Turismo, contributi diretti alle imprese: sbloccati 600 milioni, ecco per quali spese

Sono stati sbloccati fondi per 600 milioni di euro per il finanziamento e i contributi a fondo perduto delle imprese operanti nel settore del turismo. Le agevolazioni alle imprese arrivano dalla pubblicazione della delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) del 14 aprile scorso, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 133 del 9 giugno 2022. Si tratta di contributi da assegnare alle imprese per investimenti riguardanti la sostenibilità ambientale, l’innovazione digitale e la riqualificazione energetica.

Aiuti alle imprese: mix di contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per l’efficienza digitale, energetica e green

I nuovi contributi diretti alle imprese del turismo per l’efficienza digitale, energetica e green derivano dalle finalità del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) alla misura numero 4.2.5. In particolare, con obiettivo di assicurare finanziamenti per investimenti in riqualificazione energetica, in sostenibilità ambientale e per l’innovazione digitale, le imprese potranno beneficiare delle risorse fino al 31 dicembre 2025. I progetti di riqualificazione e di transizione dovranno avere un importo minimo di 500 mila euro; l’importo limite è invece fissato in 10 milioni di euro.

Qual è la copertura dei contributi e dei finanziamenti rispetto all’investimento delle imprese?

La copertura dei contributi a fondo perduto e dei finanziamenti agevolati a favore delle imprese è pari al 35% dei costi ritenuti ammissibili nel tetto di spesa totale di 40 milioni di euro. Il tetto di spesa è da considerarsi per ciascun singolo anno 2022 e 2023. Per il biennio successivo, i tetti di spesa sono innalzati a 50 milioni di euro. Per questi ultimi due anni (2024 e 2025) della misura è inoltre prevista una riserva del 50% per progetti che abbiano come obiettivo quello della riqualificazione energetica.

Incentivi alle piccole e medie imprese del turismo: mix di contributi e finanziamenti

La quota del progetto di investimento dell’impresa per  l’efficienza digitale, energetica e green che non è coperto dai contributi a fondo perduto o dai mezzi propri dell’azienda richiedente, può essere assistita mediante finanziamenti agevolati. Le condizioni stabilite per i prestiti riguardano la durata (fino a 15 anni, compreso il periodo di preammortamento fissato in tre anni). Inoltre, le imprese possono accedere alle garanzie sul finanziamento offerte da Sace. Le condizioni sono previste dalla legge numero 326 del 2003.

Quali sono le imprese che possono richiedere i contributi a fondo perduto per il turismo?

Le imprese ammesse alla richiesta dei contributi a fondo perduto e ai finanziamenti agevolati del settore del turismo possono essere:

  • gli agriturismi e gli alberghi;
  • le strutture ricettive all’aria aperta;
  • gli stabilimenti balneari;
  • i complessi termali;
  • le imprese operanti nel comparto dei congressi e delle fiere;
  • i porti turistici e i parchi tematici.

Contributi a fondo perduto per le imprese del turismo: si possono cumulare gli incentivi?

Gli incentivi relativi agli aiuti alle imprese del settore turistico per l’efficienza digitale, energetica e green sono alternativi rispetto ad altre misure. In particolare, agli incentivi previsti come contributi a fondo perduto e crediti di imposta dall’articolo 1 del decreto legge numero 152 del 2021. In linea generale, i contributi della misura del Pnrr 4.2.5 non si possono cumulare con altri incentivi, contributi e sovvenzioni statali ai quali le Pmi accedono per la stessa finalità di intervento.

 

Contributi a fondo perduto imprese del turismo, via libera dell’UE: aiuti entro il 30 giugno 2022

La Commissione Europea ha dato l’ok nella giornata del 12 maggio ai contributi a fondo perduto, ai crediti di imposta e ai finanziamenti a favore delle imprese del turismo per un totale di 698 milioni di euro di aiuti. Gli incentivi rientrano nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr) e nel quadro temporaneo per gli aiuti di Stato. I contributi a fondo perduto andranno a favore di tutte le imprese operanti nel settore turistico, comprese le agenzie di viaggio e i tour operator.

Quali tipologie di contributi a fondo perduto e crediti di imposta sono previsti per il settore del turismo?

Nell’ambito delle risorse stanziate per i contributi a favore delle imprese del turismo, il via libera della Commissione europea è stato dato in particolare per le sovvenzioni dirette e i crediti di imposta per le imprese operanti nel turismo. Gli aiuti andranno a copertura di una parte dei costi inerenti l’ammodernamento delle strutture e degli impianti. I contributi finanziano anche l’efficientamento energetico. In questo ambito, le imprese turistiche beneficiarie potranno avere diritto a una copertura fino al 50% dei costi ammissibili, nel tetto massimo di 100 mila euro per ciascuna impresa.

