Compri due, paghi uno

Compri due, paghi uno, tutto a un euro, sottocosto e prezzi imbattibili. Fare la spesa sta diventando un compito da cervelloni. Occorre sapersi districare tra corsie delle superofferte, programmare un calendario dei giorni della settimana più inclini ai ribassi e stilare la propria personale classifica del supermarket del risparmio.

La spesa pesa, ora più di prima. Secondo un sondaggio Coldiretti/Swg, la crisi allunga il tempo trascorso a fare la spesa degli italiani. Ergo: dedicare più tempo alla spesa consente di risparmiare parecchio. Dopo anni si inverte la tendenza: il 72 % degli italiani ‘massai‘, ovvero che fanno regolarmente la spesa, dichiara di prestare una maggiore attenzione rispetto al passato nell’acquisto dei prodotti. Una confezione di spaghetti, un litro di latte, una lattina di birra, il paniere stilato da Coldiretti non lascia dubbi: i prezzi dei generi alimentari e non solo possono aumentare fino a triplicarsi passando da un punto vendita all’altro.

Qualche esempio? Yogurt e birra raddoppiano, la stessa confezione di latte cresce del 50%, mentre una confezione di pasta può arrivare a costare tre volte tanto. L’indagine condotta su 14 prodotti alimentari di marca in commercio in differenti punti vendita evidenzia una forte variabilità, con il prezzo massimo che è pari a circa il doppio di quello minimo per ben sette delle referenze analizzate e arriva a triplicare nel caso degli spaghetti.

Come è cambiato allora il modo di fare la spesa degli italiani? Il 61% dichiara di confrontare con maggiore attenzione i prezzi, mentre il 59% si dice affezionato delle offerte 3×2. C’è anche un 43% che rivela di accertarsi sempre dell’effettiva qualità dei prodotti, e un altro 43% che si interessa sulla reale provenienza delle merci acquistate. una percentuale analoga verifica la provenienza. Il minimo comune denominatore resta comunque la necessità evidente di risparmiare (il 16% dichiara di aver rinunciato o rimandato anche gli acquisti), anche se non stupisce l’interesse crescente verso la qualità dei cibi, la loro provenienza, se di origine controllata o meno, e la loro composizione, sintomo di un’attenzione e una consapevolezza maggiori verso l’alimentazione.

E gli altri settori di consumo? Secondo Coldiretti gli italiani avrebbero ridotto del 51% la spesa legata all’abbigliamento, del 50% quella per le vacanze e del 34% quella per i beni tecnologici. Insomma, il ristorante scordiamocelo per un bel po’.

Alessia Casiraghi

Prezzi aumentati del 53% per gli italiani negli ultimi 10 anni

La penna a sfera, il tramezzino al bar e il cono gelato. Sono solo alcune delle 100 voci del paniere stilato da Casper, il Comitato contro le speculazioni e per il risparmio, che ha stimato un aumento dei prezzi per beni e servizi di largo consumo pari al 53,7% negli ultimi 10 anni.

Rincari a due cifre dall’entrata in vigore dell’euro che hanno determinato un progressivo impoverimento delle tasche degli italiani: la perdita del potere d’acquisto per le famiglie si aggira infatti attorno al 39,7%.

L’ondata di rincari non è però finita, sottolinea Casper, il Comitato di cui fanno parte anche Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori – perché ‘il recente scatto dell’aliquota Iva dal 20 al 21% deciso dal governo produrrà un ulteriore incremento dei listini al dettaglio ’.

Tra i beni e i servizi che hanno registrato un raddoppio dei prezzi nell’ ultimo decennio troviamo l’italianissima pizza Margherita con un +93,5%, i jeans da uomo di marca con un + 95,2% e i pomodori pelati con un +96,9%. Ma l’aumento dei prezzi è triplicato si se guarda a beni come la penna a sfera (207,7%), il cono gelato (159,7%) e il tramezzino al bar (192,2%).

Alessia Casiraghi