Gucci a impatto zero

Anche i grandi della moda si operano per avere un impatto ambientale più basso possibile.
In questo caso, è Gucci a dar prova di grande sensibilità nei confronti del rispetto per l’ambiente, con l’iniziativa Made with Integrity.

La casa di moda fiorentina, infatti, ha appena portato a termine uno studio per l’applicazione di una metodologia che permetta di ridurre l’impatto ambientale sulla conciatura.
Ciò è possibile grazie all’utilizzo di un agente conciante di origine organica, il quale permette che le pelli conciate e le acque di scarico delle concerie al termine del processo, risultino prive di metalli pesanti.

Patrizio di Marco, presidente e Amministratore delegato di Gucci, ha presentato così questa rivoluzionaria scoperta: “Coerentemente con l’approccio sostenibile al business che stiamo adottando da anni, che è parte integrante del Dna di quest’azienda, Gucci è il primo marchio del settore del lusso ad intraprendere la strada della concia metal free. Questa importante innovazione, sviluppata in stretta collaborazione con una conceria della filiera Gucci, testimonia la forza della filiera stessa e l’efficacia di un’integrazione verticale. Innovazione e sostenibilità, coniugate con qualità e rispetto per la tradizione, offrono nuove, straordinarie opportunità che ci auguriamo che l’intero settore del lusso faccia sempre più proprie nella produzione di articoli in pelle”.

In particolare, poiché l’agente conciante utilizzato non ha metalli pesanti, a beneficiarne saranno anche le acque reflue prodotte dalla conciatura, che non verranno contaminate con agenti inquinanti. Inoltre, è previsto un considerevole risparmio di acqua nel processo della conciatura (pari a circa il 30%), nonché un risparmio di energia, pari a circa il 20%, dovuto alla minore durata del processo stesso.

Dall’azienda hanno spiegato: “L’aspetto del pellame risultante da questo processo è assolutamente in linea con la qualità dei prodotti Gucci, in termini di morbidezza, durabilità e aspetto naturale. Il primo prodotto realizzato con questo processo sarà la storica borsa Bamboo, disponibile in versione metal free nei negozi Gucci su ordinazione a partire da novembre 2013. Sono in corso ulteriori sperimentazioni per estendere il processo ad alcuni pellami iconici, che saranno inseriti nelle prossime collezioni”.

Il progetto è stato realizzato grazie ad una stretta collaborazione con Blutonic, conceria toscana controllata da Gucci al 51% e da tempo suo fornitore ufficiale di pelli, già certificata secondo lo standard di certificazione internazionale ambientale Iso 14001.

Vera MORETTI

Gucci in aiuto di Richard Ginori

In soccorso della Richard Ginori 1735, un pezzo dell’eccellenza Made in Italy ora in grave crisi, sembra che abbia deciso di intervenire Gucci, uno dei colossi della moda mondiale.
Anche se la data fatidica dell’asta è prevista per il prossimo 22 aprile, e quindi fino a quel momento non si saprà nulla di sicuro, sono in molti a tenere le dita incrociate e a vedere il colosso fiorentino come il più papabile salvatore di una delle aziende leader per quanto riguarda la produzione di porcellane.

L’offerta proposta da Gucci è di quelle importanti: 13 milioni di euro per salvare l’azienda toscana dal fallimento e per garantire l’impiego di 230 lavoratori, ovvero i dipendenti di Richard Ginori.

Ma a Gucci mettono le mani avanti e procedono cauti, perché: “il 22 aprile potrebbe anche esserci una sorpresa diversa, chissà, qualcuno che offre più di noi e magari pensa di dare lavoro a mille operai! Per questo la prudenza è fondamentale in questi giorni“.
Anche Patrizio Di Marco, presidente della maison, non si esprime, confermano la linea della prudenza adottata da tutti i manager del brand.

Sicuramente, la mossa di Gucci non è dettata solo da semplice solidarietà tra conterranei, perché il legame con Richard Ginori è cominciato negli anni Settanta, quando i disegni dei foulard Flora creati da Vittorio Accornero vennero riprodotti su tazze piatti, vasi di fiori, svuotatasche e cache pot.

Quella collaborazione è stata ora immortalata in una delle sale del Gucci Museo, a dimostrazione che i due marchi si muovono nella stessa direzione per filosofia e modo di intendere gli affari, oltre ad una visione comune di qualità ed eleganza, che ha potuto diffondere nel mondo il Made in Italy più pregiato.
Se Richard Ginori venisse comprata proprio da Gucci, dunque, avrebbe la garanzia di poter continuare a muoversi sullo stesso binario, ma ingrandendo ancor di più i suoi orizzonti.

Vera MORETTI