Crediti di imposta per le agenzie di viaggi e operatori turistici: quali incentivi sono in arrivo?

Il secondo via libera è stato dato dalla Commissione europea per i crediti di imposta per le agenzie di viaggi e per gli operatori turistici. I contributi vanno a coprire una parte dei costi inerenti la ristrutturazione delle imprese e le attività di sviluppo digitale. Le imprese turistiche beneficiarie potranno beneficiare di un credito di imposta che può arrivare fino al 50% delle spese ammissibili. Il massimale di spesa è pari a 25 mila euro per ciascuna impresa beneficiari. Gli incentivi a favore delle imprese del turismo non potranno eccedere i 2,3 milioni di euro per ciascuna impresa beneficiaria e il bonus sarà concesso entro il 30 giugno 2022.

Incentivi a fondo perduto per i servizi turistici a favore della disabilità, quali spese sono finanziate?

Tra i contributi a fondo perduto del settore turistico, rientrano anche i servizi volte a rendere più agevole la disabilità. Il relativo decreto del turismo per rendere le strutture ricettive e alberghiere più accessibili è previsto dalla scorsa legge di Bilancio. Il provvedimento sostiene la realizzazione di interventi che permettano alle persone con disabilità di fruire di una più ampia offerta turistica. Per questa misura il governo ha stanziato risorse per 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022, 2023 e 2024. La misura sostiene, nel dettaglio, i servizi di rilascio delle certificazioni.

Turismo, chi può ottenere i contributi a fondo perduto per la disabilità?

Possono ottenere i contributi a fondo perduto per i servizi destinati a incrementare l’offerta turistica a favore dei soggetti disabili, le seguenti imprese:

  • gli hotel compresi nel Codice Ateco 55.10.00;
  • esercizi extra alberghieri che rientrano nei Codici Ateco 55.20.10; 55.20.20; 55.20.30; 55.20.40; 55.20.51; 55.20.52; 55.23.50; 55.30.00; 55.90.10; 55.90.20;
  • le strutture che svolgono attività sportive connesse alla fruizione turistica, sia del settore pubblico che privato.

Quali imprese turistiche possono ottenere i contributi a fondo perduto per le certificazioni sulla disabilità?

Nel dettaglio, il 35% dei fondi disponibili andrà a favore degli hotel e il 20% agli stabilimenti termali e balneari. Per le altre tipologie di imprese del settore turistico non vi sono limitazioni di fondi. Le spese ammissibili agli incentivi sono quelle necessarie per il rilascio delle certificazioni. Nello specifico, le certificazioni:

  • Uni Iso 21902:2022 sul turismo accessibile;
  • l’Uni Cei En 17210:2021 sull’accessibilità e sull’usabilità dei servizi turistici;
  • Uni Pdr 92:2020, inerente gli stabilimenti balneari, per le Linee guida sulla sostenibilità ambientale, sull’accessibilità, sulla qualità e sulla sicurezza dei servizi.

Per l’invio delle istanze si dovrà attendere il trascorrere dei 60 giorni dalla registrazione del provvedimento, dunque nella seconda metà di giugno. Al trascorrere dei 60 giorni, il ministero del Turismo inserirà, sul proprio sito internet, l’avviso pubblico per la presentazione delle domande.

Incentivi a fondo perduto del Pnrr al Turismo: possono partecipare pure le agenzie turistiche e i tour operator?

Ai fondi per le imprese del turismo previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) potranno accedere anche i tour operator e le agenzie di viaggio. Nel dettaglio, il ministero del Turismo autorizzerà le istanze delle due tipologie di imprese del settore per i 100 milioni di euro di fondi aggiuntivi inerenti gli incentivi a fondo perduto per le strutture turistiche e al credito di imposta, anche per le spese digitali delle imprese. La misura è compresa nelle istanze presentate per il bonus digitalizzazione, anche a favore dunque di tour operator e di agenzie di viaggio, rientranti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) M1 C3 Investimento 42.2.2.

