Masterchef: dov’è il made in Italy?

Ah, i bei tempi della prima edizione di Masterchef, quando tutto era preso alla leggera, bisognava capire se il format funzionava (tanto che era trasmesso in chiaro) e i giudici non erano ancora diventati dei divi da copertina da bravi ma oscuri (o quasi) cuochi quali erano.

Adesso, oltre alle liti e ai casi mediatici innescati con Striscia la Notizia, Masterchef deve anche difendersi da un’accusa gravissima: non tutelare il made in Italy. Proprio Masterchef, una trasmissione che, almeno nella sua versione italiana, si è sempre vantata di valorizzare e promuovere (o quasi…) la diversità e l’eccellenza agroalimentare italiana.

L’accusa arriva da Coldiretti, secondo la quale nelle ricette riportate sui siti delle diversi edizioni di Masterchef relativi ai diversi continenti, c’è un abuso fastidioso e dannoso per il made in Italy di utilizzo di Parmesan al posto del Parmigiano. Coldiretti, a solo titolo di esempio, nomina alcuni piatti presi dai siti delle varie edizioni mondiali di Masterchef: Pomodoro basilico e bruschetta al Parmesan, Pasta condita con olio di oliva e Parmesan, Pollo al Parmesan… 

Per l’associazione italiana dei coltivatori diretti, questo è davvero troppo. “La cucina ha un grande valore culturale – esprime Coldiretti in una nota – ed è chiamata a svolgere un ruolo determinante nel difendere far conoscere le tradizioni alimentari e con esse la vera identità dei prodotti impiegati. Invece nei siti ufficiali della trasmissione Masterchef dei diversi continenti, dalle Americhe all’Oceania si fa spesso riferimento a piatti che hanno come ingredienti il Parmesan anche quando fanno esplicito riferimento a ricette italiane“.

Secondo Coldiretti, per stigmatizzare questo scivolone di Masterchef sarebbe auspicabile un intervento anche del “pool di cuochi stellati chiamati giustamente a raccolta in vista di Expo 2015 dal ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, con l’obiettivo di valorizzare il grande potenziale inespresso della cucina italiana dentro e fuori i confini nazionali”.

Masterchef all’italiana a Carrara

I più grandi chef d’Italia si sfidano a colpi di padella e prelibatezze in occasione della 32ma edizione della Fiera dell’ospitalità e della ristorazione in corso in questi giorni a Carrara.

Oltre 400 cuochi e ben 500 diversi piatti da preparare, in attesa della finalissima che si terrà giovedì 9 marzo. Sotto l’occhio, ma soprattutto il palato attento di 30 cuochi appartenenti alla Fic – Federazione italiana cuochi, gli chef del Bel Paese proporranno le loro creazioni più fantasiose per stupire la giuria.

La novità del 2012 è il campionato della cucina regionale e tradizionale italiana: sapori e prodotti esclusivamente made in Italy, per decretare il vincitore del concorso ‘Sapienze e sapori regionali team-live cooking‘. Gli chef in gara dovranno fare del loto meglio per dare vita a piatti in grado di esaltare i sapori della tradizione, a difesa delle tipicità regionali. Nella finalissima a sfidarsi saranno rispettivamente Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Sicilia e Toscana.

Per gli chef in erba, quelli che per intenderci aspirano a diventare i futuri Carlo Cracco o Gordon Ramsey del domani, la sfida è aperta con la terza edizione del ‘Grand junior cooking contest‘ , che decreterà lo chef italiano emergente.

“E’ proprio dal confronto tra cuochi di tutte le regioni, di tutte le età ed esperienze – ha commentato Paolo Caldana, presidente della Fic – che si generano spunti per la cultura della gastronomia italiana, enorme patrimonio che dobbiamo tutelare e promuovere”.

Fiera dell’ospitalità e della ristorazione, ospitata negli spazi di CarraraFiere, metterà a confronto team e singoli cuochi, che dovranno dar prova del loro talento fra cucina calda e fredda, pasticceria e cucina artistica. I migliori potranno poi prendere parte alle Olimpiadi e ai Campionati mondiali di alta cucina, per portare alto il vessillo della cucina made in Italy in tutto il mondo.

Partner dell’iniziativa non potevano che essere i prodotti più conosciuti e apprezzati della tradizone italiana: dalla Pasta Tosca, al tartufo dell’Associazione tartufai senesi, dalle trote e il salmerini del Trentino, fino alle carni umbre e al Crocus (lo zafferano) del Parco Naturale della Val d’Orcia.