Bonus beni materiali e immateriali 4.0, quali sono le percentuali di credito di imposta?

Aumenta dal 20% al 50% il credito di imposta per l’acquisto di beni immateriali 4.0 per tutto il 2022 e per i primi sei mesi del 2023 per i beni prenotati entro il 31 dicembre prossimo. Per tutti gli anni in cui si può ottenere il credito di imposta a questa percentuale, dal 2021 al 2023, il plafond di spesa massima è pari a un milione di euro. Gli investimenti in beni materiali e macchinari, invece, danno diritto al credito di imposta nella misura stabilita dalle vecchie percentuali con quale novità derivante dagli ultimi interventi normativi. Il quadro aggiornato del credito di imposta sui beni 4.0 deriva dai decreti legge numero 228 del 2021, dal decreto numero 4 del 2022 e dal decreto legge “Aiuti”, l’ultimo approvato lo scorso 2 maggio.

Beni immateriali 4.0, nel decreto ‘Aiuti’ aumenta al 50% il credito di imposta

Il nuovo decreto del governo modifica le percentuali del credito di imposta sui beni 4.0, in particolare dei beni immateriali. Si tratta degli acquisti dei beni compresi dell’Allegato B della legge numero 232 del 2016.  Il bonus previsto per questi beni consentirà di avvalersi del 50% di credito di imposta. L’incremento dell’agevolazione fiscale sui beni immateriali arriva successivamente all’aumento a 50 milioni di euro del tetto massimo per gli investimenti in beni materiali effettuati negli anni dal 2023 al 2025. La novità è introdotta dall’articolo 10 del decreto legge 4 del 2022.

Beni immateriali 4.0: ecco le nuove agevolazioni in vigore fino al 30 giugno 2023

Per effetto delle ultime novità della normativa dei beni 4.0, pertanto, le spese sostenute in beni immateriali 4.0 daranno diritto al credito di imposta nella misura del 50%. L’aumento del bonus si applica anche agli acquisti effettuati a decorrere dal 1° gennaio 2022. Inoltre, l’agevolazione del 50% si applica anche ai beni ordinati l’anno scorso, entro il 31 dicembre 2021.  A decretare il diritto a ottenere la percentuale maggiorata del 50% di credito di imposta è la fattispecie della cessione del bene immateriale, oltre alla relativa consegna e al passaggio di proprietà: questi tre passaggi devono avvenire nell’anno 2022.

Fino a quando si può ottenere il 50% di credito di imposta per l’acquisto di beni immateriali 4.0?

Sarà possibile utilizzare il credito di imposta del 50%, inoltre, fino al 30 giugno 2023 purché entro il 31 dicembre di quest’anno le aziende “prenotino” i beni immateriali. Per la prenotazione è necessario che entro il 31 dicembre 2022 l’impresa versi almeno il 20% di acconto del prezzo del bene. Per i beni immateriali 4.0 non prenotati entro il 31 dicembre 2022, la percentuale di credito di imposta diminuisce al 15%.

Credito di imposta beni immateriali 4.0: quale percentuale per i prossimi anni?

L’aliquota del credito di imposta del 2023 del 15% rimarrà in vigore fino a tutto il 2024, con la coda semestrale fino al 30 giugno dell’anno successivo. Per non far scendere l’aliquota ulteriormente, è necessario prenotare i  beni immateriali entro il 31 dicembre 2024. A partire dal 2025, infatti, l’aliquota del credito di imposta scenderà ulteriormente al 10%, a eccezione dei beni prenotati entro il 31 dicembre 2024 sui quali vigerà ancora la percentuale del 15% di credito di imposta. Il tetto di spesa per investimenti in beni immateriali acquistati dal 16 novembre 2020 al 30 giugno 2024, è di un milione di euro.

Acquisto beni materiali 4.0, quali sono le novità?

Cambiamenti sono previsti anche per comprare i beni materiali 4.0. Si tratta dei beni materiali Industria 4.0 di cui all’Allegato A della legge numero 232 del 2016. Nell’anno 2022, se la prenotazione è stata fatta entro il 31 dicembre 2021, con versamento dell’acconto di almeno il 20%, l’aliquota del credito di imposta applicabile è quella in vigore dal 16 novembre 2020. Ossia il credito di imposta è corrispondente al 50% per spese di investimento fino a 2,5 milioni di euro; al 30% per acquisti da 2,5 a 10 milioni di euro; e del 10% per investimenti oltre i 10 milioni di euro ma non eccedenti i 20 milioni di euro.