Incentivi e credito di imposta per migliorare le infrastrutture turistiche: contributi anche ad agenzie di viaggio e tour operator

I contributi a fondo perduto verranno elargiti alle imprese turistiche, compresi tour operator e agenzie di viaggio, che hanno presentato domanda a decorrere dal 4 marzo 2022. L’allargamento della platea dei beneficiari della misura si integra con l’altro obiettivo, per il quale sono stati stanziati 98 milioni di euro, previsto dal decreto legge numero 152 del 2021. Si tratta della digitalizzazione delle imprese. La misura sostiene il miglioramento delle infrastrutture turistiche tramite l’assegnazione di crediti di imposta. Tra i destinatari, figurano: gli alberghi, gli agriturismi, le strutture termali e balneari.

Cosa sostengono gli incentivi a fondo perduto per il turismo?

Nel dettaglio, gli incentivi a favore del settore turistico, in relazione alle infrastrutture, sogno elargiti secondo un mix di interventi. In particolare:

  • un credito di imposta fino all’aliquota dell’80% delle spese ammissibili. Il beneficio fiscale può anche essere ceduto, ma si tratta di soggetti a regime controllato come banche e altri intermediari finanziari;
  • un contributo a fondo perduto entro il 50% delle spese ammissibili fino a un massimale di 40 mila euro. Il tetto può arrivare a 100 mila euro in presenza di specifici requisiti riguardanti la localizzazione delle imprese (purché nel Mezzogiorno), gli incentivi per l’impresa donna e la transizione digitale.

La misura, inoltre, sostiene il miglioramento delle strutture turistiche dal punto di vista infrastrutturale e dell’efficienza energetica, obiettivo al quale è destinata la metà delle risorse.

Contributi a fondo perduto per la digitalizzazione delle imprese turistiche: di cosa si tratta?

Ulteriori incentivi a fondo perduto sono a favore delle imprese del turismo per la transizione digitale. Anche per questa misura, l’invio delle istanze ha decorrenza dal 4 marzo 2022. La misura riconosce il 50% del credito di imposta per i costi sostenuti (purché ammissibili) per la transizione digitale. Il tetto massimo sostenibile è pari a 25 mila euro. Gli incentivi rientrano tra i fondi messi a disposizione dal decreto legge numero 152 del 2021. All’articolo 4 del provvedimenti, infatti, si stabiliscono le modalità di fruizione dei contributi dei tour operator e delle agenzie di viaggio. Il credito di imposta si può utilizzare in compensazione utilizzando il modello F24.

Agriturismo, vero trend dell’estate 2012

 

di Alessia CASIRAGHI

Diario di un albergatore di campagna. Gli agriturismi sono risultati, secondo i dati emersi dalla relazione di Federalberghi diffusa ieri, l’unico comparto turistico italiano ad aver superato indenne questa tormentata (e torrida) estate 2012. Anzi che ha registrato una seppur lieve crescita: presenze in aumento dell’1 % nel 2012, con un boom pari a 1,5 milioni di turisti registrato nel solo mese di agosto, complici i soggiorni ‘mordi e fuggi’, il classico weekend fuori porta, e i prezzi rimasti invariati rispetto agli scorsi anni.

Ma qual è l’aria che si respira tra chi, come imprenditore, ha deciso di intraprendere questa attività, quasi sempre coniugandola con quella più prettamente agricola? Infoiva lo ha chiesto a Giuseppe Ganbin, Presidente di Turismo Verde, l’associazione nazionale agrituristica della Cia-Confederazione italiana agricoltori.

Un primo bilancio a caldo sull’andamento per il settore degli agriturismi della stagione turistica che si sta concludendo.
Anche se è un po’ presto per avere dati precisi, posso dire che il bilancio di questa estate 2012 è stato positivo, anche se abbiamo registrato una contrazione nella durata dei soggiorni e una spesa minore, perchè il turista media cercava di risparmiare il più possibile. Tutto sommato non ci possiamo lamentare. I numeri sulle presenze si sono mantenuti stabili rispetto al 2011 anche perchè i nostri prezzi sono invariati da 2-3 anni, nonostante l’aumento dello sgravio fiscale che pesa sul settore agricolo. L’agriturismo è oggi l’unico settore in crescita, che continua ad assumere manodopera, e ad avere un bilancio in attivo.

Quali sono le Regioni che hanno registrato maggior affluenza?
Toscana, la Puglia sta crescendo molto, è la regione del sud che registra la maggior crescita. Non se la cava male nemmeno la Sicilia, un po’ meno la Sardegna, più penalizzata quest’anno. Mantengono una buona posizione Veneto e Emilia Romagna.

