In Toscana, agevolazioni per le micro e piccole imprese

Sono state approvate, dalla Giunta della Regione Toscana, due nuove delibere delle quali beneficeranno le imprese regionali che desiderano investire in innovazione.

Si tratta di attivazione di garanzie per l’accesso al credito e di nuovi finanziamenti rimborsabili.

A presentate l’iniziativa è stato Gianfranco Simoncini, assessore alle Attività produttive della Regione Toscana: “Stiamo ridisegnando gli strumenti di ingegneria finanziaria per sostenere, attraverso l’accesso al credito, quegli investimenti che sono indispensabili al sistema produttivo toscano, alla sua crescita e al suo posizionamento competitivo sui mercati interni e internazionali. Con questi strumenti, che utilizzano le risorse del Fesr ma anche risorse regionali, rientri delle imprese su fondi rotativi e disponibilità giacenti su vecchi fondi chiusi, puntiamo in particolare al trasferimento tecnologico, all’innovazione, agli investimenti in ricerca e sviluppo e alle start up d’impresa“.

In concreto, la Regione erogherà prestiti a tasso zero alle micro, piccole e medie imprese di tutti i settori manifatturieri e di tutte le dimensioni, finanziamenti mirati a potenziare gli investimenti innovativi.

Il nuovo fondo di garanzia è finalizzato a sostenere gli investimenti delle imprese operative nei settori dell’artigianato, industria, cooperazione, favorendo anche l’imprenditoria femminile giovanile e i lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali.

Vera MORETTI

Microcredito per le pmi campane

La Regione Campania ha promosso un’iniziativa di microcredito che, grazie al Fondo sociale europeo, mette a disposizione delle piccole e piccolissime imprese che operano su territorio regionale 100 milioni di euro.
In tutto, ad oggi, sono ben 1248 le domande ammesse a finanziamento, con un tasso di restituzione del prestito del 96%.

Più nel dettaglio, il microcredito prevede prestiti da 5mila a 25mila euro destinati a soggetti non bancabili, quelli che difficilmente avrebbero accesso al credito in banca.
Si tratta, nella maggior parte dei casi, di piccole e piccolissime imprese, ma anche di giovani professionisti, che potranno così beneficiare dei contributi messi loro a disposizione.

Al momento, il microcredito ha consentito nel 56% dei casi di dare vita a nuove attività, mentre nel 44% il miglioramento di imprese già esistenti, attraverso l’innovazione tecnologica.

La prima fase della misura ha visto stanziare 65milioni di euro.
Il territorio di Napoli, con il 42%, è il primo per domande ammesse a finanziamento; seguono Salerno (24%), Caserta (15%), Avellino (11%), Benevento (8%).

Il settore dal quale è arrivato il maggior numero di richieste (314) è quello del commercio, seguito da servizi al turismo (250), artigianato (188).
I soggetti beneficiari sono stati per il 53% immigrati e soggetti svantaggiati, per il 34% under 35 e donne, per il 10% disoccupati e lavoratori in cassa integrazione e mobilità, il 3% laureati e ricercatori.

Per il secondo avviso del microcredito, la Regione ha appostato 35milioni. In questo caso, le domande pervenute (6835), sono ancora in fase di esame. Anche in questo caso il territorio che ha risposto maggiormente è quello di Napoli con il 47,34%.

Vera MORETTI

La burocrazia non aiuta le pmi

Era andata peggio solo nel 2009: l’anno che si è appena concluso ha segnato la chiusura di 365.000 imprese, in prevalenza piccole e piccolissime imprese.

Ciò è emerso dalla Relazione che il Garante delle Micro PMI ha inviato al Presidente del Consiglio dei Ministri e che vede, come unica buona notizia, la stipulazione di 523 contratti di rete che coinvolgono 2.800 aziende, con molte Pmi che si affacciano per la prima volta nei mercati internazionali e che utilizzano il commercio elettronico.

L’aspetto più critico rimane quello dei tempi di attuazione delle misure che spesso, per diventare operative richiedono l’emanazione di regolamenti che allungano oltre misura i tempi. Esempio concreto è la vicenda dei pagamenti dei debiti della PA.