Ulteriore credito di imposta del 5% per i beni materiali

La novità sugli acquisti di beni materiali 4.0 riguarda essenzialmente gli investimenti da 10 a 50 milioni di euro per gli anni 2023, 2024, 2025 e per il primo semestre del 2026. Si potrà applicare un ulteriore 5% di credito di imposta per i beni rientranti nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) aventi come obiettivo quello della transizione ecologica. Pertanto, per beni materiali 4.0 dal costo dai 10 ai 50 milioni di euro, si potrà applicare l’ulteriore 5% di bonus.  La relativa disciplina della misura fiscale si ritrova nel decreto legge numero 4 del 2022.

Aliquote di credito di imposta per il 2022 inerenti l’acquisto di beni materiali 4.0

Le aliquote di credito di imposta per l’acquisto dei beni materiali 4.0 nel 2022 sono al ribasso. Infatti, per i beni non prenotati entro il 31 dicembre 2021, le relative percentuali di credito di imposta sono pari al:

  • 40% per gli investimenti entro i 2,5 milioni di euro;
  • 20% per gli investimenti dai 2,5 milioni di euro ai 10 milioni di euro;
  • 10% per gli investimenti dai 10 milioni di euro ai 20 milioni di euro.

Beni materiali 4.0, quando si applica il 50% e quando il 40%?

Sono dunque queste le percentuali di spesa previste per l’anno in corso, a meno che il bene non sia stato prenotato entro il 31 dicembre 2021. In tal caso, le percentuali di credito di imposta sono pari, rispettivamente, al 50%, al 30% e al 10%. Le nuove percentuali, per beni acquistati a partire dal 1° gennaio 2022, rimarranno in vigore per tutto l’anno in corso e per il 2023 (fino al 30 giugno) per beni immobili prenotati entro il 31 dicembre di quest’anno.

Credito di imposta su beni materiali 4.0 dal 2023 al 2025, quali percentuali?

La riduzione delle aliquote di credito di imposta per acquistare beni materiali 4.0 proseguirà anche nel triennio dal 2023 al 2025. Infatti, per gli investimenti effettuati in beni materiali di questi tre anni (con coda di 6 mesi entro il 30 giugno 2026 per gli investimenti prenotati entro il 31 dicembre 2025), le aliquote scenderanno ulteriormente. Non ci sarà più la distinzione dei plafond di spesa, ma si applicherà un’unica percentuale pari al:

  • 20% per acquisti effettuati nell’anno 2023;
  • 10% per acquisti effettuati nell’anno 2024;
  • 5% per acquisti effettuati nell’anno 2025.

Si continuerà ad applicare l’ulteriore bonus del 5% per investimenti in beni 4.0 di importo variabile da 10 a 50 milioni di euro.

Investimenti in beni materiali ordinari, non 4.0: qual è la percentuale del credito di imposta che spetta?

Per gli investimenti in beni materiali ordinari, non rientranti nel Piano Industria 4.0, si applica il credito di imposta del 10% per spese effettuate nel 2022. Per questa percentuale – che aumenta al 15% per investimenti legati al lavoro agile – tuttavia è necessario che il bene sia stato prenotato entro il 31 dicembre 2021 con versamento dell’acconto del 20%. Altrimenti, per gli investimenti nel 2022 in beni materiali non 4.0 (e per quelli prenotati entro la fine del 2022 con coda semestrale fino al 30 giugno 2023), l’aliquota del credito di imposta è del 6%. Il plafond di spesa è pari a due milioni di euro.

Investimenti in immateriali ordinari non 4.0: quale aliquota di credito di imposta spetta?

Per gli investimenti in beni immateriali ordinari, non appartenenti all’Industria 4.0, effettuati durante quest’anno ma con prenotazione entro il 31 dicembre 2021, la percentuale del credito di imposta è del 10%. Altrimenti, senza la  prenotazione e l’acconto del 20%, l’aliquota si riduce al 6%. Tale aliquota rimarrà in vigore fino al 30 giugno 2023 purché si provveda alla prenotazione dei beni immateriali entro la scadenza del 31 dicembre 2022. Il plafond di spesa è pari a un milione di euro. Non è previsto alcun credito di imposta su questa tipologia di investimento negli anni 2023 (tranne la coda semestrale del 2022), 2024 e 2025.