Qual è la durata media del soggiorno in agriturismo?
Il soggiorno massimo dura una settimana, ma il weekend resta il più gettonato. Il picco delle richieste si è registrato nel mese di agosto, ma solo nelle aree balneari e montane, e nelle zone limitrofe, che hanno visto crescere il numero delle prenotazioni. Più penalizzate le zone all’interno e le aree continentali, anche a causa del clima torrido che si è respirato il mese scorso.

Perchè scegliere una vacanza in un agriturismo?
Per la posizione, la maggior parte delle nostre strutture si trovano in campagna o nelle aree vicino alle zone balneari, e poi per i cibi genuini che la nostra agricoltura è in grado di offrire. Dal produttore al consumatore in maniera diretta.

Capitolo Imu. Che impatto ha avuto e avrà sul settore degli agriturismi italiani?
L’agriturismo è riconosciuto dallo Stato come realtà agricola, non come azienda turistica, e per questo presenta delle limitazioni per legge sotto moltissimi punti di vista, sia per quanto riguarda i giorni di apertura, il numero massimo di ospiti che possiamo accogliere, solo per citarne alcuni. Dall’altra parte però si trova gravato della medesima tassazione cui sono sottoposte le imprese turistiche e commerciali: dall’Imu  alla Tarsu, senza dimenticare che per noi la tassa sui rifiuti si moltiplica per tre. Oltre alla Tarsu, come imprese agricole ci troviamo a far fronte alla tassa sui rifiuti agricoli, più quella sugli scarti di lavorazione agricola. Per usare una metafora, è come comprare una Ferrari, ma non poter fare più del 50 all’ora.

L’applicazione della tassa di soggiorno ha inciso negativamente sul turismo?
La tassa di soggiorno è un altro capitolo discusso. In Veneto, ad esempio, la tassa di soggiorno sugli agriturismi è equiparata a quella degli hotel 4 stelle, anzi si trova a cavallo fra i 4 e 5 stelle  (3 euro per gli hotel 5 stelle, 2,50 euro per gli agriturismi e 2 euro per gli hotel 4 stelle). E le nostre tariffe di prezzo non sono certo quelle degli hotel a 5 stelle! Il nostro però è un settore numericamente debole (1%)  e troppo poco ascoltato perchè le cose cambino in tempi brevi.

Il rincaro dei carburanti e la stretta del fisco quanto hanno inciso sull’afflusso di turisti nella Regione?
Ha pesato tantissimo, sia per quanto riguarda l’afflusso dei turisti, sia per quanto riguarda, come aziende agricole, la coltivazione: l’agricoltura oggi è totalmente meccanizzata e l’aumento dei carburanti è stato il colpo di grazia.

Com’è attualmente l’umore dei vostri associati? C’è ottimismo, pessimismo…
L’umore è positivo, anche se va sottolineato che il buon andamento dell’estate non si è tradotto in un vero e proprio guadagno: ci ha permesso di mantenere il capitale, ma non certo di riuscire ad aumentare gli introiti, che si ritrovano volatilizzati in tasse, rincari e pressione fiscale in aumento.

Se potesse fare un appello al ministro Gnudi, che cosa chiederebbe come priorità per il vostro settore?
Dovremmo rivolgerci piuttosto a Catania, al Ministro dell’agricoltura Cattaneo non essendo riconosciuti come strutture ricettive turistiche. Quello che chiederei è l’aumento degli investimenti a favore del settore agricolo e una maggiore facilità nell’accesso al credito per chi decide di aprire un agriturismo o per chi già ha intrapreso questa attività. Rappresentiamo una risorsa preziosa per il Paese in questo preciso momento storico ed economico, un’economia quasi di ritorno dal momento che molti giovani che si trovano senza lavoro decidono di ricominciare ‘in campagna’, comprandosi o affittando un appezzamento per aprire una propria attività turistica. Chiediamo di essere valorizzati e non stretti dalla morsa degli oneri fiscali.

 

 

Federalberghi Lazio: “Governo, maggior attenzione al turismo”

Imu, controlli fiscali, caro carburante, tassa di soggiorno… Anche le imprese turistiche del Lazio hanno vissuto “pericolosamente” l’estate che si sta chiudendo. Le voci che arrivano dal territorio laziale, raccolte e riportate dal presidente della Federalberghi regionale Walter Pecoraro, non sono diverse da quanto abbiamo sentito dalla viva voce dei suoi colleghi emiliano – Alessandro Giorgetti – toscano – Paolo Corchia – e Veneto – Marco Michielli.

