Pensioni, cosa avviene se si è lavoratori del ‘misto’ e si paga il riscatto agevolato e contributivo della laurea?

Particolare attenzione devono prestare i contribuenti nel riscatto della laurea con le condizioni agevolate del decreto numero 4 del 2019. La norma infatti permette di riscattare la laurea pagando poco più di 5.200 euro per ogni anno di corso universitario. Il pagamento agevolato, inizialmente concesso ai soli lavoratori rientranti nel sistema contributivo, successivamente è stato interpretato in senso estensivo per includere anche i lavoratori rientranti nei sistemi di pensione precedenti, ma che abbiano da riscattare anni di università successivi al 31 dicembre 1995.

Pensioni, il riscatto della laurea per i lavoratori del sistema misto

Può capitare, infatti, che un lavoratore del sistema previdenziale “misto accetti di riscattare la laurea con i vantaggi del decreto 4 del 2019. Si tratta di lavoratori che non hanno i 18 anni di contributi prima del 31 dicembre 1995 e dunque non ricadenti nel “retributivo”. Ma hanno un certo numero di anni di versamenti entro la fine del 1995. L’opzione di riscattare gli anni universitari, eventualmente fatta prima di accedere al trattamento di pensione, potrebbe portare benefici sia sul piano dell’importo della pensione che sul requisiti che ne generino il diritto stesso al pensionamento.

Riscatto della laurea con costo agevolato: non sempre si hanno benefici sulla pensione

Tuttavia, non sempre la scelta di ricorrere al pagamento agevolato del riscatto di laurea previsto dal decreto 4 del 2019 può comportare dei miglioramenti della propria pensione futura. Infatti, riscattare gli anni di università in maniera agevolata ha come conseguenza quella che il calcolo della pensione avvenga mediante il metodo contributivo per l’intera vita lavorativa. E questo potrebbe andare a danno dei lavoratori dei sistemi previdenziali precedenti, come il misto o il retributivo.

Riscatto laurea, prima di pagare è importante fare simulazioni sul sito Inps

Infatti, mettendo sulla bilancia vantaggi e svantaggi del riscatto della laurea con il pagamento agevolato dell’articolo 4 del 2019 ci si potrebbe rendere conto di non aver fatto una buona scelta. Pertanto, prima di prendere una decisione può essere necessario fare un po’ di simulazioni della propria pensione futura. Si può procedere con il servizio messo a disposizione dal portale Inps di calcolo della pensione futura. All’interno del sistema, si potranno inserire i dati relativi alla propria vita lavorativa dai quali risultano anche i contributi versati. Da qui la scelta del contribuente in merito alla situazione che si prospetta. In particolare, riscattando gli anni di laurea e acconsentendo al calcolo contributivo della propria pensione, si è generato un vantaggio futuro sulla pensione oppure una perdita?

Riscatto laurea ai fini della pensione, quale scelta?

Molto dipende dalla carriera lavorativa di ogni contribuente. Tuttavia il calcolo contributivo della pensione molto probabilmente porterà a una decurtazione più o meno consistente della futura pensione mensile. Risulta pertanto importante che prima di prendere la decisione di riscattare gli anni di laurea con le agevolazioni del decreto 4, si studino tutte le ipotesi possibili. In particolare, il contribuente dovrebbe confrontare tutti gli importi di pensione stimata, sia quelli calcolati con il metodo contributivo che quelli del misto.

Pensioni, la scelta di riscattare la laurea con il contributivo è irrevocabile

La questione non è di poco conto, anche perché una volta fatta la scelta non si può più tornare indietro. Ovvero, se il lavoratore decidesse di riscattare gli anni di laurea pagando e aderendo al sistema contributivo, la sua scelta sarebbe irrevocabile. L’istituto previdenziale ha chiarito a tal proposito che, con il pagamento di almeno una rata del riscatto della laurea diventa irrevocabile la scelta di aderire a uno strumento introdotto per il sistema contributivo con relativo calcolo della pensione. Il pagamento, è bene ricordarlo, si può effettuare anche fino a 120 rate mensili. E ciò avviene anche se ancora la domanda di pensione non sia stata ancora formalizzata.

Quanto conviene pagare il riscatto della laurea con il metodo agevolato rispetto a quello ordinario?

