Il mercato dei mutui torna a muoversi

Buone notizie per il mercato dei mutui in Italia. Secondo l’Osservatorio sui mutui di Mutui.it e Facile.it, nello scorso semestre il finanziamento medio concesso è stato pari a quasi 120mila euro, il 5,4% in più rispetto alla rilevazione di sei mesi fa e il 12,5% in più rispetto a un anno fa.

Un andamento favorito dall’incremento delle compravendite immobiliari e dai valori negativi raggiunti dall’Euribor, che hanno spinto verso l’alto il trend della domanda di mutui da parte degli italiani.

I portali Mutui.it e Facile.it hanno analizzato le richieste e gli erogati di mutui registrati tra novembre 2014 e aprile 2015: i risultati offrono segnali incoraggianti anche nel confronto tra la cifra che si richiede e quella che si riesce effettivamente a ottenere dalle banche. Se nella rilevazione precedente (ottobre 2014) il divario era passato dal 20% all’11%, ora gli italiani che chiedono un finanziamento per l’acquisto di una casa puntano a 126mila euro (praticamente la stessa cifra registrata nello scorso semestre) ottenendone solo il 4% in meno.

Buone notizie anche per ciò che concerne il loan to value, ossia la percentuale erogata in rapporto al valore dell’immobile da comprare. Se già nella scorsa rilevazione questa variabile era passata dal 44% al 49%, ora è tornata sopra la soglia “psicologica” del 50%: 55% come somma richiesta e 52% per quella erogata. Stabile rispetto a sei mesi fa la durata dei mutui erogati (21 anni), mentre l’età media del mutuatario scende a 40 anni.

La principale novità rispetto alle rilevazioni precedenti è legata al tasso di interesse dei mutui scelto per il finanziamento: dopo anni di richieste di mutui variabili, adesso il 60% di chi chiede un mutuo punta al tasso fisso. Da segnalare anche il boom delle surroghe nell’ultimo semestre: rispetto al semestre precedente, queste erogazioni sono cresciute di oltre il 200%.

Infine, considerando le richieste e le erogazioni di mutui prima casa il quadro muta parzialmente: salgono di poco (+1%) gli importi richiesti – in media 133mila euro – mentre cresce del 3% la cifra media erogata, che passa da 122mila a 125mila euro. Si riduce ancora il divario tra richiesta ed erogazione (6%), mentre sale ancora la percentuale finanziata: il loan to value è del 61%.

Letta, aiuto alle banche e alle imprese con piano mutui – Cassa Depositi

Un legame profondo che rischia di fare collassare entrambi. Ci riferiamo alla crisi che sta coinvolgendo le imprese costruttrici e che rischia inevitabilmente di ricadere anche sulla banche che le hanno finanziate. Per far fronte all’ingente problema  Palazzo Ghici si sta adoperando per rivisitare al più presto una norma, già proposta dal ministro Maurizio Lupi.

Una legge che prevedeva una modifica sostanziale allo statuto della Cassa Depositi e Prestiti per permetterle di fornire alle banche la liquidità necessaria “per l’erogazione di mutui ipotecari per l’acquisto di abitazioni principali”. Una prosta che di fatto avrebbe visto i soldi  dei risparmiatori depositati in posta e gestiti dalla Cassa controllata all’80,1% dal ministero delle Finanze e al 18,4% dalle Fondazioni bancarie, ritornare agli stessi risparmiatori dopo un breve transito presso le banche.

La norma tuttavia non è mai stata approvata, è di fatto scomparsa nei testi definitivi dopo essere giunta fino in Consiglio dei Ministri; questo perchè qualcuno aveva obiettato che sarebbe stato molto più semplice fare in modo che fosse direttamente   la Cdp a prestare  il danaro ai cittadini senza l’intermediazione bancaria.

Intanto è di questi giorni la notizia che a breve arriverà una norma, la quale prevede che entro l’autunno le banche dovranno emettere obbligazioni garantite presso la Cassa depositi e Prestiti: i soldi avrebbero il fine di finanziare i mutui alle famiglie e alle imprese richiedenti. Come si legge dalle pagine del Corriere della Sera, tali titoli “avrebbero un rendimento non alto, ma sicuro, e potrebbero così attirare l’attenzione anche di altri investitori”.

