Sotto la neve scotta il rimborso al Pirellone

 

IERI

Candidatura Monti: è apparso a sorpresa ieri al vertice del Ppe a Bruxelles, l’uomo più ricercato degli ultimi giorni: Mario Monti mantiene il suo classico understatement  e dice di  aver semplicemente “su gentile invito del presidente Martens, illustrato la situazione politica italiana”. Che forse ultimamente, nonostante il Natale alle porte, non brilla per nulla: all’attacco è tornato infatti il Cavaliere che ha rinnovato al Premier Monti l’invito a candidarsi. Uscendo dall’Académie Royale de Belgique, Silvio Berlusconi, che nonostante le molteplici critiche non ha rinunciato a fare un viaggetto a Bruxelles, si lascia sfuggire “ho ricordato al Ppe di aver chiesto a Mario Monti di essere il riferimento per il Pdl nonostante questo crei qualche problema con la Lega”, salvo poi confidare di essersi “sentito molto coccolato dal Ppe”. Se lo dice il Cavaliere.

Condanna per la morte di Stefano Cucchi: tre agenti della polizia penitenziaria e nove tra medici e infermieri dell’ospedale Sandro Pertini sono stati imputati per la morte di Stefano Cucchi, il 31 enne romano deceduto il 21 ottobre del 2009 nel reparto giudiziario dell’ospedale Sandro Pertini. Sul personale sanitario e gli agenti penitenziari pesa l’accusa di morte colposa: Stefano sarebbe deceduto per grave carenza di cibo e liquidi e quindi, si legge nei documenti dei periti, “i medici del reparto di medicina protetta dell’ospedale Pertini, non trattando il paziente in maniera adeguata, ne hanno determinato il decesso”.

La lista dei Big a Sanremo 2013: mancano poco più di due alle elezioni politiche ma l’evento più atteso della primavera 2013 potrebbe essere un altro. Sono stati resi noti ieri i nomi dei 14 Big che saliranno sul palco del Festival di Sanremo 2013: Raphael Gualazzi, Elio e le Storie Tese, Chiara (il professore e l’allieva insomma), Almamegretta, Malika Ayane, Daniele Silvestri, i Modà, Simona Molinari con Peter Cincotti, Marco Mengoni, Marta sui Tubi, Simone Cristicchi, Annalisa, Max Gazzé e Maria Nazionale. Ma la verità è che la voce che tutti saranno in attesa di ascoltare all’Ariston sarà quella di Luciana Littizzetto.

OGGI

Se la Lombardia va in fumo: caffè e sigarette, ma anche cappuccino e brioche al bar, l’happy hour prima di cena, videogiochi e persino il baby menu di McDonald’s. C’è davvero di tutto nella lunghissima lista dei rimborsi spese dei consiglieri del Pdl e della Lega al Pirellone. Forse dei benefit già largamente elargiti non ne avevano abbastanza i membri della giunta uscente del governatore Roberto Formigoni e così la lista nera dei rimborsi fagocitanti vezzi personali e voglie (gastronomicamente parlando) quotidiane si dilata. Gli investigatori della guardia di finanza hanno accertato un utilizzo illecito dei rimborsi regionali dei gruppi consiliari in Lombardia per svariati milioni di euro, tutti ‘succhiati’ dalle casse pubbliche. Ad aprire la voragine sullo scandalo dei rimborsi lombardi, sono state le verifiche per l’indagine di corruzione su Davide Boni, ex presidente del Consiglio regionale della Lega e sull’ex assessore del Pdl, Franco Nicoli Cristiani a cui si aggiunge il nome dell’indagato per peculato e truffa aggravata dell’ex assessore regionale Massimo Buscemi del Pdl. Insomma non bastava er Batman romano Fiorito, i supermen del Pirellone ora dovranno fare i conti con la giustizia. E questa volta saranno davvero salati, almeno si spera.

Debito pubblico oltre 2 mila miliardi: e se la Lombardia va in fumo, il debito pubblico italiano ha sfondato oggi la quota 2.000 miliardi di euro, attestandosi a ottobre 2012 sui 2.014 miliardi, in valore assoluto il livello più alto di sempre. Ciò equivale a dire che il debito pubblico pesa oggi per ogni italiano circa 33.081 mila euro, minori in fasce compresi. Il debito è aumentato da gennaio 2012, quando era pari a 1.943,455 miliardi, di circa 71,238 miliardi, vale a dire il 3,7% in più dall’inizio dell’anno.

D’Alema dice no al Monti bis: stroncata senza mezzi termini la possibile candidatura del Premieri Monti dall’ex Presidente del Consiglio Massimo D’Alema. L’attuale presidente del Cosipar ha definito sulle pagine del Corriere della Sera ‘un errore’ la candidatura montiana che porterebbe Monti a “logorare la propria immagine”. D’Alema sostiene “illogico e in qualche modo moralmente discutibile che il Professore scenda in campo contro la principale forza politica che lo ha voluto e lo ha sostenuto nell’opera di risanamento. Avendo grande stima di lui spero che non lo farà”. L’ex Presidente si augura poi che venga fatta chiarezza in merito alla posizione di Monti sulle elezioni del 2013: “non si può più andare avanti con questa incertezza sul suo futuro: è meglio che chiarisca al più presto”. E della possibile candidatura di Luca Cordero di Montezemolo cosa ne pensa? Derubricata come “pernicioso bizantinismo”.