 

Bonus investimenti, come funziona il credito di imposta beni Industria 4.0?

Si amplia il credito di imposta sul bonus investimento per i beni Industria 4.0 secondo quanto dispone la legge di Bilancio 2022. L’agevolazione durerà fino a tutto il 2025, ma occorre prestare attenzione al fatto che il bonus rientra anche nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr): potrebbero nascere incompatibilità con altre agevolazioni fiscali. I beni oggetto di credito di imposta sono quelli materiali e immateriali 4.0, ai quali vanno aggiunte le disposizioni relative ai beni ordinari. Ovvero fuori dalle tabelle A e B di applicazione del bonus investimenti.

Credito fiscale del bonus investimenti su beni Industria 4.0: le scadenze della misura

Le agevolazioni fiscali del bonus investimenti in beni Industria 4.0 sono state modificate dalla legge di Bilancio 2022 al comma 44. Infatti le imprese, nell’applicare le detrazioni del credito di imposta relative al bonus investimenti, dovranno verificare che le agevolazioni non contrastino con le misure previste dal Pnrr. Il bonus investimenti rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2025. La proroga al 30 giugno 2026 avverrà con la prenotazione che deve essere confermata dal venditore di beni. Risulta necessario l’acconto di minimo il 20%. La regola del primo semestre dell’anno successivo vale per la maggior parte dei bonus.

Bonus investimenti su beni materiali 4.0: quali sono?

Le agevolazioni del bonus investimenti su beni materiali dell’Industria 4.0 risultano dalla tabella A allegata alla legge 232 del 2016. In particolare i beni che sono stati prenotati entro il 31 dicembre 2021 e che vengano consegnati entro il 30 giugno prossimo, prevedono il credito di imposta del:

  • 50% fino al valore di 2,5 milioni di euro;
  • 30% tra 2,5 e 10 milioni di euro;
  • 10% tra 10 e 20 milioni di euro;
  • il massimale risulta fissato a 20 milioni di euro.

Credito di imposta su beni materiali 4.0 dal 2022 al 1° semestre 2026

Per i beni materiali 4.0 acquistati nel 2022 e per quelli prenotati entro il 1° semestre del 2023 le percentuali si riducono, rispettivamente, al 40%, al 20% e al 10% con massimale di 20 milioni di euro. I beni acquistati nel 2023, 2024, 2025 e prenotati entro il 30 giugno 2026 hanno le percentuali di credito di imposta rispettivamente: del 20%, del 10% e del 5% con massimale di 20 milioni di euro.

Credito di imposta su acquisto software 4.0 rientranti nel bonus investimenti: quali sono le percentuali dal 2022 al 2026?

Per i beni immateriali e, in particolare, per l’acquisto di software è necessario consultare la tabella B della legge 232 del 2016. In particolare, la legge di Bilancio 2022 ha stabilito le percentuali di credito di imposta sull’acquisto di questi beni nel per i beni acquistati entro il 31 dicembre 2023 e per quelli prenotati entro il primo semestre del 2024 del 20%. Il massimale di acquisto è fissato in un milione di euro. Per i beni acquistati nel 2024 e prenotati entro il 30 giugno 2025 il credito di imposta si riduce al 15%; per i beni acquistati nel 2025 e per quelli prenotati entro il 30 giugno 2026 il credito di imposta è del 10%. Il massimale di spesa rimane fissato a un milione di euro.

Credito di imposta su altri beni rientranti nel bonus investimenti ma non 4.0

Per quanto concerne il credito di imposta ordinario applicato per l’acquisto di beni materiali non rientranti nelle tabelle A e B – e dunque non rientranti nell’Industria 4.0 – con beneficio anche per i liberi professionisti, le percentuali (in riduzione) sono le seguenti:

  • il 6% del credito di imposta per i beni acquistati nel 2022 e prenotati nel 1° semestre del 2023. La percentuale fino al 31 dicembre 2021 (e valida per i beni consegnati o ultimati entro il 30 giugno 2022) è del 10%. Si applica il 15% per i dispositivi utili al lavoro agile;
  • per gli anni 2023, 2024 e 2025 non è previsto alcun credito di imposta su questi beni Industria 4.0;
  • i limiti di spesa sono fissati a 2 milioni di euro per gli acquisti sia del 2022 che del 2023.

