L’Oua contro il rincaro della marca da otto

Nicola Marino, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, è intervenuto in merito ad un provvedimento varato nel 2013 all’interno della Legge di Stabilità, che riguarda la marca da otto, ovvero il versamento forfettario che accompagna il contributo unificato nell’iscrizione di una causa a ruolo.

A tale proposito, infatti, il presidente dell’Oua ha dichiarato: “Prima erano 8 euro, poi sono diventati 25, ma come se non bastasse l’ultima legge di stabilità ha fatto lievitare ancora il costo della marca: siamo arrivati a 27 euro. Tutto ciò accompagnato dai continui aumenti dello stesso contributo unificato e dal filtro previsto dalla mediazione obbligatoria. L’accesso alla giustizia è una corsa ad ostacoli e anche in questo caso il cittadino è costretto a pagare balzelli su balzelli per avere garantito un diritto costituzionale. È un assurdo, considerando poi le enormi disfunzioni del nostro sistema, la lunghezza dei processi, la chiusura di moltissimi uffici giudiziari. Si paga sempre di più per avere sempre di meno“.

Vera MORETTI

L’Oua contro la riforma giudiziaria

Quella che doveva essere una riforma giudiziaria “epocale” sta in realtà portando ad una serie di disagi e a continue proroghe, ben 42, che riguardano la revisione della geografia giudiziaria.

Per questo motivo, quando orami mancano pochi giorni al fatidico 13 settembre, data fissata per la chiusura di 1000 uffici giudiziari sparsi in tutto il Paese, l’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana ha inviato al ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri una richiesta precisa, affinché si rispetti la volontà del Parlamento e si preveda un rinvio generalizzato dell’entrata in vigore del provvedimento, invece di interventi esclusivi per singole realtà come sta avvenendo con l’emanazione di diversi decreti correttivi.

Queste le parole di Nicola Marino, presidente Oua: “E’ necessaria una proroga generale, non 42 decreti correttivi con criteri incomprensibili, stabiliti nel chiuso delle stanze del ministero di via Arenula. No a comuni di serie A con rinvio e altri di serie B sacrificati senza alcuna logica: no a figli e figliastri, con evidente corollario di ulteriori polemiche e confusione. Serve, inoltre una revisione complessiva dell’impianto del provvedimento, che, come è evidente, è inadeguato e ingiusto. Si segua quanto evidenziato dal Parlamento con diversi pareri (delle Commissioni) e con l’approvazione di un chiaro ordine del giorno. Non possiamo scaricare sui cittadini e sulle imprese le conseguenze di una riforma pensata male. Il caos non serve a nessuno, ciò di cui ha bisogno la macchina giudiziaria è modernizzazione e veri risparmi. Gli avvocati sono disponibili a mettersi in gioco per ottenere questo risultato nell’interesse dell’Italia”.

Anche Marcello Luparella, coordinatore della Commissione Geografia giudiziaria, ha usato parole dure contro i provvedimenti di smembramento degli uffici locali, definendo la riforma una “roulette russa”.

Per questo motivo, l’Oua ha voluto rivolgere al ministro Cancellieri alcune domande cruciali:

  • Quanti tribunali hanno posto per accogliere i magistrati accorpati?
  • È stata fatta una valutazione ponderata e capillare delle problematiche relative alle ripercussioni dell’accorpamento sulla sicurezza dei locali per i lavoratori, gli operatori e gli utenti ?
  • Sono stati rispettati i criteri previsti dal “ Piano delle performance “ predisposto dal Ministero 2013 – 2015, anche in relazione al rapporto tra gli spazi e gli operatori ?
  • Quanti magistrati accorpati vanno all’accorpante?
  • Come si può eseguire un trasloco in una notte?
  • Come si esegue il trasloco, con quali costi e a spese di chi?
  • Quanti sono i tribunali che hanno indetto la gara per il trasloco?
  • Avanti a quale magistrato bisogna citare i testi per le udienze fissate dopo il 13 settembre?
  • Quanto saranno lunghi i rinvii per riorganizzare i ruoli?
  • Come ci si regolerà con la legge visto che aumenteranno i tempi?
  • Cosa succederà degli ordini, del loro patrimonio, del loro personale? E a quale Ordine apparterranno a partire dal 13 settembre gli avvocati iscritti ai Fori soppressi?

Il documento, infine, ribadisce la volontà e la disponibilità dell’Oua di collaborare con il ministero per una riforma giudiziaria equa in grado di ridare all’avvocatura efficienza e funzionalità, qualità perdute secondo gli addetti ai lavori.

