Immatricolazioni auto in aumento anche in aprile

L’inversione di tendenza si sta rivelando una certezza e non una casualità.
Per il quinto mese consecutivo, infatti, il mercato automobilistico ha registrato un segno positivo.

L’incremento, dell’1,9%, diffuso da UNRAE sulle immatricolazioni auto rispetto ad aprile 2013, conferma dunque la ripresa, seppur timida, del settore, che ha patito molto la crisi economica.

Se si considerano gli indici relativi ai mesi scorsi, però, si nota che i dati sono in calo, poiché degli incrementi registrati (+2,2 a dicembre 2013, +3,8 a gennaio, +9,2% a febbraio, +5,3% a marzo), quello del mese appena passato è il più esiguo.

Ancora una volta, è stato il noleggio a fare da traino, mentre le vendite private sono ancora ferme.

Nel quarto mese dell’anno le immatricolazioni sono state 119.099 rispetto alle 116.838 di aprile 2013. Con i numeri di aprile il primo quadrimestre del 2014 si chiude con un incremento del 5% rispetto ad un anno fa, con 496.318 immatricolazioni a fronte delle 472.656 dello stesso periodo dello scorso anno.

Nel cumulato dei primi quattro mesi del 2014 calano di 2.500 unità le vetture vendute alle famiglie, indicatore significativo dello stato di salute del mercato.
Su base mensile ad aprile 2014 le immatricolazioni dei privati sono scese del 3,9% rispetto allo stesso mese di un anno fa, mentre i noleggi hanno fatto registrare un +19% nel mese. Per quanto riguarda i trasferimenti di proprietà ad aprile si è registrata una crescita del 5,1%, con un cumulato piuttosto stabile nel primo quadrimestre (+0,6%).

Ha dichiarato a proposito Massimo Nordio, presidente dell’UNRAE: “Guardando avanti, pur apprezzando il rilancio della Legge n. 134 del 7 agosto 2012, sugli incentivi alle auto a Basse Emissioni Complessive (BEC), dobbiamo rilevare che le famiglie potranno beneficiarne in misura limitata ai soli acquisti di vetture GPL, metano, ibride ed elettriche. Resta da valutare l’efficacia dell’azione di Governo sul reale rilancio dei consumi e dell’economia, visto il miglioramento dell’indice di fiducia dei consumatori fornito dall’ISTAT. Purtroppo la parte significativa dell’anno (50% delle vendite annuali nei primi 5 mesi) sta ormai passando, rendendo complicate le possibilità di recupero del nostro settore nel secondo semestre“.

Vera MORETTI

Nuovo ossigeno al mercato dell’auto

Rilanciare la competitività del mercato dell’auto attraverso la riduzione e razionalizzazione dell’imposizione fiscale e un intervento sui costi dell’energia. Sono queste le richieste di ANFIA, l’Associazione Nazionale Fra Industrie Automobilistiche, al nuovo esecutivo.

Continua il viaggio di Infoiva di questa settimana per ascoltare le richieste delle Associazioni di Categoria in Italia: oggi abbiamo intervistato Roberto Vavassori, Presidente di ANFIA.

Quali sono, a suo parere, le tre priorità che dovrà affrontare il nuovo Governo per rilanciare domanda e consumi?
Per rilanciare la domanda di autoveicoli, sono prioritarie una revisione della fiscalità sulle auto aziendali, una riduzione dell’RC Auto e una riduzione programmata delle accise sui carburanti. La recente riduzione della deducibilità del costo delle vetture aziendali ci ha allontanati un altro poco dall’Europa, visto che ad oggi, in Italia, abbiamo una quota di immatricolazioni di auto aziendali attorno al 30% all’anno, contro il 50% della Germania e del Regno Unito. Sul fronte delle tariffe assicurative, i costi possono essere ridotti grazie all’utilizzo della scatola telematica installata in auto, secondo la logica pay-as-you-drive, e all’introduzione di un sistema unitario di monitoraggio e rilevazione statistica della sinistrosità, che consenta di approfondire la conoscenza sulle circostanze degli incidenti, fornendo informazioni preziose anche, e soprattutto, in un’ottica di riduzione delle vittime della strada. Infine, una riduzione delle accise sui carburanti, se ben studiata, potrebbe non comportare perdite di gettito per l’Erario, se incrementassero, anche di poco, i chilometraggi medi.

Quali, invece, le politiche che dovrà mettere in campo per dare sostegno a imprese e professionisti, strozzati dalla crisi?
E’ urgente ricreare condizioni di maggior competitività attraverso un intervento sui costi dell’energia – con una riduzione di almeno l’80% della componente A3 per le imprese ad alta intensità energetica come quelle del settore automotive – l’introduzione di un credito d’imposta strutturale, o almeno della durata di 5 anni, per gli investimenti in R&D – sul modello della Francia, dove è al 30% – e un miglioramento delle condizioni di accesso al credito per le aziende, a tassi coerenti con quelli praticati dalla BEI, mentre ad oggi le aziende italiane pagano tassi più alti rispetto alle aziende concorrenti europee.

Per parte vostra, quali saranno le prime istanze che porterete al nuovo esecutivo? Chiederemo di attuare subito, con il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema della mobilità, un serio e improcrastinabile piano d’azione, che punti a dare ossigeno al mercato – in primis attraverso la riduzione e razionalizzazione dell’imposizione fiscale – e ad avviare le misure di politica industriale appena indicate, indispensabili per rilanciare la crescita e lo sviluppo.