DOMANI

Sotto la neve c’è il pallone: nonostante l’Italia si sia trasformato in queste ore in un gigantesco Polo Nord, domani si scende in campo con due anticipi di Serie A. Alle 18 a Trieste si sfidano Udinese e Palermo: rischio neve scongiurato, ma il barometro paventa già una pioggia fitta sul green. Alle 20.45 luci puntate sull’Olimpico per il duello Lazio- Inter: anche nella capitale la pioggia renderà le azioni d’attacco un po’ più complicate…

Primarie del Pd in Lombardia: lombardi chiamati a votare sabato 15 dicembre, nonostante la bufera (e non solo di neve) sul Pirellone, per scegliere il candidato del Pd alle elezioni regionali. I candidati fra cui scegliere sono il penalista Umberto Ambrosoli, figlio dell’avvocato Giorgio ucciso nel 1979, Alessandra Kustermann e Andrea Di Stefano, direttore della rivista Valori e ambientalista convinto, gode dell’appoggio di molti esponenti di Sel e di una serie di sigle radicali.I seggi saranno aperti dalle 8 alle 20, a cui si aggiungono 6 seggi speciali, aperti dalle 18 alle 22. Per votare occorre essere residenti nella regione e avere più di 16 anni.

Palermo contro il racket: partirà domani mattina alle ore 10 la passeggiata per il cuore di Palermo in occasione dell’iniziativa  “100 strade – per un Natale Antiracket 2012″. Un percorso verso la legalità per le vie dello shopping, al fine di sensibilizzare i commercianti a denunciare il pizzo.

 

Alessia CASIRAGHI

Caro Fini, caro D’Alema: le rendite finanziarie non si toccano

Cari lettori, da oggi, 26 ottobre 2010, inizia a scrivere per Infoiva Gianni Gambarotta, firma di prestigio del giornalismo economico italiano. Nella sua rubrica Baracca&Burattini, Gambarotta commenterà ogni settimana i fatti grandi e piccoli dell’economia, italiana e non, con lo stile chiaro e diretto e con l’equilibrio che contraddistinguono un professionista di lungo corso quale è lui. Buona lettura. Il Direttore – Davide PASSONI

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di Gianni GAMBAROTTA

Gianfranco Fini e Massimo D’Alema hanno parlato insieme nel weekend scorso ad Asolo. Hanno detto molte cose, hanno scoperto di andare d’accordo su svariati temi. Bene, non voglio qui entrare nel merito di dibattiti politici. Non è quello che mi interessa in questa sede e in questo momento. Quello che mi ha colpito (e non solo me) negli interventi dei due leader è stata la loro perfetta intesa sul tema della tassazione delle rendite finanziarie: “Vanno raddoppiate, portate dall’attuale 12,5 per cento, al 25 per cento. Un’aliquota in linea con quelle in vigore nei maggiori Paesi europei nostri partner“.

Per me questa proposta che trova allineati Fini e D’Alema è sbagliata. Non parlo di giustizia sociale: da questo punto di vista in teoria potrebbe anche  starci. Parlo dell’efficacia economica di una misura certo non neutra come il raddoppio, di punto in bianco, del prelievo fiscale sul risparmio. È qui che le cose non funzionano.

L’Italia ha, fra i tanti, un problema: le decisioni economiche, nella loro grande maggioranza, transitano dai partiti. È la classe politica che decide dove indirizzare risorse, investimenti, finanziamenti. E lo fa seguendo i segnali di un radar che non cerca il successo e lo sviluppo del Paese nel suo complesso, ma capta soprattutto le convenienze elettorali. Gran parte della spesa, detto in parole molto povere, è un immenso, gigantesco voto di scambio che si ripete anno dopo anno. E questo succede con qualsiasi guida politica, chiunque sieda al volante, sia di centro-destra, sia di centro-sinistra.

Ora la pressione fiscale in Italia si aggira attorno al 46 per cento della ricchezza totale prodotta dal Paese. Questo significa che i partiti ogni anno intermediano, decidono che destinazione dare a quasi la metà del Pil. Un qualsiasi aumento della pressione fiscale non farebbe che aumentare questo stato di cose.

L’Italia non ha bisogno di questo. Anzi ha bisogno, e rapidamente, di imboccare esattamente la strada opposta. Quindi io credo che qualsiasi misura che miri ad aumentare anche di un solo euro quanto lo Stato prende dai cittadini è sbagliata e va evitata per ragioni di strategia politica del Paese.

E c’è un’altra osservazione da fare. Il risparmio è stato agevolato negli anni perché rappresenta uno dei pochi fattori positivi su cui l’Italia possa contare: il ministro Giulio Tremonti si è giocato, eccome, l’enorme patrimonio di risparmio privato nazionale quando si è trattato di rinegoziare in sede europea il patto di stabilità. Quindi bisognerebbe rifletterci bene prima di buttare tutto all’aria.