Gli stranieri tornano ad investire nel Made in Italy

Il Made in Italy sta ricominciando ad essere appetibile agli investitori internazionali.
Dopo un periodo nero, con gli investimenti ridotti all’osso, che aveva determinato, tra il 2007 e il 2013, un crollo del 58%, il 2014 ha finalmente registrato una ripresa, con un’impennata di acquisizioni di imprese italiane per un controvalore di 20 miliardi di euro.

Questi dati sono stati resi noti dal rapporto Italia Multinazionale dell’agenzia Ice, in cui, comunque, si evidenzia ancora un gap da recuperare con gli altri paesi europei.
Se, infatti, il rapporto tra investimenti esteri e Pil del nostro Paese è di circa il 20%, meno della metà rispetto alla media Ue, che è assestata al 49%.

Ma secondo Riccardo Monti, il presidente dell’Ice, questi segnali di ripresa rappresentano una rinnovata fiducia nei confronti dell’Italia.

Le premesse ci sono, e sembrano molto chiare: il 2015 è iniziato con l’acquisizione di Pirelli da parte di ChemChina, una maxi opa da 7,5 miliardi di euro, e quella del progetto urbanistico di Milano Porta Nuova, 2 miliardi di valore ora in mano al fondo del Qatar.

Ma, se questi sono investitori orientali, la maggior parte di coloro che sono interessati al Made in Italy provengono da Nord America ed Europa, circa l’85% del totale.
Ma potrebbe trattarsi di una percentuale destinata a scendere, in favore proprio dei Paesi emergenti, come Cina, India, Russia e altri Paesi asiatici, i cui investimenti sono cresciuti del 255% dal 2000 a oggi, contro il +17,5% di Usa e Ue.

Lo stesso trend si nota negli investimenti in Borsa: in 20 società nazionali quotate, è presente almeno un investitore rilevante, con più del 20% delle azioni, che arriva da Paesi Arabi, Cina e Russia.

Altri esempi illustri sono Dainese, lo storico brand di abbigliamento per motociclismo ceduto al fondo d’investimento del Bahrain Investcorp, e la casa di moda vicentina Pal Zileri venduta al fondo del Qatar Mayhoola for Investment.

A farla da padrone, comunque, rimane il settore della manifattura, che è interessato da un terzo degli investimenti. Alcuni pezzi importanti dell’industria tricolore sono, infatti, finiti in mani esperi, come la società di compressori per elettrodomestici Acc di Belluno, passata sotto il controllo dei cinesi di Wanbao Group; Mangiarotti SpA, produttore di componenti per l’industria nucleare, petrolio e gas con sede a Pannellia di Sedegliano (Udine) e stabilimento a Monfalcone, finita nel perimetro degli americani di Westinghouse.

L’interesse degli investitori, inoltre, è sempre più pressante nei confronti di Generali, dove Blackrock, colosso americano del risparmio gestito, ha in mano il 2,61% del capitale, e People Bank of China possiede il 2,2%.

C’è da dire, a onor del vero, che le imprese italiane non fanno esclusivamente la parte delle prede, poiché il saldo entrate-uscite è ancora favorevole al Made in Italy. Sono 11.325 le imprese italiane con partecipazioni all’estero per 1,537 milioni i dipendenti e un fatturato di 565,3 miliardi di euro.
Nel 2013 i maggiori gruppi manifatturieri italiani con organizzazione multinazionale hanno prodotto il 67% dei loro beni all’estero e solo il 9% del fatturato è realizzato in Italia contro il 91% all’estero.

Vera MORETTI

Connubio automotive Pirelli-Cisco

Quando due colossi decidono di collaborare, non possono che nascere buone cose.

L’ultimo esempio è quello di Pirelli, che ha deciso di sposare la filosofia della Unified communication and collaboration e delle soluzioni tecnologiche che permettono di diventare più produttivi adottando la piattaforma di Cisco, basata sui suoi sistemi di TelePresence, sul gestionale Unified Communications Manager, sulla soluzione per le conferenze online (audio e video) e la collaboration WebEx.