Qual è l’errore più grave commesso dai precedenti Governi che non volete venga più commesso dall’Esecutivo che verrà?
Riteniamo non debba più accadere che provvedimenti impattanti sulle dinamiche del nostro comparto – che dà un contributo alle entrate fiscali dello Stato di oltre 65 miliardi di Euro l’anno, oltre il 15% del gettito fiscale nazionale e al 4,4% del PIL – vengano introdotti senza alcuna consultazione preventiva con le associazioni di settore, per un’analisi il più possibile approfondita delle problematiche che ci troviamo ad affrontare quotidianamente nel nostro rapporto con le aziende che rappresentiamo.

Alessia CASIRAGHI

Dove vai, se l’auto non ce l’hai

Il mercato dell’auto non dà segnali di ripresa in Italia. Nel mese ottobre le immatricolazioni sono calate del -5,49%, per un totale di 132.703 autovetture nuove acquistate contro le 140.418 del 2010. In calo anche i trasferimenti di proprietà di auto usate, che hanno registrato un -7,22% rispetto ai dati dello scorso anno (376.080 nel 2011 contro le 405.331 del 2010).

Da gennaio sono state immatricolate 1.502.922 vetture nuove, con un calo del –10,76% rispetto ai primi dieci mesi del 2010. E’ la stessa Fiat a stemperare i toni allarmistici, parlando di un calo delle vendite del del 2,9%. Il Lingotto inoltre migliora la sua quota nel mercato italiano dove ottiene il 28,5% con quasi 37.900 immatricolazioni, in crescita rispetto al 27,8% dell’anno passato. Nel solo mese di Ottobre la casa automobilistica di Torino ha immatricolato 27 mila vetture e ha ottenuto una quota del 20,4%, stabile nel confronto con lo stesso mese del 2010. Da gennaio ad ottobre sono oltre 313 mila le Fiat vendute, per una quota del 20,8% allineata con quella ottenuta a settembre 2011. Le vetture più gettonate? la Panda seguita dalla Punto.

Registra buoni risultati di fatturato anche Lancia che nel periodo di ottobre ha immatricolato oltre 6.700 vetture, aumentando i volumi di vendita del 21,6%, per una quota del 5,1%, in crescita di 1,1 punti percentuali rispetto a ottobre 2010. Sempre in vetta alle vendite laYpsilon. Alfa Romeo ha immatricolato nel mese appena trascorso più di 3.300 vetture, con una quota del 2,5%. Per quanto riguarda il marchio Jeep ha aumentato i volumi di vendita del 56,1% ottenendo una quota dello 0,5%, +0,2 punti percentuali. Nei primi 10 mesi del 2011 il marchio ha immatricolato 7.300 vetture l’8,4% in più rispetto al 2010.

A. C.

Il mercato dell’auto messo in ginocchio dall’aumento dell’Iva

Il mercato dell’auto in Italia è in grave difficoltà: oltre all’aumento dell’Iva dal 20 al 21%, anche l’Ipt ha subito un rincaro, con rialzi che raggiungono anche i 500-600 Euro.

Lo scenario, se non apocalittico, è quantomeno desolante dal momento che, come ha dichiarato Gianni Filipponi, direttore generale dell’Unrae, l’organizzazione che riunisce i rappresentanti degli autoveicoli esteri, “quest’anno le nostre stime evidenziano un mercato di appena 1.650.000 nuove immatricolazioni. In ulteriore ribasso, quindi, rispetto alle nostre previsioni precedenti di 1,7-1,75 milioni di unità“.

La situazione non è affatto rosea, dunque, poiché, se queste stime dovessero essere confermate, si registrerebbe una diminuzione del fatturato del settore di ben 3 miliardi di Euro. E, a quanto pare, il 2012 porterà notizie peggiori, dal momento che, prima dell’introduzione dell’Iva al 21%, si pensava potesse rappresentare l’anno della ripresa dell’intero comparto.

In attesa di un confronto tra concessionari, case costruttrici e governo, auspicabile, data la condizione in cui versa il settore, i costruttori stanno cercando di limitare al massimo l’impatto dell’incremento dell’Iva.

Se, infatti, Fiat ha aggiornato il listino tenendo conto dell’aliquota, Ford ha confermato, per quasi tutti i suoi modelli, il prezzo precedente e modificato solo il costo di alcuni accessori. L’incremento dell’Iva è invece applicato per S-Max e Galaxy.

Invariato anche il listino completo di Opel, mentre Renault, pur avendo aumentato i prezzi, ha cercato di mantenerli accessibili. Discorso simile per Citroen, che ha inserito l’aumento dell’Iva sui cataloghi proponendo una serie di valide promozioni per accattivare i clienti. Non vale questo discorso per Peugeot, le cui vetture sono tutte aumentate tranne la 207, per la quale sarà la stessa casa automobilistica a farsi carico dell’1% in più di Iva.

Suzuki applica l’aumento del listini ma con arrotondamento all’Euro intero inferiore, e una soluzione simile è stata seguita da Lexus e Toyota. Hyunday Motor non applicherà alcun aumento dell’Iva per automobili immatricolate entro il 30 settembre 2011.

E i cosiddetti brand premium? Le case autonomistiche di lusso ammettono di non risentire della crisi perché, nel loro caso, l’impatto dell’Iva al 21% sui prezzi finali delle vetture risulta essere davvero irrisorio.

Vera Moretti