La filiera auto pensa positivo

La filiera auto e il mercato auto italiano provano a guardare positivo. Lo fanno sulla scorta dei buoni dati con i quali si è chiuso il 2014 e di quelli altrettanto positivi che hanno aperto il 2015.

Una positività della filiera auto che viene condivisa dall’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, la quale ha rilevato come nel 2014 siano andati bene “soprattutto i Big 5, tra cui la Spagna, che continua a beneficiare del successo della sesta fase del piano incentivi Plan PIVE (+27,5%) e dell’Italia che, nonostante le difficoltà, riduce ulteriormente la distanza dalla terza posizione, a meno di 2mila unità dalla Francia“.

E, dal momento che la filiera auto è uno dei settori che maggiormente incidono sull’economia nazionale, è bene che si torni a investire seriamente su di essa. “C’è voglia di positività in Europa e in Italia – ha commentato Romano Valente, direttore generale di Unraeosservando che si sono mostrate efficaci, lì dove implementate, le azioni di attenzione all’ambiente attraverso il rinnovo del parco (Gran Bretagna) e di rilancio dei consumi tramite meccanismi di stimolo su famiglie ed imprese (Spagna)“.

L’Italia, mercato in cui spicca il potenziale dato dal volume del parco anziano e dalla dimensione del fenomeno noleggio, non riesce ancora a cogliere opportunità di rilancio col segmento delle famiglie che resta stagnante – nonostante il pallido miglioramento – e la pesante fiscalità sulle auto aziendali. Superate le incertezze legate al momento di rinnovo della più alta carica Istituzionale italiana, la Politica ha ora la possibilità di rimettere al centro della propria attenzione la riduzione del carico fiscale su famiglie ed imprese ed il rilancio dei consumi per confermare quindi nei fatti il bisogno e la voglia di positività anche da parte del sistema Italia“.

Fiscalità, costo del lavoro, integrazione della filiera auto con le altre realtà produttive italiane devono essere oggetto di una profonda revisione da parte di governo, industria e sindacati in modo che si possa agganciare definitivamente una ripresa che, ora, pare più vicina. Perderla sarebbe, per la filiera auto, una strada di non ritorno.

Federauto: incentivi triennali e a scalare per il mercato auto

 

La filiera dell’auto italiana sta tirando un po’ il fiato dopo i buoni dati sulle immatricolazioni nel 2014 e a gennaio 2015. Ma anche il mercato auto europeo continua a crescere dando segnali più che positivi di ripresa.

Secondo i dati diffusi da Acea, l’associazione dei costruttori di auto europei, le immatricolazioni sul mercato auto di gennaio hanno segnato un + 6,2% rispetto al gennaio 2014, per un totale di 1.028.760 immatricolazioni.

Un dato positivo che spinge ancora una volta Federauto (la federazione italiana dei concessionari auto) a chiedere con forza ai responsabili della politica economica italiani un confronto sulle politiche di sostegno verso il settore e il mercato auto che, nonostante il +10% registrato a gennaio rispetto allo stesso mese del 2014, ancora non può certo dirsi uscito dalla crisi.

Per il presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi, uno che di mercato auto ci capisce eccome, “la Spagna, con il suo +27,5% realizzato grazie alla sesta fase del piano incentivi Plan PIVE, rappresenta uno spunto cui ispirarsi. Esempio positivo che va nella direzione da sempre sostenuta da Federauto al tavolo di filiera. Ossia quella di incentivare il consumo in primis dei privati, ossia delle famiglie – vero core business delle concessionarie – con misure specifiche per un triennio e a beneficio decrescente. Noi pensiamo a un’Iva agevolata“.

Con il nostro piano articolato presentato anche al governo Renzi – continua Pavan Bernacchi -, tra privati e aziende potremmo alzare il mercato di circa il 23%. E questo per 3 anni. E il nostro progetto ha due vantaggi: gli incentivi vanno nelle tasche dei soli clienti, il piano si autofinanzierebbe con le tasse aggiuntive che lo Stato incasserebbe“.

Sul fronte delle analisi ottimistiche del mercato auto interno dovute alla crescita a doppia cifra di gennaio, Federauto ribadisce la necessità di mantenere un atteggiamento prudente. “Anche Federauto, come tutti gli attori dell’automotive, attende l’uscita definitiva del nostro Paese da crisi e stagnazione, ma la situazione attuale ci impone di essere realisti e di analizzare l’evoluzione del mercato auto non prima della conclusione del primo trimestre. Nel frattempo, però, la politica dovrebbe fare la sua parte per ridare slancio al settore che è la cartina di torna sole dell’economia reale”.