Dichiarazione Imu: verso proroga al 31 ottobre

Ancora non del tutto dissolte le nebbie sull’Imu. Pare infatti che la dichiarazione Imu potrebbe slittare dal 1° al 31 ottobre. Il modello, infatti, pur essendo stato ultimato, non è stato ancora emanato dal Ministero dell’Economia: mantenere la scadenza all’1 ottobre significherebbe dare troppo poco tempo ai contribuenti per assolvere il loro dovere.

Il rinvio al 31 ottobre potrebbe essere contenuto in un decreto dedicato agli enti locali a rischio dissesto, previsto dal cronoprogramma varato poche settimane fa dal Consiglio dei Ministri. Con l’eventuale proroga si allineerebbe la scadenza della dichiarazione Imu a quella della delibera dei regolamenti comunali sulle aliquote dell’Imu stessa.

E l’Imu fu. Oggi il termine per l’acconto

E alla fine è arrivata. La prima, temutissima scadenza per l’Imu. Oggi è infatti il termine per pagare l’acconto dell’imposta, ma se siete dei ritardatari cronici o dei pigri che sono arrivati all’ultimo senza avere ancora un’idea di che cosa fare, non preoccupatevi. Le cose da sapere sono poche e basilari: eccole.

Hanno l’obbligo di pagare l’Imu tutti i proprietari di immobili che si trovano nel territorio italiano, secondo un meccanismo di calcolo analogo a quello dell’Ici. Analogo, non uguale, perché, qui c’è il trucco, i coefficienti moltiplicatori sono più alti e variano in base alla tipologia di immobile. L’Imu va pagata tramite modello F24.

Per non sbagliare, è necessario fare riferimento al rogito o a una visura catastale recente. Per il calcolo dell’Imu, infatti, si parte sempre dalla rendita catastale attribuita all’immobile al 1° gennaio dell’anno. Tale rendita, come in passato, deve essere rivalutata del 5% e il risultato della rivalutazione va moltiplicato, come per l’Ici, per una serie di coefficienti variabili a seconda della tipologia dell’immobile.

Importantissimo ricordare che l’F24 va presentato anche se l’imposta è pari a zero per effetto delle detrazioni, così come ha precisato l’Agenzia delle Entrate. Non bisogna poi dimenticare di comunicare al Fisco l’eventuale decisione di pagare in acconto. E se la pigrizia, le mille cose da fare o un imprevisto non vi consentono di rispettare il termine di oggi, per pagare c’è ancora tempo ma con la sanzione: per i primi 14 giorni è dello 0,2%, entro 30 giorni del 3% (su quanto non ancora versato). Dopo i 30 giorni scatta il 3,75% sull’importo non pagato ma il rischio è che venga dato avvio a un’attività di accertamento che può portare a una sanzione del 30%.

Insomma, per pagare e per morire c’è sempre tempo. Ma è meglio rispettare i termini (almeno per pagare…)

Imprenditori e Imu, ecco chi paga di più

La scadenza della prima rata dell’Imu si avvicina e, se la mazzata che si prepara sulle famiglie sarà forte e dolorosa, quella che aspetta imprese, artigiani e professionisti rischia di essere quasi mortale. Quali, precisamente, le categorie più colpite dall’imposta?

Gli albergatori saranno coloro che pagheranno il conto più salato: mediamente ciascuno sborserà 8.405 euro. Poi toccherà alla grande distribuzione, che sarà chiamata a versare un importo medio annuo di 5.930 euro. Gradino più basso del podio per gli industriali, i quali subiranno un prelievo annuo medio di 4.725 euro per ogni capannone.

A seguire gli artigiani del settore produttivo e i piccoli industriali, il cui versamento medio sarà di 2.756 euro. Per i liberi professionisti, l’esborso medio sarà di 1.468 euro, mentre ogni piccolo commerciante o esercente dovrà fare i conti con un valore medio di 729 euro. Fanalino di coda, per loro fortuna, i piccolissimi artigiani, che subiranno un prelievo medio di 574 euro.

