Russo: “Rivedere il calendario dei saldi”

“Napoli rispetto alle altre città del nostro Paese risente maggiormente della crisi economica e le previsioni su questa tornata di saldi non posso che essere ancor più negative rispetto alle stime, già disastrose, della scorsa sessione”. Dopo Milano, con l’intervista al segretario generale di Federazione Moda Italia Massimo Torti, e Roma, con l’incontro con il presidente dell’Associazione via Condotti Gianni Battistoni, oggi facciamo tappa nel capoluogo partenopeo dove abbiamo incontrato Pietro Russo, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia della Provincia di Napoli. “Noi come Campania abbiamo anticipato al 2 di gennaio l’inizio dei saldi, ma questo non ha portato modifiche all’andamento piuttosto lento, per usare un eufemismo, delle vendite” ha dichiarato sconsolato Russo, che successivamente ha aggiunto: “La crisi purtroppo si è estesa a macchia d’olio anche ai beni di primissima necessità e quindi il problema non sta tanto nella sensibilità della clientela, ma sulla reale mancanza di risorse”.

Secondo il presidente Russo, la partenza a rilento dei saldi sarebbe dovuta anche a politiche non sempre azzeccate della nostra classe dirigente e agli “aumenti abnormi delle tasse sui pubblici esercizi, che già non riescono a mantenersi, figuriamoci a proporre alla clientela merce di qualità a prezzo troppo vantaggiosi”. Interessante, invece, la proposta di “modificare le date dei saldi che, se devono essere ipotizzati ancora in questa logica con delle finestre in determinati periodi dell’anno, tanto verrebbe posizionarli magari prima delle feste per incoraggiare gli acquisti”, senza dimenticare però il vero origine del problema cioè “se i soldi non ci sono, possiamo posizionare la sessione di vendite promozionali quando vogliamo e proporre delle percentuali di sconto ai limiti dell’incredibile, ma gli acquisti soffriranno sempre…”

“Non dobbiamo accontentarci che Napoli rimanga la capitale degli acquisti nel Sud Italia, dobbiamo tornare a ragionare per ricollocarla nei primissimi posti nel commercio mediterraneo…” ha concluso, con un pizzico di ottimismo, il presidente Russo.

Jacopo MARCHESANO

In Campania via libera alle vendite promozionali natalizie

Le date dei saldi sono state da tempo decise e devono tassativamente essere rispettate a livello nazionale.

Ma il periodo di crisi e la poca voglia di spendere da parte degli italiani, nonostante il Natale imminente, ha portato i commercianti campani a chiedere la possibilità, se non di anticipare gli sconti, almeno di accattivare clienti con promozioni natalizie.

La norma vigente prevede che tali vendite siano vietate nel periodo che precede i saldi, ma in Consiglio regionale è stata approvata la sospensione del provvedimento, che sicuramente favorirà una leggera ripresa, visto il periodo di scarsa liquidità.

Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli-Imprese per l’Italia, ha accolto questa decisione con grande soddisfazione, considerandola “un buon di partenza che va incontro alle esigenze degli esercenti e dei consumatori in questi tempi di crisi“.

Vera MORETTI

Confcommercio Napoli in difesa delle pmi

Il Comune di Napoli si trova in una situazione di grave squilibrio finanziario, dovuto anche dalla crisi economica, ma i provvedimenti che dovrebbero risanare le sue casse non convincono Pietro Russo, presidente di Confcommercio Napoli.

In particolare, ciò che viene considerato del tutto inappropriato è quanto disposto dal recente decreto legge n.174/12, ovvero il probabile aumento del prelievo fiscale e del costo dei servizi pubblici.
Decisione, questa, che andrebbe a ritorcersi contro le piccole e medie imprese commerciali, alla base dell’economia locale, ma anche nazionale. E se vengono colpite le pmi, allora la ripresa è impossibile.

Le parole di Russo sono dure: “Nell’attuale momento di grave e persistente crisi economica che sta colpendo duramente i settori rappresentati e che sta portando alla progressiva chiusura di numerose aziende, non è in alcun modo accettabile la preannunciata manovra di risanamento dei conti pubblici comunali che venendosi ad aggiungere alla insostenibile pressione fiscale operata dal governo avrebbe un ulteriore sicuro effetto depressivo sul sistema economico del territorio“.