Nel dettaglio, la rete di Pirelli utilizza switch Cisco Catalyst serie 6509 per funzionalità di switching nel core layer 3, e switch Catalyst serie 3750, 3500 e 2900 nel layer per la distribuzione.

L’infrastruttura risultante è in grado di supportare una rete wireless comprensiva di più di mille access point in tutto il mondo, gestita dal Wireless Lan Controller serie 5500, e di un’ampia gamma di endpoint per la videoconferenza.
I sistemi di telepresenza utilizzati nelle varie sedi sono TelePresence System serie EX60 e EX90, TelePresence System Quick Set C20, TelePresence SX20 Quick Set, TelePresence Codec serie C40, C60, e C90 e TelePresence MCU serie 5300.

La scelta di Pirelli, tra i maggiori produttori di pneumatici che conta ben 22 stabilimenti per la produzione di pneumatici, una presenza commerciale in 160 Paesi e 38mila dipendenti solo in Italia, è derivata dalla necessità di ridurre i costi delle trasferte ma anche le inefficienze che rallentavano molte procedure, penalizzate da una comunicazione e collaborazione non ottimali.

Con l’intervento di Dimension Data, un partner di Cisco, è stato disegnato il progetto di rinnovamento dell’infrastruttura di rete, che doveva poter supportare al meglio le soluzioni di Unified communication and collaboration da utilizzare.

A questo proposito, ha dichiarato Giuseppe Fiorentini, direttore delle telecomunicazioni Pirelli: “Le riunioni vis a vis sono parte della nostra culturama le frequenti trasferte internazionali stavano diventando troppo stancanti, e rischiavano di ostacolare i processi decisionali, oltre a comportare un aumento delle spese di viaggio e dei tempi morti dovuti agli spostamenti. Gli strumenti di collaboration Cisco ci stanno aiutando a diminuire i viaggi e ad aumentare l’efficienza”, ha sottolineato Fiorentini. Il video in alta definizione è utilizzato per aggiungere valore e realismo alle riunioni virtuali, mentre WebEx permette ai dipendenti di condividere computer, contenuti e applicazioni e di creare spazi per “meeting nel cloud”.

Ma Cisco aiuta Pirelli anche in altri campi, ad esempio durante le gare automobilistiche: i tecnici Pirelli presenti sul posto possono interagire attraverso la comunicazione video, in tempo reale e in alta definizione, con esperti che non sono fisicamente presenti.

Vera MORETTI

Sergio Marchionne il manager più pagato d’Italia

Gli appelli che chiedono agli italiani di stringere i denti e di adeguarsi al clima di austerity, ormai abbondantemente recepiti, se non altro dalla concreta scarsità di contanti nel portafoglio, certo non sembrano destinati a tutti, né tantomeno ai manager delle grandi aziende.

Da una classifica stilata dal Sole 24 Ore, che segnala i 100 manager più pagati delle società italiane, emerge non solo che i loro stipendi sono distanti anni luce dai quelli dei loro dipendenti, ma che non hanno risentito per nulla della crisi, poiché, anzi, sono aumentati rispetto al 2011.

Tra le società quotate in Borsa, il primo classificato, ma c’era da aspettarselo, è Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat, che ha guadagnato 47,9 milioni di euro complessivi, al lordo delle tasse, di cui 4,27 milioni come ad Fiat, 2,89 milioni come presidente della Fiat industrial, ma il grosso del guadagno deriva dalle azioni gratuite che gli sono state assegnate all’inizio del 2012, in base al piano del 2009.
Le azioni valevano 40,7 milioni di euro: in questo caso il premio ha superato di gran lunga il salario annuale.

Il numero uno di Fiat è seguito da Luigi Francavilla, il primo dei 4 manager di Luxottica che occupano i primi sei posti della classifica. Dal Sole 24 Ore: “Luigi Francavilla ha guadagnato 28,8 milioni di euro lordi, in larga parte plusvalenze e controvalore di azioni gratuite, i compensi monetari sono limitati a 799 mila euro”.