Dagli operatori emerge chiara una preoccupazione che va al di là delle pur legittime paure derivanti da cali di fatturato e di presenze: la preoccupazione che un ministero pensato per promuovere le politiche turistiche non abbia in realtà un indirizzo chiaro su come muoversi. L’incapacità tutta italiana di fare sistema si dimostra anche in un settore vitale e cruciale come quello del turismo.

Dal presidente di Federalberghi Lazio una richiesta forte: “E’ necessaria una maggiore incisività da parte del Ministero nelle politiche governative, che da sempre è molto attento ad un’industria che ormai mostra i segni di un irreversibile declino, ma è troppo poco attento e interessato all’unico vero volano economico del nostro Paese: il turismo e le risorse culturali ed ambientali dell’Italia“. Sarà ascoltata?

Leggi l’intervista al presidente di Federalberghi Lazio Walter Pecoraro

Bed & Breakfast, la vacanza profuma di casa

Più economici del classico hotel, più accoglienti di un albergo qualunque, i Bed & Breakfast in Italia sono l’alternativa sempre più gettonata tra turisti italiani e stranieri, che vogliono concedersi un break dalla routine quotidiana. Ma che scelgono l’accoglienza, il ‘profumo di casa’ e la tranquillità di una sistemazione a misura d’uomo anche per le proprie vacanze ‘d’agosto’. Stanze dotate di ogni comfort, cibi preparati a km zero e la certezza della tranquillità di uno spazio che assomiglia alla propria casa.

Ma quanti sono in Italia i B&B? Come scegliere quello più adatto alle proprie esigenze? A censirli su base nazionale ci ha pensato ANBBA, l’ Associazione nazionale dei Bed and Breakfast, nata nel 1999 per valorizzare ed incrementare l’attività e la qualità di B&B, ma anche per offrire a tutti coloro che si vogliono cimentare nell’attività di accoglienza turistica, tutte le informazioni necessarie e i consigli pratici.

Infoiva ha intervistato il presidente di ANBBA Marco Piscopo, per capire se, in un momento in cui il portafoglio lascia sempre meno spazio alle vacanze, sia possibile concedersi un weekend al mare o in una città d’arte, con la garanzia di favorire le piccole imprese del turismo made in Italy.

I B&B in Italia: quanti sono in tutto? In quale regione sono più diffusi?
Si stima che in Italia i B&B siano addirittura oltre 20.000, ma c’e’ molto “sommerso” per varie ragioni: in primo luogo un fisco troppo esigente, mentre in secondo luogo la causa è la mancanza di una vera “formazione”, sia con riguardo agli Esercenti, sia agli Operatori pubblici.
Questo punto, molto importante e dalle conseguenze disastrose, noi come Associazione ANBBA, cerchiamo di combatterlo, privatamente e liberamente, attraverso l’organizzazione di corsi di formazione, sia in loco ma anche attraverso skype, per chi fosse impossibilitato a spostarsi. In alcuni casi, la semplice lettura del nostro sito www.anbba.it, può essere un passo in avanti in questa direzione, per essere sempre aggiornati sulle novità in materia di B&B, ma anche come luogo di confronto fra le diverse realtà regionali.
Dal punto di vista geografico, i B&B sono molto diffusi nelle città d’arte, nelle località costiere e nei luoghi di maggiore interesse turistico.

Anche se sono dell’opinione che avere un bellissimo appartamento nel centro di Roma, non equivale ad avere successo nella nostra attività. Quello che conta in primo luogo è sempre chi conduce il B&B, che si traduce nella qualità del servizio e nella cortesia che si offre alla clientela, e solo in secondo piano, la struttura incide sul successo o meno di un’attività come la nostra.

La clientela: sono più i turisti stranieri che vengono in Italia a scegliere la formula del B&B o anche la clientela italiana è numerosa?
Entrambi, se dovessimo parlare in percentuale direi che un buon 60% della nostra clientela è rappresentata da italiani, mentre per il restante 40% si tratta di turisti stranieri in viaggio in Italia.

Tre ragioni per scegliere una vacanza in un B&B?
Accoglienza, autenticità e rapporto personale con gli abitanti. E se c’è la possibilità di aggiungerne una quarta all’elenco parlerei di cibo a Km 0.