Il premier Letta intanto nel piano industriale di Cdp, apre a una ulteriore chance: le banche alle prese con la scadenza della restituzione dei prestiti agevolati ricevuti dalla Bce e con l’arrivo dei nuovi criteri comunitari di patrimonializione di Basilea III, potranno liberarsi dei vecchi prestiti, trasformando questi ultimi in prodotti finanziari che verrebbero certamente acquistati dallo Stato.

Francesca RIGGIO

 

Le Banche e le iniziative pro mutui

Deboli ma comunque positivi sono i segnali di ripresa dei mutui italiani. Stando ai dati forniti dall’Osservatorio di MutuiOnline, sono in crescita – seppur lievemente- le richieste di prestito per l’acquisto della prima casa. Si passa dal 70,3% della fine del 2012, al 72%. Segnali positivi che trovano conferma anche nel rapporto Nomisma sulla finanza immobiliare: viene stimato che entro la   fine dell’anno la cifra erogata per i mutui dovrebbe aggirarsi attorno ai 28,2 miliardi di euro, un aumento pari all”8% sul minimo storico di 26,2 miliardi dello scorso anno.

IL 2012 è stato certamente l’annata no per il mercato immobiliare, che ha subito un calo netto e devastante delle compravendite, che si sono fermate a 448 mila. Un dato così allarmante che non si verificava dal lontano 1985.

Per sbloccare la situazione  Unicredit ha lanciato l’iniziativa dal nome “Ripresa Cantieri”, finalizzata a dare un duplice aiuto tanto ai costruttori, quanto alle famiglie. La banca infatti si impegna a finanziare il completamento di alcuni cantieri selezionati e sarà di sostegno alla vendita degli immobili, promuovendo una campagna di mutui fino al 100% del loro valore.

La stessa poi, parliamo sempre di Unicredit, ha studiato e progettato un’ulteriore iniziativa con lo scopo di attirare a sè i clienti. “Mutui valore Italia” caratterizzati da una rata flessibile. Sulla scia di Unicredit, Cariparma Crédit Agricole ha attivato a giugno un mutuo a tasso fisso (2,5%) per i primi due anni, che permette al cliente di ricevere in regalo anche un elettrodomestico Smeg.

Altro esempio di impegno in iniziative promosse dagli istituti di credito, è quello che vede protagonista il Banco Popolare, che invece ha pensato bene di promuovere “MutuoYou” , a tasso variabile  del 2,75% oppure a tasso fisso e bloccato, del 4,75%. E ancora Ubi Banca che per venire incontro a quelle che sono le esigenze delle giovani coppie con un lavoro precario, o degli immigrati,  ha pensato a un finanziamento appositamente studiato per loro.

Alla fine dell’estate pare che anche Banca Intesa si aggiungerà alla schiera delle Banche appena annoverate e lancerà nuove iniziative a favore dei clienti.

Francesca RIGGIO

 

A Trento ora è più facile comprare casa

A Trento ora è più facile comprare o sistemare casa: con un disegno di legge licenziato dal Consiglio della Provincia autonoma è stato istituito un ente gestore per assistere con garanzie l’accesso al credito da parte delle famiglie per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa.

In questo modo le famiglie avranno a disposizione uno strumento in più di garanzia per accedere ai mutui: un fondo di circa 1,5 milioni di euro.
L’intervento in favore delle famiglie che richiedono un mutuo per l’acquisto della prima casa era già stato previsto da un articolo della legge finanziaria provinciale a causa delle mutate condizioni del sistema creditizio, a seguito della crisi economica: in precedenza, infatti, il mutuo veniva concesso sulla base di una garanzia ipotecaria, che ora non è più sufficiente.

La Provincia a sua volta mette a disposizione un fondo di garanzia, limitato nell’importo ma in grado di “sbloccare” la concessione del mutuo per molte famiglie, cosa che, indirettamente, produrrà effetti positivi anche sul versante delle imprese.

Francesca SCARABELLI

Due cuori e un mutuo, anche se precari

Da settembre 2011 non varrà più l’equazione contratto precario – amore precario. Il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni e l’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, hanno siglato un accordo sul Fondo di Garanzia per l’accesso ai mutui destinati all’acquisto dell’abitazione principale.