Al terzo posto Federico Marchetti, fondatore e azionista di Yoox, azienda bolognese che gestisce su internet negozi online per i grandi marchi di moda che ha guadagnato 22, 6 milioni di euro: in larga parte plusvalenze a fini fiscali.

Per trovare i manager pubblici, occorre scendere, ma non più di tanti, ed ecco l’ex ad della Saipem, Pietro Franco Tali con 6,94 milioni, l’ad di Eni Paolo Scaroni con 6,77 milioni e Fulvio Conti dell’Enel con 3,97 milioni.

Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari, è “slo” 14esimo, con 5,7 milioni.
Il numero uno della Pirelli Marco Tronchetti Provera è 24esimo con 3,77 milioni di euro, 27esimo John Elkann con 3,42 milioni e 78esimo Diego Della Valle, patron della Tod’s con 1,64 milioni di euro.

Il presidente Mediaset Fedele Confalonieri è 33esimo con uno stipendio di 2.700 milioni di euro, seguito da Alberto Bombassei, presidente Brembo, con circa 20 mila euro in meno.
L’ad e dg di Intesa San Paolo, Enrico Cucchiani, è 38esimo con 2 milioni e 6.
Franco Bernabè di Telecom guadagna 2,4 milioni di euro e Flavio Cattaneo, Ad e dg Terna, poco meno: 2,356 milioni di euro.

Nei primi 100, sono solo due le donne: Giulia Ligresti, 67esima con 1,74 milioni di euro e Monica Mondardini, ad Espresso, 76esima con 1,64 milioni di euro guadagnati.
Marina Berlusconi, attualmente presidente Mondadori è oltre il 200esimo posto e ottava tra le donne con 634 mila euro.

Vera MORETTI

Pirelli rimane in Italia ma mira ad Est

Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli, dopo aver deciso per la riconversione e la ripartenza, per la società, da Settimo Milanese, ha chiari gli obiettivi futuri per il brand.

Nonostante la direzione sia quella ovvia dei mercati emergenti dell’Asia, rotta preferita, grazie alle tante possibilità di business che quella zona offre, da tutti i più importanti marchi internazionali, Tronchetti Provera non ha voluto prescindere dall’Italia, paese in affanno ma, come ha sottolineato lo stesso presidente, “bellissimo ma complesso” tanto da sprecare le proprie opportunità.

Pirelli punta, in realtà, ai mercati di tutto il mondo, con la finalità di diventare sempre più di alta gamma. E l’Oriente è in grado di assicurare un’ascesa molto veloce e florida, anche grazie alle svariate possibilità di partnership che si profilano.
Ma ciò, ha precisato il numero uno di Pirelli, accade “solo se sei il più bravo e offri il servizio migliore. Così deve continuare a essere“.

Per quanto riguarda le probabilità, per lui, di uscire dal gruppo, Tronchetti Provera ha dichiarato che, ora, il suo desiderio maggiore “è completare il percorso che ho in mente. Abbiamo accelerato molto in questi tre anni. Nei prossimi, il mio compito sarà preparare il futuro senza di me. L`importante è andarsene un giorno prima che te lo dicano gli altri. Mia moglie e i miei figli hanno l`incarico preciso di avvertirmi, se non sarò io ad accorgermene“.

Tornando all’Italia, il presidente di Pirelli ha aggiunto:”le aziende italiane, Pirelli compresa, l`orgoglio di appartenere a questo Paese ce l`hanno. Ma sono trattate meglio all`estero. Come succede con tutte le cose di valore che abbiamo, dal turismo ai musei, sappiamo maltrattarci bene“.

