Sicurezza alternanza scuola-lavoro: arriva il protocollo di intesa. Nuovi impegni per le aziende

Al fine di contrastare gli infortuni nei progetti di alternanza scuola-lavoro, il Ministro del lavoro Orlando, il ministro dell’Istruzione Bianchi hanno sottoscritto con INAIL e Ispettorato Nazionale del Lavoro un protocollo di intesa su salute e sicurezza.

La sicurezza dei progetti di alternanza scuola- lavoro

Nei mesi passati sono stati diversi gli incidenti, anche mortali, che hanno coinvolto giovani studenti delle scuole secondarie superiori impegnati, presso le aziende che hanno dato la loro disponibilità all’accoglienza, nei progetti di alternanza scuola- lavoro. Naturalmente questo ha messo in allarme studenti e genitori, ma non solo, infatti anche gli istituti scolastici hanno remore. Si è quindi manifestata l’esigenza di ripensare non il progetto in sé, che ha l’obiettivo di avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro e aiutarli a scegliere la strada giusta, ma di aumentare la sicurezza. Il protocollo sottoscritto il 26 maggio 2022 ha l’obiettivo di porre le basi per una nuova organizzazione del progetto in grado di  tutelare gli adolescenti che vivono questa esperienza formativa.

Cosa prevede il protocollo di intesa

Il piano adottato dai ministri Orlando e Bianchi con INAIL e l’INL ha l’obiettivo di ridurre incidenti e infortuni, ha durata triennale e prevede la diffusione della cultura e della sicurezza sul luogo di lavoro. Il piano è diretto a dirigenti, insegnanti e studenti impegnati nei piani trasversali di formazione e lavoro.

Prevede l’istituzione di un comitato di coordinamento che dovrà gestire i piani di attività. Questi a loro volta dovranno comprendere anche percorsi formativi per gli insegnanti che saranno coinvolti con la qualifica di formatore-docente nel campo della salute e sicurezza sul lavoro.

Il comitato di coordinamento sarà formato da 5 membri:

  • 2 rappresentati del ministero del lavoro;
  • 1 rappresentante del ministero dell’Istruzione;
  •  un rappresentante dell’INAIL;
  • 1 rappresentante dell’INL.

Protocollo per l’alternanza scuola-lavoro: il ruolo delle istituzioni

In base al protocollo, ogni soggetto istituzionale coinvolto avrà il suo ruolo. Il ministero del Lavoro dovrà interfacciarsi soprattutto sui soggetti che decidono di ospitare i progetti di alternanza scuola- lavoro sensibilizzandoli verso la cultura della sicurezza sul luogo di lavoro e organizzando degli incontri.

Il ministero dell’Istruzione dovrà fornire supporto all’erogazione attraverso e-learning del corso “studiare il lavoro” rivolto quindi alle scuole. Tra i soggetti maggiormente coinvolti ci saranno i tutor interni ed esterni, cioè il tutor nominato dalla scuola e quello nominato dall’azienda. Questi dovranno interfacciarsi in modo da definire il contenuto del progetto da realizzare e delle mansioni da svolgere che naturalmente dovranno essere adeguate alle conoscenze degli studenti e alla tutela della loro sicurezza e della loro salute.

Il tutor esterno ( dell’azienda) deve fornire indicazioni dettagliate sui rischi che potrebbero verificarsi, dovrà occuparsi della formazione sulla sicurezza specifica per le mansioni e i DPI ( dispositivi di protezione individuale) necessari per le mansioni.

Il tutor interno dovrà invece verificare che le mansioni svolte siano quelle effettivamente concordate e che il progetto si svolga secondo i piani.

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, INL, dovrà occuparsi della sensibilizzazione e formazione su temi legati a salute e sicurezza verso studenti, personale docente e aziende.

Infine, l’INAIL dovrà collaborare nella individuazione dei docenti idonei a fornire agli studenti la necessaria formazione sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Dobbiamo ricordare che già ora nei progetti di alternanza scuola lavoro è previsto che la formazione sia svolta in due step il primo generico presso la scuola, il secondo specifico presso l’azienda.

Il ruolo del comitato

Il comitato dovrà predisporre i piani delle attività annuali e dovrà verificare la corretta esecuzione degli stessi e il raggiungimento degli obiettivi.

Al margine della sottoscrizione del protocollo, il ministro dell’Istruzione Bianchi ha sottolineato che i progetti di alternanza scuola- lavoro devono restare un’ esperienza formativa e di orientamento per i ragazzi e devono svolgersi in totale sicurezza, inoltre lavorare sulla cultura della sicurezza rappresenta un investimento per il futuro.

