Pellegata: “Agevolare gli investimenti in beni strumentali è la priorità”

 

Dopo aver incontrato ieri il direttore generale di Smi, Gianfranco Di Natale, oggi abbiamo avuto l’occasione di un rapido scambio di battute con il direttore di Acimit, l’Associazione dei costruttori italiani di macchinario per l’industria tessile, Federico Pellegata, il quale ci ha confermato un’effettiva stabilità nella raccolta ordini interna, controbilanciata da un’inaspettata contrazione degli ordini provenienti dai paesi extraeuropei.

Nel 2013 a salvare il settore tessile-moda è stato, come da tradizione, un export da record. Nel meccanotessile, invece, le proporzioni sembrano invertite, con gli ordini del mercato estero nel terzo trimestre dell’anno che hanno perso il 9%. Come si spiega?
L’export è da sempre il nostro punto di forza e lo sarà per molto tempo ancora. Esso infatti contribuisce ad oltre l’80% del fatturato del nostro settore. La diminuzione degli ordini provenienti dall’estero, registrata nel terzo trimestre del 2013, è di carattere congiunturale ed è dovuta soprattutto alla frenata degli investimenti in Cina (nostro principale mercato estero, essendo responsabile di circa il 20% dell’export italiano). Negli altri più importanti mercati di sbocco la situazione è migliore, ma non è sufficiente per bilanciare lo stop cinese. A complicare la situazione c’è poi un euro forte, che penalizza le nostre esportazioni in mercati quali India, Brasile e Sudafrica.

Nel terzo trimestre 2013 in Italia la raccolta ordini è stabile rispetto al trimestre precedente.
Effettivamente la raccolta ordini interna risulta stazionaria. Qualche segnale di crescita si è registrato nei comparti della tessitura e della magliera. Ma complessivamente gli investimenti da parte del tessile italiano restano a livelli minimi. Per invertire la marcia si deve procedere con rapidità nell’emanare i decreti attuativi della Legge Sabatini per l’agevolazione degli investimenti in beni strumentali. Sarà un segnale per ridare fiducia a molti imprenditori italiani del settore tessile.

Come si prospetta il futuro per il meccanotessile italiano?
Intanto diciamo che i dati di preconsuntivo per il 2013 indicano una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente sia per quanto riguarda la produzione che l’export del settore. Sicuramente confidiamo che l’anno in corso dia maggiori soddisfazioni alle nostre aziende rispetto a quello appena passato. Ci attendiamo soprattutto che riprenda vigore la domanda di macchinario in Cina ed in India. Per quanto invece attiene al mercato italiano, come già detto la speranza è che l’attuazione della nuova legge Sabatini serva da volano per un recupero della domanda interna di macchine tessili.

Jacopo MARCHESANO

Innovazioni per il settore tessile

La nona edizione dell’Osservatorio Acimit, l’associazione costruttori italiani di macchinario per industria tessile, ha analizzato il potenziale generato da 5 settori tecnologici innovativi, per lo sviluppo e la competitività delle imprese tessili italiane:

  • nanotecnologie,
  • materiali compositi,
  • materiali “intelligenti”,
  • tecnologie di funzionalizzazione,
  • biotecnologie.

Nel focus dell’Osservatorio Acimit l’analisi di tali opportunità, unita con un’analisi estesa di scenario e brevettuale, ha permesso di trattare questi settori emergenti, tecnologicamente avanzati, che hanno riscosso un grande interesse anche da parte della concorrenza mondiale:

Il problema è che – secondo Sandro Salmoiraghi, Presidente di Acimit – per beneficiare di queste innovazioni è necessario raccordarne le potenzialità  tra 3 soggetti: chi costruisce le macchine, chi le utilizza, chi consuma il prodotto finale.

Intanto, l’industria meccanotessile italiana ha già chiuso il 2010 con un incremento della produzione pari al 26%, superando i 2,4 miliardi di euro. Il valore non si avvicina ancora ai livelli pre-crisi del 2007, ma è confortante per i costruttori italiani avere arrestato il trend negativo che ha contraddistinto il biennio 2008-2009.