I morti che fan vivere l’economia

di Davide PASSONI

Forse a qualcuno può essere sembrata insolita la scelta di trattare, in questa settimana a cavallo tra ottobre e novembre, un tema come quello delle imprese funebri in Italia. In realtà, noi di Infoiva ci stavamo pensando da mesi aspettavamo solo che arrivasse l’occasione della settimana dei defunti per poter puntare il nostro faro su un settore che, nel nostro Paese, al di là delle facili ironie e dei sorrisini che molti fanno per esorcizzare il pensiero della morte, conta su numeri, addetti, imprese di tutto rispetto.

Se si pensa che, annualmente, muore in Italia più o meno mezzo milione di persone, viene facile immaginare quanto questa cifra significhi in termini di necessità da soddisfare, servizi da erogare, fatturato, giro di affari complessivo. E se si pensa come questo sia un settore fortemente caratterizzato dalla presenza di piccole imprese, viene altrettanto facile capire perché abbiamo deciso di indagarlo più a fondo con l’occhio di chi guarda all’impresa sana, quale che sia il suo modello di business. Ricordando però, ogni tanto, che sdrammatizzare fa bene…

Leggi l’intervista ad Alessandro Bosi, segretario nazionale Feniof

Leggi l’intervista a Franco Cereda, Presidente dell’Associazione dei Grossisti del Mercato dei Fiori di Milano

Leggi l’intervista a Daniele Contessi, 46 anni, presidente del cda di Outlet del Funerale

Leggi l’intervista a Marco Ghirardotti, presidente di Assocofani

Leggi i numeri del turismo in questo ponte di Ognissanti

Crisantemo, ma quanto mi costi?

 

Si avvicina la ricorrenza di Ognissanti e come ogni anno, il 2 Novembre è il giorno dedicato al pellegrinaggio nei cimiteri cittadini per rendere omaggio ai propri defunti. E come ogni anno, cresce la polemica sui prezzi dei crisantemi, sempre troppo cari. Ma le cose stanno davvero così?

Infoiva ha intervistato Franco Cereda, Presidente dell’Associazione dei grossisti del Mercato dei Fiori di Milano. Stando a quanto rilevato dall’ultima indagine condotta da Ismea sul mercato dei prodotti florovivaistici in Italia, a giugno 2012, il 51,6% degli italiani (contro il 43,6% del 2011) acquista fiori per portarli al cimitero regolarmente, mentre la fetta di mercato destinata alle cerimonie funebri copre il 2,3% del fatturato totale (contro il 3,6% del 2011). Se si passa invece all’analisi delle piante la percentuale scende al 7,2% per abbellire le tombe dei propri cari, e allo 0,8% in occasione dei funerali.

Questa settimana si celebra la ricorrenza di Ognissanti e del 2 novembre. In media, di quanto aumenta il vostro fatturato in questa occasione? In percentuale, quando si vende di più?
Ci aspettavamo un aumento significativo il weekend appena trascorso, ma a causa del cattivo tempo gli affari non sono andati secondo le previsioni, anzi il fatturato è diminuito. E’ difficile fare una stima, in teoria nella giornata del primo novembre il fatturato generalmente raddoppia, ma complice la crisi quest’anno le previsioni non sono rosee. Ma soprattutto si tratta di un’attività legata al tempo: se, come previsto, le temperature scenderanno e la pioggia continuerà, il timore è che le vendite subiscano un calo anche in occasione del Ponte di Ognissanti.

Quest’anno il Mercato dei Fiori di Milano resterà aperto anche il primo Novembre? Come mai?
Perché abbiamo bisogno di vendere e di offrire un servizio maggiore ai nostri clienti. Aumenteranno i costi ma c’è bisogno di fare fatturato. Visto che molte gente non ha acquistato lo scorso weekend, si spera che acquistino in occasione della festività.

Ogni anno in questo periodo cresce la polemica riguardante i prezzi dei crisantemi, e in generale dei fiori. Complice la crisi, quest’anno si pagheranno di meno?
Quest’anno le vendite dei crisantemi sono scese del 50%, quindi costeranno meno. E’ difficile fare una stima percentuale, perché chiaramente il prezzo scende in misura diversa in base alla varietà e alle dimensioni dei fiori: diciamo che si va dal -20% al -50% rispetto al 2011. Occorre poi tener conto del fatto che una volta si acquistavano crisantemi di grandi dimensioni, mentre oggi, complice la realizzazione di tombe e lapidi sempre più piccole, si comprano in occasione di Ognissanti fiori e composizioni sempre più piccole.

Nell’ultimo anno, complice la contrazione dei consumi in Italia, il vostro business ha subito un brusco calo?
Sicuramente le vendite si sono contratte in media del 20- 30 %, anche di più, soprattutto per quanto riguarda la vendita al dettaglio. La crisi si è fatta molto sentire, molti negozi sono stati costretti a chiudere.

Sul totale del fatturato annuo generato dal mercato florovivaistico italiano, riuscirebbe a fare una stima della percentuale dell’indotto generato dalla parte funeraria?
Le opere funarie vengono gestite da società specializzate che si occupano principalmente di cerimonie funebri. Una volta per realizzare le corone ci si rivolgeva al fioraio, oggi non più o si tratta comunque di un business molto limitato perché viene delegato quasi tutto all’agenzia di pompe funebri. Le agenzie a loro volta si rivolgono a grossisti e produttori di fiori, ma è difficile fare una stima: la fetta di mercato destinata alle opere funerarie varia da caso a caso, dall’1% al 20%, perché ogni commerciante ha il suo prodotto con una destinazione d’uso differente. Ogni anno l’Ismea elabora delle stime su base regionale, è il dato più affidabile.