Il patto stipulato prevede l’accesso al mutuo per la prima casa anche per le coppie di lavoratori atipici con contratti di lavoro precari. Da oggi non servirà più quindi avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato per accendere un mutuo con la propria banca. Il Fondo di Garanzia, gestito dalla Consap SpA, dispone di una dotazione patrimoniale a regime di 50 milioni di euro. Secondo l’accordo potrà rilasciare a favore delle banche e degli intermediari finanziari garanzie a prima richiesta a copertura di un ammontare non superiore a 75 mila euro, costituito dal 50% della quota capitale dei mutui ammissibili, degli interessi contrattuali calcolati in misura non superiore al tasso legale e dei costi di recupero non superiori al 5% del capitale residuo.

I mutui richiesti non dovranno superare i 200 mila euro per immobili adibiti ad abitazione principale non di lusso e non estendersi oltre i 90 metri quadri. I richiedenti devono essere giovani coppie coniugate o nuclei famigliari con unico genitore e figli minori.

Ecco i requisiti per accedere alla domanda di finanziamento:

  • età inferiore a 35 anni 
  • un reddito ISEE non superiore a 35 mila euro
  • non più del 50% del reddito complessivo imponibile ai fini IRPEF derivante da un contratto a tempo indeterminato
  •  mancato possesso di altri immobili ad uso abitativo, salvo quelli acquisiti per successione.

L’accordo tra il Ministro della Gioventù e l’ABI prevede inoltre tassi favorevoli da applicarsi ai mutui. Nel caso di mutui a tasso variabile non possono essere superiori all’Euribor + 150 punti base per durate uguali o superiori a 20 anni, o all’Euribor + 120 punti base per durate inferiori. Nel caso di mutui a tasso fisso invece non possono essere superiori all’IRS + 150 punti base per durate uguali o superiori a 20 anni, o all’IRS +120 punti base per durate inferiori.

Alessia Casiraghi

Detrazione rata del mutuo: ecco chi può beneficiarne

Se uno dei due coniugi diventa, con l’accordo di separazione, proprietario unico della casa e si accolla il pagamento della parte di mutuo intestato al suo ex, allora passa a lui anche il diritto alla detrazione del 19% sugli interessi passivi maturati sull’intera somma. Lo sconto d’imposta spetta anche in caso di “accollo interno”, senza cioè che sia intervenuta alcuna modifica del contratto stipulato con la banca. E’ importante che per entrambi i casi l’accollo risulti da un atto pubblico o scrittura privata autenticata e che le quietanze di pagamento siano integrate dall’attestazione che l’intero onere è stato sostenuto dal coniuge proprietario.

E’ l’Agenzia delle Entrate con la circolare 20/E del 13 maggio a chiarirlo, aggiungendo che se uno dei due intestatari muore, l’altro, assieme agli eventuali altri eredi, subentra nel pagamento e può detrarre gli interessi anche prima della regolarizzazione del mutuo con la banca. In presenza di più eredi e pagamento del mutuo ad opera di uno solo di essi, quest’ultimo può fruire del beneficio nella misura massima: per il fisco, è sufficiente un accordo tra gli eredi, nella forma di atto pubblico o scrittura privata autenticata, da cui risulti che uno solo tra loro assume l’obbligo di pagare l’intero debito.

Nel caso in cui il mutuo sia “misto” (parte per l’acquisto, parte per la ristrutturazione) o di compravendita in cui non è specificata la somma dell’acquisto può bastare una dichiarazione sostitutiva del contraente dalla quale risulti l’importo destinato all’acquisto sul quale, quindi, si ha diritto allo sconto del 19%. E’ inoltre previsto lo sconto sul mutuo per l’abitazione principale  in caso di acquisto di nuda proprietà di un immobile dato in usufrutto al figlio. Per i dipendenti delle Forze armate e della Polizia in servizio permanente, la normativa presenta delle eccezioni a misura dell’attività svolta. Per beneficiare della detrazione l’immobile non deve necessariamente costituire “dimora” abituale, deve però rappresentare unica abitazione di proprietà.

M.Z.