Acquisto di beni immateriali ordinari non rientranti nell’Industria 4.0: quale credito di imposta dal bonus investimenti?

Per l’acquisto di beni immateriali ordinari, non rientranti tra quelli Industria 4.0, l’applicazione del bonus investimenti permette i seguenti crediti di imposta:

  • per i beni immateriali ordinari del 2021 e prenotati entro il 30 giugno 2022, il credito di imposta è del 10% con un massimale di un milione di euro;
  • l’acquisto dei beni nel 2022 e fino e prenotati entro il 30 giugno 2023 la percentuale si riduce al 6% con massimale di spesa di un milione;
  • per gli acquisti degli anni 2023, 2024 e 2025 non è previsto alcun credito di imposta per l’acquisto di questi beni.

Cumulabilità bonus investimenti dei beni Industria 4.0 con altri benefici fiscali

Sulla cumulabilità dell’acquisto dei beni rientranti nel bonus investimenti dell’Industria 4.0 con altri benefici fiscali vale la regola generale fissata dalla legge di Bilancio 2021 (ultimo comma dell’articolo 1059). Nel dettaglio, il beneficio del credito di imposta del bonus investimenti risulta cumulabile con altri benefici fiscali sugli stati costi purché tale cumulo rientri all’interno del limite del costo sostenuto.

Cumulabilità bonus investimenti dei beni Industria 4.0 con le misure del Pnrr

Per quanto concerne la cumulabilità del credito di imposta del bonus investimenti dei beni Industria 4.0 con le misure del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) è necessario rifarsi alla circolare del ministero dell’Economia e delle Finanze numero 21 del 2021 che recepisce il Regolamento Ue numero 241 del 2021. In particolare, l’articolo 9 del Regolamento comunitario prevede il divieto di cumulo delle misure del Pnrr con le risorse ordinario del bilancio statale.

Cumulabilità credito di imposta beni 4.0 con le disposizioni del Pnrr: i codici tributo da utilizzare

Nel dettaglio, la cumulabilità del credito di imposta del bonus investimenti deve integrarsi con le disposizioni contenute nella misura “Investimento 1, Transizione 4.0 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (M1 C1-1). Tale misura prevede il credito di imposta per l’acquisto di beni materiali e immateriali 4.0 e di quelli standard da non cumulare con il credito di imposta del bonus investimenti. Nella compilazione del quadro RU, in particolare, è necessario prestare attenzione agli errori o alle omissioni di difficile risoluzione. I codici tributo da utilizzare sono contenuti nella risoluzione numero 68/E del 2021.

Cumulabilità beni materiali e immateriali bonus ordinario con beni immateriali Pnrr

Sulla cumulabilità del bonus ordinario sul credito di imposta per l’acquisto di beni materiali e immateriali previsti dal codice tributo 6935 (ovvero i beni non rientranti nelle tabelle A e B, perciò ordinari), la quota finanziata dal Piano nazionale per la ripresa e la resilienza è unicamente quella relativa ai beni immateriali ordinari. Tuttavia, quanto descritto deve integrarsi con la circolare del ministero dell’Economia e delle finanze numero 33 di fine 2021. Tale comunicazione ha chiarito che le diverse misure, quella comunitaria e quella nazionale, possono finanziare l’acquisto di uno stesso bene purché i due incentivi non si sovrappongano e riguardino quote diverse di costi senza superare il 100% del costo relativo all’acquisto stesso.

Piano Industria 4.0 e finanza agevolata. Benefici per le imprese

Il piano Industria 4.0 (ora denominato Piano Transizione 4.0) è gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico ed è pensato per accompagnare quella che viene definita la Quarta Rivoluzione Industriale. Il piano prevede una serie di agevolazioni, incentivi e misure per lo sviluppo digitale delle imprese.

