A New York sono 128 i ristoranti davvero italiani

Per combattere la contraffazione dei prodotti e delle ricette italiane, Unioncamere ha organizzato un veri e proprio tour tra i ristoranti cosiddetti italiani che spopolano nella Grande Mela.

Questa tappa newyorkese, in realtà, ha portato buoni frutti, tanto che ora sono saliti a 128 gli ambasciatori dei veri sapori italiani. I ristoranti risultati “in regola” sono stati fregiati del marchio “Ospitalità Italiana, Ristoranti italiani nel mondo”, che certifica la qualità e soprattutto l’italianità della cucina.

Con soddisfazione, Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere, ha dichiarato: “Oggi abbiamo consegnato 74 nuove targhe ad altrettanti ristoranti di cucina italiana che tengono alta la bandiera dei nostri prodotti agroalimentari portando a 128 il totale dei ristoranti riconosciuti sul mercato Newyorchese. Siamo stanchi come italiani di vedere sfruttato l’Italian sound, simbolo di eccellenza del mangiare e del bere, da operatori che di italiano non offrono nulla“.

Conquistare la targa non è facile e, quindi, non è per tutti: occorre, infatti, dimostrare di rispettare un disciplinare che obbliga ad avere menù, cuochi e personale anche italiani e soprattutto una percentuale consistente di vini, oli e ricette del nostro Paese.

Il marchio Ospitalità Italiana è stato istituito nel 1997, in collaborazione con Isnart e le Camere di Commercio italiane all’estero, ed oggi conta oltre 6.500 strutture certificate in Italia e quasi 2.000 ristoranti italiani nel mondo.

Per orientarsi nelle migliaia di locali che si vantano di offrire piatti italiani, dunque, è sufficiente utilizzare il marchio come “bussola” , senza dimenticare che in questo modo è possibile difendere il Made in Italy e far conoscere la reale bontà dei prodotti e delle ricette del Belpaese.

Vera MORETTI

A Verona, premiate le strutture ricettive di qualità

Il Veneto punta sul turismo e lo fa attraverso l’iniziativa promossa dalla Camera di Commercio di Verona, in collaborazione con le associazioni provinciali di settore e con Isnart, Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, che prevede l’assegnazione, per l’anno 2013, di un marchio di qualità per le Imprese Ricettive denominato Ospitalità Italiana come elemento distintivo “a garanzia della qualità del servizio”.

Possono concorrere alla selezione le strutture che operano nella provincia di Verona ed iscritte nel Registro Imprese, in regola con il pagamento del diritto annuale e con le disposizioni normative vigenti.

L’ammissione alla selezione avverrà considerando l’ordine cronologico ma anche la verifica del possesso dei requisiti necessari.
Le strutture verranno visitate senza preavviso da esperti selezionati da un ente terzo, che provvederanno a compilare una scheda di valutazione.

La Camera di Commercio provvederà poi a consegnare l’attestazione relativa al conseguimento del marchio Ospitalità Italiana nel corso di un’apposita cerimonia dove verranno consegnati attestati e vetrofanie e tutto quanto potrà adeguatamente segnalare il marchio Ospitalità Italiana.

Gli operatori selezionati vedranno la propria struttura inserita gratuitamente nel sito Internet 10q.it, nel sito camerale Vr.camcom.it e attraverso varie iniziative promozionali.

La domanda di ammissione, sottoscritta dal legale rappresentante, dovrà pervenire entro il 1° marzo 2013 attraverso PEC o fax all’Ufficio Relazioni con il Pubblico della Camera di Commercio.

Vera MORETTI

13 mila nuove imprese turistiche ma servono nuove regole comuni per crescere

Il turismo in Italia, si sa, funziona bene. A riprova il fatto che nel 2010 l’incremento di imprese inerenti al settore è stato addirittura di 13 mila nuove aperture. Unioncamere, nel corso dell’audizione alla 10° Commissione Industria, commercio e turismo del Senato sullo schema di decreto legislativo recante il Codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo ha evidenziato come il 2010 si sia chiuso con 383mila imprese all’attivo per un valore di 54,4 miliardi di euro con 752mila dipendenti (pari al 6,5% di tutti gli occupati dell’industria e dei servizi).

Positive anche le nuove assunzioni: 6.600 programmate dalle imprese nel primo trimestre di quest’anno secondo il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. I prezzi per incentivare la domanda hanno subito un calo del 10,3% rispetto al 2008, fattore che ha tenuto buona la percentuale di arrivi nel nostro Paese ma ha dato vita ad un calo del 2,1% dei risultati globali del sistema turistico nazionale.

Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere ha commentato: “occorre competere con le peculiarità e tipicità locali, in un quadro chiaro di politiche nazionali e occorre far di tutto per porre in essere un gioco di squadra che consenta di far emergere le tipicità del territorio. Una maggiore uniformità consentirebbe anche alle Camere di commercio di rendere più significativo l’apporto che il sistema camerale può assicurare nelle singole Regioni. Le Camere stanno operando attivamente da anni, con il patrocinio del ministeri degli Esteri, Politiche agricole, Sviluppo economico, Beni culturali e Turismo, con il marchio Ospitalità italiana, diretto sia alle strutture ricettive (5.500 quelle che oggi possono vantare questo marchio), sia ai ristoranti italiani all’estero (1.100 quelli che si sono candidati a ricevere il riconoscimento). E’ quindi opportuno che tutte le iniziative in questo campo, anche quelle di natura legislativa, convergano su quello che già esiste e sta funzionando“.

Mirko Zago

Il bollino DOC per la ristorazione italiana

L’Italia, per uno straniero su dieci, è sinonimo di ottimo cibo. Un vanto, certo, ma il rovescio della medaglia si chiama contraffazione alimentare: i prodotti agroalimentari italiani sono infatti i più imitati al mondo, con una perdita annuale potenziale per i produttori di 50 miliardi di euro.

Alla salvaguardia del settore agroalimentare punta il progetto ‘Ospitalità italiana, Ristoranti italiani nel mondo‘, realizzato da Unioncamere, Isnart (Istituto nazionale ricerche turistiche) e Assocamere Estero; con questo progetto, grazie al contributo delle associazioni imprenditoriali del settore, come la Fipe, e dei Ministeri degli Esteri, dello sviluppo Economico, dei Beni culturali e del Turismo, i ristoranti italiani nel mondo potranno certificare la propria ‘italianità’ e qualità con un bollino DOC.

L’iniziativa, presentata nei giorni scorsi a Roma nella sede di Unioncamere in occasione dell’undicesimo meeting dei segretari generali delle Camere di commercio italiane all’estero, è stata così commentata dal presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello: “Se con questo progetto riducessimo di un centesimo il fatturato realizzato con i prodotti imitati o contraffatti, recupereremmo al made in Italy 500 milioni di euro“. “In questo modo – ha proseguito Dardanello – chi ha intrapreso la strada della gastronomia italiana all’Estero assume un ruolo di fondamentale interesse per l’economia nazionale contribuendo a valorizzare l’immagine dell’Italia nel suo complesso“. “La tutela del made in Italy è la prima battaglia del nostro Paese e quest’iniziativa si inserisce in un piano più ampio di lotta alla pirateria che il Ministero dello Sviluppo economico sta promuovendo“, ha chiosato il viceministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso.