anche dal Consiglio Nazionale dell’INT, attraverso Riccardo Alemanno.

Il presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, infatti, ringrazia Mario Monti di aver accettato un incarico così impegnativo e delicato e ripone in lui speranze ed aspettative. Come tutti, anche Alemanno attende con ansia le azioni dell’Esecutivo, che verranno rese note, ovviamente, solo dopo aver nominato i nuovi Ministri.

Oltre a dimostrare affetto e stima, Riccardo Alemanno si dichiara pronto a collaborare con il Paese ed esorta tutti i settori produttivi a fare altrettanto, poiché sembra essere l’unica via per uscire da questa “empasse” infinita. No, quindi, a veti e paletti contro il lavoro del Presidente e via libera alle decisioni che prenderà.

A questo proposito, c’è grande attesa per “quelle riforme rinviate anche per colpa di coloro che sono refrattari ai cambiamenti e che hanno come unico obiettivo quello di mantenere lo stato attuale delle cose, probabilmente perché non vogliono rinunciare a rendite di posizioni o privilegi”, al contrario dei tributaristi, che Alemanno rappresenta, i quali sono pronti a considerare soprattutto gli interessi del Paese e non della categoria.

Solo rinunciando ai propri interessi e cooperando per il bene comune, l’Italia si potrà risollevare, e questo è il pensiero di tutta la popolazione.

Vera Moretti

Mario Monti al Quirinale: è Primo Ministro

Finite le consultazioni del Presidente Napolitano con tutte le forze politiche pochi minuti dopo le 19 il Senatore Mario Monti è arrivato al Quirinale. Dopo un breve colloquio con Napolitano, Marra, portavoce del Capo dello Stato, ha nnunciato che Napolitano ha dato a Monti l’incarico di formare il nuovo Governo. Monti ha accettato, come da prassi, con riserva. Domani Monti dovrebbe poi incontrare una rappresentanza della Lega Nord e dell’Italia dei Valori, che formalmente non appoggeranno il nuovo governo. Entro 48 ore dovremmo esserci anche l’esecutivo. Blindate per ore le liste di nomi sulle quali sta lavorando Mario Monti. Unica certezza sembra essere quella di un governo composto esclusivamente da tecnici, senza quindi alcuna presenza politica.

Il Presidente Silvio Berlusconi si è dimesso.

Dopo un breve colloquio con il Presidente Giorgio Napolitano, Silvio Berlusconi si è dimesso. Prima di recarsi al Colle, il Premier si è chiuso in una lunga consultazione con gli stati generali del Popolo delle Libertà, quindi poco prima delle 21:00 al Colle, per rasseganre le dimissioni e discutere alcune condizioni per la nascita del nuovo governo Monti (?).

Prima delle dimissioni però c’è stato il sì del Parlamento alla legge di stabilità. È stato questo l’ultimo atto parlamentare del Governo Berlusconi prima delle dimissioni, decise martedì scorso al Quirinale dal Presidente del Consiglio dopo il voto della Camera sul Rendiconto generale della Camera su cui la maggioranza a Montecitorio si è fermata a 308.

I voti favorevoli alla Camera alla legge di stabilità, sono stati 380, i contrari 26 e 2 le astensioni. Subito dopo, a chiudere definitivamente a tempo di record la sessione annuale di bilancio, è arrivato il sì definitivo al ddl di Bilancio e alla Nota di variazione, con 379 voti a favore, 26 contrari e 2 astensioni. Oltre a Lega e Pdl i sì sono arrivati dall’opposizione del terzo polo, i no da Italia dei Valori. Il Pd non ha partecipato al voto. Ora Berlusconi è pronto a passare il testimone a Mario Monti. La palla adesso passa al Presidente Napolitano.

I bene informati dicono cheBerlusconi, forte di una maggioranza parlamentare, potrebbe chiedere al Capo dello Stato alcune garanzie prima della nomina di Monti come suo successore: che il nuovo Governo tecnico resti in carica per la sola attuazione dei punti chiesti dall’Europa; la non candidatura dei futuri ministri del Governo tecnico; la presenza di Gianni Letta come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Sarà Vero?