Tassa di vidimazione dei libri sociali: prossima scadenza

Entro il 16 marzo 2023 è necessario procedere al versamento della tassa di vidimazione dei libri sociali, ecco chi è tenuto a versare l’importo e a quanto ammonta.

Cos’è la tassa di vidimazione dei libri sociali e chi la paga?

La tassa di vidimazione dei libri sociali sostituisce tutte le tasse di concessione governativa generalmente dovute per la bollatura e la numerazione degli atti. Si tratta di un tassa di importo fisso dovuta solo da determinati soggetti.

Devono versare la tassa di vidimazione dei libri sociali:

  • società a responsabilità limitata;
  • società per azioni;
  • società in accomandita per azioni.

Sono sottoposte all’obbligo anche le società viste che sono in liquidazione o comunque sottoposte a procedure fallimentari.

Si tratta di forme societarie obbligate alla tenuta dei libri sociali.

A quanto ammonta?

L’importo è fisso e si divide in due fasce:

  • 309,87 euro per società con un capitale sociale inferiore o uguale a 516.456,90;
  • 516,46 euro per le società con capitale sociale superiore alla soglia precedente.

Per il calcolo si fa riferimento al capitale sociale registrato al 1° gennaio 2023, eventuali variazioni in corso di anno, hanno rilievo per i versamenti del 2024.

Come versare la tassa di vidimazione dei libri sociali?

Per le società costituite da meno di un anno l’importo deve essere versato utilizzando un bollettino postale su conto corrente postale c/c n.6007, intestato all’Ufficio delle Entrate – Centro Operativo di Pescara, prima della presentazione della Dichiarazione di inizio attività tramite Modello AA7/9.

Per gli anni successivi invece è necessario utilizzare il modello F24 con utilizzo del codice tributo 7085.

È importante sottolineare che l’importo pagato deve essere portato in deduzione dai redditi di impresa ai fini Ires ed Irap.

In caso di ritardato o mancato pagamento è prevista una sanzione, la stessa oscilla tra il 100% e il 200%. In ogni caso è possibile sanare la propria posizione attraverso il ravvedimento operoso. In questo caso si paga l’imposta con gli interessi legali. Per le sanzioni dovrà invece essere utilizzato il modello F23.

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Modello F23: la guida completa di quando si usa e perchè?

Il modello F23 dell’Agenzia delle entrate viene usato per il pagamento di molti tributi. Una guida completa al suo utilizzo è utile.

Modello F23: cos’è?

Il modello F23 è utilizzato per il versamento di alcune tipologie di tasse, imposte e sanzioni. In particolare possono essere così riassunti:

  • canone di concessione demaniali;
  • imposte di registro;
  • imposte ipotecarie e catastali gestite dagli ufficio dell’Agenzia delle entrate;
  • sanzioni inflitte da autorità giudiziarie, amministrative, come multe e contravvenzioni.

Mentre per il pagamento delle imposte relative alla presentazione della dichiarazione di successione, si utilizza il modello F24, secondo le istruzioni fornite con la risoluzione n. 16 del 25 marzo 2016 – pdf.

Come pagare il modello?

Il modello F23 può essere pagato presso qualsiasi sportello degli agenti della riscossione come Agenzia delle entrate e Riscossione Sicilia S.p.A. Tuttavia può essere anche pagato in banca o presso un qualsiasi ufficio postale sul territorio nazionale. L’importo può essere versato in contanti, se non supera il limite di legge dei pagamenti con questo metodo. Pertanto è possibile pagare attraverso la carta Bancomat, assegni bancari e circolari presso le banche o vaglia cambiari presso gli agenti della riscossione. Infine è possibile l’addebito su conto corrente postale, assegni e vaglia postali, oppure Postamat e Postepay.

Come compilare correttamente il modello F23

Il modello deve essere compilato da chi effettua il pagamento. Il modello F23 può essere sia compilato a mano, ma anche compilato senza istallare alcun software. Tuttavia la compilazione online è molto semplice, basta seguire i passaggi guidati. Comunque sia sempre sul sito sono anche disponibile le istruzioni per una corretta compilazione. Anche se in ogni momento si può tornare indietro e modificare i campi già compilati. Infine il file si può stampare e presentare per il pagamento nei modi già indicati. Pertanto si ricorda di leggere le istruzioni per inserire i codici corretti negli spazi opportuni.

Cosa succede in caso di errore?

Nella compilazione può succedere che vengano fatti degli errori nel modello. Ciò vuole dire che l’ente o l’ufficio incaricato per il versamento non riesca a fare l’abbinamento corretto. E questo può comportare una doppia richiesta di un pagamento che si pensa di aver già fatto. Cosa fare in questo caso? Il contribuente può rivolgersi all’ufficio competente per chiedere la regolarizzazione della propria posizione debitoria.

Gli errori più frequenti che si commettono compilando il modello di versamento F23 sono:

  • errata indicazione del “codice tributo”;
  • errata indicazione del “codice ufficio”.

In caso di errore del “codice tributo” il contribuente deve inviare una comunicazione all’ufficio competente il cui codice è stato indicato nel modello. Se, invece, l’errore riguarda il “codice ufficio”, il contribuente deve inviare una comunicazione sia all’ufficio il cui codice è stato indicato erroneamente sul modello di versamento, sia a quello cui si riferisce correttamente il versamento.