Liberalizzazioni: il nuovo vademecum

Via libera alle liberalizzazioni. Dopo la fiducia al Senato qualche giorno fa ( con 237 favorevoli), tra proteste di partiti e banche, il maxiemendamento sulle liberalizzazioni diventa realtà.

Ma quali sono le principali novità?

Punto primo. Nessun obbligo per professionisti di redigere un preventivo “in forma scritta” al cliente se questi lo avesse richiesto. Una marcia indietro da parte del Governo, visto che nel nuovo emendamento si legge invece che il compenso è “previamente” reso al cliente “con un preventivo di massima”. La misura del compenso dovrà cioè essere indicata in un preventivo di massima, adeguandola all’importanza dell’opera e pattuendola indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi.

Punto secondo. Tirocini: senza alcun obbligo, al tirocinante si potrà riconoscere un rimborso spese nella misura forfettariamente concordata dopo i primi 6 mesi di pratica.

Punto terzo. Srl semplificate dei giovani under 35: il nuovo emendamento prevede la necessità di un atto pubblico, ma il notaio sarà in questo caso tenuto a svolgere la sua prestazione professionale gratuitamente, in veste di incentivo all’impresa. Sarà compito del Consiglio Nazionale del Notariato vigilare “sulla corretta e tempestiva applicazione delle disposizioni da parte dei notai”. Riguardo ai notai, il nuovo emendamento prevede che il loro numero salga subito di 500 unità.

Punto quarto. Tribunali di impresa: saranno istituiti 8 nuovi tribunali di impresa, che si uniscono così alle 12 sezioni specializzate esistenti. Verrà costituito un nuovo organismo giuridico presso i tribunali e le corti di appello con sede nel capoluogo di ogni regione, dove le prime non esistono. Fa eccezione la Lombardia, che avrà due tribunali d’impresa, oltre a Milano a Brescia.

Per il territorio compreso nella regione Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige sono competenti rispettivamente Torino e Venezia.

Punto quinto. Farmacie: stabilita la libertà d’orario, libertà di sconti sui farmaci e, dal prossimo anno, le farmacie potranno anche vendere pasticche monodose.

Un maxiemendamento che piace a pochi

E’ in arrivo un maxiemendamento che il Consiglio dei Ministri ha presentato in Senato, che, in ordine di importanza, ha scalzato decreto e disegno di legge anticrisi.
Si tratta di una decisione destinata a far parlare, anche se le prime reazioni, e relativi malumori, fanno già intuire con quale umore è stata accolta.

A quanto pare, comunque, non si è giunti a questa soluzione senza tensioni all’interno della maggioranza, poiché in molti, Carroccio per primo, si aspettavano, come priorità, il decreto legge con le misure per affrontare la crisi. Ma anche Napolitano aveva alcune perplessità riguardo un decreto con la firma del solo governo in calce.

Sulla stessa lunghezza d’onda Tremonti, da sempre favorevole a seguire la strada parlamentare. Vale a dire quella del maxiemendamento alla legge di stabilità all’esame del Senato. Berlusconi, a quanto pare, avrebbe cercato fino all’ultimo di “difendere” il decreto e avrebbe imputato proprio al ministro dell’Economia la colpa di mettere i bastoni tra le ruote anche con il Quirinale.

Pare sia stato Gianni Letta a spiegare come fosse importante, in questo momento, evitare qualunque contrasto con il Quirinale e a rimetterci, dunque, oltre al premier, è stata la Lega, che, attraverso la voce di Roberto Calderoli, ha espresso tutto il suo disappunto: “Decreto legge alla memoria: quando si calano le braghe bisogna stare molto attenti a coprirsi le spalle perché svolazzano i temuti uccelli paduli”.

Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture, ha spiegato che “nel maxiemendamento saranno
inserite parte delle misure della lettera alla Ue e successivamente faremo un dl e un ddl
” mentre non saranno inserite le misure sulle pensioni e sul mercato del lavoro.

Da Palazzo Chigi è arrivato un comunicato al termine del Cdm: “Il maxiemendamento recepisce sul piano normativo gli impegni assunti dal Presidente Berlusconi nella sua lettera all`Unione europea del 26 ottobre scorso”.

Il Pd ha replicato in modo lapidario la sua delusione: “A una prima occhiata siamo assolutamente lontani da quel che ci vorrebbe. Purtroppo”.

Vera Moretti