Vera MORETTI

All’Oua non piace il Decreto Fare

L’Organismo Unitario dell’Avvocatura, riunitasi in Giunta a Roma, ha redatto ed approvato una delibera che critica aspramente le norme della giustizia all’interno del Decreto Fare.

Le aspettative dell’OUA sono state fortemente deluse da decreto, che viene definito carente a causa di poca comunicazione e confronto con l’avvocatura.

Per questo, la Giunta dell’Oua ha deciso di chiedere al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di non firmare il decreto, e di incontrare al più presto il ministro Cancellieri.
Nel frattempo, è stata fissata per domani, 25 giugno, un’Assemblea Nazionale Straordinaria dell’Avvocatura, invitando alla partecipazione il Cnf, le Unioni Regionali, gli Ordini territoriali e le Associazioni forensi.
Si tratterà di un’assise per promuovere le necessarie iniziative di protesta ma anche per presentare un pacchetto di proposte alternative.

Nicola Marino, presidente Oua, definito, “incomprensibile il ritorno all’obbligatorietà che nella sua esistenza ha dato risultati numerici insignificanti, invece che 1 milione di cause in meno, come annunciato da diversi ministri all’epoca, questo sistema nella sua applicazione concreta ne ha intercettato al massimo alcune decine di migliaia. Ma anche con esiti qualitativamente mediocri: di questa minoranza di cittadini che l’ha utilizzata, solo una parte ha raggiunto una conclusione positiva. Anche perché rimangono aperti diversi nodi come la dubbia qualità dei mediatori, nonché l’indipendenza e la terzietà degli organismi sorti sull’onda lunga dell’emersione di un nuovo e appetibile settore di mercato“.

Marino ha inoltre ritenuto “ingiustificato l’inserimento di questa norma in un decreto legge, mentre sarebbe stato più corretto un intervento condiviso e senza logiche emergenzialiste. È mancato del tutto il dialogo con l’avvocatura, che pur era stata incontrata qualche settimana fa, eludendo così la completa disponibilità degli avvocati italiani e le molte proposte avanzate anche in quella sede per una riforma complessiva del settore, al fine di raggiungere un miglior funzionamento della macchina giudiziaria“.

Anna Maria Cancellieri ha replicato spiegando che le scelte del Governo sono state fatte tenendo conto delle richieste dell’Unione Europea, ma questa risposta non ha convinto Marino: “Questo è un altro salto nel passato nel complesso rimane un sistema unico in Europa, dove, in generale, quando è prevista l’obbligatorietà è limitata a poche materie del contenzioso civile o di basso valore economico.
In questo senso, vogliamo ricordare un parere della Commissione Europea che poneva in evidenza l’incompatibilità tra obbligatorietà e onerosità. Infine la “nuova” norma ha solo piccole correzioni rispetto al passato, tra queste quella che va incontro alla richiesta delle compagnie assicurative che chiedevano l’esclusione dei sinistri stradali. E’ tutto da rifare! Altro tempo perso a scapito della nostra giustizia. Per tutte queste ragioni chiediamo al presidente Napolitano di non firmare il decreto legge
“.

Vera MORETTI

L’OUA chiede un adeguamento per le tariffe dei professionisti

Le richieste avanzate da parte dell’OUA riguardanti le modifiche ai parametri dei compensi degli avvocati sembrano essere state, almeno in parte, ascoltate.

Il Consiglio di Stato ha, infatti, preso in considerazione le dichiarazioni dell’Avvocatura alla vigilia del Congresso Forense di Bari, con le quali si faceva riferimento alle tariffe, considerate troppo basse, precedentemente stabilite dal Ministero di Giustizia.

L’Oua richiede un doppio intervento: se, da una parte, si rivolge direttamente al ministro Paola Severino per chiarire le ragioni di questa lunga situazione di stallo e di indicare tempi e modi del definitivo varo del decreto, dall’altro l’Organismo unitario dell’Avvocatura italiana si appella al Cnf per intervenire in tal senso esprimendo un parere favorevole, in attesa di elaborare le nuove tabelle come previsto dalla nuova legge forense.

Secondo Nicola Marino, presidente OUA: “E’ urgente varare la nuova riformulazione dei parametri, nonostante il parere critico del Consiglio di Stato. Il testo è migliorativo e raccoglie, in parte, le proposte presentate dall’Oua e dalle Associazioni, e illustrate anche nel corso del recente Congresso Forense a Bari. Tra le novità principali l’aumento delle fasce basse, decreti ingiuntivi e precetti. Chiediamo in tal senso un impegno forte del Cnf, insieme a tutta l’avvocatura, affinché il ministero dia il via libera alle nuove tabelle: è necessario vista la grave situazione economica in cui versa la categoria“.

Vera MORETTI