Ciò che maggiormente fa male alle imprese è la mancanza di semplificazioni dal punto di vista burocratico. A questo proposito, la Relazione sottolinea la necessità di agevolazioni fiscali a sostegno delle micro imprese, in particolare relative alle reti d’impresa per gli investimenti e l’innovazione.

Ma non solo: occorre anche ridurre il costo dell’energia per i consorzi di piccole imprese e l’ampliamento della compensazione tra crediti e debiti verso l’erario.
Inoltre, le imprese, per crescere, hanno bisogno di investire: per questo viene richiesto uno strumento agevolato per l’acquisto o il leasing di macchine utensili e di produzione.

Ma soprattutto la Relazione richiama l’esigenza di una diversa politica europea, come sostiene il Garante: “Con una domanda debole pure le misure introdotte per fronteggiare le emergenze, abbattere le barriere, creare ambienti più favorevoli, valorizzare le capacità delle imprese, difficilmente producono effetti significativi (anche al netto dei tanti ritardi applicativi). Se non si riattiva al più presto il volano della domanda interna, il depauperamento imprenditoriale rischia di divenire difficilmente recuperabile poiché, da solo, l’export – peraltro messo a rischio da un euro forte – non può trascinare tutta la nostra economia. Se l’Unione Europea tarderà a intraprendere politiche forti di crescita, sarà arduo venire fuori rapidamente dalla recessione”.

Vera MORETTI

Salerno vola ad Hannover

Le imprese salernitane che si occupano di subfornitura industriale hanno la possibilità, grazie ad un’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Salerno, di partecipare alla manifestazione Hannover Messe, che si terrà nella città tedesca dall’8 al 12 aprile.

La CCIAA, infatti, sta organizzando, in occasione dell’evento, una collettiva di imprese, dedicata in particolare alle micro e piccole imprese, in forma singola e consorziata, che siano produttrici di beni o servizi a carattere industriale o artigianale aventi almeno unità produttiva nella provincia di Salerno.

Le aziende ammesse dovranno pagare un importo di 1.500 euro più Iva, a fronte dei seguenti servizi:

  • desk aziendale provvisto di logo e insegna, ciabatte con alimentazione elettrica, due sgabelli alti, cestino;
  • tavolino con sedie;
  • espositori per brochures, connessione internet veloce, n° 2 pass espositori.

Per poter partecipare, le imprese interessate devono presentare richiesta entro il 18 gennaio 2013, a mezzo raccomandata o posta celere, al seguente indirizzo:

Camera di Commercio I.A.A.
Via S. Allende, 19
84100 – Salerno

Vera MORETTI

Bando per le pmi padovane finanziato da Unicredit Banca

E’ stata sottoscritta una convenzione tra la Camera di Commercio di Padova e Unicredit Banca con la quale viene messo a disposizione un fondo rotativo di € 5.000.000 destinato a fornire a costo zero la provvista alla Banca che dovrà gestire su tutto il territorio provinciale finanziamenti a micro e piccole imprese padovane, che siano in regola con il pagamento del diritto annuale camerale, a fronte di crediti scaduti vantati nei confronti di Comuni italiani soggetti al Patto di stabilità.

E’ possibile partecipare al bando fino al 31 dicembre 2013, ma è facoltà della Camera di Commercio decretare con provvedimento dirigenziale la chiusura anticipata del bando in caso di esaurimento dei fondi a disposizione.
Ad accedere al fondo sono le micro e piccole imprese che abbiano meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro e che:

  • non siano in stato di liquidazione e che non siano sottoposte ad alcuna procedura concorsuale;
  • abbiano sede legale e/o operativa nella provincia di Padova;
  • abbiano crediti scaduti vantati nei confronti dei Comuni italiani soggetti al Patto di stabilità;
  • siano iscritte al Registro delle Imprese di Padova ed in regola con il pagamento del diritto annuale camerale.

Le domande vanno presentate compilando la modulistica che si trova al link della Camera di Commercio di Padova e consegnate alle filiali di Unicredit Banca della provincia di Padova.

