E’ morto l’operaio che si è dato fuoco davanti a Montecitorio

Non ce l’ha fatta Angelo Di Carlo, il 54enne operaio di Forlì rimasto senza lavoro e che in segno di protesta si era dato fuoco lo scorso 11 agosto davanti a Montecitorio. L’uomo, vedovo, senza un lavoro fisso da tempo e fortemente preoccupato di non poter mantenere il figlio minorenne Andrea, è morto all’ospedale Sant’Eugenio otto giorni dopo il ricovero, con l’85% del corpo gravemente ustionato.

Il gesto compiuto da Di Carlo ha molto colpito molto il mondo della politica. Diversi leader e segretari di partiti, tra cui Antonio Di Pietro e Pierluigi Bersani, hanno espresso cordoglio e amarezza per l’ennesimo suicidio legato alla crisi nel nostro paese.

Operaio suicida a Roma

Un uomo di 45 anni, sposato e padre di due figli, di cui un giocatore delle giovanili regionali della Roma (Danilo Martinozzi), si è tolto la vita impiccandosi nel garage sotto la sua abitazione a Carbognano, un paese in provincia di Viterbo. Il corpo è stato ritrovato dai familiari lo scorso 28 maggio. Cordoglio della società giallorossa, che ha diffuso un breve comunicato in cui afferma di stringersi commossa al giocatore per la perdita del padre.

Nella lunga lettera di quattro pagine scritta per motivare il suicidio che avrebbe compiuto poco dopo aveva criticato aspramente il governo per i recenti provvedimenti che non avrebbero fatto altro che acuire la crisi dell’azienda di ceramiche, di cui era un addetto delle vendite. Vedendo sempre più in pericolo il suo posto di lavoro e dovendo far fronte ad alcune difficoltà economiche, ha deciso di farla finita.