Se sei un’azienda e vorresti ospitare un progetto di alternanza scuola- lavoro, leggi la guida: Alternanza scuola -lavoro: come possono registrarsi le aziende

Stretta antidelocalizzazioni per evitare i licenziamenti collettivi

Trovato l’accordo sulla stretta antidelocalizzazioni tra il ministro per lo Sviluppo Economico Giorgetti e il ministro del Lavoro Orlando, con la partecipazione ai lavori del ministro dell’Economia Daniele Franco. Il testo è frutto soprattutto del lavoro del vice ministro dello Sviluppo Economico Alessandra Todde.

Ratio della stretta antidelocalizzazioni

Le norme antidelocalizzazione hanno l’obiettivo di “punire” le imprese sane che decidono di delocalizzare le loro produzione e non presentano un piano per il reiserimento lavorativo dei lavoratori che a causa di tale delocalizzazione perdono il posto di lavoro. La delocalizzazione purtroppo è una pratica molto odiata dai lavoratori, dai sindacati e anche dai vari governi che si sono succeduti, infatti produce disoccupazione, espone il welfare a dover corrispondere indennità e sussidi a lavoratori che spesso è difficile ricollocare nel mondo del lavoro, la delocalizzazione va ad incidere negativamente sul PIL, riduce le entrate tributarie, di fatto impoverisce il Paese. Allo stesso tempo è una pratica molto usata dalle imprese per tenere sotto controllo il costo del lavoro anche per quanto riguarda l’aspetto contributivo e assicurativo.

Gli incentivi offerti alle aziende d’altronde non hanno fatto molta breccia nel cuore degli imprenditori, infatti non sono serviti molto gli sgravi per le assunzioni degli under 36 e allora si procede alla stretta sulle delocalizzazioni.

Cosa prevede la stretta antidelocalizzazioni

L’accordo raggiunto dai ministri Orlando e Giorgetti si applica alle PMI che hanno oltre 250 dipendenti e che sono sane, di conseguenza si tratta di aziende che non hanno particolari difficoltà e di conseguenza possono restare in Italia.

La stretta antidelocalizzazioni si applica alle imprese viste in precedenza che decidano di chiudere una:

  • sede;
  • filiale;
  • ufficio;
  • stabilimento;
  • reparto autonomo.

La chiusura deve determinare la perdita di lavoro per oltre 50 dipendenti.

Procedura per una corretta delocalizzazione

Al verificarsi di ciò l’azienda è obbligata a compiere determinati passi preventivi, cioè:

  • darne comunicazione per iscritto alle rappresentanze sindacali, aziendali o territoriali;
  • comunicare la decisione sempre per iscritto alle Regioni interessate, al ministero del Lavoro, al ministero dello Sviluppo Economico e all’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attice del lavoro).

La comunicazione deve essere inviata almeno 90 giorni prima rispetto alla data prevista per il licenziamento/dismissione e deve essere dettagliata. Se non si rispettano questi primi passi, i licenziamenti sono nulli.

Fatta la comunicazione vi sono ulteriori 60 giorni di tempo per l’impresa/datore di lavoro per elaborare un piano volto a limitare le ricadute occupazionali di tale scelta imprenditoriale. Il piano deve essere presentato a sindacati, Regioni e Ministeri prima visti e deve essere discusso e alla fine sottoscritto con i sindacati (naturalmente questi possono ritenerlo non conveniente e non sottoscriverlo).

Stretta sulle delocalizzazioni: cosa succede se non si rispetta la procedura?

Nel caso in cui le procedure viste non siano rispettate, saranno applicate sanzioni. In particolare, viene si applica il raddoppio del contributo del 41%  a carico del datore di lavoro sul sussidio NASPI. Se non si procede alla sottoscrizione dell’accordo sindacale, il contributo per i licenziamenti collettivi aumenta di un ulteriore 50%. Questo quanto emerge dalla bozza dell’accordo sottoscritto.

Giudizi positivi sulla bozza sono stati espressi da Enrico Letta, Segretario del PD, l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Maggiormente critico è invece Fratoianni segretario nazionale di Sinistra Italiana perché in questo modo diventa acquistabile il diritto di licenziare, inoltre la norma andrebbe a ledere le medie imprese, ma non le multinazionali per cui questi “costi” sono irrisori. Non molta soddisfazione è stata espressa anche da Emilio Miceli, segretario confederale della Cgil.

La stretta sulle delocalizzazioni è frutto di recenti fatti di cronaca che hanno visto molti lavoratori perdere il lavoro come i dipendenti di GKN, Embraco, Whirlpool e Saga Coffee.

Occorre ricordare che anche il decreto Dignità prevede sanzioni a carico delle imprese che decidono di delocalizzare la produzione, questo provvedimento stabilisce l’obbligo di restituire eventuali aiuti pubblici ricevuti in misura raddoppiata.