Vera MORETTI

L’Italia val bene un tram

 

IERI

Sophia Loren per il Calendario Pirelli: un omaggio a una delle donne icone dell’italianità alla presentazione dell’edizione 2013 del Calendario Pirelli The Cal. A fare da madrina al Pier Maua di Rio de Janeiro è stata infatti Sophia Loren, che ha presentato in anteprima i 34 scatti firmati da Steve McCurry, il fotoreporter famoso in tutto il mondo per aver immortalato a 17 anni di distanza  Sharbat Gula, la giovane donna dagli occhi verdi in un campo profughi in Afghanistan. Il calendario, attraverso i corpi e gli sguardi delle modelle più famose al mondo, la trasformazione sociale ed economica di un Paese, come il Brasile, che si prepara a diventare una fra le potenze economiche mondiali. Tra le modelle ritratte Isabeli Fontana, Adriana Lima con pancione (è incinta del secondo figlio), e ancora l’attrice Sonia Braga e la cantante Marisa Monte. “L’America Latina rappresenta un terzo degli affari di Pirelli con 10.000 persone coinvolte. McCurry è riuscito a prendere l’anima di un Paese che in questi anni ha attraversato grandi cambiamenti” ha commentato Tronchetti nel corso della preentazione del calendario.

Ilva nuovi arresti: dopo gli scioperi di ieri, prosegue la bufera giudiziaria sull’Ilva di Taranto. Indagati nell’inchiesta anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano e don Marco Gerardo, segretario particolare dell’ex arcivescovo di Taranto Benigno Papa. Per il sindaco l’ipotesi di reato è omissione in atti d’ufficio, mentre per il sacerdote l’accusa è di false dichiarazioni ai pm. E l’attesa è per domani  “quello di giovedì – ha già fatto sapere Corrado Clini, ministro dell’Ambiente – non sarà un incontro interlocutorio. Contiamo di uscire con un provvedimento, lavoriamo a un decreto per l’applicazione dell’Aia. Stiamo lavorando con Monti e i ministri ad una soluzione per l’applicazione dell’Aia, unica strada per il risanamento”.

Firenze sommersa dall’acqua: nel pomeriggio di ieri un violento temporale ha fatto scattare l’allarme a Firenze. La pioggia di due ore ha fatto cadere sulla città 64 cm di acqua, mentre c’è timore per quanto riguarda il torrente Mugnone. Il sindaco del capoluogo toscano, nonchè candidato alle Primarie del Pd, lancia la sua accusa alla Regione “è evidente che dalla Regione abbiamo avuto un’allerta sbagliata, perchè nei comunicati che ci sono arrivati la criticità era definita ordinaria. Ora resta lo stato di allerta ma solo a scopo precauzionale” ha dichiarato Matteo Renzi, chiosando “come si dice a Firenze meglio aver paura che buscarne”.

OGGI

Nomine Rai:  giri di poltrone nelle reti del servizio pubblico. Luigi Gubitosi, direttore generale della Rai, ha comunicato al cda i 4 nomi proposti per le direzioni di reti e tg: Mario Orfeo per il Tg1, Giancarlo Leone per Rai1,  Angelo Teodoli per Rai2 e Andrea Vianello, conduttore di Agorà, per Rai3. Domani si voteranno i successori alle poltrone più ambite della tv italiana, nomine che saranno effettive a partire dal 1 gennaio 2013.

Telecom rinuncia a Sawiris: la più grande azienda di telecomunicazione italiana si prepara a declinare l’offerta di Naguib Sawiris, il magnate egiziano ex proprietario di Wind che qualche settimana fa si era detto interessato a partecipare ad un aumento di capitale. Sawiris era pronto ad investire una cifra tra i 2,5 e i 3 miliardi di euro, scatenando però le perplessità e malumori dei grandi soci di Telco, la holding che controlla il gruppo col 22,4%.  Sawiris, contrario allo scorporo della rete, si sarebbe già escluso proponendo una ricapitalizzazione a prezzi di mercato, intorno a 0,7 euro. Il magnate egizio non ha parlato di un aumento di capitale riservato che, se fosse realizzato per i 3 miliardi ipotizzati e alle quotazioni di mercato, gli consentirebbe di diventare il nuovo azionista di riferimento con una quota del 25%. Operazione, comunque, del tutto impraticabile, dal momento che Telco ha in carico le azioni a 1,5 euro e non potrebbe far spazio a un nuovo socio sotto quel livello.

Medusa in arrivo: ha il nome della crudele figura mitica greca il nuovo ciclone che si abbatterà a partire dalle prossime ore su Liguria, Piemonte, Veneto, Friuli, Toscana, Lazio e Campania. La Protezione civile ha lanciato l’allerta, dopo la violenta bomba d’acqua che si è abbattuta ieri su Firenze; in Liguria dove, a causa di una frana in una frazione nella zona di Ventimiglia , 100 persone sono rimaste isolate mentre a Genova il sindaco terrà chiuse le scuole a scopo preventivo.

DOMANI

Italia in sciopero: si preannuncia una due giorni di fuoco per i trasporti pubblici in Italia. Confermato lo sciopero previsto per giovedì 29 per autobus, tram e metropolitane, mentre venerdì 30 sarò la volta dei treni e delle linee ferroviarie che si fermeranno per 24 ore. Le agitazione sono indette dal sindacato Cobas-Cub, e riguarderanno con fasce orarie differenti, tutte le città italiane. Non saranno esenti dallo sciopero nemmeno il trasporto aereo, nonché i collegamenti marittimi con le isole minori, che per l’intera giornata di venerdì saranno a rischio.

#Cinema1 Cosimo e Nicole: una storia d’amore nata fra gli scontri e le dure repressioni della polizia durante il G8 di Genova del 2011. Parte da una pagina della cronaca recente (anche se sono trascorsi ormai 10 anni da quell’estate) per raccontare una passione nata per caso, tra un ragazzo italiano che soccorre una giovane manifestante  francese colpita alla testa da un poliziotto. Cosimo e Nicole trovano lavoro a Genova presso il service musicale di Paolo, ma quando un immigrato clandestino, lavorando all’assemblaggio di un palco, rimane vittima di un incidente, i due decideranno di cambiare le loro vite. Presentato all’ultimo Festival Internazionale del Film di Roma, la pellicola pesca a piene mani dalle vicende di cronaca italiane, per sublimare in una relazione a due una storia di carattere sociale.

#Cinema2 Le 5 leggende: non si tratta dell’ennesima veste ironica dei 5 (ormai ex) candidati alle Primarie del Pd, ma dei protagonisti del nuovo film natalizio della DreamWorks. Loro sono Babbo Natale, la Fatina dei denti, il Coniglio di Pasqua e Sandman e il loro compito è di proteggere i bambini di tutto il mondo. Ma l’Uomo Nero (Pitch) cerca di seminare la paura nelle menti dei più piccoli, trasformando i loro sogni d’oro in incubi neri come la pece. Per fermarlo, le 4 leggende dovranno chiedere aiuto al quinto “guardiano”: Jack Frost.

#Cinema3 Itaker – Vietato agli italiani: cast d’eccezione per la pellicola che porta la firma di Toni Trupia. In una gelida Germania industriale degli anni ’60, trovano lavoro molti, “Itakers” tono dispregiativo con cui vengono definiti immigrati italiani e turchi. Michele Placido interpreta il perfido boss locale, mentre Francesco Scianna presta il volto a un padre di famiglia che accoglierà il piccolo Pietro, rimasto orfano a seguito della morte improvvisa della madre, conosciuto nel corso del lungo viaggio verso la terra promessa.

 

Alessia CASIRAGHI

The winner is Barack Obama

 

IERI

Legge elettorale: si alza la soglia per conquistare il premio di maggioranza: la commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama ha approvato un emendamento alla legge elettorale che prevede che si debba superare la soglia del 42,5%. Il premio del 12,5% del testo Malan verrebbe, quindi, assegnato a chi raggiunge il 42,5% per un totale del 55%. La proposta di modifica è stata votata da Lega, Pdl, Udc, Fli e Mpa. A remare contro la modifica sono stati invece Pd e Idv.

Editto grillico: niente talk show per gli adepti del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo ha fatto sapere tramite il suo blog che “è fortemente sconsigliata (in futuro sarà vietata) la partecipazione ai talk show condotti abitualmente da giornalisti graditi o nominati dai partiti, come è il caso delle reti Rai, delle reti Mediaset e de La7″. Per quanto riguarda l’M5S, dopo lo scandalo che ha invaso il partito con le dichiarazione della consigliera Federica Salsi, Grillo ha fatto sapere che “non ci saranno primarie (non si votano leader o leaderini) per le elezioni politiche, ma la scelta di portavoce per la Camera e per il Senato”.

