L’imprenditoria è sempre più giovane

Le cosiddette “fasce deboli” non si fanno intimorire e dimostrano di avere energia e coraggio da vendere.
Stiamo parlando dei lavoratori donne e under 35, i più colpiti dalla crisi econimica con licenziamenti ingiustificati, cassa integrazione, mobilità e riduzione dell’orario di lavoro.

Ebbene, così deboli non sono perché, come confermato anche dai dati provenienti dal Dipartimento delle Finanze, nel mese di agosto sono state aperte il 3,4% in più di partite Iva rispetto al 2010 e, a incrementare il folto popolo di imprenditori e liberi professionisti sono proprio loro: donne, +5,44%, e giovani, +7,36%. Insomma, quando il lavoro che si desidera non viene offerto dal mercato, tanto vale crearselo da sé.

Cosa indica questa nuova tendenza? In primo luogo, che la crisi ha portato ad una rivisitazione del mondo del lavoro e, in secondo luogo, che avviare una propria attività professionale e commerciale rimane una soluzione valida ed importante.

Le agevolazioni governative hanno sicuramente influenzato e contribuito ad incrementare i dati, in particolar modo per quanto riguarda i giovani. Con la manovra di luglio, infatti, sono stati introdotti vantaggi per l’imprenditoria giovanile, con un’imposizione sostitutiva del 5% del reddito in luogo dell’Irpef, delle addizionali e dell’Iva, oltre alla non applicabilità dell’Irap.

Ma una spinta notevole verso la libera professione è data anche dai forum e dai Saloni dedicati al mondo dell’imprenditoria giovanile e femminile, che hanno il grande merito di supportare i neo imprenditori nella fase di start-up e di crescita economica ed organizzativa.

Vera Moretti

Luigi P.: idee e coraggio. Così comincia la storia di un Partitivista

C’era una volta un uomo che viveva in una città qualunque di una regione qualunque della nostra bella Italia. Si chiamava Luigi P. Una persona come tante, il nostro Luigi P.: 35 anni, una laurea, una carriera lavorativa come dipendente all’interno di una grande azienda. Un bel giorno, però, Luigi P. scoprì che questa condizione di dipendente cominciava ad andargli stretta: orari rigidi da rispettare, turni fissi da onorare, un capo cui rendere sempre e comunque conto del proprio operato, nel bene e nel male. Insomma, qualche grattacapo di troppo e qualche costrizione sempre più difficile da digerire.

Ma era anche fortunato, Luigi P.: da anni coltivava svariati interessi, leggeva, si informava ed era sempre in grado di dare utili consigli agli amici che si rivolgevano a lui quando avevano bisogno di districarsi tra la burocrazia, erano a caccia di soluzioni per il loro business, avevano un problema di gestione nell’azienda di famiglia.

Ecco allora che, quel bel giorno in cui Luigi P. scoprì le angustie del lavoro dipendente, fece anche una riflessione: “Visto che hanno così tanto successo i consigli che do agli amici di fronte a una pizza o a un bicchiere di vino, perché non rendere questa mia capacità la mia vera occupazione? Perché non fare di una passione la principale fonte di reddito? Perché non smettere di ‘regalare’ e cominciare a ‘vendere”,il frutto di questa mia passione?“.

 

Detto, fatto. Dopo qualche giorno Luigi P. diede le dimissioni dalla sua azienda e, con il suo gruzzoletto di liquidazione in tasca, si trovò lungo una strada e pensò: “Ecco, ora investirò questi soldi per avviare la mia nuova attività. Ma prima… che devo fare? Qualche mio amico mi ha spiegato che devo aprire una partita IVA: ma che cos’è? E poi, quali sono i passi successivi? Cosa ci faccio con questo capitale se non so come muovermi?“. Ecco allora che Luigi P. decise di contattare gli amici di infoiva che, passo dopo passo, gli avrebbero spiegato le cose da fare per aprire una propria attività.

Seguiamolo, dunque, nel suo percorso per mettersi in proprio; un percorso che noi di infoiva aiutiamo a costruire settimana dopo settimana, grazie a semplici ma complete risposte a poche, semplici domande, che Luigi P. ci pone. Buona lettura.

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