La promessa di Renzi: “giù le tasse per le partite Iva”

Mentre nel pomeriggio di ieri nell’Aula di Montecitorio, il governo Renzi otteneva la fiducia sul decreto lavoro (344 sì, 184 no) che ha spaccato la maggioranza dopo le modifiche imposte in commissione dalla sinistra Pd al testo del ministro Poletti e i mal di pancia del Ncd, via Twitter arrivava l’ultima promessa al mondo del lavoro autonomo del premier: «ho preso un impegno serie e importante con le partite Iva, gli incapienti e i pensionati di proseguire il lavoro iniziato con i dipendenti di abbassamento delle tasse». 

Renzi ha anche ribadito quanto annunciato venerdì scorso poco dopo aver blindato il decreto Irpef: «lo Stato deve restituire qualcosa è sacrosanto, per la prima volta abbasseremo le tasse – ha spiegato il premier durante il #matteorisponde – e dopo le elezioni europee arriveranno anche gli 80 euro in busta paga, si tratta di una rivoluzione nel concepire il rapporto tra Stato e cittadini, non c’entra niente con la campagna elettorale».

A proposito di Europa, l’ultima battuta è sui fondi comunitari: “dobbiamo utilizzare meglio il denaro stanziato dall’Ue, che è tanto e spesso speso male. La settimana prossima faremo un incontro ad hoc. Ci rimango male se penso a come abbiamo buttato via i soldi che arrivavano dall’Europa. Se quei soldi sono stati spesi male, la colpa è dei politici italiani. Ma “della questione “ne riparleremo”.

Il vento è finalmente cambiato?

Jacopo MARCHESANO

Sondaggio: “Jobs Act? La prima mossa di Renzi…”

“Dopo la legge elettorale, finalmente Renzi alla prova dei fatti. Cosa ne pensate del suo Jobs Act?”. In questa nostra settimana dedicata all’approfondimento del tema lavoro, in cui abbiamo ospitato le dichiarazioni di importanti personalità nel campo del Diritto del Lavoro e nel Diritto della Previdenza Sociale, vi abbiamo proposto il solito sondaggio settimanale a cui avete risposto come al solito numerosi.

Ad un passo dalla maggioranza assoluta, l’opzione “Tutele crescenti, proroghe più semplici e meno forme contrattuali. Doveva arrivarci Renzi?” risulta essere la più votata con il 48% delle preferenze totali, a dimostrazione del clima di novità e relativo ottimismo. “Ma quale riforma del lavoro?! Si potrebbe riformarlo se il lavoro ci fosse…” si attesta poco sotto il quarto delle preferenze (24%), mentre “Nonostante tutto è un buon punto di partenza…” e “Non è immaginabile cambiare il mondo del lavoro con leggi così superficiali” si fermano rispettivamente al 16 e al 12%.

JM