Permessi 104: arriva la circolare INPS con le novità

L’Inps con la circolare 39 del 4 aprile rende note le istruzioni per usufruire dei permessi della legge 104 in modo da equilibrare vita familiare e lavoro in attuazione della direttiva UE 2019/1158 recepita con il decreto legislativo 105 del 2022.

Permessi 104: eliminato il referenti unico dell’Assistenza

La prima novità importante riguarda i permessi previsti dalla legge 104 del 1992, infatti viene eliminato il referente unico dell’assistenza. Di conseguenza in caso di necessità di assistenza ad una persona in stato di grave disabilità è possibile autorizzare alla fruizione dei giorni di permesso più di un referente, resta fermo il limite dei tre giorni mensili, ma questi possono essere usufruiti in modo alternativo da più persone. Al fine di essere riconosciuto come referente, ogni richiedente deve inviare apposita domanda all’Inps corredata dalla dichiarazione del disabile che indichi l’intenzione di farsi assistere da tale soggetto.

Congedi straordinari : possono essere richiesti anche dal convivente

Novità anche per quanto riguarda i congedi straordinari per l’assistenza ai familiari con gravi disabilità previsti dall’articolo 42 comma 5 del decreto legge 151 del 2001. La principale novità è data dal fatto che avvalersi di tali permessi oltre al coniuge e della parte dell’unione civile, potrà essere anche il convivente. Naturalmente occorre una convivenza stabile.

La convivenza può iniziare anche dopo la presentazione della domanda di congedo, ma deve essere garantita per tutto il periodo della fruizione.

Naturalmente resta la possibilità di avvalersi dei congedi per:

  • genitori in caso di assenza del coniuge del disabile o grave infermità del coniuge/convivente;
  • figli conviventi della persona disabile nel caso in cui il convivente/coniuge ed entrambi i genitori siano deceduti o impossibilitati per grave infermità;
  • uno dei fratelli/sorelle conviventi in caso di impossibilità per i soggetti prima visti;
  • un parente o affine entro il terzo grado convivente della persona disabile.

La circolare 39 sottolinea inoltre che la fruizione dei giorni di permesso previsti dalla legge 104 del 1992 non va ad incidere su giorni di ferie, tredicesima, riposi e gratifica natalizia. Restano fermi però i limiti a tutti gli emolumenti riconosciuti con riferimento alla presenza sul posto di lavoro.

Leggi anche: Permessi legge 104, spettano se il disabile ha la badante?

Permessi Legge 104, licenziamento ma non solo, si tratta di truffa

Largamente utilizzati, i permessi sul lavoro per chi gode dei benefici della Legge 104 sono sempre un argomento spinoso. Utilizzare i permessi perché effettivamente si deve assistere il parente disabile da cui gli stessi permessi scaturiscono, è cosa buona e giusta. Ma come al solito in Italia, i furbetti sono ovunque. Ed anche su questa materia c’è chi aggira le regole, sfruttando i permessi che la Legge 104 offre, per tutto tranne che per il motivo per il quale sono stati assegnati.

I rischi per chi viene scovato ad “approfittare” di questo non sono leggeri. Oltre al licenziamento, cioè alla perdita del posto di lavoro, siamo di fronte ad una pratica illecita, contraria alla legge che può portare al carcere.

Permessi Legge 104, licenziamento ma non solo

Utilizzo illecito dei permessi Legge 104, i rischi che si corrono sono davvero tanti e gravi. Per esempio, il rischio di finire in carcere non è escluso da chi adotta questo illecito comportamento. SI rischia una pena detentiva che va da 6 mesi a 3 anni.

I permessi provenienti dalla Legge 104 sono un diritto ineludibile per i lavoratori, poiché non c’è nessun datore di lavoro che può non concedere questi permessi. Negli ultimi tempi, per conciliare esigenze del lavoratore e della persona che lui stesso assiste (l’invalido che ha dato diritto alla concessione dei permessi), con quelle del datore di lavoro e delle attività aziendali svolte, i permessi vanno concordati in anticipo.