Addio Messenger: Microsoft pronto a chiudere a breve la chat Messenger, per farla convergere in Skype. La notizia non è ancora stata confermata dall’azienda, ma è circolata su tutti i maggiori blog di tecnologia americani a cominciare da The Verge: Messenger dal 1999 ha conquistato 330 milioni di utenti attivi ogni mese, mentre quelli di Skype sarebbero al momento ‘solo’ 170 milioni.

Primarie PDL: in arrivo il decalogo delle primarie del Pdl. La bozza di regolamento che verrà presentata quest’oggi in via dell’Umiltà prevede che le elezioni si svolgano nella sola giornata di domenica 16 dicembre 2012, dalle ore 8 alle ore 22, mentre le spese sostenute da ciascun candidato alle primarie non dovranno superare il tetto limite dei 200 mila euro, pena l’esclusione.

OGGI

Obama Presidente: ‘the best is yet to come’, il meglio deve ancora venire per l’America e per gli Americani. Ha esordito così, Barack Obama, neoeletto (per il secondo mandato) presidente degli Stati Uniti d’America per i prossimi 4 anni. Mr President ha poi ringraziato la First Lady Michelle “non sarei qui adesso se 20 anni fa non avessi accettato di sposarmi” e ha ricordato come la storia dell’America, l’unione di quella colonia che “oltre duecento anni fa decise di determinare il proprio destino” vada protetta perseguendo una strada comune. Dal McCormick Palace di Chicago, il quartier generale democratico, Obama ha poi sottolineato la volontà di trovare una linea comune con il partito repubblicano per lavorare sul piano economico alla riduzione del debito e in materia di immigrazione, per ridurre disuguaglianze sociali e garantire la sicurezza. E dai sondaggisti della rete, Twitter al primo posto, allo sciamano kenyota alle prese con conchiglie e sassi, fino ai più tradizionale exit poll tutti pare ci abbiano visto giusto, confermando la rielezione di Obama a 44mo Presidente degli Usa: stavolta a risultare decisivi per la vittoria del presidente afroamericano sono stati l’Ohio in prima battuta, e poi gli Stati del Wisconsin, Iowa e New Hampshire, meno determinante invece la Florida. E subito dopo la vittoria, Barack ha postato su Twitter una foto che ritrae la coppia presidenziale in un abbraccio, lungo almeno per i prossimi 4 anni.

Stati Generali della Green Economy: si sono aperti quest’oggi a Rimini alla presenza del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini gli Stati Generali della Green Economy, due giorni dedicati allo sviluppo di una green economy, in cui verranno presentate le 70 proposte relative a 8 settori individuati come strategici per lo sviluppo di un’economia verde: dall’eco innovazione al risparmio energetico, dalle energie rinnovabili al riciclo dei rifiuti, fino alle filiere agricole di qualità ecologica e alla mobilità sostenibile. E sempre il ministro Clini ha fatto sapere a margine della conferenza stampa che i 2000 esuberi annunciati dall’Ilva già dal prossimo mese, “potrebbero anche essere assorbiti” attraverso la riqualificazione degli impianti.

Max Biaggi si ritira: ha scelto la pista Vallelunga per dire addio alle corse su due ruote. Il presagio è arrivato già di prima mattina quando il 41enne pilota romano ha scritto su Twitter “È un’alba molto diversa oggi per me. Niente sarà come prima. Forza comunque!” e poi la decisione: Biaggi dice addio al Superbike.

Dai carini ai Vecchioni: si annunciano guai giudiziari per Federico Vecchioni, l’imprenditore nonché coordinatore nazionale di Italia Futura, il ‘partito’ fondato da Luca Cordero di Montezemolo (anche se l’ex Presidente di Ntv preferisce parlare di associazione). Vecchioni sarebbe stato rinviato a giudizio perché accusato di truffa in relazione a un’indagine della Procura di Grosseto: il fattaccio riguarderebbe la costruzione di un parco eolico a Sticciano, vicino a Grosseto. Questi i fatti: l’imprenditore avrebbe ottenuto un lauto finanziamento europeo per l’edificazione del parco eolico, salvo poi affidare la costruzione degli impianti alla società della moglie, Elisabetta Pasinato, denominata “Il Ceppo”, di cui lo stesso Vecchioni è socio. Un meccanismo che pare essersi ‘inceppato’ sotto le ruote della Procura di Grosseto.