Perché viene elaborato il Piano Industria 4.0 (Piano Transizione 4.0)

In Italia oltre l’80% delle aziende non applica le nuove tecnologie, inoltre ritiene che la rivoluzione digitale sia molto lontana, questo costa in termini di competetitività e produttività, sebbene in molti non se ne rendano conto. Deve però essere anche ricordato che il tessuto economico dell’Italia è formato soprattutto da piccole e medie imprese e proprio per queste innovare diventa più difficile perché richiede investimenti anche importanti che non tutti possono sostenere. Per far fronte a questa importante sfida che può aiutare a restare nel mercato globale senza perdere artigianalità e produzione di elevata qualità in settori strategici, come possono essere il tessile o l’agroalimentare, c’è appunto in Piano Industria 4.0 che, come anticipato, consta di diverse misure. Ora possiamo vedere le principali.

Piano industria 4.0 e credito di imposta per acquisti di beni funzionali alla trasformazione tecnologica

La prima misura di cui parlare è il credito di imposta sui beni strumentali. Come precisato sul sito del Ministero per lo Sviluppo Economico, questo incentivo supporta e sostiene le imprese che decidono di investire in beni strumentali nuovi e allo stesso tempo funzionali alla trasformazione tecnologica. Hanno diritto a tale agevolazione tutte le imprese che entro il 31 dicembre 2022 abbiano effettuato acquisti di beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati, beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati (ad esempio software) e altri beni strumentali. Il beneficio si estende fino al 30 giugno 2023, ma a patto che entro il 31 dicembre 2022 l’azienda abbia fatto l’ordine dei beni, lo stesso risulti accettato dal venditore e l’impresa abbia versato un acconto almeno del 20%.

Le percentuali per il credito di imposta variano in base all’anno in cui è stato effettuato l’acquisto e in base alla tipologia di bene acquistato. In particolare per i beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati (ad esempio un nuovo macchiario) è previsto per il 2021 il credito di imposta pari a:

  • 50% per investimenti di ammontare fino a 2,5 milioni di euro;
  • 30% per investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
  • 10% per investimenti con quote ammissibili da 10 milioni di euro e 20 milioni di euro.

Per il 2022 gli importi del credito di imposta diminuiscono e sono pari a:

  • 40% per la quota di investimenti ammissibili fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% per la quota di investimenti da 2,5 milioni di euro a 10 milioni di euro;
  • 10% per la quota di investimenti ammissibili da 10 milioni a 20 milioni di euro.

Per l’acquisto di beni strumentali immateriali tecnologicamente evoluti il credito di imposta è invece previsto al 20% indipendentemente dal valore dell’investimento effettuato e dall’anno.

Per gli altri beni strumentali, quindi non legati alle nuove tecnologie il credito di imposta riconosciuto è del 10% per l’anno 2021 e del 6% per il 2022.

La bozza della legge di bilancio 2022 prevede un’ulteriore proroga di 3 anni fino al 2025.

A chi è rivolto il credito di imposta per Piano Industria 4.0

Possono accedere al beneficio tutte le imprese localizzate sul territorio italiano. Sono escluse dal beneficio quelle che si trovano in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo o altra procedura concorsuale.

Deve, infine, essere sottolineato che per poter accedere al credito di imposta per l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali tecnologicamente evoluti è necessario produrre una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritto al relativo albo professionale oppure un attestato di conformità rilasciato da un ente accreditato.

Credito di imposta formazione 4.0

Un’altra agevolazione a cui possono accedere le aziende che aderiscono al Piano Industria 4.0 è il credito di imposta generato dai costi sostenuti per la formazione aziendale (gestione big data, robotica e simili). Possono ottenere tale credito le imprese che investono in piani di formazione volti alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese necessari a realizzare il paradigma 4.0.

In questo caso l’ammontare del credito di imposta è così calcolato:

  • 50% per spese ammissibili e limite massimo fino a 300.000 euro l’anno per micro e piccole imprese;
  • 40% nel limite massimo di 250.000 euro annuali per medie imprese;
  • 30% delle spese ammissibili con limite massimo di 250.000 euro per le grandi imprese.

Tali limiti sono aumentati al 60% per tutte le aziende nel caso in cui la formazione sia destinata a lavoratori svantaggiati.

Le domande possono essere presentate fino a 31 dicembre 2023.

La Nuova Sabatini

Rientra tra le agevolazioni previste per il Piano Industria 4.0 anche la legge Nuova Sabatini che riconosce finanziamenti agevolati per piccole, medie e grandi imprese che decidono di acquistare, anche con contratto di leasing, macchinari e beni strumentali.