Per i lavoratori del sistema misto, dunque, il riscatto della laurea potrebbe rivelarsi dannoso ai fini dell’importo della pensione mensile. Tutto questo senza considerare il costo che comporta il riscatto stesso. Tuttavia, gli stessi lavoratori potrebbero optare per il metodo di pagamento ordinario del riscatto della laurea. Con questo meccanismo, il costo del riscatto verrebbe calcolato seguendo la regola generale. Ovvero si procederebbe moltiplicando il reddito lordo delle ultime 12 mensilità percepite prima di presentare la domanda per la percentuale (del 33%) di contribuzione per gli anni di studio da riscattare.

Pensioni, quali vantaggi con il riscatto della laurea?

Anche seguendo il metodo di riscatto ordinario della laurea, i lavoratori interessati dovrebbero prima verificare quali vantaggi potrebbe comportare l’operazione. In particolare, si può procedere con la stima della propria pensione senza e con il riscatto della laurea. Di certo, a fronte del costo da sostenere, potrebbero aversi benefici sia in termini di uscita anticipata dal lavoro che sul futuro importo della pensione.

Pensioni e metodi di calcolo: guida al sistema misto

La riforma di Elsa Fornero (legge numero 201 del 2011) ha riordinato i sistemi di calcolo delle pensioni prevedendo tre sistemi relativi all’assicurazione generale obbligatoria: quello retributivo, quello contributivo e il misto. Nel sistema retributivo rientrano i lavoratori che abbiano versato contributi per almeno 18 anni entro il 31 dicembre 1995. Diversamente, chi ha iniziato a lavorare e a versare contributi dal 1° gennaio 1996 rientra nel sistema contributivo puro.

Quali lavoratori rientrano nel sistema misto per il calcolo delle pensioni?

Tra i due sistemi contributivi, la normativa ha previsto il meccanismo previdenziale misto. Si tratta del metodo di calcolo delle pensioni riservato ai lavoratori che, al termine del 1995, non avevano maturato ancora i 18 anni di contributi necessari per rientrare pienamente nel sistema retributivo. In parte, dunque, la loro pensione è calcolata anche con il sistema contributivo.

Come si calcola la pensione con il sistema misto?

La pensione per i lavoratori del sistema misto si calcola sommando i due sistemi di calcolo. Nel dettaglio, si sommano i contributi versati fino al 31 dicembre 1995 con il sistema retributivo con quelli versati a partire dal 1° gennaio 1996 con il contributivo. E pertanto, la pensione sarà il risultato dei contributi versati prima del 31 dicembre 1995 (sia per la quota A che per quella B del sistema retributivo) e i contributi versati dopo il 31 dicembre 1995 con il metodo contributivo.

Calcolo quota A del sistema pensionistico misto

Per il calcolo della pensione della parte retributiva, si segue il meccanismo della quota A e della quota B. Nel dettaglio, la quota A riguarda i contributi versati entro il 31 dicembre 1992 e il calcolo si effettua individuando la retribuzione media pensionabile settimanale degli ultimi 5 anni di lavoro. Tale retribuzione deve essere rivalutata mediante dei coefficienti stabiliti annualmente dall’Inps e dall’Istat e moltiplicata per le settimane svolte di lavoro entro il 31 dicembre 1992. L’importo ottenuto si moltiplica per il rendimento annuo, solitamente del 2% per ciascun anno di lavoro. Lo stesso meccanismo della quota A è applicato ai lavoratori autonomi, ma la media deve essere fatta sugli ultimi 10 anni di lavoro prima del 31 dicembre 1992.

Quota B nel calcolo del retributivo per il sistema misto

Per le pensioni del sistema misto deve essere calcolata anche la quota B per i contributi versati dal 1° gennaio 1993 al 31 dicembre 1995 (fino al 31 dicembre 2011 per i lavoratori del retributivo puro). Su questo periodo di contribuzione, il calcolo si effettua con le seguenti retribuzioni medie:

  • quella degli ultimi 10 anni di lavoro (di 15 per gli autonomi) per chi ha almeno 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992 ma meno di 18 entro il 31 dicembre 1995;
  • retribuzione degli ultimi 5 anni (260 settimane) prima della decorrenza della pensione (10 anni per gli autonomi) per chi ha meno di 15 anni di contributi entro il 31 dicembre 1992 e meno di 18 anni entro fine 1995;
  • la retribuzione media dell’intera vita lavorativa per i lavoratori che non hanno mai versato contributi prima del 31 dicembre 1992 e, dunque, hanno meno di 18 anni entro fine 1995.