DOMANI

Artissima: Torino capitale dell’arte contemporanea da domani con l’inaugurazione della fiera Artissima: 10 i musei coinvolti, a cui si aggiungono le Luci d’Artista che vestiranno tutta la città sotto la Mole Antonelliana. Quattro invece gli appuntamenti da segnare, per appassionati d’arte o aspiranti compratori: Paratissima, Photissima, Artissima e la mostra The Others. Protagonista della 19ma edizione della kermesse sarà invece l’artista Sarah Cosulich Canarutto, con “It’s not the end of the world”. Sarà, ma a noi pare proprio il contrario.

Berlusconi al vertice del Pdl: l’ex premier è rientrato ieri sera in tutta fretta dal Kenya per essere presente domani in via dell’Umiltà al vertice del Pdl. L’obiettivo è quello di dare il via libera alle pri-marie del partito, dopo l’approvazione della bozza del regolamento entro la giornata di oggi. A volere fortemente la presenza del Cavaliere nella sede del Pdl, Angelino Alfano, al netto delle perplessità pre primarie.

#Cinema1 Argo: esce domani nelle sale il thriller in salsa di spionaggio internazionale interpretato e diretto da Ben Affleck, nei panni di un agente della Cia che si inventa un escamotage da teatro dell’assurdo per liberare 6 cittadini americani intrappolati nell’Iran khomeinista. Tratto da una storia vera, il film mescola attenzione al dettaglio e alla ricostruzione storica (con una precisione che vale la lezione di Mad Men), solidità della trama e fluidità di movimenti. Ben Affleck, dopo Gone baby gone e The Town, pare aver superato l’esame a pieni voti.

#Cinema2 Venuto al mondo: la coppia Castellitto/Cruz torna al cinema 8 anni dopo ‘Non ti muovere’ con una storia ambientata nella Sarajevo bellica, tratta da un romanzo della Mazzantini. Passione, guerra, sterilità e ricerca del proprio passato: gli ingredienti ci sono tutti, per il film che ha debuttato al Festival di Toronto.

#Cinema3 La nave dolce: dopo il successo di ‘Diaz’, Daniele Vicari torna al cinema con un film documentario che si sofferma ancora su un fatto nascosto tra le pieghe della storia italiana recente: lo sbarco a Bari del mercantile Vlora, proveniente da Durazzo, dove era stato preso d’assalto da centinaia di immigrati alla ricerca della terra promessa, l’Italia, all’inizio degli anni ’90. All’epoca gli immigrati in Italia erano poco più di 300.000: oggi sono 4 milioni e mezzo.

 

Alessia CASIRAGHI

Come combattere il mal d’ufficio femminile

Il lavoro, per le donne manager, è tutt’altro che rosa.

Secondo una ricerca qualitativa effettuata da Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna, e Key2People in collaborazione con Pirelli e Nestlè, infatti, il quadro generale presenta una donna invisa dai vertici aziendali, per il 63% formati totalmente da uomini, sottopagata, anche il 22% rispetto ai colleghi maschi e per nulla coadiuvata a svolgere le sue mansioni, quando ha la fortuna di arrivare in alto.

Hanno contribuito ad offrire questo “spaccato” di quotidiana vita lavorativa 20 donne manager professioniste di Milano, Roma e Napoli, che rispecchia fedelmente il triste 95mo posto occupato dall‘Italia circa la partecipazione della donna all‘economia nazionale. Con il risultato, desolante ma scontato, che porta una donna su due a rinunciare all‘impiego.

Nel 2008 l’Eurostat registrava un tasso di occupazione femminile sotto il 50%, con una forte sottorappresentazione nelle posizioni apicali. Oggi nulla è cambiato: le stime più recenti segnalano un 47% di donne lavoratrici. Il 53% non ce la fa o lascia perdere.