Se un privato decidesse di aprire un B&B quali sono i passi da fare? Da dove si comincia? Occorre avere la Partita Iva?
La Partita Iva non è necessaria per avviare un’attività di B&B, a condizione che non vengano superati determinati fatturati. Nello specifico, se permane lo status di famiglia e l’attività mantiene i requisiti della saltuarietà, il B&B non assume carattere di impresa vera e propria.
Se avete intenzione di avviare un’attività di B&B, i passi preliminari da compiere riguardano in primo luogo la verifica dell’unità abitativa da adibire a B&B, ovvero se possiede tutte le caratteristiche urbanistiche, sanitarie ed antincendio richieste dalla legge. Si può disporre dell’unità abitativa sia in proprietà che in affitto. In tutte le Regioni, eccetto la Toscana, la legge richiede che venga posta dal gestore la dimora, ovvero la residenza, nell’unità abitativa ove si esercita l’attività di B&B. La denuncia di inizio attività va invece presentata al Comune mediante un’apposita documentazione, fornita dal Comune stesso, cui seguirà la dichiarazione dei prezzi stagionali alla Provincia di appartenenza. Decorsi 30 giorni circa, si comunica al Comune l’inizio di attività e dal giorno seguente l’attività è in regola.

Lo Stato offre sovvenzioni o aiuti – ad esempio sgravi fiscali – a chi decide di avviare un’attività in un B&B?
Alcune Regioni lo fanno o si stanno attrezzando.

La crisi quanto ha influito sul fatturato dei B&B? Sono stati favoriti perchè più economici rispetto al classico hotel, o hanno risentito anche i B&B di un calo delle prenotazioni?
Anche i B&B hanno risentito del calo delle prenotazioni dovuto alla situazione di crisi economica in cui ci troviamo. Forse in misura minore, data la massiccia presenza di turisti stranieri.

I B&B in Italia sono diffusi solo nelle zone di villeggiatura o sono numerosi anche quelli che decidono di aprire in città?
Nelle città d’arte e nelle città dove è si è lavorato per far incontrare la domanda di vacanza in Italia con l’offerta.

A livello promozionale, quali sono i canali maggiormente utilizzati oggi per proporre e far conoscere la propria attività di B&B?
Purtroppo il maggior vettore di promozione resta internet, con la confusione che comporta per un neofita la Rete. Noi, come Associazione ANBBA, cerchiamo di offrire una garanzia di affidabilità, quantomeno circa la pulizia e la sicurezza, per quanto riguarda i B&B aderenti alla nostra rete. Per rassicurare il cliente, che si trova immerso in una molteplicità di proposte e offerte, per le quali la maggior parte delle volte non esiste un vero e proprio metro di valutazione nazionale. E il rischio è di perdersi, e non fare la scelta giusta.
L’ANBBA è l’Associazione Nazionale riconosciuta dal Ministero come quella maggiormente rappresentativa nel Paese.

Tre ragioni, stavolta, per scegliere di aprire un B&B?
E’ un’esperienza meravigliosa, si viaggia di più di quando si fanno ne valigie, e’ un arricchimento sia per la persona che accoglie, talvolta aprendo direttamente la propria casa, sia per la persona che arriva.

Alessia CASIRAGHI

Le piccole imprese del Trentino Alto Adige puntano in alto

 

Le Dolomiti non bastano. Quando si parla di offerta turistica il Trentino Alto Adige punta sempre più in alto per rappresentare il meglio i termini di ospitalità, strutture alberghiere, delizie della tavola, novità sul marketing turistico e ovviamente industria dell’accoglienza, quella che nella stragrande maggioranza dei casi si compone di piccole imprese a conduzione famigliare.

Lo sanno bene gli organizzatori di Fiere Bolzano 2012 che dal 1976 ad oggi propongono uno degli appuntamenti cruciali del settore, una kermesse interessante quanto coinvolgente con le sue tavole rotonde, esposizioni, workshop e convegni.

Appassionati ed addetti ai lavori si sono già dati appuntamento al 22-25 ottobre 2012, così da confermare due aspetti di cui il Presidente di Fiere Bolzano va fiero: che Bolzano è capitale dell’ospitalità italiana, e  questo è un punto di partenza per raccontare l’eccellenza italiana, fatta in piccolo ma espressa in grande.

Nell’edizione 2011 sono state 550 le aziende che hanno partecipato all’esposizione da 250 mq dedicati alle piccole imprese “dell”arte” dell’ospitalità, quella che sempre più rappresenta il punto di riferimento nazionale per il mondo dell’hotellerie”. Senza contare i curiosi, arrivati in 18 mila, ovvero “Numeri da record per una manifestazione di settore”,  dicono orgogliosi gli addetti ai lavori. Ma cosa dovremo attenderci tra qualche mese? In mezzo ai castelli, alle chiese antiche, ai residence moderni, ai conventi, rifugi, agriturismi e alle innumerevoli piacevolezze che il territorio offre, in che modo l’organizzazione ed il marketing turistico renderanno ancora più ricca l’offerta trentina?

