Premio nobel per la Pace all’Unione Europea

Berlusconi pronto a cedere il Milan al magnate delle miniere russe Oleg Deripaska? Galeotto fu il viaggio a casa dell’amico Putin, e mentre trema la sede di via Turati, di fronte al no di Barbara, qualche metro più in là Formigoni si dice pronto ad azzerare i suoi 15 assessori, dopo lo scandalo Zambetti.  Peccato però che ad attenderlo, fuori dal Palazzo della Regione, ci siano centinaia di studenti e insegnanti che protestano a suon di carote. E i bastoni?

IERI

Formigoni bis: non molla la poltrona, ma azzera la giunta. Roberto Formigoni, dopo un vertice fiume di 7 ore con Maroni e Alfano, ha dichiarato che procederà con l’azzeramento dei 15 assessori della giunta regionale e varerà entro dicembre la nuova legge elettorale per eliminare i listini. Scelta la linea della continuità, la Lega ha accettato il compromesso e Formigoni resta al Pirellone fino al 2015. Nel frattempo, al Presidente della Regione Lombardia toccherà pagare 110 mila euro di risarcimento ai Radicali della lista Bonino-Pannella per averli accusati di complotto per la vicenda della firme false in regione. La trave e la pagliuzza.

OGGI

A lezione in piazza: secondo venerdì caldo per la scuola italiana, che scende in piazza in 90 città italiane per ‘difendere il proprio futuro’. Da Nord a Sud studenti e professori protestano contro l’aumento degli orari per i docenti e le proposte del ministro Profumo di aumentare le rette universitarie ai fuoricorso. A Milano preso d’assalto il Palazzo della Regione, al grido ‘dimissioni’ per Roberto Formigoni, e intanto, volano carote anche sulla testa del Presidente della Regione Lombardia.

Nobel per la Pace: alla fine la scelta è caduta sull’Unione Europa. Il comitato norvegese del primio Nobel si è detto unanime nell’assegnare alla Ue l’ambito riconoscimento per aver “aver contribuito per più di 60 anni alla pace e alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti umani”. Un evergreen in un momento storico in cui la Ue non se la passa proprio bene?

Milan parla russo: il viaggio a Mosca da Putin fu galeotto. Silvio Berlusconi secondo indiscrezioni sarebbe pronto a cedere il ‘suo’ Milan al magnate russo Oleg Deripaska, proprietario di un eldorado minierario a sud degli Urali e che vanterebbe un patrimonio pari a 16,8 miliardi di euro, secondo la rivista Forbes. Il nono uomo più ricco del mondo, già proprietario della squadra dell’Amkar Perm, sarebbe pronto ad acquistare una prima tranche di azioni, pari al 30%, per una cifra stimata intorno ai 500 milioni, riservandosi però il diritto di prelazione per un anno per l’acquisto di un altro 21% della società, diventandone così azionista di maggioranza. A far tremare i muri di via Turati ci avrebbe pensato però la bionda Barbara, prima figlia di seconde nozze dell’ex Premier, entrata da poco più di un anno nella società: “Voglio costruire il nuovo Milan, me l’hai promesso!” avrebbe gridato a papà, che però stavolta, complici i conti non proprio stabili di Mediaset e i risarcimenti per il lodo Mondadori potrebbe aver già tappato le orecchie.

Balotelli a letto con la febbre: i poteri di Supermario non sono bastati a sconfiggere l’influenza: resterà sotto le coperte questa sera Mario Balotelli anziché scendere in campo contro l’Armenia ad Hrazdan per il terzo match di qualificazione ai mondiali di Brasile 2014. Cesare Prandelli ha già scelto di schierare in campo Giovinco, mentre in difesa si preparano Maggio e Criscito esterni e Bonucci e Barzagli centrali, in mezzo al campo Pirlo con De Rossi, Marchisio e Montolivo dietro le due punte.

DOMANI

Giornata nazionale delle biblioteche: appuntamento domani in tutte le biblioteche d’Italia con il primo evento nazionale dedicato ai templi del sapere di tutto lo Stivale, da Nord a Sud. Quale il futuro dei tomi di carta ‘intrisi d’umanità’ nell’era di Kindle e E-reader?

Purchè se ne parli: 50 anni di cinema italiano raccontato dal re dei Press Agent Enrico Lucherini. Da domani in mostra all’Ara Pacis di Roma la galleria fotografica che ripercorre gli anni della dolce vita del cinema romano attraverso gli scatti di chi ha contribuito alla nascita dello star system italiano.