Ma resta il fatto che si tratta di un diritto imprescindibile del lavoratore. Ma non bisogna abusarne. I tre giorni al mese di permesso retribuito, servono, come natura stessa vuole, per assistere il familiare disabile. In caso contrario c’è il concreto rischio di incorrere in sanzioni disciplinari da parte del datore di lavoro (e questo è un suo diritto), o da parte dell’Inps.

Le sanzioni per chi abusa dei permessi sul lavoro

Tra le sanzioni disciplinari, la sospensione dal lavoro, ma anche, soprattutto per i casi di reiteratezza, il licenziamento per giusta causa.

Tra le sanzioni Inps invece, la decadenza del beneficio della Legge 104 e in casi estremi anche la restituzione delle somme precedentemente corrisposte per lo stesso motivo. Questo perché nonostante sia il datore di lavoro ad erogare il corrispettivo della normale retribuzione nonostante l’assenza giustificata però dai permessi, è l’Inps l’Ente che alla fine si accolla il costo.

Ed essendo un pagamento di un Ente pubblico, chi lo ottiene con pratiche illecite può incorrere nel reato di truffa. In sostanza, l’Inps oltre a comminare le sanzioni prima citate, può arrivare a denunciare il lavoratore “furbetto”, alle autorità competenti. Una denuncia con tanto di reato, che è quello di truffa ai danni dello stato, con la pena detentiva prima citata come sanzione.

Permessi legge 104, spettano se il disabile ha la badante?

La legge 104 del 1992 ha come obiettivo la tutela delle persone con disabilità e riconosce ai familiari particolari permessi dal lavoro, tra questi vi sono i permessi legge 104 che consentono di usufruire di 3 giorni mensili (frazionabili anche ad ore) di permesso dal lavoro. Molti però si chiedono: I permessi legge 104 spettano se il disabile ha la badante?

Perché i permessi legge 104 spettano che il disabile ha la bandante?

Fin da subito possiamo dare risposta affermativa a questa domanda, ma vediamo nel dettaglio perché i permessi legge 104 spettano anche se il disabile ha la badante. Deve però essere in primo luogo sottolineato che i 3 giorni mensili sono retribuiti.

I motivi per cui sono riconosciuti anche se c’è una badante sono principalmente 2. In primo luogo la badante naturalmente non può essere presente h24 tutti i giorni, ha bisogno di giorni liberi e permessi.  Il disabile però ha bisogno di un’assistenza continuativa e di conseguenza i permessi possono essere utilizzati a tale scopo.

Inoltre la normativa prevede che l’assistenza disabili per i quali sono concessi i tre giorni di permesso retribuiti non è detto che debba essere svolta in presenza.  Si può trattare anche di tempo impiegato per svolgere mansioni diverse dall’assistenza fisica al disabile, ad esempio per impegni di tipo burocratico, per la gestione di pratiche e altre incombenze comunque a favore del disabile, ma che questi non può svolgere in modo autonomo.

Gli unici casi in cui viene meno il diritto ad avere i permessi legge 104 sono quelli in cui il disabile si trova in strutture in cui può ricevere assistenza continuativa. Ad esempio presso centri specializzati, case famiglia o similari. E’ bene però non abusare di tali permessi e non usarli a sproposito e per affari personali. Il datore di lavoro ha la possibilità di verificare l’uso che ne viene fatto. Per un approfondimento leggi l’articolo: Controlli del datore di lavoro sui permessi legge 104 del 1992

Altre agevolazioni per familiari e disabili

Ricordiamo che i parenti di persone con grave handicap possono usufruire anche di altre agevolazioni, ad esempio per l’acquisto di determinati prodotti, come dispositivi per la comunicazione. Per saperne di più, leggi l’articolo: acquisti agevolati per invalidi con legge 104: quali sono e a chi spettano.

Per conoscere invece quali altri strumenti sono disponibili per l’assistenza a disabili, è possibile leggere:

Congedo straordinario legge 104 a chi spetta e come richiederlo;

Congedo straordinario legge 104: dopo cosa resta per assistere i disabili?