Lo abbiamo chiesto nel lancio meneghino della kermesse a Reinhold Marsoner, dal 1992 Direttore di Fiera Bolzano.

Dottor Marsoner, uno dei vostri obiettivi di questa Fiera Bolzano 2011 è quello di mostrare e supportare le eccellenze del vostro territorio. Perché la scelta ad ottobre, periodo in cui bene o male le vacanze sono finite per la maggior parte degli italiani?
La manifestazione si tiene in questa data perché gli espositori sono ancora in loco. La nostra stagione estiva, infatti, dura sette mesi. Tenendo conto dell’esigenza di qualche giorno di ferie anche per loro, e che gli albergatori partono intorno al 3 di novembre per un po’ di vacanza, allora il 20 ottobre ci sembava una buona data per non congestionarli durante la già “alta” stagione.

Come sarà questa nuova edizione di Fiere Bolzano?
Noi vogliamo aprire la fiera agli ospiti per mostrare i nuovi prodotti e le novità in fatto di tecnologia, cucina, arredamento, decorazione, bevande, alimenti; insomma, tutto quello che un albergatore deve offrire, con un particolare focus su quello che offre il nostro turismo turistico, quello che si trova in Trentino, in Alto Adige e in Sudtirol.

Una regione di eccellenza…
Sì, un’eccellenza. Consideri che la nostra regione conta un milione di abitanti e vanta cinquantotto milioni di pernottamenti, in Italia. Per questo motivo possiamo parlare di eccellenza: nonostante la crisi globale, questo settore economico ha tenuto bene. Forse, c’è stata una piccola flessione durante l’ultimo periodo invernale, ma quello è stato dovuto ad fattore naturale,  mancava la neve. Tolto questo, abbiamo confermato le cifre dell’anno precedente, che già allora erano un record.

Un record in assoluto o un record rispetto alla situazione contingente? Non avete sofferto della crisi, qui in Trentino?
Un record circa il numero di pernottamenti da quando esiste questa industria alberghiera. La crisi non si sente più solo quotidianamente su radio e giornali, purtroppo è arrivata anche in Italia, lo abbiamo visto nella stagione turistica invernale che ha registrato un calo degli italiani del 30% circa. Un dato che pesa.

Il turismo turistico in Trentino è una prerogativa del turista italiano oppure ha un target internazionale?
Direi che è una scelta soprattutto mitteleuropea. In Alto Adige contiamo quasi un 50% di turisti tedeschi, 38% di turisti italiani, e poi svizzeri, belgi, olandesi, cechi, polacchi, lussemburghesi e russi, questi ultimi in percentuale minima.

“Dare impulso all’economia” è il pay off di Fiera Bolzano 2012: in che modo ci riuscirà?
La fiera si tiene in un territorio dove il settore economico comunque va molto bene in relazione ad altri. Fiera Bolzano è sempre una vetrina di questa realtà, una vetrina di quello che i nostri lavoratori compiono per soddisfare le esigenze dell’offerta dell’hardware. Quello che ruota attorno all’arredamento dell’hotel ma anche sui fattori più soft: la comunicazione, gli shopper, il ristorante. E’ un concentrato perfetto per l’offerta dell’albergatore: qui si trovano tutti i rami aziendali e tutto quello che serve per  rendere una struttura turistica efficiente. E’ evidente che il successo non stia solo in questo: la personalità dell’albergatore e dell’albergatrice sono ugualmente fondamentali.

Ci saranno prodotti italiani ?
Assolutamente sì: abbiamo un 30% di espositori esteri e quello ovviamente il meglio di ciò che si trova sul mercato.

Rispetto alla scelta degli albergatori: lei ha riscontrato una presenza più forte di nomi storici, di “grossi nomi” oppure in questo momento di crisi, le start up hanno funzionato e c’è chi si è buttato in questa realtà imprenditoriale per cui, a distanza di un anno, è riuscito a resistere e “ad essere dei vostri”?
Oggi per fare l’albergatore si può prendere un albergo in affitto e andare avanti, ma normalmente “fare l’albergatore” vuol dire avere a disposizione una bella somma di denaro e disporne in investimenti di ristrutturazione, personale… Parliamo di somme importanti per cui è molto difficile parlare di start up nel settore dell’accoglienza.