Una classifica del terrore elaborata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, che ha calcolato gli effetti dell’applicazione dell’Imu sulle principali categorie economiche del Paese. L’analisi della Cgia è stata realizzata applicando l’aliquota ordinaria del 7,6‰ e utilizzando le rendite catastali medie nazionali. Va però ricordato che i Comuni possono diminuire o aumentare l’aliquota fino al 10,6‰.

Più amaro del solito il commento del segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi: “In una fase economica in cui i consumi sono in forte contrazione, il credito continua ad essere erogato con il contagocce e le tasse continuano ad aumentare a vista d’occhio auspico che il Governo riveda al ribasso le aliquote dell’Imu per le attività produttive, altrimenti corriamo il pericolo che molte piccole aziende chiudano i battenti e finiscano a lavorare in nero“.

Sì, perché artigiani, commercianti, professioniti sono cittadini prima che imprenditori. Puntualizza infatti Bortolussi: “Non dimentichiamo che nella stragrande maggioranza dei casi gli imprenditori pagheranno l’imposta municipale due volte. Una come proprietari di prima casa e l’altra come proprietari di immobili ad uso commerciale o produttivo. Visti gli aumenti introdotti quest’anno, ho il timore che molti artigiani e molti piccoli commercianti non ce la faranno a rispettare nemmeno il pagamento della prima rata“. Cresci Italia, che ad ammazzarti ci pensano le tasse!

Applicazione dell’Imu, Pisapia risponde ad Assoedilizia

Nei giorni scorsi il presidente di Assoedilizia Achille Colombo Clerici aveva inviato una lettera al Sindaco di Milano Giuliano Pisapia nella quale si prefigurava una situazione di incostituzionalità nell’applicazione dell’Imu con aliquote uguali sia per gli immobili in uso diretto dei proprietari, sia per gli immobili dati in locazione. I primi godono infatti di un più favorevole trattamento fiscale a differenza dei secondi.

Stessa questione si pone anche per gli immobili “posseduti dai soggetti IRES” (società ed enti ) per i quali la legge istitutiva dell’Imu (Federalismo fiscale municipale) parimenti prevedeva aliquote ridotte, proprio perché, pagando gli stessi l’Ires non potevano godere del beneficio dell’assorbimento nell’Imu (peraltro indeducibile ai fini Ires e Irap) previsto solo per l’Irpef sui redditi fondiari.

Ebbene, pare che qualcosa si stia muovendo. Pisapia ha infatti risposto alla missiva annunciando che l’Assessorato competente esaminerà la questione. Si spera non con i tempi della politica.

Imu, pagamento in tre rate

Comincia a diradarsi un po’ di nebbia intorno all’Imu. Una tassa che il governo ha fatto talmente in fretta a deliberare, da non dare agli enti locali i necessari chiarimenti per la sua applicazione e riscossione. Ora, però, qualcosa si muove: “Sicuramente l’Imu si pagherà in tre rate“, ha infatti detto il relatore del dl fiscale in commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte, annunciando un pacchetto di emendamenti che presenterà entro lunedì mattina. Emendamenti tra i quali ci sarà la rateazione dell’Imu.

Ma riguarderà solo l’imposta sulla casa di abitazione o l’Imu in generale? Solo l’acconto o tutta l’imposta per il 2012. Risposta vaga da Conte: “Ci stiamo ancora lavorando“.

E poi: in quali date si pagherà? Boh. Abbiamo detto che si dirada un po’ di nebbia, mica tutta…

Nessun novità invece per gli anziani in casa di riposo, almeno a detta di Conte, che ha dichiarato: “Sono contrario a modifiche della normativa per gli anziani che sono nelle case di riposo perché potrebbe crearsi un problema sociale“. Il rischio sarebbe quello di una corsa dei familiari a mettere gli anziani nella casa di riposo per usufruire della tassazione più leggera sulla loro casa di abitazione. Vedremo.