La legge Nuova Sabatini è stata già trattata autonomamente e di conseguenza rimandiamo all’articolo: Imprese: la legge “Nuova Sabatini” per finanziare l’acquisto di macchinari.

Inoltre si è visto più volte in questo articolo che finanziamenti, agevolazioni e credito di imposta possono essere distinti in base alle dimensioni delle attività, proprio per questo rimandiamo all’articolo: Micro, Piccola e Media Impresa: definizione e differenze.

Bonus investimenti per le piccole e medie imprese del Sud: quali sono e cosa finanziano?

Sono vari i bonus riconosciuti per gli investimenti effettuati dalle piccole e medie imprese con sede nel Sud dell’Italia. La scadenza dei benefici sarà il 31 dicembre 2022 su acquisti fatti per macchinari, attrezzature e impianti nuovi di fabbrica. Sull’acquisto è riconosciuto un credito di imposta.

Come si accede ai bonus per gli investimenti delle Pmi del Sud Italia?

Per accedere ai bonus per gli investimenti, le piccole e medie imprese delle regioni del Sud Italia devono realizzare un investimento iniziale. Ovvero l’obiettivo dell’investimento deve rientrare in una delle seguenti motivazioni:

  • per realizzare un nuovo stabilimento;
  • o ampliare quello già esistente;
  • per procedere con la diversificazione della produzione all’interno di uno stabilimento;
  • o trasformare radicalmente il processo produttivo di uno stabilimento che già risulta esistente;
  • per attivare nuovamente uno stabilimento che risulta chiuso;
  • oppure evitare la chiusura di uno stabilimento con l’acquisto di macchinari, di impianti e di attrezzature.

Quali incentivi spettano alle imprese del Sud per impianti, attrezzature e macchinari?

Per l’acquisto di impianti, attrezzature e macchinari, le piccole e medie imprese possono ottenere un credito di imposta corrispondente al 45% del prezzo di acquisto. Quest’ultimo deve essere considerato al netto dell’Iva. L’incentivo del 45% è pieno per le regioni:

  • Puglia;
  • Campania;
  • Basilicata;
  • Calabria;
  • Sicilia;
  • Sardegna.

Per le imprese che hanno la sede in Abruzzo o nel Molise, il credito di imposta è pari al 30%.

Come farsi riconoscere il credito di imposta sugli acquisti di macchinari, attrezzature e impianti?

Le piccole e medie imprese che procedano all’acquisto di macchinari, attrezzature e impianti e che vogliano beneficiare del credito di imposta devono presentare domanda. L’istanza si presenta in via telematica sul sito dell’Agenzia delle entrate. Per importi di credito di imposta richiesti che eccedano la soglia dei 150 mila euro, l’impresa deve allegare alla domanda anche il nullaosta antimafia.

Risposta dell’Agenzia delle entrate sulla domanda di credito di imposta sugli investimenti

È necessario usare l’opportuno modello che si trova sul sito dell’Agenzia delle entrate. Nel momento in cui si inoltra la domanda di credito di imposta, la piattaforma dell’Agenzia delle entrate rilascia una ricevuta. Si tratta di un documento elettronico con il quale l’amministrazione finanziaria comunica di aver preso in carico la domanda stessa. Successivamente, entro un limite di qualche mese, l’Agenzia delle entrate provvede ad autorizzare, in caso di esito positivo della domanda, la piccola o media impresa nell’utilizzo del credito di imposta.

I bonus sugli investimenti sono cumulabili?

Si possono cumulare i bonus del credito di imposta sulle spese effettuate dalle Pmi per gli investimenti con altre misure? La risposta è positiva. Nel dettaglio, per investimenti effettuati non oltre il 30 giugno 2022 si potrà cumulare un bonus del 10% del prezzo di acquisto. Questa possibilità presuppone che entro il 31 dicembre 2021 l’impresa abbia pagato un acconto di almeno un quinto del prezzo di acquisto del bene. Nel caso di acquisto a partire dal 1° gennaio 2022, il credito di imposta aggiuntivo scende al 6%.