Cosa si aspetta da questa stagione turistica che verrà?
Credo che subirà un po’ gli effetti di questa realtà economica. Tutto è in dubbio, nel senso che la crisi non si ferma davanti a niente e a  nessun settore economico. Mi auguro, però, che non arrivi forte anche dalle nostre parti ma credo che così non sarà, visto ce ci troviamo vicini ad un territorio che, per fortuna, non è stato investito da questa crisi, come quello svizzero.

Insomma, una sfida ed un invito ad una nuova edizione di Hotel 2012 che sarà riccadi eventi collaterali, workshop, convegni, mostre, giornate a tema architettura, cultura, gastronomia, agriturismi, con dimostrazioni di gusto ed iniziative legate alle associazioni di categoria. Per ulteriori informazioni:www.hotel.fierabolzano.it

Paola PERFETTI

Sapore di mare, l’estate italiana profuma di affari

 

Sapore di mare ma soprattutto di sale per il turismo italiano per l’estate 2012. Se il Belpaese è considerato per antonomasia il luogo dove trascorrere un’estate da sogno da migliaia di turisti stranieri e non solo, complici la tradizione culinaria eccellente, le città d’arte e le spiagge incontaminate, sembra proprio che gli italiani nutrano una scarsa consapevolezza delle proprie potenzialità. Almeno in fatto di turismo.

Stupisce poi che a sottolinearlo sia proprio il Ministro del Turismo Piero Gnudi: “Il turismo è sempre stata una delle parti più importanti della nostra economia, ma nessuno, forse nemmeno gli italiani, sa quanto sia importante nel tessuto economico, sia in termini di rapporto al Pil sia in termini di occupazione”.

Secondo i dati raccolti dal Conto Satellite Turismo 2012, primo report statistico sul business delle vacanze, il turismo in Italia coprirebbe ben il 6% del Pil nazionale, staccando di molto Paesi come la Francia, dove raggiunge solo il 4% e il Regno Unito, per il quale il turismo copre una fetta pari al 3,8% del Pil nazionale.

Che l’Italia fosse meta prediletta per il turismo è cosa risaputa. Ad averne minor consapevolezza sembrano però, almeno secondo le parole del ministro, gli operatori del turismo lungo tutta la penisola: piccoli e grandi imprenditori, ristoratori e albergatori.

Per inciso: l’Istat non aveva mai quantificato in termini numerici prima d’ora quale fosse il reale impatto dell’industria turistica – il business delle vacanze – sull’economia italiana.

E i risultati, attesi un po’ troppo a lungo, si sono rivelati sorprendenti: nel 2010, il valore aggiunto prodotto in Italia dalle attività connesse al turismo (al netto dei costi di produzione dei beni e servizi venduti) è stato pari a 82,8 miliardi di euro, (10 miliardi in meno di quanto raccolto con l’Imu, per intenderci) una cifra che il 6% del totale di tutte le attività economiche del Paese. Non solo: considerando anche l’indotto del settore, in termini di commercio, servizi e terziario, la cifra sale al 10,9%.

Scendendo nel dettaglio, il 63,6% del fatturato turistico concerne l’alloggio e la ristorazione, mentre il 25% riguarda l’acquisto di beni come i souvenir e i prodotti alimentari. Per i trasporti si va dal 3,9% delle spese per spostamenti in aereo con vettori italiani, all’ 1,6% del settore marittimo e ferroviario.

E a voler fare i conti per quanto ci aspetterà per i prossimi mesi, le previsioni per l’estate 2012 sono più che rosee: meno europei e americani pronti a partire per Firenze, Roma e Venazia, ma moltissimi scandinavi, cinesi e giapponesi pronti a fare le valigie per godersi il solleone nelle spiagge più belle e selvagge della penisola. Almeno secondo quanto riferisce l’Osservatorio sul turismo di Unioncamere. A confermare i dati ci pensa anche il Presidente dell’ENIT, Pier Luigi Celli: “il Monitoraggio Estate 2012 restituisce l’immagine di un settore turismo che, in tempi di crisi, si conferma asset strategico per lo sviluppo del Paese, attorno a cui seri e “intelligenti” investimenti possono ancora garantire obiettivi di ritorno immediato”.

Ma qual è il ruolo svolto dalla piccole imprenditoria nel settore turistico in Italia? Quante strutture alberghiere sono ancora a conduzione familiare e quante invece sono appannaggio di grosse catene internazionali? Come si incentivano le start up impegnate nel settore ‘vacanze’?

A queste domande cercheremo di rispondere nei prossimi giorni noi di Infoiva, per scoprire quale sia lo stato di salute del turismo in Italia.

 

Alessia CASIRAGHI