Patto per valorizzare l’ oreficeria made in Italy

La tradizione e l’artigianalità dell’ oreficeria made in Italy sono state rafforzate da una partnership strategica stretta siglata tra Arezzo Fiere e Congressi e Fiera di Vicenza. Le due realtà leader fanno così squadra per sostenere il settore dell’ oreficeria made in Italy che conta, ad oggi, 9mila imprese, 32mila addetti e un export pari a 6 miliardi di euro all’anno. Per livelli di fatturato l’ oreficeria made in Italy risulta infatti la quarta voce del comparto moda e accessori.

A siglare questo accordo chiave per l’ oreficeria made in Italy sono stati Fiera di Vicenza Spa e Arezzo Fiere e Congressi Srl, che organizzano rispettivamente Vicenzaoro e Oroarezzo, gli appuntamenti più importanti per gli operatori di settore e i buyer che puntano sull’eccellenza dell’ oreficeria made in Italy. L’annuncio è stato dato in occasione della giornata inaugurale di Vicenzaoro January.

L’intesa vuole potenziare in primo luogo il sistema fieristico italiano del settore orafo e argentiero e rientra nel piano straordinario di sviluppo per il Made in Italy predisposto dal ministero dello Sviluppo Economico. L’intesa e l’attività delle due società fieristiche riceveranno il supporto istituzionale ed economico ed del Mise e di Confindustria Federorafi.

“Made in”, bene da tutelare

Le rappresentanze delle eccellenze italiane si ribellano alle decisioni europee in materia di tutela dei brand nazionali. Tocca a Federorafi aprire le danze, a nome e per conto di un settore che è riconosciuto da sempre tra le eccellenze del made in Italy.

La decisione della Commissione Ue di togliere il dossier ‘Made in…’ dall’agenda 2013 ci lascia senza parole e rappresenta uno schiaffo alle imprese manifatturiere e ai cittadini – afferma Licia Mattioli, presidente di Confindustria Federorafi. Il settore orafo, colonna portante del made in Italy nel mondo con oltre il 70% di prodotto esportato, è da tempo ‘sotto attacco’ da parte dei principali Paesi competitor, in particolare asiatici, che sono sempre più aggressivi anche sul mercato domestico. La decisione del Commissario De Gucht, motivata dal pericolo che la proposta di regolamentazione potesse risultare in contrasto con il quadro giuridico dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, è incomprensibile se teniamo presente che in altre aree del mondo, come gli Usa, la Cina e il Giappone, sono da tempo in vigore regole simili che non ci risultano siano state mai messe in discussione dalla WTO“.

Le fanno eco i principali distretti orafi-gioiellieri-argentieri attraverso i loro massimi rappresentanti: Ivana Ciabatti, Presidente della Sezione Orafi di Confindustria Arezzo, Francesco Barberis, Presidente Associazione Orafa Valenzana, Giuseppe Corrado, Presidente della Sezione di Confindustria Vicenza, Romano Sagni, presidente dell’Associazione Argentieri.

Bene ha fatto – conclude Mattioliil Ministro Passera nell’inviare alla Commissione la ferma protesta dell’Italia per la decisione presa e speriamo di avere un primo riscontro nel Consiglio UE del 29 p.v. dedicato al commercio. Auspichiamo un ripensamento o la presentazione di una proposta su nuove basi giuridiche e, soprattutto, un maggiore sostegno anche dagli altri Paesi dell’Unione Europea. In questa direzione non mancherà certamente il supporto delle forze di impresa agli Europarlamentari e all’Esecutivo per una soluzione positiva ed in tempi brevi che rimetta al centro dell’attenzione il rispetto nei confronti del consumatore e la tutela delle imprese“.