L’importo della retribuzione media annuale deve essere moltiplicato per il coefficiente di rivalutazione e diviso per il numero delle settimane lavorate (52 annuali). L’importo va poi moltiplicato per il numero delle settimane effettivamente lavorate tra il 1° gennaio 1993 e il 31 dicembre 1995.

Calcolo della quota contributiva per i lavoratori rientranti nel sistema misto

Infine, per i contributi rientranti nella quota contributiva (a partire dal 1° gennaio 1996 per i lavoratori del sistema misto), il calcolo prevede:

  • individuazione della retribuzione annua;
  • calcolo per ogni anno mediante l’aliquota di computo, pari al 33% per i lavoratori dipendenti);
  • determinazione del montante contributivo che si ottiene mediante tutti i contributi versati annualmente e rivalutati con il tasso di annuo determinato dall’Istat;
  • applicazione del coefficiente di trasformazione variabile in funzione dell’età del lavoratore al momento della pensione.

Quale pensione per i lavoratori del sistema misto?

Per i lavoratori rientranti nel sistema previdenziale misto, le formule di pensionamento consuete sono la pensione di vecchiaia e quella anticipata. Per la pensione di vecchiaia è necessario che i lavoratori del misto abbiano maturato l’età minima di 67 anni e almeno 20 anni di contributi. Il lavoratore del misto può andare in pensione anticipata con 42 anni e 10 mesi di contributi minimi. Le donne del misto hanno la possibilità di anticipare la pensione con 41 anni e 10 mesi di contributi versati.

Formule di pensione escluse per i contribuenti del misto

Ai lavoratori rientranti nel sistema misto sono escluse alcune formule di uscita riservate ai contributivi puri. Questi ultimi, infatti, possono accedere alla pensione di vecchiaia all’età di 71 anni con 5 anni di contributi versati, possibilità esclusa ai lavoratori del misto. Ai contributivi puri, inoltre, è riservata la possibilità di prepensionamento a 64 anni con 20 anni di contributi. Per questi istituti, un lavoratore del misto può optare di rientrare interamente nel sistema contributivo a due condizioni:

  • che i contributi versati entro il 31 dicembre 1995 siano meno di 18 anni;
  • che al momento della richiesta di entrare nel contributivo il lavoratore abbia contributi per almeno 15 anni entro il 31 dicembre 1995 e per almeno 5 anni dopo questa data.

Come utilizzare i contributi del sistema pensionistico misto

Il lavoratore del sistema misto può utilizzare i contributi accumulati presso più gestioni previdenziale con l’obiettivo di arrivare ai requisiti minimi per la pensione. In particolare può procedere con la ricongiunzione e con il cumulo gratuito. Mediante la ricongiunzione può trasferire in un’unica gestione pensionistica tutti i contributi versati, ad eccezione dei contributi versati alla Gestione separata Inps. Possibilità, quest’ultima, esercitabile attraverso il cumulo gratuito.

Il cumulo gratuito per i lavoratori del misto

Mediante il cumulo dei contributi, i lavoratori del sistema previdenziale misto possono unire gli spezzoni contributivi delle diverse gestioni previdenziali (Assicurazione generale obbligatoria, gestioni speciali dei contribuenti autonomi, Gestione separata, fondi sostitutivi dell’Assicurazione generale obbligatoria e Casse previdenziali dei liberi professionisti) al fine di maturare i requisiti minimi per la pensione di vecchiaia o per quella anticipata.

Lavoratori autonomi del sistema misto: il computo dei contributi

Per i lavoratori autonomi del sistema misto, in alternativa alla ricongiunzione, è possibile richiedere il computo dei contributi. Si procedere con il computo alla Gestione separata accentrando in questa gestione tutti i contributi previdenziali obbligatori, ad esclusione di quelli versati nelle Casse professionali.