E chi, invece, tiene duro e prosegue per la sua strada? In questo caso, gli ostacoli che incontra non riguardano solo problemi in ufficio, ma anche la salute, tanto che gli psichiatri hanno coniato il termine di mal d’ufficio. Lo stress elevato, dunque, rappresenta un vero e proprio disturbo per 9 milioni di italiani, e di questi 7 su 10 sono donne.

Da Milano, il direttore del Dipartimento di neuroscienze dell’Azienda ospedaliera Fatebenefratelli, Claudio Mencacci, ha più volte lanciato l’allarme: troppo “scarsa l’attenzione da parte delle aziende alla salute psichica dei lavoratori, e soprattutto a quella delle dipendenti donna“. E, sempre a questo proposito, il dottor Mencacci ha ricordato che l’età a rischio è quella che coincide sia con la maternità sia con un’attività professionale molto intensa, ovvero tra i 30 e i 40 anni.

La spiegazione, a questo proposito, è piuttosto semplice: gli impegni sono tanti, e su più fronti, e assolverli tutti al meglio risulta sempre più difficile. Da un lato il lavoro che riempie gran parte della giornata e richiede sforzi fisici e mentali crescenti; dall’altro il partner, i figli da seguire nella crescita, la casa da gestire. E le più affaticate, secondo lo psichiatra, sono proprio le manager perché “le forti pressioni lavorative, le barriere psicologiche e culturali rendono la carriera manageriale femminile più difficoltosa e impegnativa“, conferma Francesca Merzagora, presidente di Onda.

C’è poi un altro aspetto da considerare: arrivare al top, per le donne, può essere sfiancante. Questo perché, come confermato da Manageritalia, la federazione nazionale dirigenti e quadri del terziario privato, solo il 18,2% fra le 40enni e il 16% fra le 41-45enni riesce ad affermarsi senza scorciatoie, favoritismi o regalie.
La causa di ciò va ricercata nella mancanza di una cultura di management e valorizzazione al femminile, sebbene secondo le statistiche le donne rappresentino una risorsa più qualificata (12,7% di laureate contro l’11% degli uomini).
E questo nonostante i pregi delle lavoratrici siano tanti, e universalmente riconosciuti: maggior propensione all’ascolto, capacità di motivare i propri collaboratori con riconoscimenti e gratificazioni e di sviluppare doti di negoziazione, creatività e flessibilità.

Ma la carriera è piena di insidie e compromessi e le donne manager lo sanno bene, anche se, pur consapevoli di sacrifici e “rospi” da ingoiare, non tornerebbero indietro, non rinuncerebbero a ciò che hanno meritatamente conquistato.
I risultati emersi da questa ricerca sono stati elaborati da un team composto rappresentanti del mondo aziendale, accademico, politico della sanità e dei media. Alla fine, sono state presentate sette proposte da presentare ad istituzioni e business community, per rivedere l’approccio tradizionale renderlo più moderno e flessibile.

In particolare, si richiede: “incentivazione al cambiamento culturale perché arrivino più donne in posizioni di vertice, combattendo gli stereotipi di genere – elencano gli esperti – promozione di azioni a livello di sistema con l’introduzione di un maggior numero di donne in posizioni apicali e riduzione del pay gap nel rispetto delle pari opportunità; abbattimento di barriere e discriminazioni per facilitare l’accesso della donna ai “piani alti” grazie anche a una formazione continua all’interno dell’azienda e in orari di lavoro; valorizzazione delle differenze con la creazione di team di lavoro misti; supporto della donna nella quotidianità attraverso programmi di welfare aziendali (aiuti per l’assistenza agli anziani e ai bambini, flessibilità di orari, valutazione delle performance in base ai risultati e obiettivi raggiunti più che all’effettiva presenza in sede di lavoro)”.

Oltre a tutto ciò, anche un sistema di promozione e prevenzione della salute femminile, per tenere sotto controllo lo stress da lavoro, ed evitare che si trasformi in malattia.

Vera Moretti