Condizioni del Fondo:

  • Finanziamento con unica rata alla scadenza
  • Durata 12 mesi
  • Rimborso in unica soluzione
  • Importo non superiore a € 40.000 per ogni singola impresa
  • Tasso zero e nessuna spesa di istruttoria
  • Nessuna penale, onere o spesa per estinzione anticipata.

Per un’eventuale richiesta di importo superiore a € 40.000, Unicredit Banca, in aggiunta al Fondo promosso dalla Camera di Commercio, si impegna a mettere a disposizione per le medesime finalità propri fondi aggiuntivi destinati all’erogazione alle imprese beneficiarie del Fondo di finanziamenti per lo smobilizzo della quota parte dei crediti eccedenti la soglia di € 40.000.

Le condizioni applicate a tali finanziamenti sono le seguenti:

  • Durata: 12 mesi, ferma l’estinzione anticipata in caso di pagamento da parte del Comune
  • Tasso: Euribor 12 mesi + spread 3,5% fisso per tutte le classi di rating
  • Commissioni/Spese:Nessuna spesa di istruttoria
  • Estinzione anticipata: zero
  • Rata unica alla scadenza (bullet) dei 12 mesi

Vera MORETTI

Bando per le pmi venete

L’innovazione tecnologica è alla base dell’efficienza e della competitività delle aziende.

Per questo, la Camera di Commercio di Verona ha pubblicato un bando per sostenere e stimolare le imprese veronesi a realizzare progetti di innovazione tecnologica.
A beneficiare dei contributi previsti sono le microimprese e le pmi che abbiano sede legale o unità produttive in provincia di Verona.

Gli investimenti ammessi devono riguardare:

  • inserimento di metodologie di progettazione automatica collegata col processo produttivo (CAD);
  • inserimento di tecniche di automazione di fabbrica supportate da elaboratore (CAM);
  • inserimento di metodologie di controllo globale della qualità del prodotto;
  • inserimento di nuove tecnologie all’interno di processi o prodotti tradizionali tecnologicamente maturi;
  • rinnovo per l’ammodernamento di macchinari ed impianti tecnologici;
  • inserimento di sistemi informatici e di telecomunicazione innovativi, esclusa la creazione di siti Internet e l’applicazione della normativa sulla privacy;
  • installazione di sistemi antifurto, antirapina (compresi centraline, sensori volumetrici, dispositivi di protezione perimetrale e telecamere di videosorveglianza), collegati ad istituti di vigilanza o a forze dell’ordine.
  • installazione di impianti idrosanitari nonché di trasporto, di trattamento, di uso, di accumulo e di consumo di acqua all’interno degli edifici a partire dal punto di consegna dell’acqua fornita dall’ente distributore;

Alcune categorie di spesa, invece, non sono ammissibili:

  • spese per la formazione del personale
  • spese di consulenza
  • acquisto di autoveicoli
  • arredi di ogni genere
  • attrezzatura di consumo
  • canone di manutenzione ed abbonamenti
  • garanzie
  • spese di trasporto del bene.

Potranno essere ammesse a contributo solo le spese effettuate a partire dal 24 gennaio 2013 fino al 31 dicembre 2013.
Le piccole e micro imprese riceveranno un contributo pari al 18% della somma totale, pari al 9% se, invece, si tratta di medie imprese, percentuale relativa alle spese di attuazione di una o più iniziative con un massimo di € 12.000 per impresa.
Qualora l’impresa richiedente risponda ai criteri di impresa femminile o giovanile la somma concessa a titolo di contributo, pur non potendo comunque superare i massimali del 18% o del 9%, potrà raggiungere l’importo massimo di € 13.500 per impresa.
Ciascun progetto preso in considerazione, per ottenere il contributo camerale, non potrà essere complessivamente di valore inferiore a € 5.000 al netto dell’IVA e di eventuali altre imposte e tasse.

Le domande vanno trasmesse in modalità telematica e con firma digitale attraverso lo sportello on line “Contributi alle imprese”, all’interno del sistema Webtelemaco di Infocamere – Servizi e-gov (completamente gratuito) dal 16 gennaio al 23 gennaio 2013.

Vera MORETTI

Burocrazia quanto mi costi!