Crediti di imposta per le Pmi per beni rientranti nella transizione digitale e tecnologica

Le piccole e medie imprese possono ottenere particolari vantaggi nell’assegnazione del credito di imposta per impianti, macchinari e attrezzature che hanno anche caratteristiche in comune con gli obiettivi di transizione digitale e tecnologica. In tal caso, infatti, il credito di imposta andrebbe a soddisfare anche obiettivi rientranti nei programmi dell’Industria 4.0. In tal caso si modificano le percentuali del credito aggiuntivo che abbiamo visto nel precedente paragrafo. Le percentuali passano dal 10% al 50% per acquisti fatti con almeno l’acconto di un quinto entro la fine del 2021, e dal 6% al 40% per gli acquisti che verranno effettuati a partire dal 1° gennaio 2022. In tal modo, la percentuale potenziale massima raggiungibile dalla piccola e media impresa per il credito di imposta può arrivare al 95%.

Bonus Pmi per investimenti con credito di imposta: quali sono le spese per la transizione digitale e tecnologica

Il bonus aggiuntivo relativo alle spese di investimento delle piccole e medie imprese riguarda, dunque, le spese sostenute per l’adeguamento delle realtà aziendali ai nuovi obiettivi di transizione digitale e tecnologica. Nello specifico si tratta:

  • di spese per l’acquisto di beni strumentali che vengono fatti funzionare da sistemi computerizzati o anche da sensori;
  • si costi sostenuti per l’adeguamento a sistemi che possano assicurare la sostenibilità e la qualità;
  • di spese fatte per adeguare la sicurezza del posto di lavoro mediante una migliore interazione tra il lavoratore e la macchia.

Quali documenti sono necessari all’atto di acquisto di beni rientranti nella transizione digitale e tecnologica?

Al fine di poter presentare domanda per il credito di imposta aggiuntivo per l’acquisto di strumenti e attrezzature rientranti nell’Industria 4.0, è necessario assicurarsi che:

  • il venditore abbia rilasciato una certificazione apposita sulle caratteristiche degli strumenti oggetto di vendita;
  • la dichiarazione sostitutiva del legale rappresentante dell’impresa. Il documento è necessario per attestare l’adeguamento del sistema acquistato rispetto alle attività che si svolgono all’interno dell’azienda, sia che riguardino la produzione che la fornitura stessa.

 

Industria 4.0 spinta del recupero degli investimenti

Si è svolto a Torino il G7 ministeriale su Industria e ICT.
In particolare, per quanto riguarda la ripresa degli investimenti, sono stati trattati i temi riguardanti la Nuova Rivoluzione della Produzione, “Next Production Revolution – NPR” che è basata su robotica, intelligenze artificiali applicate alla manifattura, stampa 3D e big data.

Si tratta di cambiamenti radicali che interesseranno il mercato del lavoro e che influenzeranno profondamente l’economia italiana, che già nella prima metà del 2017 è stata caratterizzata dalla ripresa degli investimenti, che già si era rimessa in marcia lievemente nel 2015 (+1,4%) e rafforzata nel 2016 (+3,1%) e ulteriormente nel 2017 (+3,2% negli ultimi quattro trimestri, tra III trimestre 2016 e II trimestre 2017).

Il recupero degli investimenti è sostenuto dal Piano Industria 4.0, con una serie di incentivi e detassazioni, come iper-ammortamento e credito di imposta in ricerca e sviluppo.
Questo progetto sta funzionando bene, considerando che negli ultimi quattro trimestri gli investimenti sono saliti del 4,8%. A maggio, inoltre, i nuovi ordinativi per macchinari degli ultimi dodici mesi salgono del 4,6%, aumento trainato dall’eccezionale +9,1% degli ordini interni, il tasso di crescita massimo degli ultimi 5 anni.

Nel mese di maggio il fatturato delle imprese produttrici di macchinari ha segnato un rialzo del 2,9%, completamente indotto dal mercato interno che segna un aumento del 7,1% mentre ristagna (-0,3%) il fatturato estero. Sale anche l’attività ad alta vocazione artigiana dell’installazione dei macchinari e la loro integrazione nel processo di produzione, settore in cui il 42,1% degli addetti lavora nelle imprese artigiane: nei primi sette mesi del 2017 la produzione di installazione di macchine ed apparecchiature industriali sale del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il sostegno degli incentivi sta riportando gli Investimenti al netto delle costruzioni verso i livelli medi del periodo pre crisi (2000-2007) e manifestando segnali positivi sulla domanda di lavoro.

Vera MORETTI