Cerved: “Rendere più rapida l’uscita dal mercato delle imprese in crisi irreversibile…”

In questa nostra settimana dedicata ai fattori che, ogni anno, portano al fallimento e alla chiusura di migliaia di imprese, abbiamo incontrato Guido Romano, responsabile dell’Ufficio Studi di Cerved Group, società leader in Italia nell’analisi delle imprese e nello sviluppo dei modelli di valutazione del rischio di credito, che ha accertato un bilancio ancora difficile per il sistema delle imprese italiane: 2.500 fallimenti, 14.000 liquidazioni volontarie e oltre 680 procedure di insolvenza diverse dai fallimenti.

Dott. Romano, quali sono i settori maggiormente colpiti da questa prevedibile ecatombe?

Se consideriamo i primi nove mesi di quest’anno, il settore nettamente più colpito è senza dubbio quello delle costruzioni, come del resto negli scorsi anni. A pagare un prezzo altissimo, ovviamente, sono state le imprese che risultavano già deboli prima della crisi economica e che l’odierna congiuntura non ha favorito la ripresa.

Quali provvedimenti andrebbero attuati per arginare questo fenomeno?

Dei piccoli miglioramenti della disciplina fallimentare di fatto sono già stato operati in questi mesi con le correzioni del concordato preventivo, mirati a favorire il superamento della crisi affinché la procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore ricerca un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarato fallito possa finalmente risolvere le crisi d’impresa. La cosa importante adesso è da una parte rendere più rapida l’uscita dal mercato delle imprese in crisi irreversibile e dall’altra aiutare le imprese in crisi temporanea a ristrutturarsi, per adesso le correzioni apportate al sistema del concordato preventivo sembrano andare nel verso giusto.

Come si preannuncia il trend per i prossimi mesi?

Per i prossimi mesi ci aspettiamo ancora un parziale in negativo ovviamente, ma leggermente migliore rispetto a quest’anno. Forse il 2014 non sarà ancora l’anno della ripresa definitiva, ma siamo fiduciosi…

Jacopo MARCHESANO

 

 

 

Aumenta il capitale e diminuisce il debito per le Pmi

Secondo i dati dell’Osservatorio Cerved Group relativo a 113mila bilanci depositati relativi all’ultimo esercizio vi sarebbe un’inversione di rotta per quanto riguarda i conti delle imprese. Sarebbe infatti positivo il trend per quanto riguarda l’aumento di capitale e si starebbe assistendo ad una diminuzione del debito.

Si tratta di una ripresa debole lontana dal periodo 2007, periodo in cui si sono cominciate a notare crepe nel sistema. Sono le Pmi a soffrire maggiormente, più delle grandi aziende che hanno le spalle coperte. I dati sottolineano una discreta crescita dei fatturati, più marcata per le società a maggiori dimensioni (l’aumento è del 5,8% rispetto al 2009), modesta per le piccole (più 2,8%). Il 42,8% denuncia, in confronto al 2007, una forte caduta dei ricavi (oltre il 10%). Nota positiva: il 33,3% di società con ricavi in crescita di oltre il 10%.

L’indice di redditività del capitale investito, è stato l’anno scorso del 4% (era al 6,4% nel 2007) mentre il Roe, che misura la redditività del capitale proprio, sale a quota 5,5% ma, per restare al confronto con l’esercizio 2007, si arresta poco oltre la metà del 9,1% di allora. Buoni anche i pagamenti dei debiti: sul primo trimestre 2011 parla di un 42,2% di società che saldano le fatture entro la scadenza concordata, rispetto al 40,9% del quarto trimestre 2010.

Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved Group commenta: “Restano segnali di sofferenza tra le micro e le piccole imprese, che peraltro rappresentano il cluster più numeroso. Siamo, infatti, in presenza di una ripresa lenta e fragile, con difficoltà nell’intervenire sui fattori strutturali e, di conseguenza, con scarsa propensione ad assumere rischi”.