Per questo, la Confcommercio napoletana, che è l’Ente maggiormente rappresentativo di tutti i comparti del terziario, ha deciso di sollecitare i parlamentari locali affinché anche per Napoli si adotti il metodo applicato per Roma, evitando dunque manovre che peserebbero solo sulle imprese.

Vera MORETTI

I saldi a Napoli, dove il negozio ‘è di famiglia’

A Napoli il 95% delle attività commerciali del centro storico sono affidate a piccole imprese. Un dato in forte controtendenza rispetto al resto dell’Italia, Milano in prima fila, dove a dominare sono le grosse catene e i franchising.

Il debutto della stagione dei saldi ha aiutato le piccole attività commerciali a saldare in positivo il bilancio di un anno particolarmente difficile?

Infoiva lo ha chiesto a Pietro Russo, Presidente di Confcommercio Napoli – Imprese per l’Italia, che nei giorni scorsi, alla vigilia del debutto della stagione dei ribassi, aveva sottolineato come il settore del commercio a Napoli necessitasse più che mai una boccata di ossigeno. “Domenica i negozi resteranno aperti tutto il giorno – aveva dichiarato Russo. –  C’e’ bisogno di portare un po’ di ossigeno al nostro settore perche’ i dati che abbiamo sono oltremodo negativi, e anche l’atmosfera che si respira in citta’, in quelle che erano le “vie dello shopping“, e’ tutt’altro che entusiasta. Si fa fatica anche a vendere costumi e teli mare“.

Ma com’è andata davvero?

Primo weekend di saldi a Napoli: qual è il bilancio di quest’anno? E se dovessimo fare un confronto con il 2011?
Il bilancio è sicuramente negativo. Ci aspettavamo una ripresa delle vendite che, purtroppo, non c’è stata. Il calcolo è stimato intorno al 30% in meno di vendite rispetto al 2011.

Quali sono le tipologie di acquirenti che hanno acquistato in saldo? Italiani/ stranieri? Altospendenti/mediospendenti?
Si tratta di quei consumatori che acquistano qualsiasi prodotto, senza guardare al brand o alla qualità della merce, mentre, anni addietro, le vendite in saldo rappresentavano un’occasione per acquistare anche prodotti di marca. Tra le tipologie di acquirenti evidenziate, ritengo che si tratti soprattutto di mediospendenti.

I commercianti di Napoli e provincia hanno scelto di aderire ai ‘saldi anticipati’? Se si, questo ha portato beneficio o ha svantaggiato la consueta partenza dei saldi del 7 luglio?
I commercianti napoletani hanno deciso, vista la crisi economica, di effettuare numerose promozioni anche prima del periodo dei saldi, che, comunque, non hanno cambiato lo stato delle cose. Nonostante le offerte, non si è riusciti a fronteggiare le difficoltà legate alla caduta dei consumi.

Quali sono le previsioni sulle prossime settimane di saldi ?
Ritengo, purtroppo, negative. A meno che un aumento degli sconti non richiami, in maniera più forte, l’attenzione dei consumatori. I saldi restano, a mio avviso, un’opportunità per i consumi e per i consumatori, prima ancora che per gli esercenti.

Napoli e gli esercenti della moda: quanti negozi sono stati costretti a chiudere nell’ultimo anno? Saldo in negativo o positivo?
Sull’intero territorio provinciale il saldo delle aperture/chiusure è negativo per l’1%. Metà di queste attività commerciali appartengono al settore del tessile e abbigliamento. Un altro fenomeno in notevole aumento riguarda invece la chiusura dei negozi storici del centro o il loro trasferimento in aree periferiche della città.

In percentuale, tra le attività commerciali del centro di Napoli, quante sono ancora a conduzione familiare (piccole imprese) e quante sono di proprietà di grosse catene e franchising?
Oltre il 95% sono imprese con meno di dieci dipendenti, generalmente a conduzione familiare.

Alessia CASIRAGHI