Alessia CASIRAGHI

M’Imu o non m’Imu? Una tassa, troppe parole

di Davide PASSONI

Diciamo subito come la pensa chi scrive. Per una volta, siamo d’accordo col premier Monti: l’Imu è una tassa antipatica, colpisce un bene di tutti (o quasi) ma ce la siamo cercata. Togliere l’Ici è stata una mossa che l’Italia non si poteva permettere e ora ne paghiamo le conseguenze: con gli interessi e in tre rate.

Detto questo, è curioso constatare come negli ultimi giorni sull’Imu siano uscite dai partiti le idee più strane, pittoresche, ridicole. Già settimane fa il Pdl, per bocca del segretario Alfano, aveva chiesto all’esecutivo che l’imposta fosse applicata per il solo 2012. Ora ci ritorna: “Lavoreremo affinchè l’Imu possa divenire una tassa transitoria – ha detto –, che vale solo nel 2012 e da non replicare negli anni successivi. La casa è un bene sacro. Lo Stato ha già tassato i soldi per comprare la prima casa“. Ci dite che senso ha incassare l’Imu solo per un anno (al di là del fatto che nessuno ci crede…)? Piuttosto: tagliate spese inutili, prebende e privilegi e recuperate da lì il gettito che verrebbe dall’Imu. Scommettiamo che sarebbe anche più consistente? E siccome errare è umano ma perseverare è… politico, Alfano ha anche ribadito: “Dicono che è stato un errore togliere l’Ici? Io ribadisco che lo rifaremmo domani mattina. Abbiamo fatto bene“. Prosit!

Poi Bersani e il Pd, la cui proposta è quella di “alleggerire l’Imu e affiancarle un’imposta personale sui grandi patrimoni mobiliari“. Oltre a “lasciare l’Imu ai Comuni, se mai diminuendo i trasferimenti dello Stato così da costituire una base di autonomia impositiva dei Comuni“. Si torna all’idea di una patrimoniale, tanto cara al Pd (ma l’Imu, di fatto, non è una patrimoniale mascherata?), ma si introduce un concetto condivisibile, la diminuzione dei trasferimenti dello Stato a favore della maggiore libertà per i Comuni. Ma, chiediamo noi, non potevano essere suggerite prima certe modifiche, anziché entrare a gamba tesa su un Governo che, in questi mesi, ha dimostrato flessibilità solo in rare occasioni? Non ci pare che l’Imu possa essere una di queste…

Infine, i fuochi d’artificio made in Padania. Maroni: “Il 25 maggio è convocata l’assemblea degli amministratori della Lega Nord compresi i nuovi sindaci eletti e decideremo le varie azioni contro la politica fiscale del governo. Tra le proposte c’è quella di licenziare Equitalia e sostituirla con la riscossione fatta da strutture del Comune, oppure con una società regionale di riscossione che funziona gratuitamente. Altra proposta sarà quella di non approvare il bilancio e farlo approvare da un commissario prefettizio e infine la violazione simbolica del patto di stabilità. Se questo viene praticato da 600 sindaci allora si cambia il patto. Decideremo il 25 maggio, ognuno deciderà secondo le sue specifiche territorialità. Anche sindaci di altri partiti hanno aderito alla protesta senza essere della Lega, l’importante è che si faccia la protesta fiscale“.

Il solito cavallo di battaglia della protesta fiscale, con un elemento che non è nuovo (“licenziare Equitalia”), ma che è stato già messo in pratica da alcuni comuni come Morazzone (Varese) Calalzo di Cadore (Belluno), Vigevano (Pavia) con buoni risultati, pare. Qui si va oltre l’Imu, si tratta di buttarsi a testa bassa contro la politica fiscale del governo e contro la rapacità del fisco.

Una battaglia che accomuna i sindaci leghisti ad altri primi cittadini di ogni colore (Pisapia, sindaco di Milano, tra questi…) e che marca un distacco preoccupante tra la politica di palazzo e quella del territorio; tra chi fa politica dalla Luna e chi invece si sporca le mani tutti i giorni con i problemi delle città, dei paesi, della gente, delle piccole imprese. Di quelli che l’Imu la sentono per davvero, perché la casa nessuno gliel’ha comprata a sua insaputa e perché l’azienda se la sente scivolare via dalle mani, rosa ogni giorno di più da tasse, credito difficile, mancati pagamenti. Quelli che il dilemma m’Imu non m’Imu non ce l’hanno, sanno benissimo la risposta: non m’Imu. E tanti saluti al salva-Italia e al pareggio di bilancio nel 2013…