I consigli per acquistare casa con i mutui 100%

Se vi è mai capitato di richiedere un mutuo sapete che nella maggior parte dei casi le banche del nostro Paese erogano mutui che prevedono un finanziamento pari all’80% del valore per il vostro immobile da acquistare, sia prima casa sia seconda casa. In Italia esiste però anche l’opzione 100%: la possibilità di richiedere questo tipo di mutuo, che possiamo definire totale, è stata resa possibile dalla Banca d’Italia che ha realizzato un provvedimento che introduce la polizza assicurativa fideiussoria, grazie alla quale chi richiede un mutuo può ottenere la cifra pari al 20% utile a rendere il finanziamento per la casa della banca completo e che possa coprire la parte eccedente l’80% del valore dell’immobile.

Sono ormai diversi gli istituti di credito che prevedono tra le loro offerte la tipologia di mutuo 100%, ma è anche vero che le banche che valutano le domande di mutui 100% effettuano istruttorie particolarmente approfondite sulla solvibilità del richiedente.

Questo si spiega facilmente: nei casi di finanziamenti così onerosi l’istituto corre rischi non indifferenti, ecco perché è necessario per ogni istituto verificare che non ci siano le condizioni per un’eventuale inadempienza. Grazie alla polizza assicurativa fideiussoria, la Banca riesce a erogare finanziamenti fino al 20% in più rispetto al valore dell’immobile e questo perché la Compagnia assicurativa, nel caso il mutuatario risultasse insolvente, si impegna a rimborsare parte del debito.

Bisogna sottolineare che ottenere un mutuo al 100% non è semplice perché la Banca richiede diverse garanzie per evitare rate non pagate. Detto questo, prima di operare una scelta legata all’accensione di un mutuo prima casa di questo tipo è bene considerare 3 fattori fondamentali:

1.  Andamento del mercato immobiliare: i prezzi delle case dovrebbero essere abbastanza stabili. Se i prezzi scendono si rischia di dover sostenere un debito maggiore del valore della propria abitazione.

2.  Costi della polizza fideiussoria: l’assicurazione ha un costo inversamente proporzionale rispetto all’anticipo. Più alto è il deposito, minore sarà il premio assicurativo. In genere il costo dell’assicurazione è a carico del cliente che potrà decidere se pagare una polizza oltre al mutuo oppure se sostenere uno spread più alto.

3.  La durata: nei casi di mutui al 100% il periodo del finanziamento può durare 25, 30, anche 40 anni. Una delle motivazioni principali è che gli interessi da versare sono abbastanza elevati e un piano di ammortamento più esteso permette di ridurre l’importo delle rate mensili.

Come ultima cosa, ma sempre fondamentale, non bisogna dimenticare che in media la rata massima che un mutuatario può sostenere è pari a circa il 30% del suo reddito mensile, quindi è bene farsi un’idea di quanto si può sostenere con il calcolo rata mutuo.

d.S.

Mutuo e detrazioni fiscali per i contribuenti italiani residenti all’estero

Proseguiamo con le delucidazioni in materia fiscale e attinenti alla detrazioni del mutuo.

Come rapportarsi a queste materie se si abita all’estero?

Si può detrarre il mutuo di un’abitazione in cointestazione di contratto sia mutuo che acquisto? E come comportarsi con le spese per il coniuge e i figli a carico ma che sono residenti in Italia?

Per rispondere a queste domande è necessario sapere che la legge italiana, per un familiare residente all’estero, considera sempre a carico coniuge e figli se sono senza reddito, anche se non conviventi.

Se il coniuge che abita all’estero non dispone di redditi in Italia a meno della prima abitazione, costui deve verificare la normativa fiscale vigente nel Paese estero di residenza anche riguardo alle detrazioni di cui può beneficiare per i familiari a carico.

Per il Fisco italiano, è vero che come prima casa si considera anche quella dove risiedono solo i propri familiari e le spese mediche dei familiari a carico e che per gli abitanti in Patria questi costi sono detraibili (così come il mutuo per intero), ma proprio nel caso di un residente all’estero, costui non ha la capienza nell’imposta dovuta.

In questo modo, il capofamiglia che non sia in Italia non avrà modo quindi di recuperare con il fisco italiano queste spese, ma, almeno, il coniuge a carico è esonerato dalla presentazione della dichiarazione.

Paola Perfetti

Dichiarazioni dei redditi mutuo prima casa

Per il mutuo solo sulla prima casa, i contribuenti che devono redigere la prossima dichiarazione dei redditi possono richiedere la detrazione degli interessi passivi nella misura del 19% e su un massimale di 4mila euro.

