Dove sono stati i turisti europei per ferragosto?

I turisti europei quest’anno, nonostante l’attenzione alle spese, hanno fatto vacanze con un gruzzoletto di denaro maggiore rispetto all’anno scorso. A dirlo è l’Ipsos che stima che la spesa media per nucleo familiare infatti sarà quest’anno di 2.145 euro, 62 euro in più rispetto al 2010. Si osservano tuttavia grandi differenze tra Paese e Paese: i belgi sono infatti i più spendaccioni, con un budget medio di 2.605 euro (280 in più dall’anno scorso), ma i più parsimoniosi, gli spagnoli, spenderanno circa 1000 euro in meno, con 1.789 euro a disposizione (90 euro in meno del 2010).

Gli italiani godranno di ben 112 euro in più da spendere quest’anno, per un budget medio di 2.244 euro (il 5% in più del 2010), e sono il terzo Paese a dedicare più risorse alla villeggiatura.  L’Europa si conferma la meta preferita per le vacanze, scelta dall’80% del campione considerato nelle interviste. Di questa percentuale, più della metà trascorrerà le ferie entro i confini nazionali confermando la tendenza degli ultimi anni. I tre Paesi più “nazionalisti” sono l’Italia (69%), la Francia (60%) e la Spagna (59%).

Le destinazioni extra europee rimangono marginali, quest’anno in particolare i francesi sembrano meno attratti dall’Africa (6% delle preferenze, -4 punti percentuali sul 2010), una tendenza direttamente ascrivibile alla situazione politica in Mahgreb e in Costa d’Avorio.

Ferragosto alle porte. Tutti al mare (?)

L’associazione dei consumatori ADOC, rivela confermando i risultati della Confesercenti, che solo una piccola percentuale di italiani potrà permettersi una vacanza quest’estate. Si parla del 20% (per Confesercenti il calo sarebbe del 16% sul 2010).  Agriturist riporta:La crisi del turismo estivo sta colpendo, come già lo scorso anno, soprattutto gli alberghi di fascia medio-bassa e il settore extralberghiero, agriturismo compreso, che peraltro rappresentano complessivamente circa l’80% dei posti letto“.

La domanda di soggiorni in agriturismo, riporta l’associazione, è in calo del -7%, “per quanto ancora da verificare – puntualizza il presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio – le valutazioni sulle vacanze estive 2011 confermano che il turismo italiano continua ad essere in difficoltà“.

Sembra sempre più urgente un intervento del governo, per un rilancio del settore. L’intero semestre passato si è chiuso, tra italiani e stranieri, con un +2% in termini di presenze, sui dati 2010, con un picco a giugno del +8.7%. Secondo un’indagine Enit-Agenzia Nazionale del turismo, per i tour operator stranieri la destinazione Italia è in crescita quasi ovunque, con picchi nei paesi BRIC – Brasile, Russia, India e Cina – e negli USA. Manca però una crescita in termini di fatturato.

 

 

 

 

 

13 mila nuove imprese turistiche ma servono nuove regole comuni per crescere

Il turismo in Italia, si sa, funziona bene. A riprova il fatto che nel 2010 l’incremento di imprese inerenti al settore è stato addirittura di 13 mila nuove aperture. Unioncamere, nel corso dell’audizione alla 10° Commissione Industria, commercio e turismo del Senato sullo schema di decreto legislativo recante il Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo ha evidenziato come il 2010 si sia chiuso con 383mila imprese all’attivo per un valore di 54,4 miliardi di euro con 752mila dipendenti (pari al 6,5% di tutti gli occupati dell’industria e dei servizi).

Positive anche le nuove assunzioni: 6.600 programmate dalle imprese nel primo trimestre di quest’anno secondo il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. I prezzi per incentivare la domanda hanno subito un calo del 10,3% rispetto al 2008, fattore che ha tenuto buona la percentuale di arrivi nel nostro Paese ma ha dato vita ad un calo del 2,1% dei risultati globali del sistema turistico nazionale.

Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere ha commentato: “occorre competere con le peculiarità e tipicità locali, in un quadro chiaro di politiche nazionali e occorre far di tutto per porre in essere un gioco di squadra che consenta di far emergere le tipicità del territorio. Una maggiore uniformità consentirebbe anche alle Camere di commercio di rendere più significativo l’apporto che il sistema camerale può assicurare nelle singole Regioni. Le Camere stanno operando attivamente da anni, con il patrocinio del ministeri degli Esteri, Politiche agricole, Sviluppo economico, Beni culturali e Turismo, con il marchio Ospitalità italiana, diretto sia alle strutture ricettive (5.500 quelle che oggi possono vantare questo marchio), sia ai ristoranti italiani all’estero (1.100 quelli che si sono candidati a ricevere il riconoscimento). E’ quindi opportuno che tutte le iniziative in questo campo, anche quelle di natura legislativa, convergano su quello che già esiste e sta funzionando“.

Mirko Zago