 

Un costo annuale pari 26,5 miliardi di euro all`anno, una somma che da sola varrebbe una finanziaria. E’ il costo della burocrazia italiana al sistema delle piccole e medie imprese del territorio nazionale.

Scendendo nel dettaglio, ogni piccola e media impresa si trova costretta a sborsare ogni anno un importo medio pari a 6.000 euro. A lanciare l’allarme è la Cgia di Mestre che ha effettuato uno studio sull’impatto del costo della burocrazia sul sistema Pmi italiane, ovvero le aziende con meno di 250 addetti. L’indagine ha preso in analisi i costi su base annua  aggiornati al mese di maggio 2012.

Dallo studio è emerso inoltre che l`area che presenta i maggiori costi per le imprese è quella del lavoro: per espletare gli adempimenti richiesti da questo settore, le Pmi si trovano costrette a sobbarcarsi quasi 7 miliardi di euro all’anno. 

Auspicando che il pacchetto semplificazioni messo a punto dal governo Monti trovi attuazione in tempi rapidissimi – ha commentato Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestrenon dobbiamo mai dimenticare che i più penalizzati da questa burocrazia così opprimente sono le micro imprese e i lavoratori autonomi che, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni, non posseggono una struttura amministrativa in grado di sbrigare tutte queste incombenze“.

Finanziamenti per le micro imprese della Calabria

Un plafond da 4,5 milioni di euro. E’ la somma stanziata dal Fondo europeo per gli investimenti (FEI) e  dalla Banca di Credito Cooperativo Mediocrati (BCC Mediocrati) a favore delle micro imprese e degli imprenditori autonomi della Calabria.

Secondo il progetto, i finanziamenti andranno a supportare l’attività di 180 micro imprese regionali.

L’accordo prevede la concessione di contributi soprattutto agli imprenditori autonomi e minoranze etniche, ma anche alle donne e ai giovani: lo scopo è di incentivare e promuovere l’occupazione locale, stimolando l’imprenditorialità e la crescita delle imprese nel Sud Italia.

L’accordo tra FEI e BCC Mediocrati è stato siglato nell’ambito dello strumento europeo Progress Microfinanza, nato per fornire garanzie e strumenti finanziati agli intermediari della micro finanza, grazie alle risorse messe a disposizione dalla Commissione europea e dalla Banca europea per gli investimenti (BEI).

Per accedere agli aiuti previsti dal protocollo tra BEI e BBC, è necessario contattare direttamente le filiali di BCC Mediocrati presenti nel territorio.

INT: dismissioni, avanti così ma…

I tributaristi italiani confermano di avere un occhio sempre attento alla e critico sulla vita economica e istituzionale italiana. Il Presidente dell’Istituto Nazionale Tributaristi, Riccardo Alemanno, è infatti intervenuto sulle recenti misure del governo per le dismissioni del patrimonio pubblico e per la crescita sostenibile: accolte con favore ma, evidenzia Alemanno, per giovani e micro-imprese bisogna fare di più.

Circa la dismissione di parte del patrimonio pubblico – ha detto Alemannovorrei evidenziare che nel Gruppo di lavoro su bilancio e patrimonio pubblico, già presieduto dal Prof. Giarda oggi Ministro del Governo Monti , si è più volte richiesto un intervento concreto e controllato in tal senso, è poi evidente che il corposo pacchetto di misure per la crescita approvato dal CDM venga accolto in termini positivi, ma da una prima lettura pare sia più indirizzato alla grande impresa che non alle imprese di piccole dimensioni o meglio alle micro-imprese del settore commerciale ed artigianale che sono importantissime per l’economia del nostro Paese. Inoltre per giovani e non, si sarebbe dovuto modificare l’attuale nuovo regime dei contribuenti minimi innalzando il limite di ricavi oggi fermo a 30.000,00 euro magari portando l’aliquota dell’ imposta sostitutiva al 10% – 15% per compensare il minor gettito erariale. Ma ripeto tutto ciò che può contribuire alla crescita ed alla trasparenza ben venga, ad esempio bene l’innalzamento al 50% per la detrazione degli interventi edilizi ed il provvedimento sull’IVA per le imprese costruttrici. Positivo il contributo in forma di credito d’imposta per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di personale altamente qualificato. Benissimo poi la trasparenza per le spese della P.A. Mi auguro che il CDM prosegua su questa strada e possa in futuro approvare ulteriori interventi anche di semplificazione amministrativa“.