Il Portale Idealista.it ha fatto emergere una realtà importante per chi si appresta alla detrazione del mutuo nella Dichiarazione dei Redditi, ovvero, che il tetto della detrazione Irpef sui mutui (che è appunto di 4mila euro) è rimasto fermo a un importo decisamente basso rispetto al totale che una famiglia deve pagare per l’acquisto della casa e  per il suo finanziamento immobiliare.

Detrazioni basse quindi, ma comunque benefici per il mutuo, che si possono applicare nei casi di

– interessi derivati da un tipico contratto di mutuo

– interessi derivati dagli oneri accessori

– interessi derivati da somme pagate alle cooperative o all’impresa costruttrice

– in caso di mutuo cointestato a due coniugi si possono sommare le due parti, purché non si superino i 4mila euro.

Il Portale ha sottolineato che ai coniugi è consentito portare in detrazione le somme sugli interessi passivi pagati lo scorso anno sul mutuo prima casa sempre a condizione che la somma delle parti non vada a superare la soglia dei 4mila euro.

In definitiva, il risparmio massimo sull’imposta sul reddito delle persone fisiche è pari a 760 euro e vale sugli interessi passivi pagati dalla famiglie nel 2009.

Come beneficiare allora della detrazione Irpef?

Per ottenere la detrazione è necessario presentare:

– un documento/prospetto della banca riepilogativo del piano di ammortamento e della rate saldate per il mutuo prima casa nel corso del 2009;

– consegnare il suddetto documento al Caf o all’intermediario abilitato

– se manca, è possibile richiederlo alla banca entro il termine della presentazione della dichiarazione dei redditi.

Fonte

Paola Perfetti

Mutuo sulla casa: modalità e agevolazioni per la dichiarazione dei redditi

Stringono i tempi sulla dichiarazione dei redditi.

Il 30 aprile è l’ultimo giorno per i lavoratori dipendenti per presentare tutta la documentazione; si rimanda al 31 maggio se ci si rivolge a un c.a.f. o a un professionista abilitato.

Ecco dunque qualche delucidazione per essere in regola con tutti i documenti, specificando le modalità per richiedere una detrazione sugli oneri fiscali rispetto alla questione del muto sull’abitazione principale.

La detrazione è del 19% degli interessi pagati su un importo totale di 4mila euro per chi è intestatario di una mutuo sulla prima casa. Quindi, il bonus massimo ottenibile dal sostenimento di questi oneri è di 760 euro (19% di 4.000 euro).

Detrazioni per i coniugi

Il coniuge che abbia fiscalmente a carico l’altro può detrarre entrambe le quote purché il tetto massimo sia di 4mila euro.

Ciascuno dei due coniugi deve essere contemporaneamente acquirente e intestatario dell’abitazione e in particolare:

– se a entrambi è intestato il mutuo, ma solo uno è acquirente, solo costui può usufruire della detrazione limitatamente alla propria quota anche se ci si trovi nell’ipotesi di coniuge a carico;

– se entrambi sono acquirenti, ma solo uno è intestatario del mutuo, la detrazione spetterà solo a quest’ultimo.

Specifiche

E’ solo il nudo proprietario a poter detrarre gli interessi, e non l’ususfruttuario.

La detrazione non è valida per l’acquisto di una casa da parte di un familiare (come nel caso di un genitore che intesti il mutuo per l’acquisto della casa di un figlio).

Documentazione

Per beneficiare della detrazione è necessario presentare al c.a.f. o al professionista tutta la documentazione e l’importo corretto degli interessi pagati sul mutuo.

In banca è possibile richiedere il “modulo di certificazione degli interessi passivi”, con il totale di competenza dell’anno 2009.

Dato il costo di questa certificazione (dai 7 ai 15 euro), è necessario sapere che:

– per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso fisso, il piano di ammortamento sottoscritto alla stipula del mutuo riporta le quote capitale e le quote interessi pagate per ogni singola rata e quindi da riportare:

– per chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile o altre modalità di mutuo, sulle copie delle quietanze o degli avvisi di scadenza delle rate è riportata la quota interessi di ogni singola rata. E’ sufficiente quindi fotocopiarle e addizionarle evitando così di richiedere la certificazione degli interessi passivi.

Fonte

Paola Perfetti