Insomma, bravi ma non fermatevi qui.

Non si uccidono così anche le Pmi?

di Davide PASSONI

Dire che in Italia siamo bravissimi a martellarci gli zebedei è ancora troppo poco. L’attitudine a essere dei Tafazzi ce la portiamo infatti dentro a molti livelli, specialmente per quello che riguarda la nostra capacità imprenditoriale.

Prendiamo l’esempio delle Pmi. Costituiscono il 95% circa del nostro tessuto produttivo e ora scopriamo che il loro contributo alle esportazioni del Paese è pari al 50% del totale; un valore che nei settori tradizionali del Made in Italy è vicino al 70%. Lo dice una ricerca realizzata dal Centro Studi Cna in collaborazione con il Centro Tedis della Venice International University.

Secondo questa ricerca, le Pmi hanno una notevole proiezione internazionale, a partire dal segmento di imprese con meno di dieci dipendenti: nel 2008, circa 45mila di loro con una media di 4,5 addetti, hanno realizzato oltre il 20% del proprio fatturato all’estero, spesso in mercati extra-europei e con quote di export analoghe a quelle delle imprese medio-grandi.

E allora, dove sono i Tafazzi? Eccoli qui. Al settore più vivo e dinamico della nostra economia buttiamo addosso una camionata di tasse, chiudiamo il rubinetto del credito e prepariamo una riforma del lavoro che, per quanto strutturata su un impianto molto buono, costituirà un aggravio di costi probabilmente insostenibile. Prendiamo il mitico articolo 18. Nella proposta del ministero c’è la quantificazione dell’indennizzo del licenziamento per motivi economici in un range che va da 15 a 27 mensilità per il lavoratore; una cifra mostruosa per una piccola impresa: d’accordo la maggiore flessibilità in uscita, ma se significa sostenere questi costi, allora una Pmi ci penserà su un bel po’ prima di mettere in strada la gente, visto che rischierà di rimetterci ancora di più. E pensare che in Spagna la riforma del lavoro è stata fatta riducendo gli indennizzi, mentre da noi rischia di passare uno dei livelli più alti in Europa. A danno, ancora una volta, delle imprese. Tanto più che la riforma dell’articolo 18 non si applicherà al pubblico impiego, ossia a quella che, in alcuni casi, è la zavorra di inefficienza che trascina a fondo l’Italia. Ma di che parliamo?

Se poi pensiamo che tra le imprese esportatrici, quelle più piccole hanno pagato il prezzo più alto alla recessione globale del 2009, la frittata è completa. Del resto, tra il 2008 e 2009 il numero di micro-imprese esportatrici si è ridotto di quasi il 30%, vale a dire 13mila unità in meno. A poco serve consolarsi guardando come queste micro-imprese abbiano contenuto meglio delle altre la caduta delle esportazioni, anche per la maggiore flessibilità derivante dalla loro piccola dimensione, e abbiano saputo approfittare al meglio della ripresa del commercio mondiale del 2010, recuperando per prime i livelli di export pre-crisi. Di fronte a questo aggravio di costi previsto, la crisi è ancora dietro l’angolo.

Come affrontarla, quindi? Secondo la ricerca del Centro Studi Cna, l’innovazione e la qualità emergono come i fattori determinanti per superarla. Le imprese che hanno investito nell’ultimo triennio sui mercati esteri appaiono infatti le più performanti.

Lo studio sottolinea infine che è necessario rinnovare le politiche e gli strumenti in grado di supportare una vasta ed eterogenea platea di interlocutori con azioni di policy che rafforzino la posizione competitiva delle Pmi sui mercati internazionali. Certo, se le azioni di policy sono quelle di inasprire i costi, trasformare la flessibilità in rigidità, togliere ossigeno a chi lavora per rilanciare il Paese, non ci resta che commentare come la Sora Lella: